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Autore: thestoryreader    29/04/2017    0 recensioni
In un'avvincente storia a capitoli conoscerete la storia di Sara, una ragazza che viene a scoprire il segreto di sua madre e un ragazzo misterioso, Michael. I due hanno un piano e cause di forza maggiore spingeranno la ragazza a chiedere il suo aiuto. :)
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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23 maggio

Immobile alla fermata, una studentessa. Capelli biondi, alta, magra, slanciata. Rimpianse un po’ la sua vita quando non era ancora una fuggitiva ma una semplice ragazza di 18 anni, con problemi pari all’importanza di abbinare i vestiti la mattina e passare gli esami del semestre. La fissò per un po’ e alla fine decise di avvicinarsi “ehy ciao sai dov’è la stazione dei treni o dei pullman?” le chiese
La bionda sorrise e le disse “è a circa 1 miglio da qui in quella direzione.” le indicò.
Sara annuì, ringraziò e si incamminò.

Camminò per molto più di un miglio prima di raggiungere la stazione e maledisse la ragazza. La stazione era piena e si sentì un po’ a disagio all’idea di avere così tante persone intorno che potessero riconoscerla. Corse verso la biglietteria e aspettò diligentemente in fila. Aveva bisogno di una doccia e si chiedeva se, anche se fosse vestita come una senzatetto, le avrebbero ugualmente venduto il biglietto. Finalmente fu il suo turno.
“buongiorno, volevo sapere, quanto costa un biglietto per Salt Lake City?”
“costa 80 dollari con il treno oppure 60 con il pullman, ma ci metteresti circa 2 o 3 ore in più”
Sara pensò “Pullman grazie” concluse alla fine

Il pullman non sarebbe arrivato prima di 15 minuti quindi si precipitò nel supermercato vicino alla stazione per prendere qualcosa da mangiare. Le erano rimasti 30 dollari e così prese una bottiglia di acqua da 2 litri, una confezione di merendine e delle patatine, le cose più economiche che riuscì a trovare. Fuori dal negozio contò 26 dollari.

Salì sul pullman alle 20:30. Le si sedette di fianco una ragazza di qualche anno più grande, ma cercò di non guardarla in faccia. Non voleva che lei la guardasse a sua volta. Fortunatamente le prime 4 ore di viaggio proseguirono tranquille e riuscì anche ad addormentarsi: doveva assolutamente recuperare energie dato che nelle ultime due settimane aveva dormito sulle dure panchine dei parchi per bambini. Mangiò una merendina con foga e quando scartò la seconda, un groppo grossissimo le si formò in gola. Sentiva il naso pizzicarle e gli occhi cominciarono a inzupparsi. Che cosa aveva fatto per meritare tutto quello?

5 settimane prima

“ehy Sara guarda questo vestito, secondo me ti starebbe bene con quegli stivaletti neri che hai” propose Juliet
Sara guardò il vestito poco convinta “non lo so, quel colore è orribile..”
La madre guardò il vestito come per accertarsi che avesse ragione poi la guardò di nuovo e vedendo la sua espressione, lo posò. Girarono per negozi tutta la mattinata e alla fine tornarono a casa per pranzo. “che fai pomeriggio?” le chiese la madre
“non lo so...penso che studierò”
“ti dispiace se vado a casa di Jenny?”
“no certo. mi piace stare da sola ogni tanto”
“lo so tesoro. Sarò una questione che riuscirò a sbrigare in 2 ore, massimo 3. Tornerò prima di tuo padre”
Sara annuì. Andò in camera da letto e passò davanti all’ufficio. Non c’era ancora entrata dalla mattina precedente. Vide la valigetta della madre sulla scrivania dove era solita metterla. “Dovrei guardarci dentro?” si chiese. Valutò e poi decise di aspettare che sua madre uscisse.

Entrò nella sua camera e aspettò che sua madre uscisse e accendesse il motore. Dopo 2 minuti scese di corsa le scale. Arrivò davanti alla porta dell’ufficio e la aprì, in trepidante attesa di scoprire qualcosa di più. La valigetta però non c’era più.

24 maggio

Mezzanotte e mezza. I lampioni scorrevano velocemente fuori dal finestrino. “puzzo da far schifo” pensò. Poi rise pensando che quello era l’ultimo dei suoi problemi. La ragazza di fianco si era addormentata e per fortuna anche le altre persone.
Valutò che era stato molto intelligente viaggiare di notte. é buio, nessuno ti guarda in faccia e per la maggior parte del tempo tutti dormono. Valutò anche (o soprattutto) quello che avrebbe dovuto dire a Scofield una volta che lo avrebbe trovato. Non voleva sembrare aggressiva ma nemmeno sembrare insicura. Decise di scriverlo su un blocco da appunti. Se lo sarebbe studiato strada facendo. E se avessero pensato che volesse i soldi e l’avessero uccisa? c’era anche quella possibilità, dopotutto erano pur sempre dei galeotti. Trasse un respiro e chiuse gli occhi. Si calmò e continuò a scrivere.

 

5 settimane prima

“come è possibile?” disse precipitandosi verso la scrivania. Guardò velocemente sotto la scrivania pensando fosse caduta ma non la trovò. Scrutò ogni angolo della casa, dopo aver perlustrato bene l’ufficio. Niente. Che motivo aveva sua madre per portare la sua valigetta a casa di Jenny, la sua amica? Doveva scrivere un articolo anche per lei? L’unica ovvia spiegazione è che non fosse da Jenny. Le venne un’idea. Si precipitò ad accendere il computer. Poi prese la scatola del telefono della madre e la aprì in fretta e furia. Fece cadere il foglio della garanzia e il foglietto illustrativo ma lo lasciò li. Aprì il sito della Apple e inserì in codice del telefono. 5 minuti dopo aveva la posizione esatta del telefono. E non era la casa di Jenny.

Prese degli spiccioli e il giubetto. Uscì di casa e corse alla fermata dell’autobus. Pagò il biglietto e salì sul primo 10 minuti dopo. Era affollato e dovette rimanere per tutto il viaggio in piedi, attaccata al palo. Meglio così: era talmente agitata che non sarebbe riuscita a stare ferma se si fosse seduta. Si fermò a Water street e percorse 2 isolati a piedi. Percorse a piedi tutte le vie limitrofe e…
E poi vide la macchina della madre. Si fermò. Era parcheggiata davanti a un palazzo molto alto che dava sul fiume. Era abbastanza moderno e di lusso. “diavolo chi ci abita deve essere ricco sfondato” pensò. Corse furtiva verso la macchina e sbirciò dentro. “sì è proprio lei” si disse. Si avvicinò al cancello di metallo del palazzo e piantò gli occhi sulla porta a vetri sperando che la madre non arrivasse. Scorse tutti i nomi fino ad arrivare alla S. In nero e stampatello, il cognome di Michael spiccava tra tutti gli altri.
La prima cosa che pensò fu di citofonare. Poi si trattenne. Che cosa ci faceva sua madre con quell’uomo? Erano amanti? Ma se erano davvero amanti, perché portare la valigetta? Decise di tornare a casa, dopotutto almeno una delle prove che voleva l’aveva ottenuta. Restavano da scoprire le altre.

 

Tornò a casa appena in tempo per vedere la madre entrare nel vialetto. Cosa le avrebbe dovuto chiedere? Sentì le chiavi aprire la porta ed entrare “ciao tesoro sono tornata?” Sara era in salotto, seduta sulla poltrona e la guardò entrare con occhi sereni e tranquilli, il contrario di quello che realmente sentiva.
“come è andata da Jenny?” le chiese fredda
“Oh bene. Abbiamo parlato un po’ di suo figlio che va al college e abbiamo fatto uncinetto insieme. Vuole fare una coperta da donare in beneficenza.”
Sara rimase un po’ in silenzio e poi mentì “strano perchè Jenny è passata e mi ha detto di salutarti visto che non eri in casa”
La madre che stava svuotando la borsa sul tavolino all’ingresso raggelò. Alzò la testa e Sara comprese che l’aveva colpita...e affondata.
“Sara io..ero...”
“non ti devi giustificare con me mamma. Ho capito tutto. Io so che cosa sta succedendo. L’unico con cui ti devi scusare è papà”
La madre la guardò stranita e poi capì
“Cosa Sara, non ho un amante avanti, mi conosci...amo tuo padre”
Fecero una pause entrambe “Sono uscita di casa e sono andata in redazione. Poi sono andata a comprare il regalo di compleanno di Jenny e…”
“SMETTILA DI MENTIRMI” le urlò “Sto diventando scema con tutta questa storia. La testa mi scoppia e … so dove sei stata. Sei stata a casa di Michael Scofield, il ragazzo che ha chiamato l’altro giorno, il ragazzo che sapeva il mio nome. Ho rintracciato il tuo cellulare e ho preso un autobus. Sono arrivata fino a Water street e sono arrivata davanti al palazzo con la tua macchina parcheggiata di fronte. Ho letto tutti i nomi e c’era anche il suo”
La madre ormai aveva gli occhi spalancati. “Sara ci sono certe cose che non ho potuto dirti, certe cose che sono pericolose da sapere”
“Voglio solo sapere se hai una relazione per quell’uomo mamma...perché se fai soffrire papà io non te lo perdonerò mai”
Lei esitò e poi le disse “siediti...ti racconterò tutto”.

24 maggio
Quando scesero dal pullman era ancora buio. Erano le 4 del mattino e tutti quanti erano molto assonnati ma felici di essere arrivati a destinazione. Vide una volante della polizia e terrorizzata si precipitò all’interno di un negozietto della stazione. Entrò facendo tintinnare il campanello. Il ragazzo alla cassa era parecchio assonnato e probabilmente stava per concludere il suo turno di notte al supermercato. Prese una bottiglia d’acqua e un panino. Quando arrivò alla cassa il ragazzo la guardò male: probabilmente valutò che le servisse un sapone. Lei arrossì un po’ ma decise che non gliene importava un gran che. Fece caso alla televisione, attaccata al muro alle spalle del cassiere sintonizzata sul canale del telegiornale.
La donna parlava alla telecamera “Sono ancora ricercati gli 8 di Fox River. Gli investigatori hanno messo una taglia di 300000$ su Michael Scofield e Lincoln Burrows.” Il ragazzo la guardò mentre lei era concentrata sullo schermo, poi guardò anche lui il televisore.
“si cercano ancora notizie su Sara Howard, scomparsa 5 settimane fa, ricercata per omicidio dei suoi genitori. Una vicina ha dichiarato che pochi giorni prima dell’omicidio Sara e la madre avevano avuto una discussione e probabilmente questo è il movente. Gli investigatori pensano che possa essere stata aiutata da qualcuno a scappare”
Il ragazzo sbiancò. Si girò lentamente per guardare in faccia la ragazza ma lei era già scomparsa.

Era la prima volta che qualcuno la riconosceva e non sapeva cosa fare. Era nel panico e per poco perse la bottiglia. Si infilò di fretta e furia tutto nello zaino e cominciò a camminare a passo spedito con il cappuccio alzato, diretta verso la strada. Tutti i passeggeri del pullman ormai erano scesi e stavano salendo in macchina con amici e parenti che erano arrivati per accompagnarli a casa. Vide un furgoncino bianco con il retro aperto. Era all’incrocio e aspettava di addentrarsi in strada. Il cassiere era già uscito dal negozio e stava parlando con la polizia. In un ultimo disperato gesto, Sara corse verso il furgone e saltò nel cassone. Si sdraiò pregando che nessuno l’avesse vista. Il furgoncino partì. Sbirciò fuori e vide la volante della polizia con i lampeggianti accesi arrivare all’incrocio
“ti prego Dio, fa che non venga da questa parte.” disse quasi in lacrime
La volante svoltò a destra e vide i lampeggianti allontanarsi sul rettilineo.

 
   
 
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