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Autore: Cecilia    03/05/2017    0 recensioni
Le conseguenze di Flashpoint presentano il loro conto e toccherà alla Leggende, in un viaggio in un futuro prossimo, a pagarne il salato prezzo tra sconvolgenti verità ed inaspettate rivelazioni.
Fan Fiction in due momenti tra l'universo che conosciamo e quello nuovo che si crea dopo la guerra finale del tempo...
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Rip Hunter, Sara Lance, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17

La scena che Rip si trovò di fronte una volta raggiunta la camera da letto assegnata a lui e a Sara fu proprio quest’ultima priva di sensi sul pavimento e al suo fianco Mick nelle stesse condizioni. Il casco di Nabu giaceva poco lontano ormai privo della sua luce e di quei bisbigli che avevano attirato a sé la Leggenda. Il suo compito, per ora, era finito.

Senza perdere tempo entrambi vennero portati sulla Waverider per un controllo da parte di Gideon e se la diagnosi sul Signor Rory indicava che si sarebbe ripreso in fretta in quanto la possessione da parte di Nabu non gli aveva causato danni, dall’altra Sara sembrava come caduta in una sorta di coma… anche se Gideon l’aveva più definito come un “essersi persa nella sua mente”. Rip allora ripensò a come ultimamente più e più volte l’aveva vista distante, pensierosa e confusa… Lui che troppo poco aveva dato peso ai suoi tormenti e che adesso era intenzionato più che mai a porre rimedio ai suoi errori.

«Entrare nella sua mente?» la domanda di Ray era suonata preoccupata, ma non del tutto così priva di senso.

«Un po’ come io e Sara abbiamo fatto per salvarti insomma…» ricordò Jax.

«Esattamente! A quanto pare la magia di Dottor Fate le ha fatto qualcosa e a detta di Gideon ora lei è bloccata nella sua stessa mente. Devo salvarla, come lei ha salvato me…»

Seppur solo le Leggende era presenti in quel momento in infermeria, anche qualcun altro era corso per capire la situazione e fino a quel momento era rimasta nascosta dietro la parete, nel corridoio, capendo però che ora doveva mostrare la sua presenza.

«Vengo con te!»

La sorpresa del gruppo fu assai grande quando Laurel fece mostra di sé e della sua decisione, rafforzando l’idea di Ray che lei fosse sì collegata a Sara e Rip più di quanto loro riuscissero a vedere.

«Mi sentirei di dirti che è pericoloso e che forse non dovresti venire, ma ho come la sensazione che sarebbe fiato sprecato…» e questo al Capitano Hunter lo fece sorridere. Era come una sorta di déjà-vu e solo allora si rese conto di quanto il Signor Palmer avesse ragione, di quanto diversa ai suoi occhi lei era da tutti gli altri suoi compagni.

Laurel dal canto suo non poté che non sorridere all’uomo, come a volerlo rassicurare non solo che non doveva preoccuparsi per lei, ma che insieme sarebbero riusciti a salvare Sara: la donna più importante della vita di entrambi.

«Sarà meglio allora che iniziamo subito, più la Signorina Lance rimarrà in coma e più a fondo andrà la sua coscienza…»

Il professore Stein non aveva perso tempo e aveva messo tutti in riga per iniziare subito il procedimento, uno che avrebbe portato Rip e Laurel lì dove Sara era finita per la magia di Dottor Fate e non per punirla o per farle del male… ma per aprirle gli occhi sulla verità…

 

«Mi considero un insegnante di dure lezioni. Sono Sara Lance aka White Canary e Dottor Fate i ha detto delle cose e poi mi ha spedito in questo posto. Ha parlato di una “nuova minaccia” oscura e potente come un Dio e io tra me e me ho riso. Perché c’è sempre una “nuova minaccia”. Cavalchiamo l’onda d’urto delle conseguenze da una guerra all’altra. Un interminabile schieramento di tiranni e invasori.

Ho passato gran parte della mia vita in preda alla rabbia, al dolore e alla paura per la perdita della mia vita come la conoscevo prima e per la morte di mia sorella poi. Ho intrapreso una crociata contro il crimine, alimentata dalla tristezza e dalla sete di vendetta. Di rado le crociate nate dal peccato portano alla vittoria. Assicurare seconde occasioni. Scegliere la vera giustizia. Sono valide fondamenta su cui costruire la mia nuova vita. Le parole che un giorno Jax ha detto mi riecheggiano in testa “…quelli che non hanno mai chiesto di finire sulla linea di tiro”. L’onda d’urto di conseguenze involontarie viene percepita soprattutto da chi sta a terra. Dalle persone normali che incontriamo sul nostro cammino, quelli che mandano avanti il nostro mondo»

 

In uno spasmo infinito di immagini tutto venne improvvisamente a galla, tutto tornò chiaro e preciso nella coscienza di Sara, la stessa che per osmosi colpì anche quelle di Rip e Laurel.

 

Corse a perdifiato gettandosi in ginocchio di fianco al corpo morente della figlia, mentre sollevandola appena prese a cullarla e a cercare il suo sguardo così identico a quello di sua sorella.

«Ehi…»

«Shh, non ti sforzare…» ormai Sara piangeva eppure nonostante questo cercava di sorriderle, come se potesse davvero darle un qualsivoglia conforto sporca di sudore e sangue com’era.

«A-avrei preferito… e-essere una B-Black C-Canary migliore…» riuscì appena a sussurrare Laurel, scoprendo che le costava moltissima fatica parlare.

«Lo sei stata… hai fermato Thawne…»

La ragazzina strinse forte la mano della madre poggiata sul suo ventre cercando di non piangere, non voleva che lei per qualsiasi ragione si sentisse in colpa e poi dopotutto pensava che preferiva di gran lunga morire così che consumata dalla malattia un giorno dopo l’altro fino a diventare solo il fantasma di quello che era stata.

«T-Ti voglio b-bene mamma…»

«Te ne voglio anche io Laurel…»

Il respiro della giovane divenne sempre più corto e tremante fin quando dopo l’ennesimo spasmo cessò per sempre. Rip giunse in quel preciso momento, felice che il piano fosse riuscito e di fronte all’evidenza che a quanto pare i due regnanti stavano finalmente ritirando i loro eserciti mettendo fine a quell’incubo, ma ogni proposito di gioia morì di fronte a una scena che non era pronto a rivivere.

Per l’ennesima volta era costretto a vedere il corpo esamine di un figlio morire in guerra, per mano di chi era stato così meschino da uccidere solo per il gusto di farlo.

Immediatamente aveva raggiunto Sara e si era inginocchiato al suo fianco, mentre i rumori della battaglia cessavano e gli eserciti si ritiravano.

Avevano vinto o forse no?

 

Fu in quel momento di infinita disperazione e tristezza che la realtà prese a distorcersi e portare Sara e Rip in una singolarità fuori dal tempo e dallo spazio.

Ancora scossi e feriti nel cuore quanto nella mente i due si resero conto dello strano evento e alzandosi in piedi si guardarono intorno. Il corpo di Laurel era scomparso come tutto ciò che li circondava lasciando spazio solo a un’infinità di nebbia e luce che rendeva impossibile sapere se quello fosse un luogo fisico o meno.

Incontro loro arrivò un’entità bellissima e solare dalle fattezze di Laurel che per un momento illuse Sara che lei fosse ancora viva, ma quando tentò di abbracciarla capì che anche lei era solo un’illusione. Lei che sorrideva, serena e bellissima nel suo lunghissimo ed elegantissimo abito di piume bianche.

«Esiste un segreto nascosto nelle pieghe del tempo… non capite che la vostra missione era rivelarlo?»

 

Ora tutto era divenuto finalmente e di nuovo chiaro, capiva che il motore che l’aveva spinta fino a quel punto era stato un futuro/presente/passato che per qualche motivo sia lei e il mondo intero avevano dimenticato grazie al sacrificio di Laurel e al suo salvare il tempo stesso, colui che crudele e magnanime nello stesso momento aveva continuato ad esistere, ma privandoli della vita di come l’avevano conosciuta fino a quel momento, di ricordi dolorosi e bellissimi in egual modo. Il tempo non le aveva concesso di riavere indietro Laurel, sua sorella, ma l’aveva ripagata portando a lei un’altra Laurel, una figlia che sentiva di amare più della sua stessa vita seppur ancora non la teneva in grembo. Era stato l’eco dell’amore che in lei aveva lasciato a segnarla come la prediletta per salvare l’ascesa degli eroi da Darkseid. Da questa forza oscura cui suoi unico desiderio era di distruggerli per poter finalmente salvare il suo mondo, la sua realtà e il suo tornare a primeggiare su tutto e tutti.

 

«E’ dunque questo che dobbiamo impedire? Che Darkseid sovrascriva la nostra realtà con la sua creata nell’Oculus

La domanda di Sara aleggiava nelle sale deserte del covo di Arrow, lì dove improvvisamente non fu più sola perché di nuovo il tempo aveva deciso di affrontarla sempre con il volto di Laurel, ma questa volta non sua figlia, ma sua sorella.

«Vuole portare un futuro agli abitanti di Blattleworld che adesso aleggia in un limbo senza spazio e senza tempo…»

Sara era convinta che avrebbe boccheggiato di fronte alla presenza di sua sorella nelle vesti di Black Canary eppure l’affrontò con una calma e una serenità che quasi stentava a credere di avere.

La vide seduta su uno degli scalini del covo, di fronte ai manichini che conservavano le divise dei vari membri dell’Arrow Team e avvicinandosi prese posto accanto a lei.

«Un limbo?»

«Un limbo» confermò Laurel «Uno in cui nessuno dei suoi abitanti ha futuro e in cui le storie di tutti sono state sospese in attesa di un finale. Ma se i Signori del Tempo, su mia richiesta, hanno fatto questo è perché non esiste futuro per loro che non sia solo di distruzione del tempo e dello spazio stesso…»

«E’ questa la grande minaccia di cui ci avevi messo all’erta…»

Laurel assentì per poi voltarsi verso Sara e allungare una mano sul suo ventre piatto e scolpito dal duro allenamento.

«In te sta germogliano il seme di una nuova generazione di eroi… impedite a Darkseid di distruggerla… la Silver Age dell’eroismo dipende da questo…»

Sara avrebbe voluto farle molte altre domande, ma ciò che aveva appena scoperto era così sconvolgente che appena aveva fatto in tempo a toccarsi il ventre per metabolizzare ciò che le era stato detto, che di nuovo era completamente sola nel covo.

Si alzò in cerca di Laurel, ma l’unica cosa che vide fu su uno dei manichini la divisa di Black Canary accanto alla sua di White Canary e dall’altra parte ancora la fantomatica giacca di Rip. Fu allora che nuovamente cercò il contatto con il suo ventre e capì quanto tutto ciò che le serviva per andare avanti, per affrontare quella minaccia e sconfiggerla fosse sotto ai suoi occhi. Era sempre stata Laurel il motore della sua intera esistenza e come lei l’aveva salvata una volta, ora sarebbe toccato a lei salvarla… così come lo aveva promesso a sé stessa anche quando l’aveva dimenticata…

 

Rip e Laurel non avevano avuto la fortuna di arrivare al centro della coscienza di Sara lì dove lei pareva attualmente al sicuro, tant’è che dopo lo scossone dovuto alla marea di ricordi che lei aveva acquisito nuovamente i due si erano dovuti riprendere a fatica. Come conseguenza del suo flusso di pensieri anche le loro menti erano state influenzate rendendo improvvisamente tutto chiaro a Rip di ciò che lo legava come Sara a Laurel e a lei e dell’esistenza misera che era la sua vita prima di cambiare.

Avrebbero voluto fermarsi a riflettere su tutto ciò, ma il luogo in cui era non lo permetteva. Era freddo e oscuro e solo in quel momento si resero conto di come erano circondati da teschi appesi a bastoni e tutti che riportavano sul capo il tetro marchio Ω.

«A quanto pare anche qui Darkseid ci perseguita…»

«E’ stato un viaggiatore per lungo tempo prima di finire nell’Oculus in esilio, chissà quante persone ha plagiato con la sua forza oscura… chissà quante di queste Sara ha inconsapevolmente incontrato nella sua vita e ucciso…»

Rip aveva appena dato quella risposta che guardando Laurel era rimasto molto sorpreso di come sapesse quelle cose, ma il “come fosse possibile” era presto detto. Erano nella mente di Sara dunque tutto ciò che lei sapeva per via di Dottor Fate o chiunque altro le avesse dato quelle informazioni, la sapevano anche loro.

Bisbigli improvvisi li circondarono a tutto tondo e fu chiaro ad entrambi che quel luogo abbandonato ove si trovavano erano i recessi più oscuri della mente Sara. Quelli in cui aveva rinchiuso i fantasmi del suo passato che con fatica aveva seppellito. Nulla poterono contro di essi tant’è che cedendo alla loro forza vennero trascinati al cospetto di colei che li dominava: Sara. Ma una Sara diversa da quella che conoscevano. La Sara assassina, la Sara piena di rancore e odio che era mossa fin dentro le viscere da un unico desiderio: la sete di sangue.

Indossava una lunghissima veste nera strappata, le maniche a pipistrello, due ali di kajal agli occhi, il rossetto color pece e i lunghissimi capelli biondi tutti tirati indietro. Lei che con un solo gesto della mano aveva fatto portare via la ragazzina, mentre giungendo alle spalle di Rip lo aveva tirato per i capelli, scoprendo il suo collo che accarezzò con la lama del suo pugnale.

«Dove la stai portando?»

«Se sei preoccupato della sua sorte…» un colpo dietro le ginocchia e lo costrinse a terra «… fai bene, ma non c’è nulla che tu possa fare per lei…»

Sara si allontanò da lui guardandolo a terra sofferente e confuso.

«Non puoi immaginare quanto io ti odia Capitan Hunter…» esordì la donna, giocando con la punta della lama che teneva in mano.

«Da quando hai conosciuto Sara e l’hai portata sulla “via giusta” questa è divenuta la mia gabbia dorata. Mi tiene chiusa qui, lontano dai suoi pensieri, alla mercé dei suoi incubi peggiori… abbandonata a me stessa… questa è stata la mia punizione… e tutto per colpa tua…»

«Io ti ho salvato…» bastò quella frase di Rip per accecare Sara dell’unico sentimento tanto forte quanto l’amore: l’odio. Gli fu addosso e colpì con tutta la forza che aveva in corpo più e più volte fin quando il suo viso si deformò e lo costrinse a sputare sangue.

«No tu mi hai mandato in esilio, ma qui comando io e presto scoprirai cosa questo vuol dire…»

Una minaccia che la donna sussurrò al suo orecchio tenendolo per il bavero, prima di lasciarlo andare e farlo cadere a terra.

Il viaggio verso i gironi infernali dell’anima di Sara Lance era solo all’inizio…

 

Lo so lo so ci ho messo un po’, ma finalmente eccomi qui! Ho avuto dei giorni davvero pieni che mi hanno tenuto lontano dallo scrivere un po’ perché fisicamente impegnata e un po’ perché la testa era concentrata su altri problemi. Non che questi ancora si siano risolti, sono legati alla possibilità che il mio prossimo progetto letterario salti per colpa di terzi, ma quanto meno rimettersi nella fan fiction mi ha distratto un po’… Mi sono gettata dunque nella storia, in questa scena che avevo in mente da giorni e l’ho scritta… Protagonisti assoluti la Famiglia Hunter. Come sempre aspetto vostri commenti e critiche, io dal canto mio non smetterò di metterci anima e core in questa storia!

 

 

   
 
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