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Autore: MinervaDrago    29/04/2017    4 recensioni
In un futuro molto lontano, il Fronte di Difesa Intergalattico garantisce da sempre protezione alla nostra galassia, ma con l'ascesa del nuovo imperatore Quyil'ish dell'omonimo sistema solare ai confini della Via Lattea, tutto è destinato a cambiare.
Ethan Thorne, narratore della storia e soldato del Fronte, combatte in quella che verrà ricordata come la seconda epoca più buia della nostra storia.
--Questa storia è disponibile anche su Wattpad, al seguente indirizzo: https://www.wattpad.com/myworks/107560384-cronache-del-primo-quadrante-limpero-quyilish --
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PROLOGO

 

-Gli ultimi segnali del Quantus-

 

 

Il tramonto di Pacific Bay mi ha sempre affascinato: qui su Criphos IV, quando il sole tocca l'unico grande strato di oceano superficiale, quest'ultimo si trasforma in un pavimento di luce, fondendosi in un unico corpo attraverso un sottilissimo punto di congiunzione.
A questo punto è difficile capire dove inizia il mare o dove finisce il cielo e guardandolo si può provare la sensazione di assistere a qualcosa di paradossale. Ecco, era così che mi sentivo in quel momento;
al mio risveglio, non riuscendo a distinguere l'orizzonte, trovai miracolosamente la forza per rialzarmi da terra e cercare di capire se non fossi ancora per aria o non fossi già atterrato.
Poichè la testa mi girava ancora molto, le mie mani, tastando la terra quasi per inerzia, riconobbero la sabbia soffice e calda della spiaggia dandomi la risposta. 
Mi rannicchiai su me stesso e levai il casco di protezione dalla testa, liberando la mia folta chioma e respirando l'aria salmastra e pesante. Quando ripresi del tutto i sensi, alzai lo sguardo in cielo e iniziai a fare i calcoli: a occhio e croce dovevo aver affrontato un volo di cinquanta metri circa e se non fosse stato per lo scudo di particelle, che ho direzionato e aperto in direzione della spiaggia a circa trenta metri di distanza da essa, sì, avrei potuto lasciarci le penne. Fortunatamente il mio amore per la fisica mi aveva salvato ancora una volta, ma diciamo che il merito va anche alla fortuna, una costante che mi assiste sempre. Quando sono scivolato sullo scudo dovevo essere finito in acqua – in effetti la tuta interna era tutta bagnata – e trascinato a riva. L'unica cosa che non riuscivo ancora a capire era come diamine fossi arrivato fin là, a circa cinque metri dal bagnasciuga. Poichè in quel momento non avevo né le forze né la voglia di capirlo, accesi l'auricolare radiotrasmettitore per mettermi in contatto con la base.
Non so quanto tempo sia passato dallo schianto, ma non avendo ancora ricevuto segnali di soccorso potrebbe non essere passato molto, a meno che il mio segnale non si fosse completamente annullato a contatto con le acque di Criphos e mi avessero dato per disperso.
Mentre sistemavo la frequenza radio e aspettavo di ricevere un qualche feedback dalla base, controllai l'orario sullo schermo visore del casco, giusto per farmi un'idea e realizzai che fossero già le sette e mezza del pomeriggio – l'orologio dello schermo indica le ore terrestri, ma facendomi i calcoli, sapendo che un giorno su Criphos IV dura due ore in meno della Terra, sono arrivato a questa conclusione. Istintivamente mi voltai a guardare il sole che stava per essere inghiottito dal mare e mi ricordai che lo scontro avvenuto prima si era svolto quando il sole si trovava a circa trenta gradi dal mio attuale Azimut, quindi realizzai che dovevano essere passate due ore circa o qualcosa del genere dal mio impatto con lo scudo; se non si era capito, sono ossessionato dal tempo, ho sempre avuto l'irrazionale bisogno di sapere che ore sono, ma credo sia normale per tutti, specialmente quando si viaggia da un pianeta all'altro: bisogna pur sapersi regolare con i tempi in questi casi.
Dopo qualche minuto di attesa, la radio smise di fare le bizze e riconobbi la voce di una degli assistenti che provava a mettersi in contatto con me. Il segnale purtroppo non arrivava chiaramente e la voce dell'assistente si sentiva a scatti.
-Continua a parlare- le chiesi mentre mi spostavo verso il porto, dove il segnale sarebbe dovuto migliorare. Avvicinandomi a quel luogo notai che era stato fatto evaquare come previsto: intorno a me vi erano delle piccole imbarcazioni abbandonate, alcune erano riverse e coperte da grossi strati di sabbia grigia che era stata trasportata dal vento funesto di quei giorni.
-Riesci a sentirmi?- la flebile voce dell'assistente divenne sempre più chiara una volta raggiunto il molo -dove ti trovi adesso? Stai bene?-
-Sì, sono ancora tutto intero, credo. Ho effettuato un'atterraggio d'emergenza e al momento mi trovo al porto centrale-
-Sei ferito? Abbiamo perso il tuo segnale tre ore fa, dopo il tuo ultimo rapporto-
-Oh...- In quel momento mi tornò in mente tutto ciò che era accaduto prima:
riuscito ad infiltrarmi su un cargo nemico Quyil-Ish insieme ai miei compagni, sono stato pedinato da una sentinella che mi aveva attaccato non appena raggiunsi la stiva, danneggiando il ricetrasmettitore e i propulsori sulla schiena. Sono riuscito a tenerlo a bada per un po', nonostante fossero stati chiamati i rinforzi, fino a quando i miei compagni non arrivarono a coprirmi le spalle. A quel punto mi fiondai fino alla cabina di controllo della stiva e compì un folle gesto, l'unico che in quel momento mi pareva la sola soluzione per recuperare: aprì il portello della stiva facendo volare via tutto e tutti. Fortunatamente ero coperto da unità volanti che riuscirono a ristabilizzarsi in volo con i propri propulsori, in quanto a me, unità tank senza più propulsori, mi dovetti aggrappare forte alla cabina per non volare via. Un soldato nemico, che era riuscito a salvarsi aggrappandosi alla scaletta che portava alla cabina, mi raggiunse e mi spinse via con lui, fuori dal cargo che, come previsto, iniziava ad espellere il materiale che dovevamo requisire affinchè non raggiungessero le flotte nemiche per rifornirle. Ci siamo presi a botte per aria, poi, a parte quel geniale istinto di sopravvivenza con lo scudo di particelle, non ricordo più nulla – probabilmente devo averne prese tante. Il piano in realtà era diverso: divisi in due squadre, una avrebbe dovuto prendere il controllo del cargo, l'altra si sarebbe occupata della stiva. Considerando che l'obbiettivo della missione era quello di non far arrivare la merce a destinazione, sebbene l'abbia fatta disperdere tutta, non penso di aver rovinato nulla in fondo.
Mentre l'assistente cercava di localizzarmi, una fitta dolorosissima al petto mi ricordò la ferità che il soldato Quyil-ish mi aveva inferto con la propria lama di particelle mentre cadevamo giù dal cargo. Lo sguardo cadde subito su di essa: il pettorale dell'armatura era stato perforato da un grosso taglio che si estendeva su tutto il petto, bruciando la pelle a contatto col tessuto della tuta che indossavo sotto. Poiché fino a quel momento mi sentivo ancora frastornato, non ci avevo fatto minimamente caso. Osservandola meglio mi accorsi di non aver perso molto sangue e soprattutto non era in brutte condizioni, forse perché l'acqua del mare l'aveva disinfettata e inconsciamente, una volta raggiunta la riva con le ultime forze che avevo in corpo, dovevo essermi trascinato via dal bagnasciuga rimanendo consapevole di dover rimanere a pancia in su per evitare il contatto con la sabbia. 
-È un problema se mi sono accorto adesso di essere ferito?- l'assistente rimase in silenzio per qualche secondo.
-Che vuoi dire?-
-Non è grave, ma ho paura che si infetti con tutta questa sabbia-
-Non preoccuparti, stanno arrivando i soccorsi-
-Come procede la missione?- ancora una volta percepì come un attimo di esitazione da parte dell'assistente.
-Il Cargo è stato fermato, ma non è quello il problema-
-Che vuoi dire? È successo qualcosa ai ragazzi? Avete perso anche i loro contatti?-
-Il Cargo è esploso qualche attimo prima che una nostra flotta lo raggiungesse-
Rimasi immobile mentre delle unità di soccorso si avvicinavano su una navetta che apparve all'orizzonte, quando il pavimento di luce si spense non appena il sole ne fu completamente inghiottito.
Mi ero salvato per puro caso.
-C'erano ancora nostre unità dentro?-
-Ethan, oggi abbiamo perso molte delle nostre unità in battaglia, persino il Quantus ha smesso di inviarci segnali-
-Che cosa?!- caddi con le ginocchia a terra, completamente incredulo. Tutti coloro che erano rimasti dentro il cargo erano scomparsi, persino i miei compagni che pilotavano il Quantus non c'erano più.
-Pare che il Quantus abbia aperto un Wormhole senza autorizzazione ed è scomparso nel nulla-
-Da quanto tempo è scomparso?-
-In realtà da molto prima che perdessimo i vostri contatti. Immagina com'eravamo agitati qui al quartier generale con tutte queste disgrazie una dopo l'altra! Se non fosse stato per Zoran che ti ha visto cadere dal Cargo e portato in salvo, non avremmo mai saputo che tu fossi ancora vivo-
Ecco cosa, anzi chi, mi aveva portato fino in spiaggia, altro che istinto di sopravvivenza!
Da un lato il mio cuore si era rasserenato al fatto che almeno il mio vecchio volpone di Zoran si fosse salvato, ma dall'altro ero ancora angosciato. Due pattuglie erano scomparse nel nulla, senza lasciare alcuna traccia, ma il peggio doveva ancora venire: quelle non erano le uniche vittime destinate a lasciare questo Quadrante.

 

 

 

***Glossario***

 

Criphos IV: piccolo pianeta del Primo Quadrante, appartenente al sistema solare “Omicron-Keplero”, è un pianeta oceanico, ma solo il 20% delle proprie acque si possono trovare sullo strato superficiale e sono visibili dallo spazio, la quantità restante si trova sotto lo strato di crosta terrestre.

 

Impero Quyil-Ish: Con il termine “Impero Quyl-Ish” si fa riferimento a due sistemi solari del Secondo Quadrante che sono stati uniti politicamente dall'Imperatore del pianeta Quyil-Isha, che comprende il pianeta Kathara e Quyil-Ygon. L'Impero si trova ai margini della nostra galassia, ma si colloca esattamente ai confini con il Primo Quadrante, a poche unità astronomiche dal sistema Omicron-Keplero.

 

Unità volante: Soldato specializzato in esplorazioni spaziali e combattimenti a distanza per aria del Fronte di Difesa Intergalattico.

 

Unità Tank: Soldato specializzato nei combattimenti corpo a corpo, detta anche “Unità di terra”, anch'esso appartenente al Fronte di Difesa Intergalattico.

 

Quantus: Una delle più grandi navi di esplorazione mai inventate su tutto il Primo Quadrante, gode di incredibili sistemi di difesa all'avanguardia e, insieme ad altre tre navi, costituisce la mitica flotta del “Galactus”.


--Note dell'autrice--
Scrivere una Science Fiction dal nulla è praticamente impossibile: mi ci sono voluti almeno due mesi per elaborare una trama e un intero universo nella quale  si muovono i personaggi, ma alla fine sono rimasta soddisfatta del risultato. Come avete potuto notare sono stata talmente folle da inventare un linguaggio alieno pur di rendere l'idea d iquanto complesso sia questo mondo - ma bando alle ciance - spero che questo prologo vi abbia incuriositi, se ci sono punti confusionari e\o bestemmie grammaticali, vi prego di farmelo sapere.
Grazie ancora per l'attenzione, spero di rivedervi al prossimo capitolo.
Th'ali-jas, terrestri!

   
 
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