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Autore: slv_93    27/04/2017    2 recensioni
Beatrice è una ragazza italiana da poco laureata in Management che vive a Londra. Il suo sogno è trovare un lavoro e sistemarsi nella capitale inglese. La ragazza, contro ogni previsione, viene contattata dalla Modest! Management, importante agenzia che cura molti artisti tra cui gli One Direction, e che le propone uno stage di 6 mesi.
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Tratto dal capitolo 9:
"Merda!"
Ripose il cellulare nella tasca dei pantaloni e lo guardò con aria interrogativa.
"Ci sono i paparazzi, dannazione!"
Solo in quel momento la ragazza alzò lo sguardo e vide dei fotografi nascosti dietro agli alberi a pochi metri da loro.
"Sono la vostra manager, Harry. È normale che io stia con voi" disse scrollando le spalle. Poi si bloccò di colpo e lo guardò preoccupata.
"Che ti prende?" le chiese.
"Guarda come cazzo sono vestita! Ho una maglietta dei cinesi con lo smile e una kefiah da terrorista rosa! O mio Dio che figura di merda!"
"Tu non sei normale"
Questa storia è disponibile anche su Wattpad!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il regalo più grande che puoi fare ad un altro non è condividere le tue ricchezze, ma fargli scoprire le sue
(Benjamin Diaraeli)

Nonostante fosse luglio, quella notte faceva abbastanza freddo e per la fretta Bea si era dimenticata di mettere una giacca. Maledetto Harry Styles! Se mi prendo un accidente la colpa è solo tua pensava.

La strada fino all'Heaven sembrava non finire mai e l'aria sferzava la pelle delle sue braccia e quella del suo viso non protetta dal casco. Fortunatamente si era almeno ricordata di prendere un casco in più per quella razza di babbuino che se ne andava in giro sapendo che il giorno seguente sarebbero dovuti partire. Probabilmente avrebbe dovuto avvertire Marco dato che era solo una stagista, ma non voleva deludere la fiducia che, inaspettatamente, Harry le aveva dato. Non riusciva nemmeno a capire il motivo per cui avesse chiamato proprio lei e non qualche suo amico e soprattutto perché andasse in discoteca da solo. 

Appena arrivò davanti all'entrata del locale si sfilò il casco e provò a chiamare Harry al cellulare senza ovviamente ricevere risposta. Decise allora di cercarlo all'interno visto che ormai l'entrata della discoteca non era più sorvegliata dai bodyguard. 

Dentro, l'aria era rarefatta a causa della marea di gente che ballava strusciandosi l'una contro l'altra e pure il fumo non le rendeva facile la respirazione. Si chiese come avrebbe fatto a trovare Harry in mezzo a quel casino.

Iniziò a guardare ogni divanetto nella speranza di trovarlo sdraiato a metabolizzare la sbornia, ma dopo una buona mezz'ora di lui non c'era traccia. Dove diavolo si sarà cacciato in quelle condizioni? E se se ne fosse andato a piedi? 

Decise di controllare i bagni come ultima spiaggia; promettendosi che, se non ci fosse stato nemmeno lì, lo avrebbe cercato fuori dal locale.

Si diresse verso il bagno degli uomini spintonando tizi a caso e ricevendo a sua volta parole non molto carine. Prese un respiro profondo ed entrò sperando di non trovare situazioni imbarazzanti. Ovviamente Beatrice Clarke non poteva essere così fortunata e si coprì subito gli occhi con le mani alla vista di due che si davano da fare proprio davanti ai lavandini. Non voleva toccare nulla lì dentro, così iniziò a calciare tutte le porte beccandosi insulti da parte di chi stava soddisfacendo i propri bisogni fisiologici. L'odore pungente di vomito e altri liquidi non identificati le faceva venire la nausea, ma doveva trovare quel troglodita e farlo uscire da quello schifo.

Quando si stava quasi per arrendere ecco che, dentro al penultimo bagno, riconobbe i capelli di Harry. Era abbracciato al water mentre vomitava l'anima.

La ragazza tirò un sospiro di sollievo e si abbassò al suo livello accucciandosi accanto a lui; almeno lo aveva trovato. Gli massaggiò la schiena fino a quando non ebbe finito e poi cercò di alzarlo tenendolo per un braccio. Non appena si accorse di lei, la guardò profondamente. Le sue labbra erano più rosee del solito e gli occhi arrossati rendevano le sue iridi ancora più verdi. Bea non riusciva a smettere di pensare a come fosse bello anche in quelle condizioni.

"Beatrice, non pensavo saresti venuta davvero"

"Credevi che ti avrei lasciato qui?"

"Sì, ma portami via. Ti prego"

Il tono graffiante della sua voce, probabilmente dovuto allo sforzo, le fece venire i brividi lungo tutta la schiena. Lo aiutò ad alzarsi prendendolo saldamente per un fianco, mentre lui le cinse le spalle con il braccio. 

"Harry, dovrei sapere dove abiti per riportarti a casa" gli disse non appena riuscirono a raggiungere la moto. La guardò per un istante che sembrò infinito e Beatrice poté giurare di aver visto i suoi occhi scurirsi. Poi le fece vedere sulla mappa del cellulare il luogo.

"Ora mettiti questo" gli ordinò aiutandolo ad infilarsi il casco "E reggiti forte a me che non vorrei perderti per strada. Le tue fans non me lo perdonerebbero mai" concluse mettendo le sue braccia intorno alla propria vita. Harry obbedì senza proferire parola e poggiò la testa sulla spalla di Bea dopo un paio di chilometri. La ragazza sperava non si fosse addormentato perché altrimenti avrebbe potuto perdere la presa su di lei e cadere all'indietro. Quando, però, strinse le mani intorno ai suoi fianchi si tranquillizzò. 

***

La casa di Harry, o per meglio dire la sua villa, era circondata da delle mura alte circa tre metri e vi erano delle telecamere all'ingresso. Bea spense la moto e spronò Harry a scendere. Riuscì a farlo barcollando leggermente, ma grazie al cielo senza cadere. 

"Fatti una doccia, prendi un'aspirina e vai a letto" gli consigliò senza scendere dalla moto. "Hai le chiavi di casa almeno?"

Annuì e tirò fuori le chiavi dalla tasca dei pantaloni. 

"Ti va di entrare?" le chiese serio. Sembrava che stesse meglio, come se non si fosse per nulla ubriacato. 

"Sono le due ormai, domani alle otto dobbiamo essere all'aeroporto" 

Il ragazzo si guardò gli scarponcini marroni che portava ai piedi dondolando sui talloni. Sembrava in imbarazzo e la ragazza provò un moto di tenerezza.

"Dai, ti offro qualcosa. Per sdebitarmi visto che mi hai aiutato". Bea decise di accettare anche se ormai stava morendo di sonno. 

Lo seguì lungo il vialetto e rimase a bocca aperta quando la porta venne aperta. Se da fuori la casa era bellissima, dentro era a dir poco magnifica. L'arredamento era raffinato e curato fin nei minimi particolari. Le pareti erano bianche così come il lungo tavolo posizionato in una specie di veranda. Le ampie vetrate permettevano alla Luna di illuminare tutta la casa d'argento conferendole ancora più eleganza.

Harry si accorse probabilmente dello stupore della ragazza e si fece scappare una risata. Bea non lo aveva mai sentito ridere, ma pensò subito che quel suono fosse una delle melodie più belle che avesse mai ascoltato, ovviamente dopo la voce di Ed Sheeran. Il suo viso, con quelle fossette, sembrava quello di un bambino. Non sapeva perché si ritrovava a fare quei pensieri, così scosse la testa per scacciarli via.

"Cosa ti posso offrire?" chiese andando verso l'ampia cucina.

"Un bicchiere di acqua può andare bene" rispose rimanendo ferma nella propria posizione.

"Accomodati pure sul divano in soggiorno che ti raggiungo"

Beatrice si mosse verso il soggiorno non sapendo quale divano scegliere per sedersi. Non era mai stata in una casa con quattro divani. Alla fine, scelse quello più vicino e vi si accomodò giusto in tempo per vedere Harry ritornare verso di lei e sedersi al suo fianco.

"Grazie per essere venuta, non so cosa avrei fatto senza di te" disse porgendole il bicchiere. 

"Non ti preoccupare. Ma perché eri da solo?"

"A volte ho bisogno di stare per conto mio. La vita che faccio non è tutta rose e fiori. Certo, ci sono molti lati positivi come le auto di lusso, le ville, fare il lavoro che amo. Ma quando alla sera resto da solo mi rendo conto che mi sto perdendo alcune cose della vita che i miei coetanei danno per scontate" si interruppe con un sorriso amaro sul volto. "A volte vorrei avere un'altra faccia per andare a fare la spesa, portare fuori una ragazza o semplicemente fare una passeggiata senza essere rincorso, fotografato o giudicato per tutto quello che faccio".

La ragazza pensò che non l'aveva mai vista da quel punto di vista; aveva sempre pensato che tutti avrebbero voluto essere famosi principalmente per i soldi e per soddisfare il proprio ego quando la gente chiedeva loro autografi o foto, ma quello che disse Harry la fece riflettere e le lasciò uno strano senso di malinconia.

Pose una mano sul suo ginocchio per confortarlo; era convinta che lui si sentisse una star intoccabile e si sentiva in colpa per averlo pensato.

Harry, preso alla sprovvista, guardò la ragazza e poi la sua esile mano ancora poggiata sulla sua gamba e solo allora Bea si rese conto del gesto che aveva compiuto inconsciamente, così tolse lentamente la mano e gli chiese se si sentisse meglio.

"Sì, grazie"

"È meglio che io vada. Domani mattina non riuscirò ad alzarmi altrimenti. Grazie dell'acqua" disse poggiando il bicchiere sul tavolino di fronte al divano. "Ricordati di dire a qualcuno che vada a prendere la tua auto"

"Dormi qui"  

Rimase stupita per quella frase pronunciata di punto in bianco, tanto che non credeva che fosse davvero uscita dalle labbra del ragazzo. I suoi occhi la osservavano intensamente e non riuscì a fare a meno di fare lo stesso. Ancora una volta il suo sguardo non la intimoriva, ma la tranquillizzava. Solitamente sarebbe arrossita, ma con lui non riusciva a sentirsi a disagio. 

Anche se tornare a casa in moto era una cosa di cui avrebbe fatto volentieri a meno, non poteva dormire lì. Sia perché in un certo senso lavorava per lui, sia perché il giorno seguente l'autista la sarebbe venuta a prendere.

"Meglio di no, ho la valigia a casa. Grazie lo stesso" 

Annuì e si alzò accompagnandola alla porta. "Buona notte, Harry" disse avviandosi verso la sua moto. La salutò con un cenno della mano per poi chiudere la porta.

Era strano pensare che fosse passato dal non parlarle al chiederle di aiutarlo e di dormire da lui nel giro di un giorno. Infilò il casco e guidò verso casa con ancora quegli occhi verdi impressi nella testa.

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Quanto può essere puccioso questo Harry?? Non so precisamente come sia il suo carattere, ma me lo immagino così come ve lo sto pian piano delineando. Non sarà mai scontato o banale, ma ciò che è certo è che non penso che nella mia storia sarà un tipo manipolatore, egocentrico, violento, mestruato. In molte ff l'ho visto così ma non credo sia il suo vero carattere. Per carità, il bad boy piace a tutte, ma c'è pur sempre un limite :)
Comunque sia, grazie a chi ha lasciato una recensione, mi piace leggervi!
Non mi dilungo oltre, come sempre spero sia stato di vostro gradimento :)

Silvia

   
 
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