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Autore: __Lily    04/05/2017    2 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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QUARANTUNO 

 

 

 

 

Assieme a Jon gli incubi erano scomparsi, il fantasma di Ramsay era scomparso così come le sue parole, con Jon il mondo le sembrava ancora meritevole, un posto giusto in cui vivere ma senza di lui l’oscurità la avvolgeva, non c’era nulla senza Jon Snow.
Jon non l’aveva svegliata, l’aveva lasciata nel suo letto a dormire.
Le aveva dato un bacio sulla fronte e tirato su le coperte, ordinato a Spettro di restare con lei e poi si era fermato sulla porta a osservare Sansa nel suo letto, quando la sera prima era andato da lui quasi non riusciva a crederci, doveva davvero essere a pezzi per mettere da parte l’orgoglio e tutti gli insegnamenti di lady perfetta per raggiungerlo nel cuore della notte.
Sorrise, chiuse la porta e se ne andò nel suo studio dove Sam lo stava aspettando.
Quando Sansa si svegliò trovò Spettro con lei, le era mancato svegliarsi con il lupo vicino, così come le era mancato il ritmo del cuore di lui che calmava il suo, le dava quella pace che le serviva.
Il re era stato attento e premuroso verso di lei, come sempre; aveva detto ad Arya di andare da lei e di portarle dei vestiti.
Così la sua sorellina era andata nella stanza di Jon certa di trovarci Sansa e così era stato.
Era affacciata alla finestra, la brace nel camino teneva ancora calda la stanza, lei osservava fuori, fuori da quella finestra dove il mondo continuava a girare, dove le persone vivevano la loro vita ignari del dolore che la loro principessa sentiva, se non fosse stato per Jon sarebbe andata alla torre spezzata dalla quale suo fratello Bran era caduto o stato spinto, e si sarebbe gettata nel vuoto, avrebbe volteggiato in cielo come i fiocchi di neve che cadevano, ma lei non sarebbe stata uno di loro, non bianca, ma scura, colpevole, colpevole di molte cose tra cui la morte di suo padre Eddard Stark il vero protettore del Nord e signore di Grande Inverno.
«Sansa» la chiamò Arya, alla voce della sorella si girò per osservarla.
Il volto era ancora quello di una donna che aveva pianto, gli occhi rossi c’erano ancora, nonostante la gravidanza Sansa sembrava essere dimagrita anche se si intravedeva già qualcosa, qualcosa che però Jon non aveva notato.
«Jon mi ha detto che eri qui e mi ha chiesto di portarti dei vestiti» disse posandoli sul letto sfatto, Sansa tornò a guardare fuori dalla finestra, era tutto così difficile, complicato, nessuno sembrava capirla.
«Grazie Arya» rispose, più per gentilezza che per altro.
Non se ne era nemmeno resa conto, ma Arya l’aveva raggiunta.
«Parla con me, ti prego.»
«Non c’è nulla da dire.»
«Mi stai ancora mentendo, basta bugie Sansa.»
«Allora non farmi domande» rispose tornando a osservare la neve.
Dalla stanza di Jon si vedeva il Parco degli Dei, era l’unico posto dove si sentisse un po’ meglio.
«Ti ho vista parlare con il Maestro, cosa gli hai chiesto?»
«Niente che ti riguardi.»
«Sei mia sorella» disse prendendola per un braccio e stringendola forte «mi riguarda.»
Sansa non le rispose, chiuse gli occhi e lasciò alle lacrime la libertà di rotolare sul suo volto, un volto che un tempo sembrava porcellana e ora… ora era porcellana rotta, messa insieme a caso, infine la porcellana si era trasformata in ferro quasi.
La sua era una corazza dura da abbattere e Arya non poteva abbatterla, solo Jon aveva quel potere.
Arya la guardò colma di rabbia e di preoccupazione.
Sansa, cosa stai facendo? Dillo a me.
Poi uscì dalla stanza sbattendo la porta e corse via da lì, andò nella stanza del Maestro e entrò senza bussare, lui era lì, stava preparando qualcosa.
«Principessa Arya, cosa succede?» domandò l’uomo allarmato.
Ma Arya era troppo furiosa.
Prese Ago in mano, aveva i capelli legati indietro come un tempo li portava suo padre, come li portava anche Jon, puntò la spada verso il Maestro, se Sansa non voleva parlare allora lo avrebbe fatto lui.
«Principessa…»
«Io non sono una principessa. Dimmi tutto quello che sai» disse con una voce che faceva quasi paura.
«Non so di cosa stai parlando!»
«Bene allora ti renderò le cose più facili. Dimmi cosa stai tramando con mia sorella o questa metterà fine alla tua vita, non sarebbe la prima che prenderei.»
Il Maestro la guardò allarmato, avrebbe voluto gridare, ma cosa avrebbe detto poi?
Aveva fatto un giuramento alla principessa del Nord, a una delle principesse almeno, ma quella ragazzina… si lo avrebbe decisamente ucciso.
«Parla!» disse Arya alzando Ago verso la sua gola.
«Va bene, va bene. Ti dirò tutto ma prima… metti via la spada.»
«Giuralo» disse la giovane ragazza dagli occhi come una tempesta.
«Lo giuro.»
Arya rinfoderò Ago e lasciò libero il Maestro che si massaggiò dolorante la schiena.
«Cosa ti ha chiesto Sansa?»
«Il tè della luna.»
«Cos’è?» domandò Arya, forse aveva sentito quel nome ma non ne conosceva l’uso.
«Per lo più lo usano le donne che fanno le prostitute, non che sia il caso della principessa Sansa. Serve per gravidanze indesiderate, qualche sorso del tè della luna e…»
«No! Lei non lo farebbe mai» rispose incredula guardando il Maestro di Lyanna Mormont, sconvolta da ciò che aveva appena udito.
Il Maestro la guardò con tristezza, nemmeno lui avrebbe voluto che Sansa Stark lo chiedesse.
«Invece lo ha fatto, mi ha chiesto di prepararlo per il giorno del matrimonio di re Jon.»
«Cosa? No, Sansa…»
«Mi dispiace ma è il suo volere, farò ciò che mi è stato ordinato.»
«Ma come puoi farlo? Stiamo parlando della vita di un innocente.»
«Credi che voglia prepararlo mia signora? Credi che vorrei consegnarlo a tua sorella? No, io sono un Maestro, il mio compito è ubbidire.»
Arya guardò quell’uomo un’ultima volta e poi se ne andò furiosa, furiosa con Sansa, furiosa con il Maestro e furiosa con Jon per non averlo capito.
Uomini - pensò.


Non aveva mangiato, non riusciva a tenere nulla nello stomaco e ogni sorta di cibo la faceva vomitare.
Era uscita dalla stanza di Jon solo nel pomeriggio e per terminare di dare ordini, aveva fatto chiamare i musicisti e anche Jon, sarebbe arrivato a momenti.
Infatti arrivò subito dopo, i capelli tirati indietro, la veste nera con il suo ricamo del metalupo degli Stark, la pelliccia.
Dovrò ricamarci un drago - pensò, ma poi si corresse - stupida, non potrai più ricamare nulla per lui, Jon non ti appartiene più.
«Mi hai fatto chiamare?» le disse avvicinandosi, Sansa lo preoccupava ogni giorno di più.
«Si, spero che non avessi nulla di importante da fare.»
«Nulla che non possa essere rimandato.»
«Bene» disse, poi si avvicinò ai musicisti.
«Che è successo qui?» chiese Jon guardando la Sala Grande con il tavolo e le sedie ammucchiate alle pareti.
«Serviva spazio e l’ho procurato.»
«Spazio per cosa Sansa?»
«Musica prego» disse, poi tornò da Jon e gli fece una carezza sul volto «per danzare, il re del Nord non può fare brutta figura il giorno delle sue nozze. Non sei mai stato bravo a danzare Jon, è ora di imparare almeno le basi.»
Poi posò le braccia sulle sue spalle, l’attrazione era così tanta, la voglia baciarlo era tanta, tornò in se e la musica iniziò.
«Sansa non so…»
«Lasciati guidare da me, ti insegnerò a danzare. Tu sei stato un buon maestro per quanto riguarda l’arco ora tocca a me.»
«Finirò per schiacciarti i piedi» disse con un pizzico di ironia e accennando un sorriso.
Tutto il suo mondo si illuminò come accadeva ogni volta che lui le sorrideva e la guardava in quel modo.
«E’ per questo che facciamo le prove, per evitare che tu possa schiacciare i piedi alla tua futura moglie» rispose guardando i suoi occhi, due pozze di oscurità ma che sembravano danzare quando incrociavano i suoi, quasi bruciare come le fiamme più ardenti.
«Non occorre che sia tu a farlo.»
«E chi altri allora? Arya? Ce la vedi a darti lezioni di danza?»
«No» rispose e quella volta però la risata fu vera, sincera.
Rimasero per un po’ in silenzio avvolti dalla musica, i loro piedi si muovevano, le sue mani la stringevano.
Sansa, vorrei che fosse sempre così.
La musica li cullava, regalava loro piccoli attimi che presto non avrebbero più avuto.
«Ti amo.»
Sansa portò la sua mano sulla bocca di lui, Jon non poté fare a meno di baciare le sue dita.
«Siamo esseri imperfetti» disse fissandolo con i suoi grandi occhi blu come pozze di acqua «amiamo in modo imperfetto.»
«Non tu, tu sei stata la cosa più bella che potesse capitare nella mia vita Sansa Stark e niente e nessuno potrà mai cancellare questo. Nemmeno Daenerys Targaryen.»
«Jon ti prego, non rendere tutto più difficile.»
«Non voglio renderti le cose più difficili solo… io non riesco a lasciarti andare, questa notte, passarla con te…»
«E’ stato un errore, non sarei mai dovuta venire da te.»
«Ho sperato che venissi da me così tante volte mentre ero via e anche dopo essere tornato e ieri è successo, eri lì, con me. E’ te che amo, è te che vorrei sposare, è con te che vorrei avere dei figli.»
Quelle parole ruppero l’argine, Sansa non riuscì più a controllarsi, lasciò andare Jon, tolse le mani dal suo corpo e con gli occhi appannati per via del pianto corse via senza riuscire a parlare, ma avrebbe voluto dirgli così tante cose.
Dirgli che i suoi desideri erano lì, tra le sue braccia, che sarebbe bastato sigillare il loro amore al cospetto degli Dei, antichi o nuovi, bastava solo un rito, delle risposte e tutto sarebbe andato bene.
Potrai mai perdonarmi Jon?
Corse nelle cripte, era diventato quello il suo rifugio, accese la torcia e corse a nascondersi lì sotto, nel buio, dove nessuno le avrebbe parlato e dove nessuno avrebbe visto il suo dolore, raggiunse la statua di suo padre e si sedette ai suoi piedi, era freddo il pavimento, un po’ mollo, l’acqua a volte colava delle pareti lì sotto.
«Padre» disse in lacrime accarezzando il marmo freddo e umido «sono stata io.»
Non riuscì a dire né pensare altro, strinse le ginocchia contro il petto e rimase nelle cripte, a piangere, mentre i suoi antenati osservavano muti il suo dolore. 







 

Grazie a tutti coloro che stanno leggendo questa Fanfiction, so che la coppia Jon/Sansa non è tra le più popolari non in Italia almeno, ma a me Jon piace sia con lei che con Daenerys (sicuro che nella serie tv finirà con Dany)
Quindi con la speranza che questo capitolo vi piaccia vi saluto.
Fatemi sapere cosa ne pensate ;)
Lils 

  
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