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Autore: slv_93    03/05/2017    1 recensioni
Beatrice è una ragazza italiana da poco laureata in Management che vive a Londra. Il suo sogno è trovare un lavoro e sistemarsi nella capitale inglese. La ragazza, contro ogni previsione, viene contattata dalla Modest! Management, importante agenzia che cura molti artisti tra cui gli One Direction, e che le propone uno stage di 6 mesi.
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Tratto dal capitolo 9:
"Merda!"
Ripose il cellulare nella tasca dei pantaloni e lo guardò con aria interrogativa.
"Ci sono i paparazzi, dannazione!"
Solo in quel momento la ragazza alzò lo sguardo e vide dei fotografi nascosti dietro agli alberi a pochi metri da loro.
"Sono la vostra manager, Harry. È normale che io stia con voi" disse scrollando le spalle. Poi si bloccò di colpo e lo guardò preoccupata.
"Che ti prende?" le chiese.
"Guarda come cazzo sono vestita! Ho una maglietta dei cinesi con lo smile e una kefiah da terrorista rosa! O mio Dio che figura di merda!"
"Tu non sei normale"
Questa storia è disponibile anche su Wattpad!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le cose le lasci andare per tantissimi motivi, le lasci andare per la tua inadeguatezza, per codardia.
Le lasci andare per insicurezza, per paura di rischiare ancora,
o per non affrontare la fatica che comporta lo scendere a compromessi con la parte più rigida di noi

(Massimo Bisotti)

Bea se ne stava dietro le telecamere ad osservare la band che seguiva le indicazioni di Winston, il regista. Marco le aveva spiegato che i ragazzi, qualche mese prima, avevano registrato le parti in cui cantavano da soli e ora mancavano le scene dove sarebbero stati tutti insieme. Beatrice era rimasta impressionata quando le era stato detto che Liam si era allenato dentro all'International Space Station Replica, Louis aveva guidato un Space Vehicle, Niall aveva fatto un giro sul Partial Gravity Simulator e Harry aveva interagito con un Robonaut.

"Ok, per oggi può bastare. Ci ritroviamo domani per girare le ultime scene" disse il giovane regista.

Era dalle otto del mattino che erano al NASA Space Center e avevano registrato tutte le scene in cui indossavano delle tute arancioni da astronauti. Harry e Niall si erano lamentati tutto il tempo per il caldo e Louise aveva dovuto riaggiustare loro il trucco più di una volta.

Bea aveva avuto modo di conoscere la truccatrice e parrucchiera della band quella mattina stessa e le era parsa subito gentile. Avevano passato tutta la colazione a chiacchierare di trucchi e acconciature scoprendo di avere molti gusti in comune e apprezzava il fatto che ci fosse un'altra donna in mezzo a tutti quegli uomini.

Marco propose di tornare in hotel visto che ormai erano le quattro del pomeriggio. Bea ne fu immensamente grata perché quel caldo infernale le aveva tolto tutte le forze e non vedeva l'ora di farsi una doccia. A quanto pare anche i ragazzi erano della stessa idea perché si erano fiondati in macchina alla velocità della luce.

Gli sguardi di Harry e di Beatrice si erano incrociati più di una volta, ma solo per qualche secondo. Aveva ripensato alla sera prima per tutto il giorno e non sapeva più come doversi comportare con lui. Era inutile fingere, Bea sapeva che quelle confessioni avevano mutato il loro rapporto, ma il sorgere del sole sembrava aver creato quella sorta di imbarazzo che la notte riesce a portar via. Si era imposta di essere solamente la sua manager, ma non ci era riuscita. Harry era riuscito a mandare in frantumi tutti i suoi propositi solo con uno sguardo e ora si ritrovava a chiedersi perché le facesse quell'effetto. Doveva evitarlo perché altrimenti...a dire il vero non sapeva nemmeno lei perché le premesse così tanto interrompere qualsiasi tipo di rapporto con lui che non fosse di lavoro. Non avrebbero più dovuto trovarsi da soli, né tanto meno raccontarsi la propria vita l'un l'altra. Si sarebbe limitata a trattarlo come gli altri, senza favori, né abbracci. Tuttavia, in cuor suo non voleva farlo. Avrebbe voluto stringerlo di nuovo per sentire il profumo di pulito che emanavano i suoi vestiti ed essere ancora la sua confidente per sentirlo parlare dei suoi interessi, delle sue paure. Capì, nello stesso istante in cui incrociò nuovamente il suo sguardo, che Harry non sarebbe mai tornato ad esserle indifferente.

***

"Bea, allora ti va di venire?"

Louise la stava guardando accigliata aspettando una risposta ad una domanda a cui la ragazza non aveva prestato la minima attenzione. Pensava ancora a come doversi comportare con Harry e questa cosa la faceva andare fuori di testa.

"Sì, scusami. Dove?"

"A bere qualcosa stasera con me e Marco"

"Ah sì, sì va bene!"

"Allora ci vediamo qui alle nove". Lou le sorrise per poi infilarsi nella sua camera.

Louise aveva insistito per andare a prendere un caffè da Starbucks e ne avevano approfittato per fare un giro al Discovery Green, un parco vicino al loro hotel. Avevano chiacchierato come due vecchie amiche e Lou le aveva raccontato come aveva iniziato a lavorare per gli One Direction, di sua figlia Lux e di quanto i ragazzi ne fossero affezionati. A Bea aveva fatto piacere passare del tempo con lei.

Appena Lou la lasciò da sola in corridoio entrò di soppiatto nella suite e, notando il silenzio che vi regnava, dedusse che i ragazzi non ci fossero. Ciò significava che neppure Harry era nei paraggi. Questo le fece tirare un sospiro di sollievo dal momento che stare da sola con lui era l'ultima cosa che voleva. Camminò a passo spedito verso la sua stanza, ma appena mise la mano sulla maniglia, il cuore le balzò in gola per lo spavento.

"Perché corri?". La voce apparteneva indubbiamente ad Harry. Si voltò per rispondergli, ma si accorse di essere sola. Di lui nessuna traccia.

"Fantastico! Non bastavano quei maledetti occhi, adesso senti pure la sua voce" si maledì voltandosi di nuovo per entrare nella sua camera.

"Veramente io sarei qui. Sul divano"

Merda!

Si girò verso il soggiorno non volendo farlo davvero, perché questo avrebbe significato ammettere di aver fatto l'ennesima figuraccia. Invece, eccolo lì, mentre sbucava solo con la testa da uno dei sofà posti nel salottino e le sorrideva.

"Gli altri dove sono?" cercò di cambiare discorso.

"Louis e Liam sono in palestra, mentre Marco, Niall e gli altri sono nella sala cinema"

"E tu che ci fai qui da solo? Oltre a farmi venire degli infarti, si intende"

Le sorrise mentre si alzava dal divano e le si avvicinò lentamente. "Non avevo voglia di andare con loro. Ti stavo aspettando"

Bea deglutì forse un po' troppo rumorosamente, infatti Harry le sorrise di nuovo.

"Dove sei stata tutto questo tempo?" continuò.

"Sono stata fuori con Louise, stasera usciamo ancora per bere qualcosa". Le sembrava di fare rapporto ad un fidanzato. Cosa gli interessava dove fosse stata? E per di più, perché lei si comportava come se dovesse giustificarsi?

"Siamo invitati anche noi?"

"Veramente non credo, lei ha parlato solo di noi due e Marco" gli rispose andando verso la cucina per prendere un bicchiere di acqua. Sostenere una conversazione con Harry le faceva seccare la gola.

"Poi chiedo ai ragazzi se hanno voglia di venire"

Bea lo guardò stupita senza dire nulla. Praticamente si era auto-invitato. Roteò gli occhi al cielo e si diresse verso la sua camera per fare quella doccia che bramava da tutto il pomeriggio.

"Perché mi stai evitando?"

Harry era alle sue spalle, poteva sentire il suo respiro sul collo e ciò le provocò una scarica di brividi lungo la schiena. Si voltò per guardarlo negli occhi.

"Non ti sto evitando, Harry. Non siamo amici, anzi lavoro per te, quindi non so che cosa ti aspetti da me" sputò. Il tono della sua voce era fin troppo duro rispetto a quello che sentiva dentro, ma doveva farlo altrimenti quei brividi che sentiva quando le parlava o quel calore all'altezza del petto quando lo guardava non se ne sarebbero più andati.

Harry distolse lo sguardo da lei e si allontanò. "Quindi mi stai dicendo che non potremmo più parlare come abbiamo fatto ieri sera?"

"Forse sarebbe meglio di no. Tu mi confondi" ammise imbarazzata.

"Anche tu mi confondi, ma non ti sto respingendo. Non capisco cosa ci sia di male nel confidarsi certe cose. Mi piace passare del tempo con te e questo non compromette il nostro rapporto di lavoro, credimi"

Bea si sentiva così stupida, aveva praticamente ammesso inconsciamente che per lei quelle confessioni erano state qualcosa in più, mentre per lui rientravano nella prassi. Forse era il suo modo di comportarsi con chiunque, ma lei era sempre stata diffidente con i ragazzi per paura di essere ferita. Con Harry si sentiva diversa, lui sapeva come comportarsi e lei si sentiva bene a stare in sua compagnia.

"Ho bisogno di una doccia" sentenziò riprendendo a camminare verso la sua stanza.

"Bea, aspetta!" la raggiunse in due falcate.

"Che c'è ancora?!"

"Prima hai detto qualcosa riguardo a degli occhi, a chi ti riferivi?"

Sentì le guance prendere fuoco, non era possibile le facesse quella domanda sapendo già la risposta. Che sfacciato!

"A nessuno. Lascia stare, per favore!"

Non gli diede il tempo di ribattere perché si chiuse la porta della sua camera alle spalle per poi fiondarsi finalmente dentro la doccia sperando che l'acqua sciacquasse via anche l'immagine di Harry.
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Buona sera! Ho capito come inserire le foto e le gif *fa un inchino principesco*. Ora ne metterò a bizzeffe ahahaha
Comunque sia, avete sentito il nuovo singolo di Harry? Io ne sono già innamorata :)
Quando su Twitter ho letto quel I am available always mi sono convinta che ci vuole morte, tutte.
La dolce creatura è proprio Harry.
Solo io penso che sia un orsetto da abbracciare? Ok, sto sclerando, quindi mi ritiro!

Enjoy the chapter!

Silvia

   
 
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