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Autore: sangueoro    01/05/2017    2 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niklaus girava in tondo nel paddock sotto l’occhio vigile della mamma, si vedeva che aveva voglia di correre ma non aveva lo spazio per farlo.

Il puledrino era ancora troppo piccolo per stare nel recinto più grande insieme agli altri cavalli, ma l’ambiente dove lo avevano sistemato era proprio minuscolo! 

Per questo alcuni operai ne stavano costruendone un altro lì vicino e Oliver stava dando loro una mano.

Hope era seduta sulla staccionata e guardava quel cavallino scalpitante.

Era cresciuto e diventava ogni giorno più bello e più irrequieto, zia Rebekah scherzando sosteneva che avevano fatto un grave errore a dargli “quel” nome.

Per la ragazzina invece era di conforto, era felice di averlo suggerito e pensava che fosse perfetto per lui!

Il mantello di Niklaus era di un giallo dorato, la coda e la criniera sembravano fili di platino e aveva una stella bianca sulla fronte che sembrava sempre un po' aggrottata, i suoi occhioni castani erano sempre guardinghi e non si faceva avvicinare facilmente.

Il veterinario aveva raccomandato di accarezzarlo ogni giorno, di toccarlo cominciando dal collo, il muso e la schiena, poi con il tempo anche i punti più sensibili come la pancia le gambe e le orecchie ma senza mai farlo sentire costretto o imprigionato, aveva anche consigliato di portare una spazzola con le setole morbide e accarezzare il piccolo con quella, così da poterlo iniziare a spazzolare sul serio quando fosse un po' cresciuto.

Ma Niklaus non ne voleva proprio sapere, li guardava e con fare minaccioso cercava di mordere! 

In effetti assomigliava molto al suo papà!

Josie e Lizzie non volevano ammetterlo ma avevano un po' paura e anche Felicity era molto cauta nell’avvicinarsi, ma Hope non aveva mollato, fissandolo tendeva la mano con calma e pazienza aspettando che fosse lui ad avvicinarsi, cosa che oramai Niklaus faceva quasi subito.

Fu così che la vide, una piccola ferita sotto il collo.

Aveva visto Oliver che da qualche giorno, dopo averlo accarezzato, gli avvicinava una cavezza, il veterinario aveva detto di iniziare a fargliela annusare e mangiucchiare….era ancora troppo presto per mettergliela, ma era necessario che imparasse a non temerla.

“Qualcosa deve essere andato storto!” pensò la ragazzina con un sorriso, orgogliosa del suo ribelle amico a quattro zampe.

Si guardò un po' intorno, per accertarsi che non ci fosse nessuno, poi portò le sue mani in avanti verso il collo del puledro senza sfiorarlo e… la piccola lesione era scomparsa.

Il suo Niklaus doveva essere perfetto! Su quel bellissimo mantello non ci doveva essere neanche un graffio!

Quando arrivarono Bonnie e il dottor Shepherd, trovarono Hope seduta sulla staccionata con Niklaus che spingeva il musetto contro la sua pancia.

«Ciao tesoro! Sapevamo di trovarti qui!» la salutò Miss Bennet.

«Cercavo proprio te!» fece il veterinario «Mia cara signorinella! Non vi avevo detto di non dare nulla a Niklaus? Ancora non può mangiare “frutta” sai per caso chi gli ha portato delle mele?»

“Una mela al giorno toglie il medico di torno” pensò beffarda Hope… ma con un aria innocente disse «Ci scusi… pensavamo che una mela non fosse grave, mangia anche l’erba!»

«Ancora non è il momento» rispose sorridendo il dottor Shepherd «ti prometto che quando si potrà iniziare lo svezzamento, la prima mela la mangerà dalla tua mano» concluse facendole l’occhiolino.

«Hope, Miss Young ti sta aspettando, ha delle cose da dirvi» le comunicò Bonnie «e poi devi prepararti per andare in città» concluse con un sorriso.

Nel pomeriggio dovevano andare al negozio della signora Tanner a prendere le misure per l’abito da damigella, era la prima volta che Hope partecipava ad un matrimonio e non stava più nella pelle.

«Ok Miss Bennet… ciao Niklaus! Arrivederci dottor Shepherd» esclamò Hope mentre correva via, la ragazzina non aveva notato che il veterinario non la stava ascoltando, troppo preso ad esaminare il puledro, poi disse qualcosa a Bonnie che subito chiamò Oliver.

 

“Oh mio Dio” pensò Hope entrando nel negozio di abiti da sposa, si guardava intorno meravigliata con un sorriso stampato in faccia, strinse la mano di Felicity che le sorrise di rimando, Josie e Lizzie stavano già toccando stoffe e tulle.

«Sul bancone c’è una ciotola con caramelle e cioccolatini» disse Mrs Tanner «a quale signorina prendiamo le misure per prima?» chiese poi aprendo la porta che dava sul salottino delle prove.

«Vai tu Hope» decise Bonnie «Elena… l’accompagni? Devo far vedere una cosa a Rebekah, arriviamo subito» disse poi trattenendo anche Caroline. «Ragazze, andate anche voi con zia Elena» fece rivolta alle gemelle.

«Possibilmente senza portarvi i cioccolatini!» si raccomandò la madre.

Bonnie aspettò di rimanere sola con Rebekah e Caroline, poi iniziò a parlare.

«Devo dirvi una cosa un po' strana, ieri Niklaus per sfuggire a Oliver si è graffiato il collo andando a sbattere su un’asse scheggiata della staccionata, Mark… il dottor Shepherd… oggi è venuto a visitarlo, anche se ci aveva già rassicurato per telefono».

«Molto zelante questo veterinario…» la prese in giro Caroline, ricevendo un’occhiataccia dall’amica.

«In ogni caso» continuò Bonnie «quando lo ha controllato, Niklaus non aveva nulla, neanche un graffietto… abbiamo chiamato Oliver che un’ora prima era andato a cambiare l’acqua e a far mangiare la mamma....

ci ha assicurato che la lesione c’era… abbiamo trovato Hope con il puledro, quando siamo arrivati».

Rebekah annuì, non sapendo cosa dire.

«Hope è in grado di rigenerare i tessuti?» chiese allora Bonnie.

«Si… lo ha già fatto altre volte»

«E’ stupefacente … » affermò Bonnie «mi sono resa conto di non avere idea dei poteri che ha quella bambina» rifletté.

«Nessuno ce l’ha…» rispose Rebekah.

«In che senso» si intromise Caroline.

«Non sappiamo cosa è in grado di fare Hope… onestamente non siamo in grado neanche di dire cosa è esattamente» replicò titubante l’Originale.

Bonnie e Caroline la guardarono perplesse, così Rebekah si spiegò meglio.

«Hope è figlia di due licantropi, ha di sicuro il gene…ma come si attiva? In maniera normale? Se provoca la morte di qualcuno diventerà un lupo mannaro? E in quel caso perderebbe i suoi poteri magici? Non lo sappiamo.

Sappiamo per certo che il suo sangue trasforma i licantropi in Ibridi, Hayley è morta mentre stava partorendo e poi si è trasformata… è lei stessa un ibrido? Non lo sappiamo… ma sappiamo che anche il suo sangue rigenera i tessuti, come se fosse un vampiro…

E’ la nipote della strega Originale, mia madre… colei che ha creato i vampiri, ma mia madre era meno potente di sua sorella, perché i poteri più forti ce li hanno le primogenite…»

«E Hope è una primogenita…» la interruppe Caroline con un sussurro, portandosi le mani sul volto.

«Esatto… » confermò Rebekah con lo stesso tono «poteri sempre più forti, mia sorella Freya è più potente di mia zia… Hope quindi…»

«Dovrebbe essere più dotata di Freya» concluse Bonnie.

«Ma non sappiamo esattamente quanto» annuì l’Originale «per sviluppare appieno i suoi poteri e comprenderli deve essere istruita da un’altra primogenita, mia zia lo ha fatto con mia sorella… Freya doveva farlo con Hope, ma era necessario allontanarla da New Orleans… mi spiace, vi chiedo scusa se non vi abbiamo spiegato tutto dal primo momento, ma davvero non avrei saputo cosa dirvi…»

Bonnie mise una mano sul braccio di Rebekah e annuì.

Anche Caroline stava per fare la stessa cosa, ma guardando fuori dalla vetrina si bloccò.

«Che c’è?»

«Niente… è che mi pareva… no niente…» rispose Caroline un po' scossa «andiamo di là, le ragazze ci aspettano, stasera parleremo con Alaric dobbiamo fare qualche ricerca, ma la situazione è sotto controllo Rebekah» disse rivolgendosi all’amica «Hope voleva solo guarire Niklaus… sappiamo tutti quanto si sia affezionata a quel puledro».

 

Il resto del pomeriggio lo passarono nel salottino prova di Mrs Tanner a discutere di colori e modelli, alla fine la Wedding Planner ebbe la meglio sulla sposa.

Hope guardava Caroline con ammirazione, non aveva avuto il minimo dubbio che l’avrebbe spuntata.

Care non mollava mai, aveva quel modo di fare tipico dei leader, di imporre la propria opinione senza dare l’impressione di prevaricare, e infatti Elena era tranquilla e sorridente, pienamente convinta delle scelte che avevano fatto.

Elena aveva pensato che le damigelle dovessero essere vestite tutte uguali, ed aveva scelto un modello molto semplice che le faceva sembrare delle bamboline, Caroline non era d’accordo, le ragazze avevano età e fisici diversi, Felicity avrebbe “compiuto“ 14 anni tra qualche giorno… non potevano vestirla come le gemelle! E Hope non poteva vestirsi né come Felicity, né come Lizzie e Josie.

Servivano tre modelli diversi ma simili.

«Dobbiamo creare una sorta di evoluzione degli abiti! Da bambina a adulta, una storia! Che deve comprendere anche i vestiti delle damigelle grandi, fino ad arrivare a quello della sposa… una cosa organica e progressiva». 

Hope sghignazzava pensando al modo con il quale Caroline aveva imposto le sue idee, rise apertamente ricordando la reazione di Elena che tutta soddisfatta aveva dato ragione all’amica esclamando «Bella idea! Mi piace».

Stessa cosa era successa con il colore, Elena adorava quel giallino pastello e sembrava irremovibile! E infatti avevano scelto un’organza in pura seta color verde Tiffany!

“Caroline è diabolica!” decise Hope accarezzando la stoffa, le piaceva da morire quel colore “e i miei capelli sembrano meno rossi!” constatò soddisfatta.

 

Hope era euforica, il modello che Caroline aveva scelto per lei era bellissimo.

Quando arrivarono a casa scese dalla macchina tutta allegra e sorridente, non pensava che la giornata stesse per migliorare ulteriormente, quando entrò dal portone principale che dava sul salotto, vide il Professor Saltzman che seduto sul divano beveva e conversava con un uomo, poi i due si girarono verso di loro.

«VINCENT» urlò sua zia andandogli incontro.

Lo stregone si alzò e abbracciò Rebekah, poi la lasciò andare e sorrise a Hope che lo guardava incredula, la ragazzina le corse incontro e lui la sollevò da terra stringendola forte «Mi sei mancata peste!» 

«Anche tu mi sei mancato Vincent! » le rispose Hope «Come stanno mamma e papà?»

«Stanno tutti bene… e ho qualcosa per te» rispose l’uomo indicando con un cenno del capo una borsa che era appoggiata sul divano.

Hope non riusciva a credere che lui fosse lì, si sentiva anche un po' in colpa, in quelle settimane era stata così coinvolta con la scuola e le nuove amicizie, che New Orleans le sembrava lontanissima, non che non le mancasse casa sua, i suoi genitori, i suoi zii e la sua vita, ma era felice a Mystic Falls.

Vincent l’aveva rimessa a terra ma continuava a stringerla sul suo fianco mentre zia Rebekah faceva le presentazioni.

«Finalmente ci conosciamo Caroline» stava dicendo lo stregone stringendo la mano alla vampira. 

«Miss Bennet… è un onore mi creda»

«Bonnie… » lo corresse la strega «e credo proprio che sia il caso di darci del tu»

«Certamente… » rispose Vincent guardandola affascinato «è che non è da tutti i giorni incontrare una Bennet e poi ho sentito tante storie su di te, Klaus ti ammira molto… e credo che ti temi, il che è interessante».

«Ne sono lusingata!» ribatté ridendo Bonnie «In ogni caso, neanche conoscere il Reggente delle congreghe di New Orleans è cosa da poco!»

La strega e lo stregone si guardarono per un lungo attimo continuando a stringersi la mano.

«Piacere Vincent, io sono Elena» esclamò la ragazza allungando la mano, divertita dalla situazione.

«Piacere mio, ho sentito parlare anche di te… mi sembra di conoscervi tutti a dire il vero» constatò Vincent sorridendo.

Hope si stupiva sempre nello scoprire che la sua famiglia e quelle persone che erano appena entrate nella sua vita, sembravano legate da vicende passate.

Forse era quello il motivo che la faceva sentire come se fosse a casa… un giorno gli avrebbe chiesto di raccontarle le loro avventure!

«Hope, mi presenti le tue amiche?» chiese Vincent.

«Certo! Lei è Felicity, la mia compagna di stanza e loro sono Lizzie e Josie»

«Tu sei uno stregone?» chiese Lizzie «Sei bravo?» domandò Josie.

«Sai, abbiamo dei compagni maschi…» continuò Lizzie «ma sono delle schiappe con la magia! Noi femmine siamo più brave! Vero Hope?» concluse Josie.

Hope era divertita, adorava il modo di terminarsi le frasi a vicenda di quelle due! «No, lui è molto bravo» disse «ma in effetti mia zia Freya è più brava» aggiunse impertinente.

«Lo è anche zia Bonnie…» sentenziò Lizzie «sicuramente!» rincarò Josie guardandolo scettica.

Vincent le guardava divertito, sentendosi sotto esame, «Diciamo che me la cavo, ma ammetto di non essere bravo come le vostre zie»

«Lo sapevo!» asserì Josie «le Streghe battono sempre gli Stregoni!» proclamò Lizzie.

«Ragazze!» le riprese Alaric .

«Vincent… » intervenne Caroline «forse vorrai rinfrescarti prima di cena»

«In effetti sono un po' stanco, sono di ritorno da un incontro per discutere di problemi legati ad una delle nostre congreghe, diciamo che Mystic Falls non era esattamente di strada, ma avevo bisogno di salutare Rebekah e Hope, inoltre l’avevo promesso a Klaus e Hayley, sono passato direttamente qui, senza neanche fermarmi in albergo…»

«Quale albergo? » lo interruppe Caroline «non se ne parla proprio! Sarai nostro ospite per tutto il tempo che lo desideri»

«Riparto domani nel primo pomeriggio, sei molto gentile Caroline… ma ho già la prenotazione»

«Insisto! Le prenotazioni si cancellano e poi così passerai anche più tempo con Hope»

«Dai Vincent! Rimani qui…» lo pregò la ragazzina.

«Va bene…» cedette.

Bonnie nel frattempo si era allontanata un po' per leggere e rispondere ad un messaggio sul cellulare, sembrava un po' preoccupata.

Caroline si rivolse alle ragazze «Che ne dite di far conoscere Niklaus a Vincent? Manca ancora un po' per la cena»

«Chi devo conoscere?» chiese lo stregone tra il divertito e il perplesso.

«E’ un piccolo puledro» rispose Hope «è nato la sera che io e zia siamo arrivate qui… il nome l’ho scelto io» concluse arrossendo un po’.

Vincent la guardava con tenerezza «Allora me lo devi proprio far vedere! Andiamo… fammi strada».

Si incamminarono tutti verso le scuderie, le ragazze come loro solito iniziarono a correre, Vincent e Rebekah le seguivano passeggiando e chiacchierando tranquillamente.

Bonnie era rimasta un po' indietro con Elena, Caroline ed Alaric, «Ho ricevuto un messaggio dal dottor Shepherd, non riesce proprio a capire cosa sia successo con Niklaus, dobbiamo fare qualcosa…» disse fermandosi.

Caroline spiegò ad Alaric e a Elena la situazione, anche Vincent e Rebekah che erano tornati indietro l’ascoltarono.

«Non possiamo dire che è stata Hope» intervenne la vampira Originale «ma in questa scuola non mancano certo le streghe, possiamo sempre dire che è stata un’alunna preoccupata per la salute di Niklaus, oppure che io o Caroline gli abbiamo dato un po' del nostro sangue…»

«Sei impazzita?» sbottò Bonnie «Mark … non sa nulla…»

«Ma non ci esci insieme?» le chiese Rebekah.

«Non è esattamente la cosa che ti viene da raccontare durante i primi appuntamenti!»

«Ma se ci esci da oltre un mese!… Neanche il fatto che sei una strega e che questa è una scuola speciale, è una cosa che puoi nascondere in eterno!… A questo punto l’unica soluzione è soggiogarlo e fargli dimenticare che Niklaus si era ferito» concluse pratica Rebekah.

«Concordo» disse Elena.

Vincent guardava in silenzio Bonnie, che sembrava molto turbata.

«Forse sarebbe meglio soggiogare anche Oliver» intervenne Alaric.

«No, Oliver no… a lui diremo la verità» replicò risoluta Rebekah.

«Che verità?» chiese il diretto interessato che stava sopraggiungendo alle loro spalle.

Tutti si girarono un po' sorpresi, mentre Oliver mise un braccio intorno alle spalle di Rebekah e le schioccò un sonoro bacio sulla tempia.

«Vincent, lui è Oliver ed è il fratello di Felicity» fece le presentazioni l’Originale.

«...e sono lo stalliere, il giardiniere e il contadino di questo posto » scherzò il ragazzo tendendo la mano «Che è successo Becca? Che devo sapere?»

«E’ stata Hope a guarire Niklaus» rispose diretta Rebekah, sotto lo sguardo sbigottito di tutti i presenti.

«Ah…. beh... allora dovrei dirle che quel pazzo furioso ha sbattuto anche a me contro la staccionata, ho la spalla tutta ammaccata» replicò Oliver per nulla turbato dalla rivelazione.

«Se vuoi ci penso io» propose Rebekah allegra.

«No grazie… vorrei evitare di dovermi preoccupare di non morire per le prossime 24 ore!» Scherzò il ragazzo «Devo preoccuparmi anche per Niklaus? Un cavallo può diventare un vampiro?» chiese semiserio.

«Niente sangue, Hope ha usato la magia… » scoppiò a ridere la ragazza, prendendolo sottobraccio ricominciando a camminare.

Gli altri seguirono lo scambio di battute a bocca aperta, ma il più sconvolto di tutti era Vincent, che non aveva mai visto la sua amica così spontanea e disinvolta.

«Ci si può fidare di quel ragazzo?» chiese sottovoce a Bonnie.

«Assolutamente si, Oliver è una bellissima persona… ma ti giuro che sono scioccata quanto te, non pensavo che Rebekah intendesse proprio tutta la verità!» sussurrò la strega.

«Mi sono persa qualcosa?… Quei due?» bisbigliò Elena.

Caroline rispose con un’alzata di spalle allargando le braccia.

«NON C’E’ NIENTE TRA ME ED OLIVER! E POI LUI HA UNA COTTA PER APRIL» urlò Rebekah per farsi sentire, visto che erano parecchio avanti.

«METTI PURE I MANIFESTI BECCA, FORSE QUALCUNO NON TI HA SENTITO!» urlo’ a sua volta sarcastico Oliver.

«Prega che non ti abbia sentito Felicity! Ti lascio senza cena per una settimana!» le sussurrò beffardo.

«Provaci» lo sfidò Rebekah.

«Grrr!!! Aggressiva… mi piace!» la canzonò.

 

Arrivati alle stalle, Vincent conobbe Niklaus che come suo solito, non si fece avvicinare dallo sconosciuto e provò a morderlo.

«Esattamente come il primo incontro tra me e il suo omonimo!» fu il commento dello stregone tra l’ilarità generale.

«Sono proprio curioso di conoscerlo questo tuo terribile fratello!» disse Oliver a Rebekah.

«Non ti conviene» intervenne Hope «se papà sapesse che fai finta di corteggiare zia per far ingelosire Miss Young, ti uccide».

«Miss Young sembra sempre arrabbiata!» commentò Lizzie «Non ride mai!» rincarò Josie.

Felicity con le braccia incrociate squadrava il fratello interrogativa.

Oliver cercò lo sguardo di Rebekah e si abbottonò il colletto della camicia con un gesto plateale, poi rivolto alle ragazze «Io non corteggio nessuno, né April… tantomeno questa pazza qui» disse indicando con il capo la vampira originale.

«Peccato… a me piace Miss Young» disse Felicity ironica.

«Mia zia è mille volte più bella» fece risentita Hope.

«Molto più bella» concordarono in coro le gemelle.

«E poi non è vero che non ride mai… ride quando vede lo sceriffo» affermò Hope con uno sguardo di chi la sa lunga.

«Ma zio Matt è innamorato di tua zia!» esclamò Lizzie «Molto innamorato» fece Josie con uno sguardo sognante.

«Non credo che a papà piacerebbe lo sceriffo come fidanzato di zia» rifletté Hope «anche se a papà non piace nessun fidanzato di zia… quando siamo partite, le ha detto di stare lontana dal quarterback… voi sapete cosa è un quarterback?» chiese alle amiche.

«E’ uno che gioca a football» intervenne Alaric sghignazzando 

Caroline, Bonnie e Elena stavano cercando in tutti i modi di mantenersi serie, ma quando Hope disse che la scuola non ce l’aveva un squadra di football, scoppiarono a ridere.

«Quando avete finito di organizzare matrimoni, anche perché ho già il mio bel da fare con quello di Elena, possiamo tornare a casa per la cena» fece Caroline tra una risata e l’altra «Vincent, preferisci cenare solo tra di noi, o vuoi conoscere i nostri studenti e cenare tutti insieme alla mensa?» chiese.

«Assolutamente la cena con i futuri stregoni! Devo dargli qualche consiglio su come mettere quelle streghette al loro posto!» rispose Vincent allegro.

Le quattro ragazzine si avviarono continuando a discutere tra di loro, seguite dagli adulti che le guardavano divertiti.

«Chi sarebbe il quarterback?» chiese Oliver sottovoce a Rebekah.

«Matt… » rispose Rebekah con un sorriso.

«Lo devo proprio conoscere tuo fratello… ho la sensazione che ci andrei d’accordo»

 

Passarono una bella serata, la cena fu allegra e spensierata.

Vincent si divertì molto con i ragazzi, Rebekah gli aveva raccontato dei tre alunni che venivano da New Orleans, così Hope e lei fecero finta di non conoscerlo, la recita di Hope fu esilarante, era un attrice nata!

Vincent sedette accanto a Bonnie tutta la sera e continuarono a chiacchierare anche una volta tornati nel salotto, la ragazza era rilassata, non le accadeva spesso di poter parlare tranquillamente di incantesimi e grimori con uomo piacevole e gentile che sapeva comprenderla, non mentire per nascondere la sua natura fu un toccasana per lei.

Il giorno dopo Vincent ripartì e a Hope occorsero un paio di giorni per riprendersi, la visita dello stregone le aveva fatto venire nostalgia di casa.

Vincent le aveva portato delle lettere dei suoi genitori e dei suoi zii, lei aveva risposto a tutti.

Prima di andare via le aveva dato anche una scatola di puzzle da 5000 pezzi, riproduceva una strada di New Orleans durante la sfilata del Mardì Gras, la ragazzina andò subito nella sua stanza per iniziare a dividere i colori, adorava fare i puzzle … ma l’aiutava sempre il suo papà.

Le veniva un po' il magone al pensiero di doverlo fare da sola, quando aprì la scatola insieme a tutti i pezzettini colorati trovò una scatolina, dentro c'era un ciondolo a forma di cuore, ma era bucato… al centro c’era la sagoma mancante di un pezzettino di puzzle.

Non resistette più e cominciò a piangere, quasi non si accorse che qualcuno aveva bussato e poi non avendo ricevuto risposta era entrato.

Si lasciò abbracciare e affondò il viso tra i profumati capelli biondi, rimasero in silenzio, poi quando riuscì a smettere di piangere le mostrò il ciondolo, Caroline le sganciò la catenina che portava al collo e lo infilò accanto a quello che zia Freya le aveva dato per impedire l’incantesimi di localizzazione.

«Ho sempre amato fare i puzzle» disse la vampira con un tono allegro «ma ognuno ha il suo sistema, come intendi procedere?»

«Prima suddivido i colori…»

«Ci occorrano delle bustine allora… »

«Poi serve una tavola…»

«Chiederò a Jeremy di costruircela»

Un enorme sorriso si aprì sul viso della ragazzina, mentre guardava Caroline studiare la figura sul coperchio della scatola.

 

I primi giorni dopo la partenza di Vincent furono duri, ma poi Hope ricominciò con la sua routine, la scuola, i compiti, le sue amiche e le visite a Niklaus che cresceva a vista d’occhio.

Avevano festeggiato il compleanno di Felicity, mangiando una spettacolare torta al cioccolato e lamponi!

Le settimane passavano veloci e il puzzle si stava pian piano completando, non avevano a disposizione tanto tempo libero per farlo, ma quei momenti con Caroline le piacevano molto.

La primavera era alle porte e il clima si stava facendo più mite, a Hope piaceva molto passeggiare per il parco, si guardava intorno e pensava a come le sarebbe piaciuto dipingere quel paesaggio con il suo papà.

Un giorno vide Oliver che stava uscendo dal bosco, era stranamente serio e sembrava spaesato, le piaceva molto il fratello di Felicity ed era contenta che fosse diventato così amico di sua zia.

La giovane streghetta aveva dovuto accantonare i suoi propositi di farli fidanzare, perché era proprio evidente che il ragazzo fosse innamorato della signorina Young!

Hope non riusciva a capire come fosse possibile che un uomo così solare e divertente fosse innamorato di una ragazza così seria e riservata! 

Ma si era dovuta arrendere, anche perché sua zia aiutava Oliver a conquistarla, si divertiva un mondo a inventarsi stratagemmi e situazioni per farli incontrare e poi lasciarli da soli! Alcune volte sembrava più bambina di lei!

«Oliver… » lo chiamò avvicinandosi.

«Ciao Hope… » le rispose il ragazzo un po' sorpreso, come se l’avesse vista solo in quel momento, eppure a Hope era sembrato che stesse guardando nella sua direzione, mentre usciva dal bosco.

«Che fai?» le chiese la ragazzina.

«Se devo essere sincero, non mi ricordo cosa dovevo fare… avevo un paio di piante da potare, credo…»

«Ah… l’amore…» sospirò la ragazzina prendendolo in giro.

Oliver scoppiò a ridere, una risata aperta e solare… era bellissimo quando rideva, pensò Hope… peccato che fosse troppo piccola per lui! 

Se zia non lo voleva quando sarebbe diventata più grande se lo sposava lei Oliver! 

Tornarono verso casa insieme, con Oliver che le faceva degli scherzi e la rincorreva.

Anche lui sembrava più ragazzino di lei… 

“Lui e zia sono perfetti insieme… dannazione!” si ritrovò a pensare Hope. Arrivati alla scuola intravide la signorina Young che li guardava con un timido sorriso… “Quando serve uno sceriffo non c’è mai!“ pensò imbronciata.

 

Con l’arrivo della primavera era arrivato anche lo Spring break, gli studenti per una settimana erano tornati a casa dalle loro famiglie, Rebekah e Hope erano rimaste ovviamente, lo stesso dicasi per Oliver e Felicity.

Anche Miss Young era andata a trovare i parenti, così Caroline aveva sistemato una stanza dell’area privata della casa con quattro letti, proprio tra la sua e quella di Rebekah.

Non era come tornare a New Orleans, ma ad Hope stava piacendo questa “vacanza”.

Erano tornati anche Elena e Damon, con quest’ultimo i rapporti erano cambiati, Hope fingeva di detestarlo ancora, ma l’uomo aveva ragione quando aveva predetto che lo avrebbe amato… era impossibile non farlo, quell’uomo era una forza della natura!

Due giorni prima erano andati tutti a Virginia Beach, Felicity all’inizio era un po' triste ma alla fine si erano divertiti sulla spiaggia.

Hope conosceva la storia di Felicity, la sua amica si era confidata un paio di settimane dopo che la streghetta e la zia erano arrivate a Mystic Falls.

La ragazza aveva raccontato a Hope della sua famiglia e del perché avevano lasciato l’Irlanda, del lavoro del fratello e dell’incidente, ma Hope aveva avuto la sensazione che non sapesse spiegare bene il perché e il come fosse diventata una vampira.

Hope sapeva come si diventava vampiri, sua madre dopo molte insistenze aveva ottenuto che suo padre e i suoi zii glielo spiegassero, ne erano venute fuori delle vere e proprie lezioni, e nonostante il tema trattato, erano state divertenti… Zio Kol riusciva a farla ridere sempre!

La sera prima avevano finalmente finito il puzzle, il momento dell’incastro dell’ultimo pezzo era stato solenne e Caroline l’aveva immortalato con il cellulare, poi aveva preso la tavola e se l’era portata nella sua camera, per non correre il rischio che le figlie lo facessero cadere, Jeremy aveva promesso di incollarlo e incorniciarlo il prima possibile e Hope non vedeva l’ora di appenderlo nella sua stanza.

Quel giorno sua zia, Elena, Caroline e Bonnie avevano programmato una rilassante giornata alla Spa, Felicity invece doveva andare con suo fratello a fare un po' di shopping, avevano invitato anche Hope ma lei aveva pensato di lasciarli un po' da soli.

La ragazzina per un po' aveva giocato a baseball con le gemelle, Alaric, Damon e Jeremy, ma si stava annoiando

«Vado a salutare Felicity, prima che esca» annunciò allontanandosi «E poi vado a disegnare un po’» aggiunse.

Entrando in casa Hope salutò l’amica che stava aspettando il fratello seduta sul divano, poi salì le scale che portavano al piano superiore.

Oliver stava uscendo dalla camera di Alaric, aveva di nuovo quello sguardo perso, lo chiamò e lui sembrò come risvegliarsi.

«Stavo cercando Felicity…»

«Ma quella è la stanza di Alaric! Ti sei sbagliato…» lo prese in giro Hope.

«E già… » rispose Oliver un po' stranito, in mano aveva un libro nero e lo guardava come se non sapesse cosa fosse, quindi lo appoggiò su una mensola lì vicino.

«Felicity ti sta aspettando in soggiorno» le comunicò Hope che lo guardava un po' preoccupata.

«Bene… ci vediamo più tardi Hope»

«Ciao Oliver…»

“Ma cosa ha?” si domandò la ragazzina guardandolo mentre scendeva.

Hope stava passando davanti alla stanza di Caroline, la porta era socchiusa, curiosa sbirciò dentro.

La camera era bellissima e il letto sembrava quello di una principessa, il suo puzzle era appoggiato sulla scrivania, non resistette alla voglia di andare a guardarlo, il tratto della strada raffigurato sembrava proprio lo stesso che si vedeva dal terrazzino della loro casa.

Lo stava toccando quando sentì un rumore, sobbalzò un po' e nel farlo fece cadere qualche pezzo di uno degli angoli, andò a vedere se c’era qualcuno fuori dalla stanza, ma non vide nessuno, quindi rientrò per risistemare il danno.

Ne manca uno!“ si disse mentre carponi lo stava cercando, lo trovò ai piedi del letto davanti ad un mobiletto basso con sopra un cuscino uguale alla testiera del letto, mentre ci si appoggiava per alzarsi il cuscino si spostò e lei vide delle cerniere.

“Si apre!” pensò… “sembra un nascondiglio segreto”.

Rimise l’ultimo pezzo al puzzle e troppo curiosa alzò il ripiano di quello strano mobile.

C’erano tante cose dentro, ma appoggiata sopra a tutto c’era una lettera, sulla busta, identica ad una che le aveva portato Vincent, c’era scritto “Caroline”.

Avrebbe riconosciuto quella scrittura tra mille… l’aprì e cominciò a leggerla

“Dearest Caroline, 

non so nemmeno come iniziare questa lettera, come ringraziarti per quello che stai facendo per Hope, non esiste un modo per farlo. 

Mia figlia è tutta la mia vita e il solo pensiero che le possa succedere qualcosa mi fa impazzire, mai avrei pensato di dovermi separare di nuovo da lei, non dopo quei cinque anni d’inferno e mai l’avrei fatto.
Solo la certezza che te ne saresti occupata tu mi ha dato il coraggio di farle lasciare la nostra casa, solo la consapevolezza che con te sarebbe stata al sicuro, che l’avresti protetta da tutto come avrei fatto io. 

Tu sai cosa significa crescere una figlia come Hope, conosci la paura che il loro essere speciali le possa mettere sempre in pericolo.

Sembra incredibile che io ti possa scrivere queste parole, un ibrido che parla con una vampira dei loro figli, è un miracolo Caroline, ma non è un caso che questo sia accaduto a noi due, te l’ho detto… noi due siamo simili, Love.

Prima o poi potrò ringraziarti di persona, me lo sento…

e aspetterò… ti ho detto più volte anche questo…

However long it takes

Yours

Klaus

 

Hope era turbata, non tanto per quello che il padre aveva scritto di lei, sapeva quanto le voleva bene e sapeva anche quanto fosse preoccupato, glielo aveva detto centinaia di volte, era il resto… il fatto che lo avesse scritto a Caroline, era il fatto che sembrava ammirarla molto… era il fatto che sembrava conoscerla molto bene…

Ce ne era un’altra di lettera, iniziava e finiva con le stesse frasi, notò…

Era una lettera con la quale il padre si complimentava per un progetto di Caroline e dove la pregava di accettare un suo contributo…

“Papà ha aiutato Caroline a fare la scuola?” si domandò.

Ma la sua attenzione era tutta rivolta alle altre cose che erano nel mobile.

C’era un abito ben ripiegato, lo sollevò e vide cadere una busta di plastica trasparente, dentro c’erano una stola argentata e dei guanti in raso bianco, il vestito aveva il corpetto ricamato, ed era di tante sfumature di azzurro e grigio… era semplicemente stupendo, ma mai come il secondo abito che trovò.

Era bianco ed era tutto quanto ricamato, sembrava il vestito di una principessa, non aveva mai visto un abito così bello, anche questo era piegato insieme ad una bustina trasparente, ma molto più piccola dell’altra e al suo interno c’erano delle forcine con perle e brillantini.

Un terzo abito era stranissimo, era rosso e violetto, con delle balze ed era corto, nella busta trasparente che l’accompagnava c’erano altri guanti ma più lunghi di quegli altri… un lunga collana di perle e un pettinino con delle piume rosa scuro e viola.

“Halloween?” si chiese la ragazzina.

Si guardò intorno e vide che era circondata dagli abiti che aveva tirato fuori, sapeva che non era giusto quello che stava facendo, ma non riusciva a smettere di curiosare.

Tirò fuori una busta che sembrava non essere associata a nessun abito, con dentro una camicetta fiorata, un po' lunga e con i bottoncini sul davanti… ma aveva tutte e due le bretelle rotte “perché Caroline conserva una maglia strappata?” si chiese.

Ma quello non era strano quanto quello che trovò poi, una specie di tenaglie… 

"Che ci facevano in un baule pieno di cose bellissime?" 

Hope continuò a tirare fuori cose:

Il tocco che si usa nella consegna dei diploma.

Delle guide turistiche di Roma, Parigi e Tokyo

Una foto di un meraviglioso colibrì e una cartolina delle Ande…

Un foglio ripiegato “Domanda di ammissione a Miss Mystic Falls“ lesse «Caroline ha partecipato ad un concorso di bellezza?» mormorò «Certo che lo ha fatto! E’ bellissima…» aggiunse in un sussurro.

“Capo della commissione decoro, Presidente della lotteria annuale della polizia“ «però… » valutò sottovoce “……. prometto di aspirare, ispirare e traspirare…” «traspirare?… che significa? Boh…» commentò ripiegando il foglio e continuando a curiosare.

Una biografia di Magellano… 

Un dizionario Inglese-Aramaico

L’invito ad un ballo… «Famiglia Mikaelson?» lesse Hope a voce alta, lo girò e a penna c’era la richiesta del padre di riservargli un ballo “Caroline è andata ad un ballo organizzato a casa nostra?” era senza parole, riguardò nel mobile e si accorse che il cassettone ora era vuoto.

Hope si guardò intorno chiedendosi come avrebbe fatto a rimettere tutto in ordine, senza che Caroline si accorgesse che qualcuno aveva frugato… fu così che vide un foglietto arrotolato, era molto piccolo ed era rotolato su uno dei lati, per quello gli era sfuggito.

«Sembra uno dei fogli di disegno di papà» sussurrò aprendolo.

Infatti era un disegno di suo padre, un ritratto di Caroline e di un cavallo, che somigliava moltissimo a Niklaus «Thank You For Your Honesty, Klaus» lesse la dedica, mentre le tremava la mano.

“Papà ha fatto un ritratto a Caroline?” era meravigliata, non ricordava un altro disegno di suo padre che raffigurasse qualcuno, tranne lei ovviamente… “Papà disegna solo me… così mi ha detto” rifletté «ritraggo solo le persone alle quale voglio bene e io amo solo te» ricordò le parole del padre.

«Papà ha voluto bene a Caroline? Papà e Caroline sono stati innamorati?» quasi urlò sbigottita.

Ricordò il giorno della sua partenza, papà che si comportava in modo strano, lei aveva pensato che fosse solo perché era preoccupatissimo...
Rifletté su alcuni sorrisini di zia Rebekah, alcune sue battute… gli sguardi a Caroline ogni volta che veniva fuori il nome del padre…
Alcuni atteggiamenti di Caroline, certe volte sembrava imbarazzata… come il giorno del suo arrivo, quando aveva visto il disegno incorniciato che da allora era sul suo comodino…

Hope ora vedeva tutto sotto una luce diversa…

«Si… papà e Caroline sono stati innamorati» mormorò.

Per non pensarci, si mise a risistemare tutto, Caroline non doveva accorgersi che lei aveva guardato dentro quel mobile, fu molto difficile ripiegare gli abiti, si aiutò stendendoli sul letto, alla fine si convinse di aver fatto un ottimo lavoro, o almeno lo sperò…

Passò il resto della giornata nella sua camera a far finta di disegnare, scese solo per pranzare, Damon aveva cucinato e doveva ammettere che era stato bravo.
Risalì subito in camera e si distese sul letto a pensare, non sapeva dire se fosse arrabbiata o felice, alternava momenti nei quali si diceva “Caroline e papà… che bello…“ ad altri “Perchè papà non mi ha mai parlato di lei? Perché Caroline non mi ha detto nulla?“

«Non racconterò a nessuno di quello che ho visto nel mobile segreto di Caroline» decise.

 

Forse si era addormentata, perché improvvisamente si ritrovò Lizzie ed Josie che salite sul letto la scuotevano dicendole che sua zia e le altre erano tornate e chiedevano se volesse fare merenda, scese con loro e scrutò Caroline, era tranquilla e rilassata, raccontava della loro giornata di bellezza e benessere.

Damon faceva le sue solite battute stupide e tutti ridevano, sembrava tutto normale.

Più tardi tornarono anche Felicity e Oliver.

Stavano per mettersi a tavola per cena, quando sentirono suonare alla porta.

Caroline andò ad aprire, fece un passo indietro e rimase immobile, come paralizzata...

«Stefan…» sussurrò sconvolta.

 
   
 
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