Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Lady Five    26/04/2017    6 recensioni
Dopo la fine della brutta faccenda di Noo, l'equipaggio dell'Arcadia, finalmente riunito, riprende la solita vita vagabonda nello spazio. Con qualche piccolo cambiamento.
Ma la “routine”, per quanto piratesca, non si addice proprio ad Harlock e alla sua ciurma. Così, un po' per caso, un po' per scelta, si lasciano trascinare in una nuova avventura, sulle tracce di un antichissimo mistero e di un'oscura profezia. Con esiti assolutamente imprevedibili.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quelle parole ebbero l'effetto di una bomba fotonica.
Raflesia, Gudrun e Harlock si guardarono, increduli e incapaci di articolare un pensiero di senso compiuto.
La regina fu la prima a riprendere la padronanza di sé. Anche perché quella notizia, se vera, cambiava tutto.
“Cosa significa che avete già quell'edificio?”
“Quello che ho detto. Qualcuno, non si sa quando, ma sicuramente in un'epoca molto remota, ha costruito un palazzo seguendo, pare, le indicazioni del Libro della Vita. Non sappiamo per quale scopo, non sappiamo se sia mai stato usato per trovare l'aleph, non sappiamo nemmeno se le coordinate e l'orientamento siano quelli giusti... Per molti secoli l'edificio è caduto in disuso, era considerato niente più che un monumento antico. Sono stati alcuni nostri storici a recuperare dagli archivi la copia del Libro della Vita e a rileggerla alla luce dei nuovi avvenimenti. Se unissimo le nostre conoscenze, sono sicura che potremo davvero salvare i nostri popoli dalla distruzione.”
Harlock pensò terrorizzato a come Clarice avrebbe accolto la notizia... sarebbe partita all'istante, a costo di rubare e pilotare lei stessa uno space-wolf!
“Hai delle prove concrete di quello che dici? Delle immagini, dei documenti...?” chiese Raflesia, la cui diffidenza però si stava lentamente sgretolando.
“Sì, certo. Non le ho con me al momento, ma te le posso far avere quanto prima.”
“Bene. A questo punto devo riferire la questione ai miei consiglieri. La mia assistente Gudrun ti fornirà le coordinate del canale di telecomunicazione su cui inviare il materiale. Quando avremo preso una decisione ti contatteremo. I miei saluti.”
Gudrun digitò qualcosa su una piccola tastiera collegata alla sfera. Poi la sagoma di Zenobia pian piano si dissolse e un silenzio quasi irreale calò nella sala.
Questa volta fu Harlock a spezzarlo.
“Che cosa ne pensate? Potrebbe essere tutto vero?”
Raflesia si passò una mano sul viso.
“Sì, potrebbe. Come potrebbe anche non esserlo. O meglio: loro potrebbero davvero avere un edificio simile, ma volerlo sfruttare per scopi diversi da quelli dichiarati...”
“Come trovare il famoso aleph, ma per dominare l'universo?”
“Esatto.”
Il capitano rifletté un attimo.
“C'è un solo modo per scoprirlo...”
“Lo so. Andare sul loro pianeta a verificare di persona. Con tutti i rischi che questo comporta...”
“C'è un'altra possibilità. Zenobia ha dichiarato che loro non hanno la vostra potenza militare e, da alcune cose che hanno fatto, come aggredire l'Arcadia in quel modo stupido, sono propenso a crederle. Quindi, possiamo benissimo tenerci il Voynich e dileguarci... non riuscirebbero a fermarci e non penso proprio reggerebbero un nostro eventuale contrattacco.”
Raflesia lo guardò sorpresa. Non era da lui fare simili discorsi! O forse la stava solo provocando?
“Ti ricordo che anche il mio esercito al momento non è messo benissimo...”
“Ma ci sarebbero la mia astronave e i miei uomini a proteggervi!”
“Molto gentile da parte vostra! Ma c'è un altro problema... Se agissimo così... perderemmo la possibilità di avere un castello già bello costruito! Ti ricordo che anche a noi serve l'aleph, ci serve davvero e in fretta!”
“E allora devi convincere il tuo Consiglio Supremo ad aiutare Zenobia e i suoi. Qualcuno dovrà andare sul loro pianeta... di cui peraltro ignoriamo tutto, perfino il nome...”
“Prima di prendere qualunque decisione dovremo avere tutte le informazioni necessarie, è ovvio. Quando arriverà la documentazione che ci ha promesso Zenobia, vorrei che la dottoressa Jones la esaminasse. Nessuno conosce Castel del Monte come lei. Le parlerò subito. E vorrei anche che tu e lei siate presenti alla riunione del Consiglio Supremo.”
Harlock era stupefatto. La sua antica nemica lo stava coinvolgendo perfino nelle questioni più delicate... Si chiese fino a quando il suo entourage avrebbe sopportato la sua presenza...
“D'accordo. Ma aspetterò sull'Arcadia la tua convocazione: manco da molte ore ormai e devo farmi vivo. Gudrun, vorrei il suo permesso di portare Darragh con me. Credo che Mayu sarebbe felice di vederlo. Lo riaccompagnerò quando tornerò sulla Dorcas per il Consiglio Supremo.”
Gudrun lo guardò un po' stupita, ma con simpatia.
“Certo, sono sicura che anche lui lo sarà.”
“Bene, allora vado a chiamarlo. Sempre che il dottor Zero me lo lasci portare via...”
Harlock si incamminò verso l'ospedale, cercando di ignorare l'allarme che risuonava nel suo cervello di vice padre: la paglia vicino al fuoco brucia... Ma aveva deciso che non avrebbe più interferito con certe scelte di Mayu... o, almeno, ci avrebbe provato... ma quant'era difficile!
Inutile sottolineare che Darragh fu entusiasta all'idea di incontrare la ragazza, per giunta sulla mitica nave pirata. Non sapendo quanto si sarebbe protratta l'attesa della chiamata di Raflesia, Harlock lo invitò a portare con sé qualche effetto personale. Mentre il giovane andava, anzi, volava, nel suo alloggio, Zero tentò una debole protesta, che Harlock ignorò ostentatamente. Anche se il dottore era in prestito sulla Dorcas, lui restava sempre il suo capitano!
Sulla navetta, Harlock cercò di fare un po' di conversazione con Darragh, che sembrava sempre essere molto in soggezione con lui. Chissà se era per timidezza o perché lui era, in pratica, il padre di Mayu. Si rese conto di non averlo mai osservato con attenzione, preso da altre preoccupazioni e, di sicuro, dall'istinto di proteggere la sua figlioccia. Si sorprese a chiedersi che cosa la attraesse tanto di lui. Naturalmente, non aveva la minima idea di quali potessero essere i gusti di una quindicenne in fatto di uomini. Aveva i lineamenti regolari e, per quanto ne capiva lui, gradevoli. Gli occhi erano scuri, con delle sfumature viola, e i capelli neri corvini, un po' lunghi sulle spalle. Poi capì. Aveva lo sguardo buono, un sorriso timido e dei modi gentili. Doveva essere questo, che piaceva a Mayu. Quanti anni poteva avere? Diciotto? Calcolò che doveva essere poco più che un bambino all'epoca della guerra. Glielo disse.
“Sì, ero piuttosto piccolo. Con i miei amici giocavano spesso a ingaggiare battaglie tra pirati e Mazoniani... Io... ecco... il più delle volte interpretavo lei, capitano.”
Ma tu guarda il caso...!
“È la prima volta che mi dicono una cosa simile. Suppongo dovrei sentirmi lusingato... Perché sceglievi di immedesimarti nel nemico? Capisco che qualcuno doveva pur farlo, ma sono curioso di saperlo.”
Il ragazzo arrossì leggermente.
“Beh... lei era l'unico tra i terrestri che aveva il coraggio di opporsi al grande Mazone, con un piccolo gruppo di uomini... e poi l'Arcadia era... terribile, ma affascinante. So che non dovrei pensare queste cose, ma ero solo un ragazzino, avevo un'idea piuttosto romantica della guerra. Le confesso che ancora adesso sono molto emozionato all'idea di salire sulla sua astronave, capitano.”
“Bene, allora dirò a Mayu di accompagnarti a fare un giro turistico...”
Harlock comunicò a Kei il loro arrivo.
“Non dire niente a Mayu. Ho una sorpresa per lei.”
Dall'hangar, il capitano accompagnò Darragh davanti alla cabina di Mayu e si allontanò. Sorrise, quando sentì risuonare in corridoio la risata argentina e le grida di felicità della ragazza.
In sala comando c'erano solo Kei e Yattaran, così si azzardò a cingere con un braccio la vita della piratessa e a darle un lieve bacio dietro l'orecchio.
“Finalmente ti degni di tornare sulla tua astronave! - lo canzonò la bionda - Ormai ti daranno la cittadinanza mazoniana!”
“Sarei propenso ad accettarla, visto che quella terrestre me l'hanno tolta!”
“Scherzi a parte, che si dice laggiù (o lassù)? Sei stato via un sacco di tempo...”
“Quando avete finito il turno, raggiungetemi in cabina e vi racconto.”
“Ah! Qual era la sorpresa per Mayu?”
Harlock sospirò, mentre si avviava all'uscita.
“Le ho portato il suo spasimante mazoniano...”
Kei e Yattaran si scambiarono un'occhiata esterrefatta.
Non solo il capitano si era lasciato andare a delle effusioni in pubblico, ma aveva invitato a casa sua un potenziale fidanzato di Mayu!
“Secondo me Raflesia gli somministra delle sostanze stupefacenti!” commentò il primo ufficiale.
“Beh, ricordiamoci di farcene lasciare una scorta, quando ce ne andremo!” aggiunse la bionda.

Più tardi, nella cabina del capitano, davanti all'immancabile bottiglia di vino, Harlock raccontò gli ultimi avvenimenti ai suoi due ufficiali e a Meeme, sempre più strabiliati.
“Immagino che tu abbia già deciso cosa fare” fu il commento di Kei.
“In realtà, no. Cioè, non del tutto...”
“Andrai sul quel pianeta...” disse soavemente Meeme, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Sì. E Clarice dovrà necessariamente far parte della spedizione. Come anche Raflesia. Ma i rischi e le incognite sono tanti... E quindi confesso che non ho ancora deciso se andare con l'Arcadia, che è il mezzo più sicuro in qualunque situazione, ma mettere comunque a repentaglio la vita di tutti voi... oppure andare con un'astronave mazoniana.”
“Io vengo con te” disse Kei con un tono che non ammetteva repliche.
“Anch'io” aggiunse Meeme.
“Vedremo - tagliò corto Harlock - Al momento mi mancano ancora troppi elementi per valutare alcunché.”
Il capitano si rese conto che l'ultima cosa che aveva messo nello stomaco era quella specie di pasto mazoniano, e così trovò il sistema per cambiare argomento.
“Che ne dite, intanto, di chiamare Mayu e Darragh e farci portare la cena?”
I due ragazzi accettarono volentieri l'invito. Yattaran e Kei fecero di tutto per mettere a proprio agio il giovane ospite e la cena si svolse in un clima abbastanza rilassato e amichevole, considerate le circostanze.
In realtà, Harlock era parecchio inquieto. Gli sembrava che, qualunque strada avessero deciso di intraprendere, avrebbe potuto trasformarsi in una catastrofe. Non soltanto la storia raccontata da Zenobia avrebbe potuto rivelarsi una trappola, ma, in assenza di Raflesia, avrebbe potuto verificarsi un colpo di Stato... E poi, cosa ne avrebbe fatto di Mayu? Portarla con sé era pericoloso, ma anche lasciarla sulla Dorcas... affidata a chi? A Zero? A Gudrun e Darragh? Chi l'avrebbe riportata sulla Terra e si sarebbe occupato di lei, se a loro fosse successo qualcosa?
“Bene, credo sia meglio riposarsi un po'... Yattaran, avvisa chi c'è di turno in plancia di chiamarmi in qualunque momento, se si fa vivo qualcuno dalla Dorcas. E accompagna il nostro giovane amico nella cabina degli ospiti, per favore.”
Il primo ufficiale colse al volo l'intenzione insita nella richiesta del capitano.
“Ma certo, con vero piacere!” disse con il suo sorriso più smagliante, artigliando nello stesso momento con la sua grande mano la spalla di Darragh, che sussultò. Il ragazzo ebbe appena il tempo di balbettare la buonanotte, mentre il corpulento uomo1 lo accompagnava , o, per meglio dire, lo trascinava fuori dall'alloggio.
La stanza a cui alludeva Harlock si trovava esattamente dalla parte opposta dell'Arcadia, e abbastanza vicino alla cabina di Yattaran stesso. Se anche avesse avuto l'insana idea di raggiungere Mayu, si sarebbe sicuramente perso nel dedalo di corridoi dell'astronave pirata.
A quel punto, la ragazzina se ne andò nella sua stanza con il broncio e anche Meeme lasciò la cabina del capitano.
“Certo che sei proprio un cerbero!” commentò Kei quando furono soli.
Harlock alzò le spalle con aria innocente.
“Guarda che il tuo piano potrebbe anche non funzionare... Darragh non conosce l'Arcadia, ma Mayu sì. Potrebbe essere lei ad andare nella sua stanza...”
“Non credo che lo farà... Ha capito l'antifona...”
La bionda scosse la testa divertita.
“Harlock, sei proprio un ingenuo! Ti illudi di poterla controllare... quando lei vive 11 mesi all'anno da sola, sulla Terra, libera...”
La sicurezza del capitano cominciava a vacillare, ma lui non voleva darlo a vedere.
“Beh, almeno ci provo...”
“Magari quello che tu temi è già successo... Vuoi sapere quanti anni avevo io quando...”
“No! Non mi riguarda, grazie!” rispose secco Harlock. Ma perché Kei si divertiva tanto a tormentarlo?
“Okay, come vuoi. Lo dicevo solo per il tuo bene. Io vado a farmi una doccia...”
La ragazza si chiuse in bagno ridacchiando.
Pochi secondo dopo suonò il suo comlink. Era Raflesia.
“Zenobia ha mandato il materiale relativo al castello. L'ho già fatto avere alla dottoressa Jones e a tutta l'equipe, spero ne ricavino qualcosa...”
“Puoi mandarne una copia anche a me? Sul solito canale. Le coordinate le hai.”
“Sì, certo, provvedo subito. Ah, mi ha anche detto il nome del loro pianeta: Fanauraa2. A più tardi!”
Harlock stava per andare in plancia a farsi dare i file mandati da Raflesia, ma incontrò lo sguardo di Kei uscita dalla doccia, e decise che la sua pelle vellutata e le sue forme sinuose in quel momento gli interessavano di più.
Il gemello di Castel del Monte poteva aspettare ancora un po'.





Nota dell'autrice
Avviso che nei prossimi giorni sarò via e non potrò rispondere subito a chi gentilmente vorrà lasciare un commento. Ma intanto, ringrazio di cuore chi continua a seguire fedelmente la storia e non mi fa mai mancare il suo parere!

 




 

 

1 Mi sono resa conto che tutti i personaggi sono quelli delle serie animate, ma Yattaran invece me lo immagino visivamente come quello del film, che è in effetti un po' meno caricaturale.

2 Fanauraa significa “rinascita” in lingua Maori. Che c'azzecca la lingua Maori con questa fic? Assolutamente niente! Avevo scelto questo nome per il pianeta di Zenobia e mi piaceva come suonava.

  
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