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Autore: Nene_92    25/04/2017    12 recensioni
 INTERATTIVA - (ISCRIZIONI CHIUSE )
(la storia fa parte della serie "Grimm")
 
Inghilterra, 2022
Eleonore Grimm, durante un pomeriggio passato con i nipoti, racconta loro la fiaba di Cappuccetto Rosso. Quello che non si aspetta è di trovare, in mezzo al diario di Jacob, una misteriosa lettera che sembra essere indirizzata proprio a lei.
 
Durmstrang, 1802
Per la prima volta nella storia, Hogwarts viene lasciata fuori dal Torneo Tremaghi.
Quell'anno infatti, a giocarsi la Coppa saranno gli Istituti di Durmstrang, Ilvermony e Murrinh-Patha.
Tra i tanti studenti desiderosi di partecipare, si trovano anche loro: Jacob e Willhelm Grimm, i famosi fratelli delle fiabe "horror" babbane.
Hanno solo 17 anni, non sono ancora famosi. O almeno non lo sono ancora nel mondo babbano, visto che nel mondo magico la loro famiglia è invece nota da secoli come "il terrore dell'Europa".
Eppure, gli eventi che li travolgeranno quell'anno, saranno proprio lo stimolo che li porterà a scriverle.
.
Volete sapere come? Non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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Prima di lasciarvi al capitolo, ci tenevo a rendervi nota una cosa: fino ad ora il racconto è stato scritto a quattro mani, ossia da me e da quel pazzoide che potete trovare in efp con il nickname di Notaro Slash, che si è occupato di una parte delle scene degli studenti di Ilvermony e ha inventato il personaggio del preside David Hartnell.
Da questo capitolo andrò avanti da sola, ma ci tenevo a ringraziare Notaro per l'aiuto che mi ha fornito fino a questo momento, sia per la scrittura che per l'elaborazione della trama
(no, non potete importunarlo per sapere come andrà avanti la storia u.u).


Tornando al capitolo, visto che non c'è stata una vera maggioranza tra vacanze e lezioni ho deciso di fare un misto.
Buona lettura! ;)





- Anno nuovo, vita nuova? - 






7 gennaio 1803, Durmstrang, aula di trasfigurazione

 

 

La voce del professore continuava a blaterare da più di un'ora tuttavia Bianca, per la prima volta in vita sua, non lo stava minimamente ascoltando.
Continuava a vergare segni in maniera scomposta sul foglio di pergamena, senza prestare veramente attenzione a ciò che stava facendo.
Solo quando si rese conto della forma che avevano ormai assunto i suoi scarabocchi sulla pergamena che si bloccò di colpo, con la penna d'oca a mezz'aria, sbalordita per ciò che aveva appena disegnato sovrappensiero.

Il ritratto di Willhelm.

Senza spiegare nulla a nessuno, tantomeno al professore che la guardò sbalordito, Bianca radunò frettolosamente tutte le sue cose dentro alla borsa.

Poi fuggì velocemente dall'aula.


Solo quando arrivò in un angolo di un corridoio deserto, che di solito non era frequentato neanche dai fantasmi, smise di correre.
Si appoggiò boccheggiante ad una colonna.
Poi scoppiò a piangere, mentre i ricordi della sera del ballo le invadevano la mente.
Non aveva più parlato con Will dopo quella sera, evitandolo come la peste.

Ma sapeva anche lei che non avrebbe potuto farlo per sempre.








notte tra il 24 e il 25 dicembre 1802, Durmstrang




"Will?"

Al richiamo del fratello, il Grimm più giovane si congedò da Helene con un veloce baciamano, prima di raggiungere Jacob e Bianca, ancora a braccetto in un angolo della Sala del Ristoro. "Dimmi."
"Potresti accompagnare tu Bianca nelle sue stanze? Io devo fare... una cosa." La domanda di Jacob giunse del tutto inaspettata ad entrambi, che rimasero completamente spiazzati da quella proposta improvvisa.
Tuttavia cercarono di non darlo a vedere, limitandosi ad annuire.
"Grazie."

Senza dire nulla, Will porse il braccio destro a Bianca, che lo afferrò quasi tremante, mentre Jacob spariva velocemente dirigendosi a lunghi passi verso l'uscita del Castello.

Quello fu forse il percorso più lungo mai affrontato da entrambi: un silenzio teso si era venuto a creare all'improvviso tra di loro e nessuno dei due riusciva a trovare qualcosa da usare per poterlo rompere.
Un imbarazzo che non era mai esistito e che era sorto all'improvviso, privandoli anche della normale capacità di respirare normalmente. 

"E' solo Will." Continuava a ripetersi nella sua testa, mentre camminava con i nervi a fior di pelle accanto al cugino. "E' solo Will."
E allora perchè continuava a sentirsi in imbarazzo, irrigidendosi sempre di più? Perchè sentiva il cuore accellerarle così tanto, come se avesse corso per miglia e miglia tutta sera?


Non aveva neanche chiesto a Jacob perchè non l'aveva voluta accompagnare lui.

Senza che se ne rendesse conto, Bianca si ritrovò davanti alla porta della sua stanza, con Will che pazientemente si era fermato al suo fianco.
"Bianca?" La risvegliò il ragazzo, chiamandola quasi in un sussurro. "Siamo arrivati."
"Uh? ... Ah... Ehm sì, grazie per avermi accompagnato." Balbettò lei, letteralmente incapace di muoversi.

Avrebbe dovuto semplicemente pungersi un dito e versare una goccia del suo sangue sul fuso tenuto in mano dalla statua del folletto che si trovava di fronte a lei per poter aprire la porta della sua camera, tuttavia in quel momento il suo cervello si era come volatilizzato.

"Sei bellissima stasera... spero che mio fratello te l'abbia detto, almeno una volta." Sussurrò ancora Will, avvicinandosi lentamente a lei, quasi come a darle il tempo di fuggire via.
O fermarlo.

Ma la ragazza era letteralmente paralizzata.
Così Willhelm percorse la breve distanza che ancora li separava, sporgendosi in avanti per baciarla.

In un primo momento Bianca si lasciò trascinare da quel bacio, agognato da così tanto tempo.
Willhelm era completamente diverso dal fratello: Jacob prendeva senza chiedere, come se tutto gli fosse dovuto. Invece lui era dolce e leggero, quasi come se avesse avuto paura di romperla. 

Un rumore nel corridoio la riportò di colpo alla realtà, ricordandole all'improvviso dove si trovavano.

Chiunque avrebbe potuto vederli.

E Bianca, più bruscamente di quanto avrebbe voluto, lo spinse via da sè con un secco "No!", ritirandosi ansante verso la parete.

Per qualche secondo Willhelm la guardò smarrito.
Poi si voltò per andarsene, sussurrando un "Perdonami Bianca." talmente debole che la ragazza pensò quasi di esserselo sognato. 



-*-*-*-


notte tra il 24 e il 25 dicembre 1802, Durmstrang



"Livvy?"

La ragazza, sentendosi chiamare, alzò lo sguardo verso Camille, cercando di nascondere le lacrime che copiose stavano scendendo sul suo viso.

Frettolosamente cercò di asciugarsele e di abbozzare anche un sorriso in direzione dell'amica - odiava piangere e ancora di più farlo davanti ad un pubblico - tuttavia tutto ciò che le uscì fu solo una specie di smorfia.

"Liam è un così pessimo ballerino?" Domandò Camille raggiungendola e sedendosi sul letto accanto a lei, cercando di stemperare la tensione. "Perchè Patton è stato davvero terribile! Mi avrà pestato i piedi almeno dieci volte in cinque minuti, un vero record!"
"Magari fosse questo il problema!" Commentò Livvy con una smorfia. "Un paio di piedi pestati non sarebbero un problema per me. Andando a caccia con i ... Grimm ... ho affrontato di molto peggio."

Anche pronunciare il loro cognome, di punto in bianco, le costava fatica, constatò in quel momento l'americana.
Si era sempre illusa costruendo un castello di carte per aria, vivendo in un mondo tutto suo dove lei faceva davvero parte della famiglia Grimm.
Dove addirittura la accettavano come una di loro, permettendole di entrare in quella famiglia, magari con un matrimonio.
Magari proprio con Willhelm.
Il pensiero che lui fosse già promesso ad un'altra, non l'aveva neanche mai sfiorata: nel suo mondo incantato, Willhelm Grimm era innamorato di lei.
E il resto dei Grimm avrebbe finito per accettare la cosa, felici addirittura per quella unione.

E niente di ciò che aveva fatto Willhelm fino a quel momento l'aveva distolta dalla sua idea, dal suo castello di carte.

Eppure, paradossalmente, era bastato un semplice discorso fatto da un suo compagno per farla tornare bruscamente alla realtà.

Willhelm Grimm non era mai stato suo.


Un discorso di un compagno e una scena alla quale aveva assistito con i suoi stessi occhi.

Will aveva baciato Bianca.

Non lei.
Bianca.

La ragazza che doveva sposare Jacob.
La ragazza che era sempre stata sua amica.
La ragazza che aveva sempre considerato come una sorella.
E che invece l'aveva tradita nel peggiore dei modi.

Bianca era l'unica a sapere della sua cotta per Will.
Eppure l'aveva comunque baciato.
Non si era tirata indietro.




Un bussare insistente alla porta interruppe il silenzio che si era venuto a creare nella stanza tra le due ragazze.

E Camille si alzò in piedi per andare ad aprire, sperando vivamente che non fosse Patton: non aveva proprio voglia di affrontarlo in quel momento.
Pieno com'era di sè, avrebbe probabilmente trasformato la questione del ballo in qualcos'altro, incapace di accettare di non essere capace di ballare.
Inoltre, con Livvy in quelle condizioni, Camille aveva in testa tutt'altro tipo di preoccupazioni rispetto agli eventuali pensieri di Patton Powell.

Alla porta tuttavia, per la seconda volta nell'arco della serata, non era presente Patton ma Liam.
"E' qui Livvy?" Domandò il ragazzo alla Serpecorno, cercando di allungare il collo nella stanza per ottenere da solo la risposta.
Senza aspettare che la Crawley confermasse o smentisse entrò in camera.

"Sono venuto a scusarmi con lei. Credo di essere stato un po' troppo brusco stasera."





-*-*-*-


7 gennaio 1803, Durmstrang, Dormitori di Murrinh - Patha




"Kyle!"

Non udendo risposta, Kathleen provò a bussare nuovamente, aumentando man mano l'intensità della bussata.

Dal momento però che il ragazzo continuava a non presentarsi, la Campionessa tirò fuori la bacchetta, cercando così di aprire la porta con l'utilizzo della magia.
Ma neanche l'alohomora andò a buon fine.

"KYLE!" Lo chiamò di nuovo, quasi sperando che il ragazzo avesse solo il sonno pesante, mentre iniziava a tempestare la porta di pugni.

"Kath?"
Una voce maschile alle sue spalle la fece voltare di scatto.
Peccato che non fosse Kyle, ma Patton.

"Che stai facendo?" Domandò il ragazzo andandole incontro.
"Hai visto Kyle per caso?" Domandò lei preoccupata "Lo stavo cercando."
"So che stamattina è andato in infermeria, visto che è da giorni che ha un'inspiegabile mal di testa." Rispose l'americano "Io gliel'ho detto che non serve a niente prendere delle pozioni, visto che sono a base di erbe e loro stanno complottando contro di noi! Ma lui non mi vuole dare ascolto!" Affermò, cercando così di spiegare anche a lei la teoria che stava ormai portando avanti da mesi.

Kathleen però prestò ben poca attenzione alla teoria 'le piante ci uccideranno tutti' di Patton, perciò non si fermò neanche a chiedere spiegazioni in merito, come avrebbe fatto in una situazione normale.
Il suo pensiero era ormai rivolto in un'unica direzione: raggiungere l'infermeria per trovare Kyle.

Era stata informata da giorni dei continui mal di testa del ragazzo e la cosa la stava preoccupando non poco.

"Grazie Patton. Proverò a raggiungerlo." Tagliò corto cercando di chiudere il discorso in fretta.
"E magari prova tu a convincerlo a non prendere pozioni!" Tentò comunque di convincerla il ragazzo, iniziando a seguirla lungo il corridoio. "Altrimenti le piante cercheranno di avvelenarlo!"
"Sìsì va bene, lo farò." Borbottò Kathleen in risposta, senza neanche aver effettivamente ascoltato ciò che il ragazzo aveva appena detto, troppo concentrata a ricordarsi la strada per l'infermeria. "Adesso vai, o rischierai di fare tardi a lezione." Aggiunse per cercare di toglierselo dai piedi.
 
"Anzi, di' al professore che sto arrivando anch'io." Concluse agitando la mano in segno di saluto e accellerando il passo per seminarlo.




-*-*-*-


Aula di Incantesimi



"Posso sedermi qui?"

Alla voce di Reyna, Helene si voltò leggermente indietro.
Poi, dopo averle rivolto un leggero sorriso, spostò la borsa dalla sedia per farle spazio. "Certo."
La Black sorrise a sua volta mentre si accomodava al suo fianco.

"Come stai Hel?" Le domandò dopo un po'.
"Non c'è male dai." Rispose la Sauer con una scrollata di spalle "Anche se si stava meglio in vacanza... stamattina svegliarsi è stato un po' un piccolo trauma."
"A chi lo dici!" Commentò Reyna con una piccola risatina "Una mia compagna di casa ha dovuto privarmi delle coperte per convincermi ad uscire dal letto!"

Davanti a quella immagine anche Helene scoppiò a ridere: chissà come mai, ma riusciva tranquillamente ad immaginarsi Reyna che non voleva abbandonare il letto.
Così come riusciva ad immaginare anche benissimo l'esasperazione delle sue compagne di stanza.

"E per il resto come va?" Insistette ancora Reyna, lanciandole un'occhiata significativa.

Helene ovviamente capì dove l'amica volesse andare a parare, tuttavia non voleva preoccuparla inutilmente per una sciocchezza simile.
"Rey... ti ho detto che sto bene." Ripetè per l'ennesima volta, con il tono più gentile che riuscì a produrre. "Il Ballo è stato un piccolo sogno che si è avverato, lo ammetto, ma tale è destinato a rimanere: un sogno." Affermò pacata "Non ho mai avuto speranze con Willhelm Grimm, anche se ho preferito farmi cullare dalla fantasia per un po'." Ammise scuotendo la testa. "Ma davvero, sto bene... piuttosto, dimmi come va tra te e Tyler." La invitò trovando la forza di sorridere. "Da quel che ho avuto modo di vedere, ne hai da raccontare."

In fondo, li aveva visti arrivare 
all'aula chiaccherando insieme quella mattina, mentre il ragazzo le portava addirittura la borsa con i libri.
Ed era felice per lei.

"D'accordo, parliamo di me e Tyler allora, visto che insisti." Rispose Reyna sorridendo e arrossendo. "Ma se hai bisogno per qualsiasi cosa non esitare a chiedere."






Più o meno dello stessa cosa si stava parlando anche dall'altra parte dell'aula.
Trystifer e Christopher avevano
infatti assistito alla medesima scena di Helene e stavano perciò cercando di incalzare Tyler  con battutine e commenti sull'argomento.
Tuttavia l'americano resisteva stoicamente, senza cascare in nessuno delle loro domande trabocchetto.

Era troppo abituato alle uscite stravaganti di Patton per prendersela per così poco.
E aveva anche capito molto bene che i due ragazzi lo dicevano solo per farsi quattro chiacchiere e due risate in attesa che il professore entrasse nell'aula, non di certo per cattiveria.

Fu per quel motivo che ad un certo punto si voltò verso i due nordici.
"Alla fine dei conti, miei cari, io e voi siamo nella stessa barca." Fece notare loro con un pacifico sorriso angelico. "Sbaglio o anche voi due avete cercato compagnia ... in altri lidi?" Domandò ghignando. "Non mi sembra che i nostri casi siano poi così dissimili." Concluse divertito.

"Colpiti e affondati." Ammise Chris arrossendo leggermente e gettando un'occhiata qualche banco più avanti, dove Clementine ed Elizabeth stavano allegramente confabulando tra loro, in attesa che la lezione iniziasse.
"Beh, alla fine dei conti è questo il vero scopo del Torneo no?" Disse Trys con una leggera scrollata di spalle "Conoscere culture diverse dalla nostra e stringere legami anche con coloro che non appartengono alla nostra stessa scuola." Commentò con un leggero sorriso. "I metodo da usare per crearli, questi legami, non è specificato."
"Touchè." Fu la risposta di Tyler.

Probabilmente uno dei tre avrebbe anche aggiunto qualcos'altro, ma la porta dell'aula si spalancò, facendo entrare un Powell col fiatone che si andò immediatamente a sedere di fianco a Tyler.

"Ma dov'eri andato a finire?"

E subito dopo, dietro di lui, fece il suo ingresso nell'aula il professore di incantesimi.

Bastò una sua sola occhiata per ridurre la classe al silenzio assoluto.



-*-*-*-



"Grazie agli sciamani ha finito!" Sospirò di sollievo Clementine alla fine della lezione, massaggiandosi vigorosamente un polso per riprendere la sensibilità delle dita.
"Che cosa gli è preso oggi, secondo te?" Le fece eco Elizabeth, iniziando a radunare tutte le sue cose per riporle nella borsa.
"Ah boh! Questa è una bella domanda!" Rispose la serpente arcobaleno perplessa, mentre continuava a massaggiarsi vigorosamente il polso destro "Sembrava quasi che volesse condensare le spiegazioni di tre lezioni in una sola!"
"Dici che voleva dimostrare il suo grado di superiorità rispetto ai nostri insegnanti?" Replicò la bunyip, chiudendo con uno scatto secco la borsa.
"Dopo quasi tre mesi che siamo qui? Ancora?" Fu la replica incredula di Clementine "Spero vivamente di no! Insomma, ormai penso che l'abbiano capito anche i muri che quelli di Durmstrang, dal punto di vista puramente didattico, sono un gradino superiori agli altri... magari era solamente nervoso per qualcosa che non sappiamo." Ragionò. "In fondo oggi non si è risparmiato neanche nelle sgridate: bastava sbagliare una piccola rotazione del polso per farlo scattare."

"Beh, vedi di radunare in fretta le tue cose dentro alla borsa." Le suggerì Lizzie "O la sgridata ce la prenderemo per essere arrivate in ritardo alla prossima lezione!"
"Lizzie?" Domandò a quel punto l'altra, assumendo un tono volutamente lamentoso.
"Che c'è?"
"Non è che me la puoi ordinare tu la borsa adesso? Il polso mi fa troppo male! Non so neanche se riuscirò a reggere la penna d'oca per la prossima ora!" Si lamentò Clementine, continuando a massaggiarsi il polso.

Elizabeth le rivolse un'occhiata scettica prima di risponderle "Perchè non chiedi a Trys invece che a me? Sono sicura che lui sarebbe felice anche di portartela la borsa!" Le comunicoò in un sussurro "Prima lui e Chris non hanno fatto altro che guardare nella nostra direzione... non te ne sei accorta?"



-*-*-*-


Camera di Jacob



Sascha era rannicchiata su se stessa sopra al letto, con il braccio destro teso in avanti e il pugno chiuso, esattamente come Jacob le aveva detto di fare pochi minuti prima.
Teneva gli occhi ostinatamente chiusi, con le palpebre strizzate, temendo ciò che avrebbe potuto vedere se li avesse per caso aperti.
Tuttavia fino a quel momento, a parte un lieve pizzicore, non aveva avvertito praticamente nulla.

"Guarda che puoi anche aprirli gli occhi." La avvisò la voce divertita del Grimm "E comunque ho già finito... cosa ti aspettavi, che ti torturassi?" Domandò in tono vagamente ironico.
All'occhiataccia che la ragazza gli rivolse in risposta dopo aver aperto gli occhi - con quello che aveva passato fino a quel momento la tortura non era di certo un'opzione da scartare - Jacob le rivolse un sorriso divertito.
"Sì, hai ragione, poteva essere una opzione non trascurabile. Ma a me non piace torturare senza motivo."

Sascha decise di lasciar perdere, preferendo occuparsi del suo braccio.
In effetti, rispetto a quello che si era immaginata, non era successo praticamente nulla.

Sulla superficie della sua pelle erano giusto presenti due minuscoli puntini, addirittura più piccoli dei tradizionali pizzicotti di zanzara. "Hai finito sul serio?" Domandò guardinga, tirandosi giù la manica.
"Perchè dovrei mentirti?" Replicò lui, alzandosi in piedi per andare ad appoggiare la gabbia contenente i toxic death sul tavolo.
Con uno sventolio di bacchetta ne liberò uno, iniziando a farlo volare per la stanza sotto al suo controllo mentale.
"Perchè non dovresti?" Rispose lei facendo spallucce, tenendo sotto controllo quello strano insetto, pronta a darsela a gambe se si fosse avvicinato troppo alla sua posizione.
"Perchè potrei costringerti a fare davvero qualsiasi cosa, anche contro la tua volontà." Replicò Jacob tranquillo, costringendo il toxic death a tuffarsi dentro ad una ampolla che sfrigolava sul tavolo, contenente uno strano liquido viola che iniziò immediatamente a sibilare in risposta. "Mentirti non mi serve. E a proposito di questo Cappuccetto... è ora che impari a controllare la magia che ti scorre nelle vene. Perciò questo weekend verrai con me a Durmsburg. Per comperare una bacchetta."


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Domanduzza della settimana: cosa volete far fare ai vostri OC nel prossimo capitolo? (No, non li farò tornare a Durmsburg... il viaggetto sarà solo per Jacob e Sascha, sorry! :P ) --> ovviamente PER MP (entro il 30/04) (le risposte "non so / fai tu" non sono contemplate)



  
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