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Autore: Lovy91    02/05/2017    2 recensioni
Kaito è alla ricerca di Pandora, la pietra preziosa che è costata la vita a suo padre Toichi. Dopo l'ultimo furto cambia tutto: Saguru sospetta di Kaito e l'organizzazione ha deciso di scoprire se il ladro è veramente Toichi Kuroba. In particolare il rapporto con Aoko comincia a cambiare e il ragazzo si rende conto della delusione enorme che proverebbe se scoprisse che lui è Ladro Kid.
Il più grande ladro del mondo si rende conto di essere in mezzo a un triangolo pericoloso da cui dipende la sua libertà, la vita e l'amore...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akako Koizumi, Aoko Nakamori, Ginzo Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    3° Capitolo

A cena con il ladro

 

Saguru era nella sua stanza, faceva delle ricerche al computer. Da quando aveva sentito che la più grande paura di Kaito Kuroba erano i pesci e la risposta di Ladro Kid a una domanda, retorica tra l'altro, aveva deciso che era giunto il momento di sapere il più possibile su di lui. Non si era mia informato, errore imperdonabile per un detective.
Un rumore di nocche alla porta e fece entrare la sua tata, che lo seguiva dall'infanzia. Gli posò una tazza di tè, tornato in Giappone non aveva perso l'abitudine di berne almeno una al giorno.
<< Posso esserle d'aiuto signorino Saguru? >>.
<< No Nana, grazie >>.
Mise il latte nel tè e lo sorseggiò.

Kaito Kuroba, 16 anni, era l'unico figlio di una coppia di illusionisti molto famosi, Toichi e Chikage, nato il quattordici giugno 1998. Il padre morì quando aveva otto anni durante uno spettacolo, le manette non si sono aperte e morì in seguito all'esplosione. La madre l'aveva cresciuto fino ai suoi sedici anni per poi trasferirsi all'estero. Attualmente viveva da solo in una villetta. Frequentava la 2B del liceo Ekoda con la media del 90/100.
La sua altezza era 1.74, peso 50 chili, occhi azzurri e moro. Bravo nello sport, nella matematica e nelle materie scientifiche. Gruppo sanguigno sconosciuto.
Il suo più grande talento era l'illusionismo, pratica insegnata da suo padre per poi continuare da solo.
Saguru ripensò alla frase che aveva detto ad Aoko la sera del furto dell'opale arcobaleno.
“Meglio così. Di buffoni illusionisti ne abbiamo già uno di troppo, stasera”.
Finì il suo tè, posò la tazzina e si abbandonò contro lo schienale della sedia. << C'era un solo buffone illusionista >>.

 

 << Va bene domani sera? >>.
Stavano pranzando e Aoko aveva posato il suo vassoio accanto a lui.

<< D'accordo >>. Almeno chiuderò questa faccenda della cena!
<< Perfetto >>, disse lei, tornando a mangiare il suo riso.
A sorpresa si sedette un'altra persona accanto a loro. Kaito guardò Saguru con sospetto, non era mai stato molto affabile con lui, forse il suo istinto da detective gli diceva di stargli lontano.

<< Non ho potuto fare a meno di sentire. Non sapevo foste una coppia >>.
<< Non siamo una coppia! >>, dissero all'uniscono.

<< Devo spendere quel buono che ho vinto a quello sciocco festival >>, si affrettò a dire il ragazzo.
<< Non era sciocco! >>, protesto lei, puntando la forchetta contro l'amico.
<< Quello in cui ti sei presentato come Ladro Kid >>.
Aveva servito un'occasione perfetta, senza volerlo, a Saguru. Quel commento non gli fece provare una bella sensazione.

<< Sì! >>, esclamò Aoko. << Stavi proprio bene! Dove hai trovato il costume? >>.
<< Me l'ha procurato Jii. Lo sai che conosce molte persone >>, mangiò in fretta un boccone di stufato.
<< Era il costume più bello! Certo, sei arrivato... >>.
Con agilità Kaito fece cadere lo stufato di Aoko senza sporcarla. Stava per dire che era arrivato giusto in tempo, la sera in cui aveva rubato la giada tedesca e questo avrebbe aumentato i dubbi di Saguru.
<< Oh no! >>, si lamentò Aoko.
<< Vai nelle cucine, te ne daranno altro >>, disse Saguru.
La ragazza si allontanò, contrariata. Kaito prese il suo vassoio e fece per andarsene.
<< Divertiti alla cena >>.
Lo voleva provocare, era ovvio. Cos'era successo?
A causa della fattura di Akako era costretto a rispondere quello che gli altri volevano sentirsi dire ma era stato zitto praticamente per tutto il tempo del furto. Con Saguru aveva scambiato poche frasi quando si trovava nell'ascensore per fuggire e non aveva detto niente di rilevante.
Lo ignorò, buttò gli avanzi nel cestino e posò il vassoio sul carrello delle stoviglie sporche e studiò Saguru, che continuava a mangiare tranquillamente. Doveva ammettere che un po' lo infastidiva l'idea che si fosse fissato su di lui, doveva trovare un modo per sviarlo dai sospetti.

 

 Nel bar di Jii beveva qualcosa e pigramente giocherellava con delle carte. Il giornale posato sul bancone riportava la notizia in prima pagina della restituzione dell'opale arcobaleno al museo di Kyoto.
<< Signorino, qualcosa la turba? >>.

Avrebbe voluto dirgli di Saguru ma aveva deciso di cavarsela da solo, era una cosa tra lui e il detective. << Nulla. Stasera resterò a casa, ho dei compiti arretrati >>. Tornando a casa a piedi non faceva che pensarci finché non arrivò alla conclusione che stava facendo solo il suo gioco. Voleva mettergli paura e non poteva permetterlo.
Nel frattempo Aoko era andata a fare shopping insieme a Keiko. Avevano già girato due negozi e non aveva trovato niente di adatto: troppo lungo o corto, colori troppo vivaci o spenti, troppo scollati. L'ultima cosa che voleva era sentirsi a disagio e dare a Kaito un'opportunità per prenderla in giro.

L'amica cercò di spronarla a provare diversi abiti e accessori. Al terzo negozio, Aoko notò un vestito su un manichino e Keiko quasi la obbligò a provarlo. Una volta uscita dal camerino le brillavano gli occhi.
<< È perfetto! >>, disse Keiko. << Stai benissimo! >>.
<< Dici? >>, domandò, girandosi per guardarsi la schiena e poi le gambe.
<< Non direi mai una bugia, soprattutto in questa occasione >>.
<< Non è un appuntamento >>.
<< Dai, Aoko! Ti invita a cena, ti dice di metterti un bel vestito... Cos'è secondo te? >>.
<< Siamo amici da tanti anni, Keiko. Sono sicura che farà di tutto per mettermi in imbarazzo. E poi è un posto elegante, ci vuole un abbigliamento adeguato! >>.
<< Sei proprio ingenua, Aoko >>, le mise le mani sulle spalle. << Compra questo vestito, fidati di me! >>.

<< Mi fido! >>.

 

<< Porti a cena Aoko?! >>.
<< Mamma non agitarti >>, disse Kaito. << Ho vinto quello stupido buono e Aoko mi stava tormentando! >>.

<< Il mio bambino va al suo primo appuntamento! >>. Chikage era nel suo appartamento, seduta al tavolo del salone. Sapeva quanto Kaito odiasse sentirsi dire che era un bambino e lei lo faceva apposta.
<< A parte il fatto che non sarebbe il mio primo appuntamento, ti assicuro che non uscirei mai con Aoko come dici tu! >>.

La madre si mise a ridere. << Oh Kaito, devi ancora imparare ancora tante cose. Tuo padre ti ha insegnato l'illusionismo e la magia ma non come si tratta una signorina >>.
<< E pensare che ho vinto quel buono solo per fare un piacere a lei e sono dovuto salire sul palco come Ladro Kid! >>.
<< L'importante è che nessuno abbia capito >>. Chikage, come tutte le madri, era sempre preoccupata per suo figlio. L'aveva lasciato da solo, in Giappone, perché sapeva che era un ragazzino responsabile. Ci era già passata con Toichi, quando andava a compiere un furto lei lo appoggiava e l'aspettava a casa con un poco di ansia ma non perché dubitasse delle sue capacità ma, come ex ladra, sapeva che c'era in gioco il binomio sfortuna/fortuna e su quello nemmeno Ladro Kid aveva potere.
Kaito non voleva farla preoccupare e le fece un gran sorriso. << Tranquilla, nessuno ha capito >>.
<< Bene, ora ti lascio tesoro. Ah... domani mettiti quello che troverai nell'armadio >>.
Il figlio la guardò perplesso. << Eh? >>.
Gli fece un occhiolino. << Magia >>.

 

 << Dove vai domani sera?! >>.
Aoko servì la cena in tavola e si sedette al fianco di suo padre. Cucinava ogni sera e fu costretta a dirgli che avrebbe dovuto arrangiarsi per la sera dopo. Ginzo Nakamori aveva il difetto di fare il poliziotto anche a casa, quindi trattava la figlia come un sospettato a cui doveva estorcere un duplice omicidio.

<< Kaito deve usare il buono e me l'ha chiesto >>.
<< Quel maghetto >>, sbuffò nel bicchiere di birra. << Spero che tenga le mani apposto >>.

<< Papà! >>, si indignò la figlia. << Non mi va di fare questi discorsi. Vado solo a cena con un amico >>. Kaito aveva la pessima abitudine di dire il colore della sua biancheria intima, di aprire i lucchetti degli spogliatoi femminili e prenderla in giro ma non lo faceva per cattiveria, era solo il suo modo di fare.
<< Be', io sono un poliziotto e lui lo sa bene >>.
<< In che senso? >>.
<< Che se non tiene le sue magiche mani apposto, io ho un'ottima mira >>.

 

 La sera della cena Kaito era curioso di aprire l'armadio e vedere la “magia” di sua madre. Che poi la sua magia era mandare foto a Jii e l'indirizzo del negozio dove comprare il completo da lei scelto. Non capiva perché si dava tanto da fare.
Aprì la sacca che lo conteneva e fu sorpreso di vedere abiti nel suo stile. Aveva detto ad Aoko che sarebbe andato a prenderla sotto casa, dopotutto abitavano a pochi metri. Indossò il pantalone nero, la camicia dello stesso colore e una giacca casual bianca. Uscì di casa e bussò alla porta di Aoko.

Aprì Nakamori.
<< Buonasera Kaito Kuroba >>. Si appoggiò allo stipite con un bicchiere di birra in mano.

Il ragazzo notò lo stesso guardo che riservava a Ladro Kid quando gli sfuggiva. << Salve signore. Aoko è pronta? >>.
<< La mia bambina sta scendendo >>. Non smetteva di tenere sotto tiro Kaito con lo sguardo, sembrava pronto a trafiggerlo.
Aoko era sul primo gradino e scese l'ultimo timidamente. Kaito non poté fare a meno di notare quanto fosse bella: l'abito rosa le calzava a pennello, la cinta nera metteva in risalto la vita stretta e si chiudeva sulla schiena come un fiocco. Le scarpe nere con un tacco basso, nella mano destra stringeva una borsetta rosa con inserti in pizzo neri. I capelli sciolti, con una decorazione nei capelli, la rendevano perfetta.
Il signor Nakamori tossicchiò. << La rivoglio a casa entro le 22.30 >>.
<< Va bene papà, adesso smettila. Ti ho già detto che non è un appuntamento >>.
I due ragazzi uscirono in strada e Aoko mise una giacca nera. Era inizio marzo e la sera faceva ancora freddo, anche se la neve si era sciolta. Raggiunsero il centro in metro e poi il ristorante a piedi. Parlarono del più e del meno, anche Aoko aveva notato l'abbigliamento di Kaito e ne era rimasta colpita.
Il ristorante aveva pareti in legno scure e il parquet. Eleganti tavoli in mogano erano posti nella sala, quelli addossati alle pareti avevano divanetti in stoffa beige. La luce soffusa rendeva l'ambiente intimo e perfetto per una cena tranquilla. Kaito mostrò il buono e il cameriere li fece sedere in un tavolo posto in fondo al ristorante, sui divanetti. Gli porse due menù e li lasciò soli.

Aoko si sentiva in imbarazzo. Era Kaito, il ragazzo che vedeva tutti i giorni, il suo migliore amico. Perché provava quelle sensazioni?
<< Io prendo la b
ouillabaisse >>, disse Aoko. Sapeva che Kaito non l'avrebbe mai presa, conteneva pesce.
<< Io una vichyssoise >>. Posò il menù e fece segno al cameriere.
Dopo aver ordinato da bere e le pietanze rimasero soli. Intorno c'erano coppie o famiglie che cenavano, l'atmosfera era rilassante.
<< Non ho mai mangiato cucina francese >>.

<< Davvero? >>.
<< Tu sì? >>.

<< Sono stato in Francia qualche volta con mio padre, quando teneva degli spettacoli. Anche se ero piccolo me lo ricordo. Ha cercato di insegnarmi il francese e ricordo giusto qualche parola. E poi è la città dove si sono conosciuti i miei >>, rise.
<< Come si sono conosciuti? >>, domandò Aoko, era un'inguaribile romantica.
Non poteva certo dirle che si erano conosciuti durante un furto. << In uno degli spettacoli di papà >>.
Aoko notava come Kaito parlava di suo padre con naturalezza. Forse lei non poteva capire, non aveva mai perso un genitore, sua madre viveva in un'altra città e suo padre stravedeva per lei. Dopo tanti anni, forse, il ragazzo preferiva ricordare la straordinaria persona che era stata.
<< Mi piaceva il signor Toichi. Ricordo che faceva un sacco di magie, un po' come te >>.
<< Ricordi quella volta che, al tuo settimo compleanno, ha fatto apparire bolle di sapone per tutto il giardino e poi una di queste conteneva il tuo regalo? >>.
<< Sì! >>, Aoko lo ricordava come uno dei suoi compleanni più belli. << Mio padre ancora adesso non capisce il trucco! >>.
<< È molto semplice. Spara bolle piazzati in punti strategici e poi aveva il regalo nella giacca, così quando sono tutte esplose e gli invitati sono rimasti ammirati, mio padre l'ha messo davanti a te >>. Kaito aveva partecipato a quella magia e quello che ricordava con più piacere erano i sorrisi della piccola Aoko.
Si persero nei ricordi fino all'arrivo delle pietanze. Il ragazzo si rifiutò anche solo di guardare quella di Aoko e lei assaggiò la vellutata di lui, la trovò gustosa. Ad un certo punto della cena a Kaito squillò il cellulare, si scusò con Aoko e controllò: un messaggio di Jii. Disse di dover andare in bagno e lesse la notizia, una nuova gemma era in città: lo smeraldo cardinale era a Tokyo, ceduto da un altro museo in fallimento di Osaka. Poteva essere Pandora.
Rimise il telefono in tasca e ritornò da Aoko, non scriveva mai nulla per messaggio per evitare di lasciare tracce scomode e ne avrebbe parlato il giorno dopo con Jii.
<< Tutto bene? >>.
Un sorriso rassicurante. << Mia madre >>.
Aoko rise sotto i baffi. Era stata proprio la signora Kuroba a dirle della fobia del figlio. << Spero torni presto >>.
<< Mi ha lasciato tutto solo in Giappone, che madre sconsiderata >>, scherzò, mangiando l'ultimo boccone del piatto.
<< Ma quale solo! Se ci sono io che mi occupo di te! >>.
Quella frase fece scendere un lieve imbarazzo e Kaito sentì che stava per arrossire e le porse il menù dei dolci.
<< Tuo padre è sempre molto felice di vedermi a cena... Poi che cosa aveva stasera? >>.
<< Crede che io e te siamo usciti come... come... >>.
Kaito scoppiò a ridere. << L'ispettore vede cose che non ci sono >>.
<< È solo molto stanco >>. L'ultima sua frase le provocò una punta di sconforto. << Ladro Kid è sempre più sfrontato. L'ultima volta gli è pure venuto il raffreddore per recuperare quella stupida gemma >>.
Il ragazzo sentì che stavano per entrare in un terreno di conversazione pericoloso. Ordino un soufflè per lei e una crème brûlée.
<< Gli ho detto che dovrebbe abbandonare il caso ma non vuole >>.
<< Ormai sono diciotto anni che lo insegue. Sarà un'ossessione >>.
Aoko batté una mano sul tavolo. << Se mi capita tra le mani! >>.
Kaito deglutì, quella reazione non se l'era aspettata.
Lei si accorse che stava zitto e puntò gli occhi azzurri in quelli del ragazzo. << Non parli quasi mai di lui >>.
<< Semplicemente non m'interessa >>.
Il cameriere posò i due dessert e portò un'altra bottiglia d'acqua.
<< Eppure avrei giurato che ti sarebbe piaciuto, Ladro Kid >>, disse, assaggiando il suo dessert. << È buonissimo! >>.
<< Penso sia un grande illusionista ma non ho opinioni su di lui >>. Mai dette tante bugie in una volta sola.
<< Lo appoggi? >>.
<< Penso che se ruba avrà un motivo >>.

<< Non c'è mai un motivo per rubare! >>, esclamò lei. << Mai >>.
Oh Aoko, se solo tu sapessi... Kaito divenne triste per un secondo, con il cucchiaio a mezz'aria. Prese un pezzo del dessert della ragazza. << Ottimo >>.
Lei lo guardò male. << Ora voglio assaggiare il tuo! >>.
Prima che potesse affondare il cucchiaio nella
crème brûlée di Kaito, lui le porse il suo cucchiaio e le fece segno di assaggiare. Cercò di non essere la solita insicura e prese il cucchiaino per assaggiarlo.
<< Il tuo è più buono >>, disse, tornando a mangiare il suo soufflè, lievemente color porpora.
Kaito mise il tovagliolo sul piatto di Aoko e la ragazza ebbe un attimo di smarrimento. Quando abbassò di nuovo lo sguardo c'era una
crème brûlée.
Fece spallucce. << Io conosco i tuoi gusti >>.
Il bel sorriso che apparve sulle labbra di Aoko lo ripagò di tutta la rabbia che aveva scagliato contro il ladro che era. Lei lo mangiò felice, con le guance rosa dal trucco e la felicità.

 

 Kaito l'accompagnò sotto casa. Mentre camminavano Aoko si sentiva leggera e felice, non avrebbe mai voluto chiudere quella serata.
<< Grazie per la bella serata >>, disse lei, raccogliendo ogni briciola di coraggio.
<< In fin dei conti ho vinto questa cena grazie a te, ho partecipato per farti piacere >>.
Aoko non poteva saperlo ma il signor Nakamori stava origliando, attaccando l'orecchio alla porta. Kaito l'aveva avvertito e si divertiva. << Credo sia meglio che tu rientri >>. Con il capo indicò la porta.
<< Buonanotte Kaito >>. Agitò la mano ed aprì la porta.
Il padre sentì la serratura e corse verso il divano, si buttò sopra e fece finta di niente. Aoko si tolse le scarpe, mise le pantofole e andò a salutare il padre, per poi andare in camera sua. Chiuse la porta alle sue spalle e si appoggiò ad essa, le labbra incurvate in un sorriso.

 

 Kaito rimise il completo scelto da sua madre nell'armadio, s'infilò il pigiama e si buttò a letto con il tablet. Appoggiato al cuscino, un braccio sotto la testa, leggeva le informazioni contenute nel file mandato da Jii. Smise quando lesse la stessa frase quattro volte senza capirci niente, la sua mente vagava altrove. Pensò alla cena e nel complesso si era trovato bene, a parte i commenti di disprezzo di Aoko ma a quelli c'era abituato.
Più i mesi passavano, più si rendeva conto che essere Ladro Kid aveva un prezzo. Rinunciava a tante cose per quella missione e per il suo alter ego e tra questi c'era l'odio di Aoko. Si domandava, di tanto in tanto, se era disposto a correre il rischio di perderla. Perché l'avrebbe persa, questo era certo.
Posò il tablet e guardò fuori, la luna era piena, con la testa piena di domande, perplessità e l'animo turbato.

 

 << Lo smeraldo cardinale >>, mormorò una voce profonda.
<< Capo, è stato trasferito dal museo di Osaka ieri e la notizia è trapelata solo oggi pomeriggio >>.
<< Voglio che la prendete >>.
<< Sarà fatto >>.  Snake fece per andarsene.
<< Aspetta >>.
Il suo subalterno si fermò e attese ordini.
<< Voglio che aspettiate la lettera di Ladro Kid >>.
<< Come signore? >>.
<< Fate fare a lui il lavoro sporco e poi prendete la gemma >>. La figura era all'ombra, solo un'ovale rosso, una sigaretta.
<< Poi lo uccideremo >>, un largo ghigno si allungò sotto i suoi baffi.
<< No >>.
Snake credeva di aver sentito male. << Come scusi? >>.
<< Ormai Ladro Kid ruba da qualche mese, dopo otto anni di pausa >>.
L'uomo vestito di nero si mostrò molto rammaricato. << Credevo che Toichi Kuroba fosse morto in quella esplosione, stavolta non fallirò >>.
<< Non credo sia Toichi Kuroba >>.
<< Ne è certo?! >>.
<< Non ne ho la sicurezza, ovviamente. Svolgete delle indagini e studia bene Ladro Kid al prossimo furto >>.
<< Mi scusi capo >>, azzardò Snake. << Ma scoprire che sia o no Toichi Kuroba... cosa cambia? Dovremo comunque ucciderlo >>.
<< Sono diciotto anni che quel mago vestito di bianco rovina i miei piani. Voglio che paghi per tutto quello che ha fatto, nel modo peggiore possibile >>.
<< Come ordina >>.
Quella figura inquietante aveva finito la sua sigaretta e la gettò nel posacenere sul tavolino alla sua destra. Voltò la sedia girevole verso la vetrata del suo ufficio, era notte fonda.
Non poteva ancora sapere che il ladro che tanto odiava fosse un ragazzino che dormiva tranquillamente nel suo letto, all'oscuro dei guai che stavano per cominciare...


Angolo autrice!

Ecco qui il nuovo capitolo!
Qui c'è un pausa dai furti e l'introduzione dell'organizzazione! Chi è il capo? Lo scopriremo nei prossimi capitoli!
Nel prossimo capitolo ci sarà una sfida tra il ladro e il detective ;)
Grazie a chi l'ha messa nelle preferite e seguite!
Alla prossima!


   
 
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