- Razionalità
- il solito, classico, visto e stravisto conflitto
- Mi
buttai a peso morto sul letto.
- Chi
è che non ripercorre, seppur per un brevissimo attimo, la giornata vissuta? E
così, distrutta, mi abbandonai ai ricordi di quel giorno lunghissimo.
- Johnny
Depp dormiva a pochi metri di distanza da me.
- Questo
non mi entusiasmava.
- Okay,
la mia vita era un casino. Un casino sentimentale, familiare, psicologico… non
andava bene niente, non era mai andato bene da quando ero piccola.
- Consideravo
che lui era vicino, forse dormiva profondamente, forse era sveglio come me,
forse era paranoico quanto me.
- Il
problema non era Johnny: il problema erano gli uomini.
- La
verità era che io non avevo mai avuto un uomo nella mia vita. Non avevo avuto
neanche un padre. Anzi, io un padre ce l’avevo avuto, ma non era una costante
della mia vita. Tutt’altro.
- Mio
padre non mi aveva mai fatto mancare niente, era sempre stato simpatico,
gentile, comprensivo, sportivo. Mai un padre.
- La
mia vita era trascorsa con la protezione di una madre perfetta e i conseguenti
complessi d’inferiorità.
- Dio,
stavo riassumendo la mia psicanalisi. Mi facevo pena da sola, mi ero già fatta
troppi problemi.
- E
avevo clamorosamente dimenticato anche di prendere la pasticca per la tiroide.
Stupida idiota.
- Così
scesi al piano di sotto e compresi che avevo completamente perso la cognizione
del tempo, perché i Belli E Addormentati erano evaporati.
- E
l’orologio segnava le 4, all’incirca.
- Ci
mancava solo l’insonnia.
- “Insonne?”
- “AH!”
- Feci
un salto di due metri perché Johnny aveva trovato incredibilmente divertente
farmi spaventare, sussurrandomi all’orecchio.
- Mi
accasciai sul divano, tenendomi il cuore e massaggiandolo. Guardai male la mia
fonte di stress.
- “Dillo
che mi vuoi morta”
- Johnny
scoppiò a ridere.
- Non
mi piaceva che fossimo soli. Di notte. Di nuovo.
- “Carino
il pigiama”
- Cazzo.
- Arrossii
furiosamente e scappai verso il mobile delle medicine.
- “Perché
non dormi?” borbottai. Perché, idiota,
non te ne vai, così mi riprendo qualche grammo di dignità?
- “Ti
ho vista uscire”
- Ti
ho vista uscire? TI HO VISTA USCIRE?
- Okay,
forse Johnny ci stava provando. La paradossalità della situazione: quale donna
non vorrebbe che un tale dono della natura le facesse delle, ehm, avances?
- E
Cecilia alzò la mano, costretta dal suo personalissimo e rompiballe Grillo
Parlante.
- Io.
Io non volevo. Niente guai per me, no, no!
- Era un mio problema, certo, io chiedevo troppo, io davo troppo. Puntualmente rimanevo scottata.
- Finché
non fosse maturato qualcosa in me, non avrei potuto avere nessuno accanto. Sembrava
un po’ melodrammatico, ma non era così terribile. Poi davanti a Johnny, questa
scelta poteva essere un po’ più dura, ma non era così terribile.
- Mi
voltai verso di lui e lo guardai.
“Credo che Keira, Orlando e Dominic abbiano intenzione di rimanere per qualche giorno” - Sospirai.
- “Sì,
l’avevo intuito”
- “Domani
io me ne vado”
- Lo
disse veloce, rapido, come se avesse sentito il bisogno di buttar fuori
quell’informazione. Un po’ mi dispiaceva. Okay, forse un po’ più di ‘un po’’.
Ma era meglio così.
- “Oh”
- Oh?
Che razza di commento idiota. E, tra parentesi, che cos’era quella vocina
piccola, triste, roca e sussurrata che sembrava così dispiaciuta? Io me li
cercavo i guai, ecco cosa.
- Lui
annuì e si voltò, avviandosi al piano superiore. Patetico, sembravamo una di
quelle coppie dei film…
- “Johnny?”
- Oh,
perfetto! Ci mancavo solo io, che gli correvo incontro, con il vento fra i
capelli, e gli dichiaravo il mio eterno amore. I’ve been dreaming of the true love’s kiiiiiss…
- “Sì?”
- Benissimo, perfetto!
- “T-tu…
credi che tra Keira e Orlando ci sia qualcosa?”
- Salvata
in corner. Il discorso che mi era balenato in mente era un tantinello diverso… “Sai, io e te non ci conosciamo da molto… in
verità solo da oggi… ma, ecco, tu mi piaci! Cioè, nel senso, okay,
esteticamente sì, ma anche caratterialmente, solo che io sono complicata e devo
superare i miei casini psicologici…” e a quel punto lui mi avrebbe poggiato un
dito sulle labbra, m’avrebbe zittita delicatamente e delicatamente avrebbe
preso il mio volto fra le sue mani delicate e delicatamente avrebbe poggiato le
sue labbra delicate sulle mie, decisamente non delicate. E poi sarebbe partito
il coro dell’Alleluja.
- Tornò
vicino a me e sorrise, divertito. Avrei tanto voluto domandargli cosa ci fosse
da sorridere, ma evitai.
- “Credo
che quei due abbiano la maturità sentimentale di un bambino di sei mesi… e
credo che sì, potrebbe esserci qualcosa, ma non si sforzano di farla nascere”
- Cercai
di concentrarmi sulla conversazione. E non sul fatto che i guai me li cercavo.
- “Sì,
lo penso anche io. Quindi… saresti disposto a darmi una mano per far nascere
qualcosa?”
- COSA?
Ma che dicevo? Stupida. Stupida. Neuroni insubordinati. Liquor avariato!
Deficiente!
- Io
e lui? A far mettere insieme quei due? Con tutto l’affetto che potevo provare
verso Orli e Keira, non ne valeva la pena. E poi, perché non avevo chiesto a
Dominic? Perché ero masochista, attira-disastri, più attira-calamità di Harry
Potter!
- Imbecille!
- Johnny
sorrise, con un’espressione un po’ buffa, un po’ sorpresa.
- “Affare
fatto, socia”
- Mi
prese la mano, la strinse e si sedette al divano, trascinandomi con lui.
- Perfetto.
- A
parte il fatto che avevo delle occhiaie più blu del caro conte Vlad, alle 8 e
30 della mattina successiva ero in piedi e mi muovevo silenziosa –o almeno ci
provavo- per casa. Certo, avevo dormito all’incirca 3 ore, perché Johnny doveva
scoprire la sua dote di agente matrimoniale proprio quella notte, ma più o meno
andava tutto bene.
- “Cecilia?”
- Perché
Orlando era già in piedi?
“’Giorno, caro” - “Ma
che ci fai a quest’ora, sveglia?”
- Me lo chiedo anche
io.
- “Il
tuo amico parte tra poco, preparo un po’ di caffè”
- Orlando
annuì, guardandomi come se la sapesse lunga. Ecco, ci mancava solo che
continuasse con i suoi filmetti mentali.
- “Io
sono educata, al vostro contrario. Sono la padrona di casa, sarei una cafona
se-”
- “Certo,
certo”
- La
macchinetta piena di caffè bollente mi chiamava, più di una sirena, mi diceva
‘veeersaaaami soooopra di luuuuuui’.
- Ma nooo, Cecilia,
tu non vuoi!
- ‘Sììììì
che vuoiiiii’
- Nooooooo…
- “Buongiorno”
sbadigliò Dominic, buttandosi sul divano. Mi venne da ridere, per la sua faccia
sconvolta dal sonno.
- “Ma
siamo tutti mattinieri?” chiesi, sbadigliando anche io, contagiata da i due
attori.
- “Già.
L’unica è Keira, ma lei è ancora profondamente addormentata”
- Nascosi
il sorriso che mi nacque spontaneo sulle labbra. Se solo Orlando avesse saputo
che erano stati argomento di una interessante conversazione notturna…
- “Dio,
che sonno” biascicai, sedendomi, davanti alla mia fonte di vita: caffè.
- “Dormito
poco?” ed eccolo, con la sua teatrale entrata, il bello dei belli, signore e
signori, Johnny Depp!
- Lo
guardai, alzando un sopracciglio.
- “Per
colpa tua, sì” tornai al mio caffè, reggendomi la testa con il braccio. Potei
vedere solo dopo qualche secondo gli sguardi allucinati dei tre Caballeros.
- Per colpa tua, sì… Oh, mio…
- “No,
avete capito male!” la mia voce era salita di… una decina di ottave.
- “Ceeeerto”
- “Ragazzi,
seriamente…”
- “Guardate
che noi siamo contenti”
- “Sì,
be’, noi ci siamo addormentati e voi…”
- “Ma
che dite? Johnny, diglielo tu!”
- “Non
vi dovete giustificare”
- “Sta
dicendo la verità, Orlando”
- “Mica
ti devi vergognare, Cee! Lo dice anche Johnny che- AHIO!”
- “NON
è SUCCESSO NULLA!”
- “Che
sta succedendo?”
- Keira
scese le scale, confusa, osservandoci.
- Per
fortuna era arrivata lei a distrarre quello scemo di Orlando. Dio, era da carie
con quegli occhi a pesce lesso, lui.
- “Cecilia
e Johnny hanno avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo, stanotte!”
spiattellò Dominic, tutto contento.
- Appunto.
- “C’è
la remota possibilità che i vostri poveri e solitari neuroni capiscano che NON
C’è STATO NIENTE, STANOTTE?”
- “Be’,
se è successo qualcosa, sono contenta per voi” disse Keira, alzando le spalle
“Se non è successo nulla, pazienza. Johnny, buon viaggio. E adesso me ne torno
a dormire”
- E
così la cara Miss Knightley se ne tornò di sopra, lasciando un silenzio di
tomba nel salotto. La mia mano si portò contro la mia fronte, come animata da
una forza esterna. Dovevo avere una faccia tremendamente buffa e perplessa –e
irritata-.
- Quando
accompagnai Johnny alla porta, Dominic e Orlando l’avevano già salutato
–stronzi-. Mi sentivo decisamente taciturna, fosse stato per me gli avrei detto
‘Ciao’ e sarei scappata di sopra. Ma i miei gentilissimi compari avevano deciso
di lasciarci da soli, facendomi piombare nell’imbarazzo più totale.
- “Allora…”
feci io, fissando lo stipite della porta, molto interessante. “Be’, fa’ buon
viaggio”
- “Certo”
rispose lui sorridendo. “Mi chiami?”
“C-cosa?” - “Per
farmi sapere gli sviluppi tra Mr and Mrs Turner” spiegò lui, come se fosse
stato ovvio. Certo, ovvio. Decisamente ovvio. Come no!
- “Oh,
va bene. Ti… farò sapere se ci saranno sviluppi”
- Avete
presente nei film? Quando ci sono alcuni momenti che sembrano durare
un’eternità, ma in realtà durano un attimo? Ecco, quel momento durò davvero
un’eternità.
- Il
momento in cui poggiò le sue labbra all’angolo delle mie, fermandosi e
poggiando una sua mano sull’altra guancia.
- Okay,
fu un gesto romantico. Molto romantico.
- Ma
se io non avessi voluto?
- La
parte razionale di me diceva –anzi, urlava: TIRAGLI UNO SCHIAFFO, STUPIDA! O UN
CALCIO PROPRIO Lì!
- La
mia parte irrazionale era partita per una vacanza nelle Bahamas, tanto era
fuori.
- La
mia parte razionale diceva di urlargli: ‘NON AVVICINARTI A ME MAI Più, MI
SEMBRAVA DI AVERTELO FATTO CAPIRE MA SEI Più DURO DI ORLANDO, PERCIò SPARISCI!’
- La
mia parte irrazionale diceva di saltargli addosso.
- La
sua parte razionale –o irrazionale,
non saprei- invece gli disse di staccarsi e di salutarmi con un sorriso che
faceva concorrenza a Mr Cullen.
- La
mia parte razionale a quel punto raggiunse la mia parte irrazionale alle
Bahamas.
- Nel
mio cervello c’era un bel cartellone:
- CHIUSI PER FERIE.
- Ma
saaalve!
- Prima
che iniziate a tirarmi delle sassate –e a ragione-, voglio chiedervi scusa per
la lentezza del postaggio capitoli. Lo so, la scuola è anche finita, non ho più
scuse. Già, ma ditelo a quella stronza della mia ispirazione, che mi vuole male…
mi vengono tante nuove idee… per altre storie -_- quindi capirete come posso
stare.
- Eeeeh,
sì, la scuola è finita. E già mi manca un po’, se devo dirvi la verità. Adesso
non mi resta che aspettare i quadri e una certa telefonata.
- Mi
scuso anche per il capitolo breve. Sono imperdonabile, ma, come dicevo, non è
colpa mia. *me è molto costernata*
- Ci
tengo, comunque, a ringraziare:
chi legge; - chi
ha inserito questo aborto della mia mente tra le seguite;
- chi,
addirittura, l’ha messo tra i preferiti.
- E
ora, un grazie immenso, di quelli incomunicabili, a chi ha avuto la pazienza di
recensire.
- V’amo.
Senza odi.
- Summerbest: sono tornata, di
nuovo! Certo, ci ho messo un bel po’, ma meglio tardi che mai, no? No? Proprio nooo?
Spero di averti fatto ridere anche con questo capitolo, un bel po’ demenziale.
Un beso.
- Elvi92: be’, direi che
anche qui sono stata un po’ triste, o almeno così mi sembra. Anche se poi si
riprendono verso la fine con le solite stupidaggini loro, i miei cari
PersonaGGi. Non ho aggiornato tanto presto, ma comunque ho aggiornato. Spero
gradisca questo chapter. Baci.
- Thiliol: eeeeh, sì, in
effetti. Ho riso anche io, quando ho pensato a Johnny che si fa i problemi,
pensando che Cecilia abbia subito chissà quali cose, nella sua vita. Vabbè,
dai, comunque è di Mr Depp che parliamo, non di Pinco Pallino. Cioè… mi sembra
normale non restare razionali, con lui. Grazie, cara, che continui a recensire.
Me è felicissima! *-* Un bacione.
- Emma: ma tu mi fai
sempre questi complimenti… James Joyce… O_O che emoZZiohne! No che non mi
annoi! Anzi, hai proprio ragione! Di scrivere la solita storia d’amore con lui
perfetto, lei perfetta, s’innamorano, lui fa’ uno sbaglio madornale, lei
soffre, poi lo perdona, si abbracciano e si promettono amore eterno… no, grazie
xD decisamente Cecilia è piena di difetti. E anche Johnny non scherza. Oh,
saranno umani? Spero che ti piaccia questo capitolo, ci tengo al tuo giudizio.
Un bacio grande.
- Sarè: tanto ormai lo
sai che per me i tuoi complimenti valgono Oro, quindi sono assolutamente
estasiata! Se sono riuscita a trasmettere un minimo di sentimento, oltre le
solite battute stupide e i soliti insulti –in effetti, Cecilia inizia a
diventare un po’ monotona con i suoi scemo,
cretino, idiota…-, allora mi sento veramente realizzata. Il Bronzo Sbronzo…
adoro, giuro, i soprannomi che dai. No, seriamente! Non lo so se li hai dati
tu, ma quando te ne esci con l’Omo, il
Paciocco, lo Zio… rido per diversi minuti.
No, i fatti non sono con Orli, più che altro Orli la conosce bene e quindi sa qual è il problema vero. - Ma
veramente, ma tu te l’immagini a ficcarsi nel letto dello Zio? *-* Mio Dio, no,
meglio che la smetta, che ho lo sguardo assatanato xD Grazie, Sarè, che
recensisci e perdi tempo a leggere con me. Sei un tesoro. <3
- Cee: la vera Cee! Ma
chissene del ritardo, figurati! Io che mi scordo di recensire, per quanto sto
rincretinita. Già è troppo che recensisci!
- Be’,
l’inclinazione di Johnny è abbastanza
evidente, in questo capitolo. E abbiamo scoperto cosa sta succedendo tra Keira
e Orlando. Sono decisamente una fan di loro due, sono stupendi. Quindi, visto
che insieme non ci stanno, nella realtà, io li faccio stare insieme nella
storia… forse.
- Comunque,
tra Johnny e Cee si sta sviluppando qualcosa –e finalmente!
- Io
non me li merito i tuoi complimenti, Darling.
- Comunque,
grazie infinitamente.
- Un
abbraccio forte.
- Daiana: questo è il
momento che temo di più, sempre. No, scherzo, ovvio. Adoro qualunque cosa ti
riguardi, perciò…
- È
che non so più che dirti, Androgina mia. Ti dico tutto quello che penso e che
sento, quindi rimango a corto per risponderti qui. Sì, Cecilia è un po’
autobiografica. Okay, mi hai scoperta, c’è Johnny steso sul mio letto che mi
sta chiamando a gran voce… ti saluta calorosamente e dice che gli piacciono
molto le tue storie. Se vuoi ti presenta Rob.
- Dio,
quanto ti voglio bene? E boh, perché io non lo so, come non so quanto ho
bisogno di te –sicuramente troppo-. E ci siamo già dette tutto, mia Androgina.
I’ll surely take you as you are.
- Love you, come what may, until
the end.
- E
ora, gente, torno ad adorare la splendida voce di Gerard Butler.
- Se
non avete visto Il Fantasma Dell’Opera, fatelo. Che meraviglia!
- Anche
se Cristine è un po’ tonta, devo dirvelo.
- Federica.
-