Quel po' di cortesia ci vuole, mi dico; quindi faccio per rispondergli e il saluto mi crepa in gola. La colpa è del viso, credete a chi l’ha visto. Segnato sulla sinistra da una cicatrice che spaccava il volto in due; dalla fronte alla mascella. E degli occhi non ne parlo nemmeno. Dei tizzoni ardenti aveva, non scherzo. Dal colore parevano incandescenti, con le pupille poi del tutto simili a quelle d’una lince o che so io. Alto era alto. Sei piedi e due pollici almeno. Sui due spallacci in maglia, ci ricadeva una certa zazzera canuta come quella d’un vecchio. Così conciato, ch’io sia dannato, lì per lì mi pareva uno di quegli elfi lecca merda che si scavano la tana oltre le colline. Ma no, col cazzo; e lo sappiamo tutti.