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Autore: Serpensortia92    01/05/2017    2 recensioni
La famiglia Malfoy, dopo il fiasco al Ministero, si ritrova in ginocchio, derisa e sfruttata dal Signore Oscuro per i suoi vili scopi. Draco, con il solo sostegno dei suoi amici, si ritrova di colpo a dover affrontare il suo destino. La maschera di perenne freddezza comincia a creparsi, rivelando il lato umano e debole del giovane rampollo. Sì, perché Draco ha molte debolezze.
La più grande di queste risponde al nome di Hermione Granger.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Mangiamorte, Ordine della Fenice, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Da VI libro alternativo
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Chemicals cap. 3

Capitolo 3


Aveva fatto un sogno strano e terribile.


Un centinaio di Dissennatori piombavano su di loro come una gelida notte invernale, mentre lui incitava la ragazza a correre per mettersi in salvo. Aveva visto i suoi occhi colmi di angoscia e di paura, mentre rabbrividiva stringendosi nella leggera giacca sportiva. Aveva sentito la propria bocca emettere un basso ringhio gutturale, rendendosi conto solo quella volta di poggiare quattro soffici zampe per terra.


Cos'era diventato? Sicuramente non un orso, anche se il folto pelo che lo riparava dal gelo sempre più penetrante era fitto e lungo. Tutti i suoi sensi erano all'erta, sensi che sentiva più acuti e sviluppati che mai. Riusciva a percepire il profumo di vaniglia della Mezzosangue e il fetore che quelle orride figure incappucciate emanavano, facendogli venire la nausea. Le sue orecchie registravano ogni minimo movimento, e sentivano il risucchio sgradevole che accompagnava l'inesorabile avanzata dei Dissennatori. C'era uno strano ticchettio di fondo, ma non riusciva davvero ad individuarne la fonte: era irregolare e frenetico, come il battito d'ali di un uccellino in trappola.


Aveva urlato alla ragazza di andarsene, di mettersi in salvo, con una voce leggermente più profonda della sua, quando LUI era arrivato. Non aveva fatto in tempo a seguire i movimenti della Grifondoro, che una luce verde accecante l'aveva avvolto. Una scarica dolorosa l'aveva attraversato da capo a piedi, facendolo tremare mentre le zampe cedevano scaraventando a terra il suo corpo privo di vita.


Hermione.


Lei era stato il suo ultimo pensiero, prima di risvegliarsi urlante sul gelido pavimento di marmo nero. Il dolore che prima l'aveva sconquassato, ora era circoscritto al braccio sinistro, dove l'epidermide scottava come arsa dall'Ardemonio.

Draco mise a fuoco la stanza: era nello studio del padre, disteso a faccia in giù sul pavimento nero che sembrava volesse inghiottirlo come una voragine.

Il freddo penetrava attraverso il leggero completo di alta sartoria, facendolo rabbrividire prima di rialzarsi di scatto.

Flash delle ore precedenti gli scorrevano davanti agli occhi: Mocky che lo svegliava spaventato, la convocazione dall'Oscuro, il suo arrivo allo studio del padre e... No, quello doveva esserselo sognato. Doveva far parte di uno degli incubi che aveva avuto prima di svegliarsi.

La mano destra corse frenetica al polsino slacciato della camicia, arrotolando agevolmente la manica fino al gomito. Draco emise un gemito d'orrore e di rassegnazione.

Un rivoltante serpente che usciva sibilante dalla bocca di un teschio umano spiccava nero e ammonitore sulla pelle cadaverica del ragazzo, rappresentando la condanna del più giovane membro della famiglia Malfoy.

Sarò dannato per sempre, si disse Draco, affrettandosi a far scivolare la manica fino al polso per poi allacciare velocemente il polsino.


Nessuno dovrà mai sapere ciò che sono veramente.

*


Il primo settembre arrivò fin troppo presto per i gusti della giovane ragazza che, affannata, trascinava un ingombrante baule attraverso l'immensa stazione ferroviaria di King's Cross. Un soffice gatto fulvo soffiava irritato dal suo trasportino in cima al baule: tutto quel trambusto lo indignava, facendogli rimpiangere le lunghe giornate estive trascorse in giardino, allungato sull'erba tiepida.


-”Su, Grattastinchi, non essere così scontroso. Presto potrò liberarti”, disse dolcemente Hermione, scoccando al micio un'occhiata colma di affetto.


Era legata all'animale più di quanto avrebbe mai ammesso. Non solo era un esemplare davvero intelligente: Hermione aveva la sensazione che riuscisse a capire quando pensieri poco felici le turbinavano in testa, spegnendole il sorriso sincero e genuino che solitamente aveva sulle labbra. In quelle occasioni, quell'adorabile gattone le si posava sul grembo reclamando coccole e attenzioni, facendola momentaneamente distrarre mentre le sue lunghe dita affusolate lisciavano il morbido pelo rosso del suo inseparabile amico.


Dopo il sogno terribile di due mesi prima, ad Hermione era capitato spesso di ritrovarsi con lo sguardo perso nel vuoto, mentre Grattastinchi miagolava insistentemente ai suoi piedi. Era difficile comprendere per quale motivo il giovane Serpeverde le si fosse manifestato in sogno sotto le sembianze di un lupo bianco. Inizialmente aveva avanzato l'ipotesi che si potesse trattare dell'animale rappresentato sullo stemma della famiglia Malfoy, ma era quasi sicura che i Purosangue utilizzassero simboli ben più nobili e sofisticati per farsi riconoscere. Di conseguenza, aveva accantonato l'idea senza pensarci ulteriormente. La seconda ipotesi era che il Patronus di Draco fosse un lupo bianco, ma da quanto ricordava, il ragazzo non era mai riuscito a produrne uno in pubblico, nemmeno ai G.U.F.O.


Non le restava che arrendersi all'idea che fosse stato solo uno strampalato e orribile incubo.


*


-”Dracooo, tesoro mio! Ho riservato uno scompartimento tutto per noi, anche se sono molto arrabbiata con te. Non hai risposto nemmeno ad una della quaranta lettere che ti ho mandato quest'estate”, trillò una ragazza con il viso ben poco grazioso mentre si sbracciava nella direzione di una testa biondo platino.


Numerose teste si voltarono nella sua direzione, chiedendosi come mai Draco Malfoy non avesse intrattenuto un'educata corrispondenza estiva con quell'oca spennacchiata di Pansy Parkinson. Il silenzio tombale caduto nel corridoio dell'Espresso venne interrotto da uno sbuffo ben poco raffinato da parte di tre ragazzi dall'altro capo del treno: Blaise Zabini, Daphne Greengrass e Draco Malfoy guardarono in tralice la loro compagna di casa, intimandole silenziosamente di smetterla di dare spettacolo.

Ma la civettuola Serpe, celebre per non essere una campionessa d'intuizione, avanzò ancheggiando nel corridoio, scansando malamente alcuni studenti del secondo anno che si trovavano sulla sua traiettoria. Con le braccia adorne di bracciali costosi si accinse ad arpionare l'esile collo dell'amato, che per tutta risposta le riservò uno sguardo assassino allontanandosi bruscamente.


-”Ma insomma, Dracuccio, che ti prende? Devi forse dirmi qualcosa?”, sbottò la scocciatrice, abbandonando ogni tentativo di seduzione per poggiare minacciosamente le mani sui fianchi.


-”Smettila di essere così rompipalle, Parkinson, e lasciaci passare”, ringhiò Zabini, captando l'espressione infuocata del suo migliore amico. Era certo che, se avesse aperto bocca, sarebbe letteralmente esploso.


-”Nessuno ha chiesto il tuo parere, stupido scimmione”, rimbeccò la ragazza, riferendosi ai tratti africani del giovane di colore. Per tutta risposta, le arrivò un ceffone dritto sulla bocca da parte dell'algida bionda che aveva di fronte.


-”Sciacquati quella fogna prima di parlare così al mio futuro marito, Parkinson, o giuro su Salazar che mando un gufo ai tuoi per aggiornarli sui passatempi ben poco signorili ai quali ti dedichi invece di studiare”, sibilò minacciosa incenerendo con lo sguardo la sua compagna di stanza.


-”Non oseresti”, balbettò Pansy indietreggiando inorridita.


-”Tu non mettermi alla prova, e ti assicuro che nessuno si farà male”, decretò sadica la maggiore delle Greengrass.


Alcune risatine sprezzanti si levarono dagli studenti che avevano assistito a quel teatrino, lieti che qualcuno fosse riuscito a rimettere al proprio posto quella detestabile ragazza. Pansy scoccò un'ultima occhiata al veleno al trio, prima di scomparire in un trambusto di tacchi sbattuti con impeto sul pavimento del treno.


-”Avanti voi, lo spettacolo è terminato”, abbaiò Zabini, circondando la fidanzata con un braccio.


Dietro di loro, il rampollo Malfoy se ne stava zitto e impassibile come nessuno si ricordava fosse mai accaduto. Tutta quella messa in scena non aveva fatto altro che destabilizzare ancora di più il suo umore già nero, e non vedeva l'ora di togliersi dai piedi quella massa di curiosi che non accennavano a levargli lo sguardo di dosso. Si sentiva stanco, ridicolizzato e anche parecchio incazzato: se non avesse avuto al suo fianco il suo migliore amico e Daphne, non era sicuro sarebbe riuscito a trattenersi dallo Schiantare quella sanguisuga.


-”Forza Dra, andiamo a cercare uno scompartimento”, borbottarono i due amici, irritati come lui dal fatto di essere ancora al centro dell'attenzione.

Il biondo, con un sospiro di rassegnazione, si avviò stancamente lungo il corridoio sulla scia della giovane coppia.


*


Nello scompartimento scelto da Hermione, quasi in fondo al treno, Ronald ed Harry non facevano che commentare lo spettacolo al quale avevano assistito. Hermione, immersa nella lettura di un voluminoso tomo sugli antichi simboli delle nobili casate d'Inghilterra, cominciava ad infastidirsi. A volte, i suoi amici erano peggio di due anziane pettegole, e le facevano venire mal di testa con le loro chiacchiere vuote.


-”Ma allora la Greengrass e Zabini si sposeranno sul serio! Pensa che pena, Harry, sapere di essere destinati ad una ragazza praticamente dalla nascita”, aveva attaccato Ron, appena si era chiuso la porta dello scompartimento alle spalle.


-”Pensa se anche noi due fossimo vincolati da contratti di matrimonio a due ragazze che detestiamo, o che conosciamo dalla nascita. Probabilmente mi farei uccidere sul serio da Voldemort”, aveva continuato Harry, dando vita ad un dibattito incredibilmente stupido sui matrimoni combinati ai quali tutti i membri delle nobili casate Purosangue erano soggetti.


Hermione aveva preferito non inoltrarsi in quella selva di sciocchezze, preferendo di gran lunga proseguire la sua indagine alla ricerca del lupo bianco, ma ormai erano trascorse due ore abbondanti e i due non accennavano a cambiare argomento. Sospirando irritata, decise di chiudere il libro, dedicando un po' di attenzioni a Grattastinchi che si stava stiracchiando pigramente sul sedile accanto. Il gesto non passò inosservato alle due comari, le quali, approfittando dell'occasione, cercarono di coinvolgere l'amica nella conversazione.


-”Tu, Herm, cosa ne pensi dei matrimoni combinati? Non credi che la Greengrass e Zabini siano dei poveracci, visto che devono sposarsi per forza?”, chiese a bruciapelo Ron, tutto eccitato dalla prospettiva di avere una nuova opinione.


Hermione lo guardò perplessa.


-”Beh, non mi pare che siano così seccati da quella prospettiva. Se non sbaglio, prima Daphne ha difeso a spada tratta il suo ragazzo. Non so se una persona che non prova un forte sentimento per il proprio fidanzato avrebbe avuto la stessa reazione, non credi?”, rispose secca lei, zittendo momentaneamente i due amici che la guardavano con espressione sbalordita.


-”Non starai cercando di dire che anche i Serpeverde sono in grado di amare o anche solo affezionarsi a qualcuno. Insomma, sono... Serpeverde!”, domandò Ron, scioccato da quella rivelazione.


-”Oh, gran bel ragionamento, davvero Ronald. Non mi sarei mai aspettata tanta perspicacia da te: i Serpeverde non amano perché sono Serpeverde. Wow, mi dichiaro colpita!”, rispose lei, fintamente sorpresa.


Harry e Ron si guardarono spiazzati. Da quando la loro amica prendeva le parti dei loro acerrimi nemici? Perché era questo che stava facendo: difendeva l'ipotetico quanto assurdo sentimento che legava i due ragazzi Serpeverde, e difendeva il fatto che anche loro fossero degli umani in grado di provare emozioni. No, Hermione stava decisamente male.


-”Sei sicura di non essere passata dalla parte del nemico, per parlare così?”, le chiese irritato il giovane Weasley, cominciando a scaldarsi.


-”E tu sei sicuro di non aver lasciato la testa alla Tana? Ti ricordo che il Cappello Parlante avrebbe voluto Smistare Harry in Serpeverde, il giorno del nostro arrivo ad Hogwarts. Eppure non mi pare che il sopracitato sia estraneo a sentimenti come affetto e amore. Quindi, come vedi, cadi in contraddizione da solo. A mio parere, non c'è alcun motivo per avercela a morte con dei ragazzi che non ti hanno mai fatto nulla di male”, spiegò calma la Grifondoro, mantenendo a stento la compostezza.


-”Non mi hanno fatto nulla di male? Ti sei dimenticata di Malfoy? E dei cori che mi rivolgevano qualche mese fa durante le partite di Quidditch? E delle spille fatte contro Harry durante il Torneo Tremaghi? Devo poi ricordarti della denuncia fatta l'anno scorso alla Umbridge riguardo all'ES? Mi prendi in giro?”, sbottò Ron scattando in piedi.


-”Innanzitutto, Malfoy è solo quello che ha avuto abbastanza fegato di dire quello che pensava, non solo a noi, ma a tutti. Sinceramente, trovo più ammirevole l'esprimere direttamente la propria opinione, piuttosto che farlo alle spalle di una persona. Secondariamente, i cori non li cantavano che pochi membri di Serpeverde. Le spille le portavano anche diversi studenti di Tassorosso, e se ben ricordi Cedric aveva chiesto loro di non indossarle in pubblico. Devo poi ricordarti come i genitori dei Serpeverde membri della Squadra d'Inquisizione avessero minacciato i figli nel caso in cui non avessero svolto in maniera ineccepibile il loro dovere? Non credo che tu, al loro posto, avresti disobbedito a Molly ed Arthur, o sbaglio, Ron? Non penso ci sia altro da aggiungere”, sentenziò facendo impallidire l'amico, che tornò a sedersi.


-”Devo dire che questa volta hai ragione, Herm. Scusa se per un attimo ho pensato che fossi uscita di senno”, mormorò Harry con aria colpevole.


-”Non preoccuparti, Harry, alla fine avrei dovuto aspettarmi delle reazioni del genere. Con permesso”, rispose secca Hermione, aprendo la porta dello scompartimento e sparendo in direzione dei bagni.


*


-”Non posso credere che l'abbiate detto sul serio”, bofonchiò sorpreso Draco, una volta che si riscosse dal pesante sonno nel quale era sprofondato dopo essersi accomodato sui morbidi sedili dello scompartimento.


-”Detto cosa? Che ci sposiamo? Almeno le pettegole la smetteranno di sentenziare se io e Blaise convoleremo a nozze o se è solo una storiella di poco conto”, ridacchiò Daphne stringendo il braccio al fidanzato, che sorrise radioso in sua direzione.


-”Storiella di poco conto? Ma se nemmeno i miei genitori stanno insieme da tanto!”, rise Draco, sinceramente divertito dal fatto che ad Hogwarts ci fosse ancora gente che pensava che la storia più longeva nata sotto il tetto della scuola fosse una storia di poco conto. Erano quasi cinque anni che i due ragazzi erano fidanzati.


Blaise e Daphne cominciarono a ridere, contenti che finalmente il loro amico avesse deciso di sorridere per la prima volta durante la giornata. Com'era venuto, però, quel sorriso di spense come una fiammella in un'umida notte autunnale. L'espressione di Draco tornò mesta e angosciata, mentre i freddi occhi grigi si perdevano nella contemplazione delle assolate campagne inglesi.

Si sentiva sporco e indegno di stare ancora con i suoi amici, dopo ciò che aveva subìto. Si sentiva smascherato, perché aveva intuito che Blaise sospettava qualcosa. Glielo leggeva negli occhi, e la sua era una muta richiesta di sfogarsi con lui una volta arrivati alla loro Sala Comune. Ma Draco non era pronto, e non se la sentiva di caricare il suo migliore amico di un fardello simile.


Non voleva che Blaise si vergognasse di lui.


Non voleva che Blaise si vergognasse di avere per amico un Mangiamorte.


Resosi conto dello sguardo inquisitore delle due figure che gli stavano sedute di fronte, si alzò con lentezza dichiarando di volersi dare una rinfrescata. Richiuse silenziosamente la porta alle sue spalle, e in quel momento incontrò due occhi color nocciola che sembrarono volergli leggere l'anima.


Non riuscirò mai a nasconderlo a lei, si disse mentre avanzava tenendo gli occhi fissi in quelli di Hermione, che si era bloccata in mezzo al corridoio quasi a volerlo aspettare.


Perché sei sicuro che, pur non essendo mai stata a stretto contatto con te, lei non si vergognerebbe mai del vero Draco, qualunque sia la sua natura, gli suggerì una voce dentro la testa, leggermente più profonda e gutturale della sua, che a Draco ricordò terribilmente una voce che aveva già sentito.


Due mesi prima, quando si era risvegliato urlante disteso sul pavimento.

La voce del lupo bianco.

   
 
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