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Autore: angel_87    14/04/2005    9 recensioni
I sogni di una notte di Anakin e Obi-Wan... legati dalla forza.^^
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Obi-Wan correva veloce su quel pianeta ghiacciato e desolato

Obi-Wan correva veloce su quel pianeta ghiacciato e desolato. Non riusciva a scorgere il suo apprendista, nemmeno la forza in quel momento poteva aiutarlo.

Troppo ansioso per fare appello alla calma. Il suo apprendista aveva già dimostrato più volte e in maniera sempre più eloquente il suo interesse per le arti della Forza oscura.

E ora si trovava in territorio Sith. Doveva sbrigarsi, non si poteva mai dire con Anakin.

Aumentò ancora di più la velocità usando la forza.

< Anakin!! > chiamò quasi disperatamente

 

Nello stesso istante un giovane ragazzo spuntò da alcune rocce giacciate franate distanti dal punto in cui il suo maestro lo stava cercando.

Quello che aveva di fronte era un tempio avvolto dal silenzio e la desolazione con iscrizioni antiche, lucenti come se il sangue scorresse negli intagli colorandoli di un rosso fiammingo.

Il suo corpo pulsava come se desiderasse di entrare, scoprire. Con la Forza senza quasi rendersi conto spalancò l’entrata del tempio. La luce fioca era garantita da cristalli perenni che emettevano riflessi violacei nella stanza. Un acre profumo lo pervase, quasi fosse incenso. Ricordò di aver letto qualcosa a riguardo.

Appena mise piede all’interno della struttura la porta si richiuse sinistramente. Anakin accese all’istante la sua spada laser e lasciò che l’istinto lo guidasse all’interno della mura.

Proseguì dritto fino a che un’immagine lo disgustò e terrificò nel contempo.

Ancorati alle pareti vi erano dei complessi macchinari che non aveva mai visto sino ad allora. Vi erano dei guerrieri al loro interno, immersi, nel liquido, in un sonno profondo.

Non riusciva a staccare lo sguardo da quelle figure. Inermi, ma che esprimevano una inquietudine nell’anima, tangibile dal volto del giovane Padawan. Si stavano riposando pronti per essere risvegliati.

Ruotò poi il suo volto dopo un breve istante, che al ragazzo sembrò una eternità, verso la fine della stanza.

Dei gradini bianchissimi, in contrasto con le pareti oscure, evidenziavano la salita verso una stanza la cui porta era protetta da incisioni, le stesse del portone con cui Anakin si era già imbattuto.

Fece appello alla Forza per cercare il suo maestro ma il campo oscuro era troppo forte per riuscire a cercare un pallido contatto. Anakin non riuscì a spiegarsi il perché sentiva un bisogno impellente di avere il suo maestro con se. Si sentiva perso, vacillante in un luogo che lo spaventava, ma che sentiva anche suo in fondo, all’anima. Era questo che Anakin non riusciva ad accettare. Come poteva, lui l’essere più forte di tutta la galassia essere inquieto in un tempio? Come poteva lui, un Jedi, sentirsi piacevolmente avvolto dal male?

Perso nei suoi pensieri non si accorse che alle sue spalle due occhi scintillanti di un rosso vivido lo stavano osservando. Lo scrutavano socchiusi, quasi desiderosi. Quell’essere accese la spada laser e un sibilo intenso squarciò il silenzio all’interno della sala. Anakin si girò di scatto. Guardò quegli occhi vividi e carichi di odio. Non poteva essere. Urlò.

 

Obi-Wan arrivò al tempio Sith. Si fermò visibilmente affaticato. Osservò il portone chiuso. Un pezzo della tunica di Anakin era impigliata nelle rocce che impedivano l’entrata.

Obi-Wan sospirò profondamente, in parte sollevato, dall’altra terribilmente preoccupato. Il suo apprendista, suo “figlio” era all’interno di una trappola quasi sicuramente mortale.

Fece appello alle energie che gli erano rimaste e scansò le rocce ghiacciate schiantandole contro il portone sconvolgendo la struttura e distruggendo l’ingresso.

Si fermò quasi per prendere coscienza delle proprie emozioni e poi entrò veloce verso la fine della stanza. Come Anakin in precedenza Obi-Wan si fermò ad osservare quelle figure all’interno dei macchinari persi nel loro sonno ristoratore.

Deciso percorse la salita dei gradini, ma poi attratto dai rumori ruotò il capo verso sinistra. Anakin stava combattendo furiosamente con un altro contendente. Distinse chiaramente il suo apprendista, e l’altro contendente aveva dei lineamenti famigliari. Troppo famigliari.

Anakin era in seria difficoltà. Il Sith si faceva sempre più minaccioso.

Obi-Wan con un balzo atletico e aiutato con la forza atterrò dietro le spalle dell’avversario che di tutta risposta rise divertito.

< Non aspettavi altro che noi!> ringhiò Obi-Wan ricordando la soddisfazione del Sith che uccise il suo maestro.

< Maestro… Lui è…> Anakin cadde in ginocchio esausto.

Il guerriero si tolse il cappuccio nero come l’odio che aveva nel cuore e si voltò.

Anakin.

Obi-Wan rimase sconcertato. Quel guerriero dagli occhi rossi e desiderosi di sangue era Anakin invecchiato di qualche anno. Aveva una cicatrice sull’occhio destro e lo fissava ridendo e roteando divertito la sua spada laser. Il suo apprendista stava lentamente scomparendo, come se fosse nebbia.

< Maestro… Obi-Wan… perché… > la sua voce orami era un eco del suo corpo orami diventato completamente nebbia.

< Anakin!> ma era già scomparso. Svanito nell’aria unendosi al profumo acre dell’incenso.

< Anakin….> Obi-Wan stava piangendo mentre si sentì invecchiare in un istante. Le sue mani, il suo corpo e i suoi capelli stavano diventando bianchi e il suo volto segnato da sofferenza e dal tempo.

Il guerriero era nascosto ora da una pesante armatura e da una maschera sinistra che ricordava come in antichi dipinti di tempi lontani, il viso di colei che chiudeva gli occhi a tutte le creature: la morte. Il tempio era scomparso e si trovavano in una moderna astronave. Il Sith rideva ancora.

< Quando ti lasciai ero io l’apprendista…> e abbassò la sua lama dal colore carminio sul corpo di Obi-Wan ormai consumato dalla sofferenza.

 

Nello stesso istante due figure si svegliarono agitati e con il respiro affannoso.

Obi-Wan si passò una mano fra i capelli fradici di sudore freddo. Si accasciò nuovamente nelle lenzuola umide sforzandosi di lasciarsi cullare dalla Forza.

< Non può essere la mia via…. Non può essere il mio destino…> sospirò profondamente

< Anakin….> la sua voce era un soffio e si lasciò scivolare di nuovo in un sonno agitato

 

Anakin si guardò smarrito nel letto che divideva con sua moglie. Guardò fuori dal vetro dell’appartamento e si concentrò sui veicoli che sfrecciavano a tutta velocità nei cieli di Coruscant.

Padme si girò lentamente come per accertarsi che fosse stato il marito a muovere così violentemente le lenzuola.

< Anakin…>

Il ragazzo si girò e sorrise triste alla bellissima donna che lo guardava preoccupata.

< Ho sognato…. Di nuovo…>

Padme passò una mano lieve fra i capelli e la fronte imperlati di sudore come per rassicurare amorevolmente colui che amava più di ogni altra cosa.

Anakin si alzò lentamente da letto per raggiungere la finestra. La spalancò e cercò di farsi accarezzare dall’aria gelida.

< Non può essere la mia via…. Non può essere il mio destino…> una lacrima gli solca la guancia lasciando una scia amara sul suo volto.

< Maestro….>

 

Fine

 

 

 

Ringrazio tutti coloro che hanno commentato la precedente fanfiction. Spero vi sia piaciuta anche perché scrivere qualcosa di veramente originale su Star Wars mi sto rendendo conto che è davvero difficile.

Spero in un vostro commento ovviamente ^^

A presto ^__^

 

 

 

 

 

  
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