Titolo:
Miraculous Heroes 3
Personaggi: Adrien Agreste,
Marinette Dupain-Cheng, altri
Genere: azione, mistero,
romantico
Rating: NC13
Avvertimenti: longfic, what
if...?, original character
Wordcount: 3.395 (Fidipù)
Note: Ebbene sì, oggi vi romperò un
po' con le note ma devo parlarvi un po' di Yi e dei Quattro Generali che,
finalmente, entrano in scena! Ma partiamo e immergiamoci nella mitologia
cinese, partendo proprio dai Quattro generali, che devono i loro nomi alle
Quattro bestie demoniache, presenti nello Shan Hai Jing o o Libro dei
monti e dei mari, che è una descrizione geografica e culturale - in gran
parte favolistica e mitologica - della Cina di epoca pre-Qin, risalente ad
oltre 2000 anni fa. Il libro, lungo circa 31.000 parole, è diviso in
diciotto sezioni e descrive più di 550 montagne e 300 corsi d'acqua. Le
quattro bestie demoniache sono contrapposte alle Quattro bestie sacre
(note anche con i nomi di Suzaku, Seiryu, Byakko e Genbu).
Per quanto riguarda Yi, anche qui andiamo a toccare la mitologia cinese,
con la figura di Houyi (o Yi): un personaggio mitologico cinese. Talvolta
viene rappresentato come il dio dell'arco, sceso dal paradiso fin sulla
terra per aiutare il genere umano; altre volte è invece rappresentato come
il capo della tribù Youqiong; sua moglie di Houyi si chiama Chang'e e, in
alcune versioni della mitologia, è la dea della luna. E non vi sto a
narrare tutte le sue imprese, per questo vi rimando alla pagina di Wikia
dove ho preso le informazioni.
Detto tutto ciò non ho davvero altro da dire. Credo. Mi sembra.
Sì, ok. Non ho nient'altro da dire e, prima dei ringraziamenti, vi rimando
ai prossimi appuntamenti: domani ci sarà un nuovo capitolo di Scene,
mentre per la prossima settimana oltre ai consueti aggiornamenti di
Miraculous Heroes, mercoledì ci sarà il nuovo capitolo de La sirena.
Come sempre voglio ringraziarvi tutti quanti: grazie a tutti voi che
leggete (se avete voglia, lasciate un commento, prometto che vi
risponderò!), che commentate, che inserite le mie storie nelle vostre e me
fra gli autori preferiti.
Grazie a tutti voi!
Yi entrò nella sala, il passo deciso e il
mento alzato, osservò le persone riunite senza degnarli di un secondo
sguardo: «La nostra regina è tornata.» dichiarò una voce femminile,
facendo voltare Yi verso l’unica altra donna della stanza: «A mani vuote.»
«Hundun…» mormorò Yi, osservando il generale dalla lunga veste bianca e
dalla maschera dello stesso colore, che le copriva la parte superiore del
viso: «Vuoi forse dirmi qualcosa?»
«Assolutamente niente, mia signora.» dichiarò l’altra, chinandosi e
storcendo le labbra dipinte di rosso in un sorriso divertito:
«Semplicemente stavo costatando la realtà: dovevate prendere i Miraculous
o sbaglio?»
«Il nostro signore non le aveva dato quel compito» commentò una voce
maschile, facendo voltare le due verso l’alto e osservare il giovane dalle
vesti rosse, comodamente seduto sulla balaustra della balconata del piano
superiore e con le gambe, fasciate da un paio di pantaloni candidi,
accavallate: «Dovresti portare un po’ di rispetto, Hundun.»
«Anche tu, Taowu. Alle persone più anziane.»
«Quindi sei vecchia?» commentò Taowu da dietro la maschera cremisi,
ridacchiando divertito: «E dire che ti atteggi…»
Hundun storse le labbra, stringendo i pugni e voltandosi verso gli altri
due uomini nella stanza: «Non gli dite niente?» domandò, osservando i due
guerrieri in armatura, una verde e l’altra nera, indicando il giovane al
piano superiore: «Voi…»
«Se non sai farti rispettare, Hundrun, non è colpa nostra.»
Hundun rimase in un disdegnoso silenzio, voltandosi e uscendo velocemente
dalla stanza, sotto lo sguardo impassibile di Yi e quello divertito degli
altri tre generali: c’era una rivalità fra i quattro, tutti vogliosi di
mostrarsi degni davanti al loro signore e pronti a tradire i compagni se
ciò gli avesse portato vantaggio.
Yi li ignorò, continuando la sua marcia e aprendo la porta della stanza
attigua alla sala, osservando l’uomo fermo la grande finestra: «Vi ho
deluso.» mormorò, inginocchiandosi davanti a lui e fissando il pavimento:
«Io…»
«Sono stato uno sciocco» commentò Dì Ren, voltandosi verso la scacchiera e
fissando le pedine: «Non ho pensato al potere dei Miraculous, a ciò che
possono fare, e ti ho quasi persa per questo.»
«Mio signore…»
Dì Ren la zittì con un cenno della mano, carezzando con l’altra il monile
che teneva al collo: «Una mossa imprevista che rende il gioco più
interessante. Non credi, mia diletta?»
«Posso batterli.»
«No, non posso correre il rischio di mandare nuovamente te.» dichiarò Dì
Ren, sorridendo alla scacchiera: «Kang ha i suoi pedoni, io creerò i miei,
dunque.»
«Pensate sia la mossa giusta?»
«Mia diletta, non si può vincere solo con i pezzi forti» dichiarò l’uomo,
prendendo alcuni pedoni neri e sorridendo: «Alle volte abbiamo bisogno di
pedine da sacrificare…»
«Certamente, mio signore»
Dì Ren sorrise, avvicinandosi alla donna e carezzandole le guance: «Non
permetterò che ti portino via da me» dichiarò deciso, osservandola per un
attimo e poi voltandosi, dandole le spalle: «Va ora. Se manchi troppo,
potrebbero sospettare di qualcosa.»
«Sì, mio signore.»
Fu sospirò, mentre seguiva la donna avanti a lui: «Perché mi hai portato
con te?» domandò, mentre entrambi si fermavano davanti a una porta:
«Seriamente, Bridgette…»
«Willhelmina» ringhiò la donna, fissando male il cinese e suonando il
campanello dell’appartamento: «Ti ho portato con me perché non voglio
commettere stupidate.»
«Del tipo?»
«Lo sai.»
«Bridgette…» mormorò Fu, fermandosi quando vide la porta della casa
spalancarsi e Felix fare la sua comparsa: «Buonasera, Felix.»
«Oh. Siete venuti a prendervelo?»
«Chi?»
«Alex» dichiarò il biondo, facendosi da parte e lasciandoli entrare: «Bri,
sei uno splendore anche oggi. Devo dire che da Coeur Noir fai la tua porca
fig…»
«Finisci quella frase e mi faccio akumatizzare da Thomas, solo per vederti
schiacciato da Marshmallow.»
«Marshmallow sarebbe…?»
«Il bestione di ghiaccio» sbuffò Fu, alzando gli occhi al cielo: «Qualcuno
qui si è un po’ fissata con Frozen.»
«E’ un bel film ed Elsa un bel personaggio» dichiarò spiccia la donna,
guardandosi attorno e poi dirigendosi verso le voci che sentiva nella
casa: entrò in quella che doveva essere la sala e osservò Xiang e Thomas
allenarsi al centro mentre Alex, comodamente seduto su un divano, stava
armeggiando con il proprio cellulare con Nooroo appollaiato sulla spalla.
«Ehilà, babbiona del mio cuore!» esclamò l’americano, non appena l’ebbe
notata, mettendo fine al combattimento in corso: Xiang bloccò il calcio di
Thomas, costringendolo a stare in equilibrio su una gamba sola, e si voltò
verso di lei con il sorriso sulle labbra.
«Non è un po’ tardi per te, Thomas?»
«Il bello di essere un supereroe!» dichiarò il ragazzino, mentre la
ragazza gli lasciava andare la caviglia e lui poteva tornare a una
posizione più stabile: «Mi trasformo e mi fiondo a casa in un lampo.»
«Immagino che siete venuti qua a parlare della panterona» decretò Alex,
alzandosi in piedi e facendo vagare lo sguardo da Bridgette ai due uomini
dietro di lei.
«Adesso facciamo le riunioni a casa mia?» sentenziò Felix, poggiandosi
contro lo stipite e incrociando le braccia muscolose: «Dovrei farvi pagare
l’affitto, sapete?»
«Beh, è più grande qui» dichiarò Alex, sogghignando: «Perché no? Potrei
mettere da qualche parte la mia postazione e liberare il soggiorno del
maestro.»
«Sarebbe una bella cosa, sì» bofonchiò Fu, fissando il ragazzo e
sorridendo: «Mi piacerebbe riappropriarmi di casa mia.»
«Però sarebbe scomodo perché dovrei correre qui ogni volta» dichiarò
l’americano, sbuffando: «Questa cosa ha pro e contro.»
«Come ogni cosa al mondo» dichiarò Felix, sorridendo e voltandosi verso Fu
e Bridgette: «Vi offro qualcosa?»
«Non hai nient’altro da dire?»
«Mh. E’ una domanda trabocchetto?» domandò il biondo, studiandola: «Non mi
pare che hai cambiato taglio – ah, per la cronaca, ti preferivo mora – e,
fattelo dire, Bri: questa gonna ti fa un sed…»
«Il nemico, Felix!»
«Il nemico? Non era il mio tipo: metteva troppo in mostra le sue
argomentazioni e…»
«Thomas! Akuma!»
«Cosa?»
«Mi akumatizzi, io creo Marshmallow e lo uccido, per davvero stavolta,
mettendo così fine alla sofferenza che la sua vita da a questo pianeta.»
«Mi ferisci così, Bri» sospirò Felix, portandosi una mano al cuore e
sorridendole: «Comunque ho poco da dire: stavo facendo un’intervista
doppia con Bourgeois, quando questa è apparsa e ha tenuto tutti in
ostaggio, poi ha dichiarato di essere lì per conto del suo signore ed è
allora che siete arrivati voi. Ah, ha detto di chiamarsi Yi.»
«Yi? E’ uno scherzo?» sbottò Fu, fissando l’altro uomo: «Dimmi che stai
scherzando.»
«Sì, anche io ho trovato grottesca la cosa.»
«Mi volete spiegare?» domandò Bridgette, fissando i due: «Che cosa…»
«Houyi, o anche solo Yi, è una figura della mitologia cinese» spiegò
Felix, socchiudendo gli occhi: «Una figura benevola, che ha aiutato il
genere umano e ha compiuto molte imprese. Inoltre, era un arciere…»
«Come quella donna.»
«Yi è famoso per il suo arco rosso» spiegò Felix, sospirando: «E direi che
lo spirito umoristico del nostro caro Dì Ren, stavolta, ha raggiunto il
suo picco massimo, dato che ha donato quel nome a una sua emissaria.»
«Io sto cercando di capire come fare a liberare chiunque ci sia sotto la
maschera di Yi» spiegò Alex, sospirando: «Purtroppo Peacock non ha avuto
una visione decente e ha detto che l’unica parola che sentiva era
‘Miraculous’ e non ha visto niente. Solo buio totale.»
«E il Lucky Charm?»
«Forse è un oggetto collegato alla sua vita reale» buttò lì Alex,
scuotendo il capo: «Forse, come successe a me quando ero Mogui, reagisce a
qualcosa che la porterebbe a tornare a essere sé stessa. O forse odia la
sua vera sé. Non so dirlo, Willie.»
«Siamo senza niente in mano, quindi.»
«Dì Ren non manderà di nuovo lei» sentenziò Xiang, intromettendosi nel
discorso: «Si è accorto che possiamo fare qualcosa e non rischierà di
nuovo.»
«E cosa manderà? Le ombre assassine?»
«No» mormorò la cinese, portandosi una mano alla bocca: «Le ombre lo
consumano troppo, poiché deve crearle e dare loro una volontà: le userà
solo in caso di estremo pericolo.»
«E allora…»
«Ha il catalizzatore, no?» mormorò Fu, socchiudendo gli occhi: «Può usare
il Quantum come più l’aggrada.»
«Maestro, sta dicendo che potrebbe usarlo per i suoi fini?»
«Ti sembra il tipo che si tira indietro, Alex?»
«No, direi di no» bofonchiò l’americano, lasciandosi andare sul divano e
prendendosi la testa fra le mani: «Almeno sapessimo la sua identità, il
suo scopo: Papillon voleva i Miraculous, Willie voleva i Miraculous, Maus
voleva i Miraculous e questo…»
«Alex! Sei un genio!» esclamò Bridgette, battendo le mani: «Ma certo! Dì
Ren ha il catalizzatore ma i Miraculous sono gioielli impregnati di
Quantum, che non esauriscono mai la loro energia…»
«Quindi dice che vuole i Miraculous?» domandò Felix, annuendo: «Se ottiene
i Miraculous, uniti al catalizzatore, avrà il potere nelle sue mani e si
parla di un potere paragonabile a quello di un Dio.»
«E cosa fa un tipo che ha il potere nelle mani? Ovviamente, vorrà dominare
il mondo»
«Io l’avevo detto che dovevo riportare i Miraculous a Shangri-la.»
«Xiang, non ricominciare.»
«Bene, sappiamo cosa vuole.» sentenziò Alex, sorridendo: «E non ci serve a
niente! Ok, il tipo vuole i Miraculous. Sai che novità! Li vogliono tutti
i Miraculous, a breve anche mio nonno vorrà i Miraculous perché gli curano
il mal di schiena!»
«Alex, calmo» sospirò Bridgette, posandogli le mani sulle spalle e
sorridendogli: «Ricorda, in cosa sono bravissimi Ladybug e Chat Noir?»
«A evitare che i loro Miraculous cadano in mano sbagliata?»
«Esattamente. E anche gli altri sono fenomenali in questo. Ora ci serve
che il nostro hacker di fiducia non perda il suo sangue freddo e continui
a sorvegliare Parigi, in attesa del prossimo attacco. Ok?»
«Ok.»
«Bravo il mio ragazzo.»
«E se posso vorrei anche partecipare sul campo» dichiarò Alex, facendole
l’occhiolino: «Sento un po’ la mancanza del caro vecchio Mogui. Sai, figo
se Mogui e Yi s’incontrano? Uno che sbraita per gli specchi e l’altra per
gli occhiali.»
Sarah sospirò, sciogliendosi i capelli e poggiando poi la fronte contro le
ginocchia: «Dovrebbero vietare lo studio, soprattutto dopo le battaglie
con i cattivi» bofonchiò, mentre una mano le carezzava il capo con fare
rincuorante: «Non ce la faccio a concentrarmi»
«Siamo in due» sentenziò Rafael, facendole alzare il viso: «E’ tre volte
che rileggo questo articolo.»
La ragazza sorrise, mettendo da parte i propri libri e, fatto lo stesso
con quelli di lui, gli si accomodò in grembo: «Ti ho preso i cereali»
dichiarò Rafael, socchiudendo gli occhi quando sentì le dita di lei
massaggiargli le tempie: «E il miele per Mikko, stava finendo.»
«Grazie»
«E ribadisco l’idea che ho avuto.» Il massaggio alle tempie si fermò e
Rafael aprì le palpebre, osservando lo sguardo nocciola che era fisso su
di lui: «Sarah, io…»
«Fino a un anno fa non sapevo nemmeno chi eri» mormorò l’americana,
puntando lo sguardo nel nulla: «Poi arrivo a Parigi e, prima incontro
questo tizio con un Miraculous, che mi chiama apetta e poi un ragazzo che
mi consiglia cosa prendere in mensa…» si fermò, riportando l’attenzione su
di lui e sorridendogli: «Sei diventato il mio mondo ed ho paura, perché ho
già perso una persona così e, sinceramente, non è un dolore che voglio
rivivere. E forse pensavo che…»
«Se viviamo separati o insieme, non è che cambia quello che proviamo l’uno
per l’altra»
«No. E’ vero.» assentì la bionda, sorridendo appena: «Però…»
«Sarah, vieni a vivere qui con me.» dichiarò Rafael, posandole le mani sui
fianchi e stringendola lievemente: «Parlerò con tua madre, farò qualsiasi
cosa: ti prometto anche di non prendere mai più la metrò ma, ti prego,
abbi pietà di me.»
«Ti serve qualcuno da abbracciare la notte?»
«Sì. E qualcuno che mi aiuti a sopportare Flaffy quando va in astinenza da
cioccolato.»
«Io non vado in astinenza da cioccolato» sbuffò il kwami, lasciando la
barretta che stava mangiando e fissando male il proprio portatore: «Ed io
che dovrei dire? Con te che giri nudo per casa?»
«Una volta sola. E mi sono infilato subito i pantaloni.»
«Una volta basta e avanza.»
Sarah ridacchiò, osservando la propria kwami: «Mikko?»
«La connessione di Rafael è il paradiso per una dramista! Io sono a
favore.»
«Kwami venduta.»
«Io l’avevo detto che avevo una connessione migliore della tua, apetta»
Sarah annuì, poggiandosi contro il petto del ragazzo: «Dovrò spostare qua
tutta la mia roba…» mormorò, imbronciandosi: «E tante altre cose.»
«Il gattaccio è in debito per un trasloco e Wei ci aiuterà sicuramente.
Wei è un santo.» le bisbigliò Rafael, contro i capelli: «Verrai a vivere
con me, allora?»
«Se proprio devo…»
«Un po’ più di allegria sarebbe carino, sai?»
«Uah! Verrò a vivere con te! Che bello! Che bello! Che bello!»
«Ora è troppo.»
«Deciditi, pavone.»
«Pavone?»
«Tu mi chiami apetta, io posso chiamarti pavone. Anzi no, pavoncello.»
«Noi due dovremmo fare un discorso sui nomignoli, sai?»
«Piumino è il modo in cui ti chiama Lila, pennuto è quello in cui ti
chiama Adrien…»
«Ma andare su qualcosa di classico?»
«Tipo honey?» Sarah si issò, fissandolo in volto e storcendo il naso: «Era
più carino pavonc…»
«Honey va benissimo!»
«Mi raccomando, va subito a casa» dichiarò Alex, osservando il giovane
supereroe che, annuendo velocemente con la testa, balzò all’indietro e
atterrò sul tetto della villetta vicina: «E non fermarti ad akumatizzare
nessuno!»
«D’accordo!»
L’americano rimase in silenzio, osservando il ragazzino correre lungo la
cima dell’edificio e poi balzare, scomparendo dalla visuale: «Va tutto
bene?» domandò Xiang, affiancandolo e guardandolo: «Sembri…»
«Fino a pochi anni fa, prima che a Sarah venisse dato il Miraculous, tutto
il mio mondo era tranquillo» mormorò Alex, abbozzando un sorriso e
sospirando: «L’unica cosa che mi interessava era riuscire a evitare mio
padre il più possibile, fare il miglior punteggio nei miei videogiochi
preferiti…» si fermò, alzando la testa verso il cielo, che stava
imbrunendo, lasciando andare un sospiro: «Mentre adesso sono qui e cerco
di comprendere e fermare i piani malvagi di non so chi, mentre i miei
amici rischiano sempre in prima linea…»
«Fai già tanto, Alex»
«Forse non abbastanza, però. Insomma se io…»
«Cosa speri di ottenere? L’identità di una persona che usa terzi per
parlare e non si mostrerà mai?»
«Vorrei solo…»
«Senza di te, molto di quello che fanno i Portatori non ci sarebbe:
permetti loro di essere sul campo velocemente e li aiuti sempre, con tutto
ciò che hai a tua disposizione.»
«Forse…»
«Forse dovresti riconoscerti i meriti che ti spettano, Alex.»
«Io non credo…»
«Io credo che tu sia un punto fermo in questo gruppo» dichiarò Xiang,
allungando le mani e prendendogli il volto, in modo che la potesse
guardare negli occhi: «Ho vissuto tanto e ho visto intere civiltà
scomparire, ho visto la mia famiglia svanire nel tempo, e quindi posso
affermare con certezza tutto che ti ho detto.»
L’americano la fissò, annuendo poi con la testa e lasciando andare un
lungo sospiro: «Grazie, Xiang.»
«Non farti abbattere, ok? Tu sei…»
«Io sono…»
«Incredibilmente attivo ed energico, ecco» dichiarò la ragazza, abbassando
le mani e voltandosi di lato, sentendo il volto diventarle improvvisamente
caldo: «Io rientro. Felix si starà domandando dove sono finita…»
«Con Willie in casa? Ne dubito.»
«Vado a vedere se è ancora vivo.»
«Grazie, Willhelmina» mormorò Marinette, chiudendo la chiamata e
osservando gli altri: Adrien e Lila avevano entrambi lo sguardo rivolto
verso il cellulare e, la mora era convinta, stavano riflettendo sulle
conclusioni che Willhelmina aveva appena finito di esporre.
«Che dire…» mormorò l’italiana, incrociando le braccia e scuotendo la
testa: «Questi cattivi sono veramente originali. Mai una volta che
vogliano avere…che so…Alex!»
«Ce lo spedirebbero indietro dopo poco» dichiarò Adrien, sospirando: «Però
sono d’accordo con quello che ha detto Willie: Dì Ren vuole i Miraculous e
con quelli avrà il potere assoluto. Fantastico, quando mai finirà questa
storia?»
«Mai» sospirò Lila, incrociando le braccia sul tavolo e poggiando il mento
su di esse: «Bei vecchi tempi, quando tuo padre mi akumatizzava ed io vi
tormentavo.»
«Ti ricordi la prima volta che sei stata Volpina?»
«Vi prego non ricordatemelo.» sospirò Adrien, gettando la testa
all’indietro: «Trasformati in Chat, ritorna Adrien, trasformati in Chat di
nuovo e cerca di far capire a qualcuno che Adrien non era in pericolo.»
«Entra nell’anello. Esci dall’anello. Entra nell’anello. Che giornata
stressante è stata quella» sospirò Plagg, scuotendo il capo: «Non la
dimenticherò mai.»
«A mia discolpa, posso dire che non sapevo che tu eri Adrien e quindi…»
mormorò Marinette, guardandolo male: «Beh, avevo visto lei fuggire con te.
Dovevo salvarti.»
«Ma se uno ti dice che va tutto bene…»
«Ogni volta che tu dicevi che tutto andava bene, in verità non andava
bene.»
«Però Marinette si è quasi tolta gli orecchini per salvarti quella volta,
cioè per salvare la tua illusione.»
«La mia meravigliosa lady» dichiarò Adrien, allungandosi e carezzando la
testa della moglie: «Così preoccupata per me che è poi venuta a
controllarmi.»
«E tanto per cambiare stavi facendo la doccia.»
«Ero trasformato e l’unico modo per non farti entrare in bagno era
quello.»
«Le famose docce da modello…» dichiarò Lila, ridacchiando: «Quante volte
le avrai usate come scusa?»
«Tante.» sbottò il biondo, sospirando: «Nino mi ha anche chiesto se avevo
un disturbo ossessivo-compulsivo, visto che dovevo lavarmi ogni volta.»
Lila ridacchiò, sorridendo ai due: «Sembra di parlare di qualcosa di
lontanissimo, vero?» domandò, tirandosi su: «Voi due vi giravate intorno
ed io mi divertivo a infastidirvi ogni volta…»
«Ogni volta che provavo a rimanere da solo con lei, ti facevi trovare in
mezzo.»
«Perché volevi rimanere da solo con me?»
«Perché all’epoca mi piacevano Marinette e Ladybug? Te l’ho detto che per
molto sono stato indeciso, non sapevo chi delle due scegliere…»
«E quando si accorse che eravate la stessa persona, penso abbia
ringraziato qualsiasi divinità esistente.» dichiarò Plagg, volando sulla
testa del biondo: «Era divertente vederlo cercare indizi e prove, poi per
fortuna una volta ti salvò come Chat e vide di sfuggita Tikki, iniziando a
fare due più due.»
«Certo, sarebbe stato tutto più semplice se qualcuno» Adrien alzò il tono
della voce e fissò male il proprio kwami: «Mi avesse detto che avvertiva
Tikki.»
«E togliermi tutto il divertimento?»
«Plagg…»
«Andiamo, Tikki. Era divertente vederlo mentre si disperava per il suo
amore.»
Lila e Marinette ridacchiarono, scambiandosi un’occhiata: «Io vi scoprì
perché vi pedinavo» dichiarò l’italiana, tirando su le gambe e poggiando
il mento sulle ginocchia: «E allora sì, che fu divertente rompe le scatole
al micetto.»
«Ti odio, Lila.»
«Non l’hai mai detto a nessuno.» mormorò Marinette, inclinando la testa e
osservando l’amica: «Neanche a Papillon.»
«Forse ero già entrata nel mio periodo ribelle…»
«Non c’erano più gli akumatizzati di una volta» sospirò Adrien, alzando
gli occhi al cielo: «Mi chiedo che avrebbe fatto mio padre se tu gli
avessi detto che ero io Chat Noir…»
«Ti avrebbe preso l’anello nel sonno?»
«Probabile» sentenziò il biondo, sospirando e scuotendo il capo: «Domande
a cui non avremo mai una risposta.»
Lila sorrise, osservando il proprio cellulare e notando l’ora: «Beh,
sposini novelli, io devo andare. Wei fra poco smette di lavorare.»
«Fallo venire qui.» propose Adrien, allargando le braccia: «Chiamiamo
anche Pennuto e Sarah?»
«Oggi è il giorno in cui chiama i suoi in Cina.»
«Oh.»
«Quindi vado, così i fratelli di Wei mi prenderanno in giro per il mio
pessimo cinese.»
«Oh, la nostra volpetta innamorata.»
«Muori, gattaccio.» sentenziò Lila, alzandosi in piedi e fissando il
proprio kwami: «Vooxi, trasformarmi!» dichiarò ad alta voce e l’energia
del Quantum l’avvolse, dandole l’aspetto di Volpina: «Tu, piuttosto, vacci
piano con il nostro boss.»
«Tranquilla, volpe»
«Marinette, se sfrutta troppo la scusa del dovere coniugale, chiamami. Ci
penso io a sistemarlo con le mie illusioni.»
«Certamente!»
«Come certamente? Marinette!»
«Andiamo, gattaccio. Mi sembra che quando sono tornata a Parigi, hai
gradito parecchio baciare il nulla…» Volpina ridacchiò, avvicinandosi alle
porte a vetri e sorridendo: «Ci vediamo, sposini.» dichiarò, balzando
fuori e perdendosi nella notte parigina.
Marinette si alzò, andando a richiudere la porta e si voltò poi verso
Adrien, sorridendogli: «Non la chiamerei mai, lo sai.» dichiarò,
raggiungendolo al tavolo e abbracciandolo da dietro: «Un altro che vuole i
Miraculous…»
«Siamo bravi a fermare questo genere di cose, my lady» mormorò Adrien,
poggiando la testa all’indietro e posando una mano su quelle della
ragazza: «Lo faremo anche stavolta.»
«Sì…»
«Nathaniel?»
«Tutto regolare.»
«Forse mi sbagliavo e forse Xiang ha una fissa per i rossi…» buttò lì
Adrien, sciogliendo l’abbraccio e alzandosi in piedi: «In quel caso,
dovrei consigliare ad Alex una bella tinta.»
«Adrien!»
«Non tiferò mai Testa di pomodoro. Mai!»