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Autore: Fabb5000    29/04/2017    2 recensioni
Sono passati dieci mesi da quando Herobrine ha clamorosamente fallito nel suo tentativo di conquistare l'Aether e di vendicarsi del fratello Notch, e dopo tanto tempo, il re del Nether riesce finalmente ad uscire dalla Sabbia delle Anime nella quale Steve lo ha imprigionato. Tuttavia i propositi di vendetta dovranno attendere : una nuova minaccia, profetizzata da Null, si palesa all'orrizonte, unità a un gran poco buono auspicio per Herobrine. Un nuovo nemico sta per risorgere, più potente che mai, e Notch, Steve e persino Herobrine avranno il loro bel da fare per evitare una catastrofe di scala universale, e stavolta dovranno confrontarsi con un nemico molto pericoloso, qualcuno che non si vedeva in giro da parecchio tempo, e che brucia dalla voglia di rivalsa ... buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Herobrine, Notch, Nuovo personaggio, Steve, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Minecraft : l'ultima guerra'
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Steve, Alex, Dinnerbone e Klingatt erano ancora imbambolati di fronte lo spettacolo che avevano davanti. L'unico che sembrava indifferente era Bomby, il quale stava animatamente giocherellando con un grillo grande quanto un gatto.

Man mano che lo stupore lasciava spazio all'incredulità, i quattro cominciarono a distinguere le varie creature che abitavano quello strano mondo sotterraneo. La maggior parte erano insetti giganteschi, ma vi erano anche aracnidi e miriapodi, e in mezzo alle pozze d'acqua originate dalle enormi cascate, dei crostacei e dei limuli.

Il gruppo notò che si trovavano su una bassa altura che continuava fino al soffitto a mò di colonna; sotto di loro c'era una larga pianura, piena di piante e fiori mai visti di tutte le forme e dimensioni, nella quale brucavano e pascolavano come delle mucche branchi di grilli grandi il doppio di un elefante; sotto le loro immense zampe correvano delle blatte delle dimensioni di un lupo, mangiando bacche e frutti che cadevano dagli arbusti scossi dai grilli. In disparte c'erano anche scorpioni molto simili a quello incontrato prima, i quali erano però molto più territoriali : se un rivale osava entrare nel loro spazio, infatti, non esitavano a dare battaglia.

Dietro di loro c'era una foresta di licheni alti come sequoie, se non di più, e con un tronco così spesso che dieci uomini non avrebbero potuto abbracciarlo. Sopra di esse erano appollaiate a mò di pipistrelli cavallette grandi come cavalli; i rami erano iboltre tappezzati di alveari appartenenti a api delle dimensioni di un rinoceronte adulto. Ai piedi dei licheni, invece, c'erano altri scorpioni, stavolta però di colore rosso sangue, e che parevano carnivori dato che stavano divorando la carcassa di un enorme granchio. Fra i fusti delle piante c'erano ragnatele gigantesche con disegni magnifici, ma i quattro preferirono non indagare sulle dimensioni del ragno che le tesseva.

Fra i licheni c'erano piccoli laghi, nei quali stavano granchi a caccia di enormi gamberi delle dimensioni di uno squalo. I granchi erano grossi come la casa di un Villager e avevano chele lunghe uno o due metri. La pelle, poi, era spessa come la corazza di un carro armato. Fra i granchi e i gamberi nuotavano anche scolopendra lunghi sei o sette metri e dalla corazza impenetrabile; sulle spiaggette, invece, si crogiolavano pigri grossi millepiedi delle dimensioni di una tigre.

Stormi di libellule delle dimensioni di un aquila volavano nel cielo (o meglio, nello spazio che le separava dalla volta della grotta); accanto a loro fluttuavano solitarie farfalle multicolori grandi come quercie di cent'anni, che creavano uno spettacolare caleidoscopio di colori. Infine dall'alto ogni tanto piovevano creature simili a mantidi gigantesche, che predavano le libellule e la farfalle come falchi.

-Uao ... insomma ... UAO!- esclamò Alex ancora rapita dal paesaggio. -Ma ... ma lo vedete? Sono insetti enormi! Qui, migliaia di metri sottoterra! Come fanno a viverci?-

-Immagino che quei licheni debbano produrre una notevole quantità di ossigeno- mormorò Dinnerbone. -Altrimenti non mi capacito di come questi artropodi possano aver raggiunto simili dimensioni-

-Comunque qui fa più caldo di prima ...- mormorò Klingatt. -D'accordo che non amo l'acqua, ma non capisco come queste creature possano vivere qua sotto, con questa afa. Sfioreremo i settanta gradi come minimo-

-Ci saranno abituati ...- mormorò Steve, anche se pure lui non riusciva più a sopportare quelle temperature : i polmoni gli bruciavano ed era madido di sudore. Improvvisamente udì un movimento dietro di sé.

Si voltò e vide che nella colonna sopra di loro era appollaiata un enorme mantide religiosa di colore blu acceso dalle dimensioni di una piccola casa. Aveva gli occhi rossi e li scrutava incuriosita, muovendo freneticamente le zampe anteriori. Steve notò che era segnata da cicatrici, e sperò che fossero frutto di qualche combattimento con un proprio simile e non per la caccia ad altre creature, perché se si fosse rivelata carnivora sarebbero stati in guai seri.

Diede un colpetto a Klingatt per attirare la sua attenzione. L'Enderman parve divenire bianco non appena vide l'insetto. -Pextramantis Petaformicida- mormorò.

-Per favore, dimmi che è vegetariana- disse Steve quasi implorante.

-Mi spiace deluderti, ma è un carnivoro- mormorò Klingatt. -Ma non ci ha ancora attaccati, e ciò significa che ha già mangiato. Probabilmente ci guarda solo perché l'abbiamo disturbata mentre dormiva. Allontaniamoci senza fare movimenti bruschi e ci lascerà in pace-

-Meglio sbrigarci- disse sottovoce Alex, notando che la mantide aveva cominciato a picchiettare con le zampe la roccia, come se cercasse di fare intendere la sua impazienza.

Lei, Dinnerbone, Steve e Klingatt cominciarono ad allontanarsi, ma improvvisamente Bomby smise di giocare con il grillo e, notando l'insetto, si lanciò contro la parete ringhiando.

La mantide si ritrasse, spaventata dalla sua improvvisa apparizione, ma poi si riprese e lanciò un ululato che avrebbe stordito un sordo. Mentre Bomby si acquattava spaventato, la mantide allungò una delle sue zampe per tagliarlo in due, ma Steve si lanciò in avanti spostandolo in tempo. L'insetto gigante tuttavia lo colpì alla schiena, spezzandogli le costole destre con un sonoro scricchiolio.

Alex si lanciò sulla mantide e la afferrò per le antenne, ma questa mosse freneticamente la testa e se la scrollò via. Dinnerbone le saltò sulla schiena, afferrandola per le robuste punte cornee che sporgevano dai lati delle ali; l'insetto cercò di afferrarlo, ma non ci riuscì, e allora si alzò in volo, compiendo le manovre più strane che poté nel tentativo di levarselo di dosso.

Dinnerbone dovette faticare molto per stare aggrappato alle ali, perché cadere significava morte certa. La mantide volò semore più in alto, finché ad un certo punto, ad appena una ventina di metri dalla volta, cambiò direzione e scese in picchiata verso il basso, diretta verso la foresta.

Dinnerbone, invece, rimase attaccato a qualcosa di viscoso, ma allo stesso tempo bruciante. Scoprì che era una specie di lungo tentacolo appeso al soffito. Guardò in alto e sbiancò vedendo un'immensa cupola venti metri più su. Quello non era un filamento, ma il tentacolo di un enorme medusa grande quanto un campo da golf. Solo che questa non nuotava, ma volteggiava sul soffito come se nuotasse!

La creatura cominciò a trainarlo a sé, portandolo verso la bocca. Dinnerbone vide chiaramente la piccola bocca priva di denti. Si era aspettato di morire in molti modi, nella sua vita, ma di certo non aveva mai pensato di finire divorato da una medusa gigante.

Poi improvvisamente il celenterato fu scosso da una scarica elettrica e lasciò andare la preda. Dinnerbone si aspettava di cadere, ma scoprì che anche lui in quel punto pareva stare in acqua anziché in aria e poteva nuotare tranquillamente. La cosa gli sembrò assurda.

-Ciao amico- disse una voce dietro di lui. Dinnerbone si voltò e vide un uomo coperto da una mantella bianca, con la pelle nera e gli occhi rossastri che nuotava accanto a lui nella strana aria. -Vedo che hai fatto conoscenza con le Cubomedusas-

-E tu chi sei?- esclamò Dinnerbone. Notò che la mano dell'uomo sfrigolava, e che quindi probabilmente era stato lui ad allontanare la medusa.

Stava per ringraziarlo, quando l'uomo si inchinò : -Il mio nome è Entity303, dio degli errori e sovrano di questo mondo, ma potete chiamarmi tranquillamente Entity. Benvenuto nell'Erebus, amico-
   
 
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