Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: vanessie    05/05/2017    2 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 58

“La casa sull’albero”

 

 

POV Evelyn

Mi stavo divertendo a provocare Kevin da tutta la sera. Parlavo con i miei amici, andavo al bar a prendere da bere, ballavo con qualche ragazzo e ogni tanto gli lanciavo delle occhiate per controllare cosa facesse. Sorseggiava il suo drink dalla cannuccia e faceva l’indifferente, ma sapevo che in realtà un pochino di fastidio lo provava. Diciamo che il nostro odio/amore era ultimamente stato più indirizzato all’amore, nel senso che entrambi eravamo interessati l’uno all’altra, sebbene ci affannassimo tanto a nasconderlo. In quel momento ero impegnata a ballare con un tipo carino, che sinceramente mi stava mettendo un po’ troppo le mani addosso. Lo tenevo a bada come meglio potevo, ma volevo che Kevin provasse fastidio, tanto da spingerlo a venire lì da me. “Sei bellissima sai?” mi domandò il ragazzo in questione, gli sorrisi “Grazie” “Sei impegnata?” “Ehm…no in realtà” risposi “Ti va di andare fuori sola con me?” mi propose “Preferisco restare qui” conclusi. Tornai a guardare verso Kevin, accorgendomi che non era più seduto al suo posto. Me lo ritrovai lì accanto “Senti ti dispiace se adesso ballo io con lei?” chiese al ragazzo “Beh sì che mi dispiace” rispose quest’ultimo. Lasciai perdere il mio gioco pericoloso e iniziai a ballare con Kevin. “Perché sei venuto qui? Sei geloso?” domandai per punzecchiarlo “No, tu mi guardavi e volevi che venissi qui” “Ti sbagli, mi stavo proprio divertendo a ballare con quel ragazzo, ma tu ti sei voluto mettere in mezzo” risposi, facendolo sorridere. Era carino ballare con lui, sentire la sua mano sulla mia, o sulla mia vita o sui miei fianchi. Era un tipo super educato, non faceva mai una mossa sbagliata o azzardata con me, a meno che io non glielo avessi permesso. Tornammo a sedere al tavolo e mi presi un sorso dal suo bicchiere.

 

Image and video hosting by TinyPic

 

“Sai che nelle ultime settimane sei stato più simpatico?” gli domandai “Mi sono comportato come sempre, diciamo che tu sei stata diversa nei miei riguardi. Sei stata più aperta e hai ascoltato invece che criticarmi sempre” “Io non critico, mi fai sembrare cattivissima” affermai con voce da bambina “Non ho detto che sei cattiva, dico solo che con me sei prevenuta, hai un sacco di pregiudizi, però apprezzo che nelle ultime settimane hai provato a metterli da parte” disse “Beh che ho dei pregiudizi sugli americani è vero, ma conoscendoti meglio…devo dire che non sei così male!” esclamai. Restai ad osservare la sua perfetta forma fisica messa in evidenza da una camicia bianca, che lasciava presagire la presenza di bei muscoli addominali, una giacca color tabacco, pantaloni neri abbastanza aderenti da rendere ben visibile il suo fondoschiena.

 

Image and video hosting by TinyPic

 

Lui mi guardò scuotendo la testa “Devi aprirti di più con me” disse “Aprirmi?” “Sì che so…fammi conoscere la vera Evelyn” “Uhm…potrei portarti in un posticino speciale, dove ho trascorso dei bei momenti della mia infanzia” gli proposi “Mi ci porteresti? Non è da te, mostrare il tuo intimo più profondo” “Mi va di portarti, a te va?” domandai “Sì” “Andiamo?” domandai “Adesso?” “Hai paura ad uscire da solo con me?” lo provocai “Io no, tu?” “No, ormai ho capito che sei uno di quei ragazzi che abbaia ma non morde” dissi e lui scoppiò proprio a ridere. Andai da Holly per dirle che sarei andata via con Kevin. “Holly, volevo avvisarti che sto andando via” “Di già?” domandò osservando l’orario dal suo orologio da polso “Sì…vado con…Kevin” “Ohhhhhh…va bene. Che hai in mente di fare da sola con lui?” “Niente, volevo solo portarlo a vedere una cosa, così…per conoscerci meglio” spiegai “Uhhh quanto vuoi conoscerlo meglio?” scherzò. Alzai le spalle come per dimostrare indifferenza “Holly è solo un giro insieme, nulla di più” “Kevin ti interessa parecchio, non negare” “Beh…forse…sì ammetto che è un bel ragazzo, intrigante, simpatico, ma ciò non toglie che abbia la facoltà di farmi saltare i nervi con estrema facilità” affermai “Questo perché ha il carattere adatto a tenerti testa. E poi sii sincera, tu non sei stata proprio il massimo della gentilezza con lui” “Un po’ è vero, comunque ora andiamo, ci sentiamo!” esclamai dandole due baci sulle guance “Non affrettare troppo le cose eh!” “Non affretto nulla Holly, possibile che per te non possa essere semplicemente una passeggiata tra amici?” chiesi allontanandomi. Tornai da Kevin e uscimmo dal locale, dopo aver salutato gli altri miei amici. Gli dissi di seguirmi e mi diressi verso la seconda casa dei miei genitori, poco distante da dove abitavo attualmente con la mia famiglia. Gli spiegai che quella era l’abitazione nella quale avevo risieduto fino ai 10 anni e in cui avevo trascorso i momenti migliori della mia infanzia. “Mi stai invitando ad entrare?” mi chiese quando infilai la chiave nella serratura del portone d’ingresso.

 

Image and video hosting by TinyPic

 

“Per mostrarti questo posticino segreto tanto importante per me, dobbiamo entrare. Mi serve una chiave che si trova in casa per portartici” dissi. Annuì trattenendo il suo sorrisino sotto ai baffi “Non farti idee strane Kevin Black, non ti sto invitando a casa per portarti a letto” “Ohhhh questo lo so. Non mi aspetto certo che tu lo faccia, non sei il tipo e non ci conosciamo abbastanza” “Neanche tra un milione di anni” risposi sarcastica “Tranquilla, non ho intenzione di provarci con te nemmeno se mi obbligassero” “Presuntuoso” “Hai cominciato tu” disse “Sbruffone americano” “Non te la tirare irlandese” rispose. Ormai i nostri battibecchi erano d’obbligo, era più forte di noi resistere alla tentazione di risponderci per le rime. Lo portai dentro casa e accesi la luce. All’interno restava solo qualche vecchio mobile, tuttavia l’arredamento era piuttosto sguarnito: due sedie, un tavolino, un divano, una vecchia credenza, uno specchio…

Aprii il cassetto della credenza e ne estrassi una piccola chiave. “Vieni con me” gli dissi andando verso il giardino sul retro, al quale si poteva accedere anche dall’esterno. Ci avvicinammo all’albero più grande e robusto e mi voltai per osservare l’espressione di Kevin. “Wow, una casa sull’albero!” esclamò guardandola “Bella vero?” “Bellissima, tutti i bambini sognano di averla” “Me l’ha costruita mio padre quando avevo 5/6 anni, mi piaceva tantissimo andare nella mia casetta a giocare, a disegnare, a fantasticare” spiegai “Posso salirci?” domandò “Uhm…non so, sai è un posto parecchio intimo per me, non so se voglio portarci dentro un ragazzo” “Ohhhh andiamo, solo una sbirciatina!” “In realtà quando ero piccola mi ero ripromessa di farci entrare solo il principe azzurro” scherzai, facendolo sorridere “Beh certo, tipico da te. La signorina non vuole che qualcuno violi la sua intimità” “Ti sbagli, ti ho appena detto che il privilegio era solo per il principe azzurro” “Eri fissata con le favole?” mi domandò “Sì, io conosco la filmografia disney a memoria” “Anche le mie sorelle sono identiche a te. Credo sia un po’ un vizio femminile. Cioè i cartoni disney piacevano da matti anche a me e mi piacciono tutt’ora, ma voi ragazze avete proprio una fissa” “Ma non mi dire! Ti piacciono i cartoni animati disney Kevin?” “Sì molto” “Non credevo fossi il tipo” “Tu hai proprio delle idee sbagliate su di me, dovresti darmi un po’ di fiducia, non sono così male come credi” affermò. Gli sorrisi e salii le scalette che portavano alla casa sull’albero. Mi voltai quando arrivai alla porticina e guardai giù, notando che Kevin teneva gli occhi fissi sul mio fondoschiena, che tra l’altro era appena coperto dalla stoffa dei miei shorts. Aprii la porta con la chiave e mi intrufolai dentro per aprire anche la finestra. Mi affacciai alla porta per chiamarlo “Che aspetti? Vieni o continui a sperare di guardarmi il culo?” gli chiesi. Lui salì le scalette e mi raggiunse, entrò dentro e si mise seduto a gambe incrociate. Ovviamente l’interno era piccolo, pensato per un bambino fino ai 10/11 anni, ma seduti ci entravamo ancora bene. “Caspita è davvero carina! Tuo padre ha fatto un ottimo lavoro!” esclamò “Ti piace?” “Ovvio che sì, sei stata una bambina fortunata a possedere una casetta sull’albero” “Guarda, avvicinati a me, vieni a vedere che bel panorama si vede dalla finestra” affermai. Lui si alzò in piedi, ma mentre io riuscivo ancora perfettamente a stare in piedi in quell’ambiente, Kevin con il suo 1.85 cm non ci riusciva, quindi stava con la schiena piegata. Il panorama gli piacque, gli spiegai quale zona di Dublino fosse quella davanti ai nostri occhi e in quella posizione, tanto vicina a lui, pensai per la prima volta che avesse un profumo buonissimo. Respirare il suo odore mi fece accelerare prepotentemente i battiti cardiaci. Tornammo a sederci “Allora dimmi…qual è il tuo cartone disney preferito?” gli chiesi curiosa “Ne ho due: Il re leone e La carica dei 101. Sai…sono sempre stato fissato con gli animali, fin da piccolo” affermò “Sono carini entrambi! E quelli delle tue sorelle?” “Amy adora Biancaneve, mentre Nicole preferisce Aladdin. Cioè lei ha proprio una cotta per Aladdin” affermò mettendosi a ridere. “Perché ridi?” domandai “Perché il suo ragazzo attuale è identico a Aladdin” “Conosci il suo attuale ragazzo?” “Sì, è uno dei miei migliori amici, si chiama Jonathan. Sai, siamo cresciuti insieme!” “Che bello! Anch’io sogno di incontrare uno che somigli al mio principe preferito della disney!!!” esclamai con aria sognante. “Chi sarebbe? Quale cartone ti piace più di tutti?” “La bella addormentata nel bosco. Io per il principe Filippo farei follie” “Perché proprio lui?” “Perché a differenza degli altri principi della disney, lui è…intraprendente, coraggioso, è simpatico e poi io sono bionda e posso facilmente identificarmi in Aurora…inoltre ho sempre sognato un ragazzo con i capelli castani!” esclamai, salvo poi arrossire violentemente quando mi resi conto che Kevin aveva i capelli castani. Lui si mise a ridere ma sorvolò sull’argomento, aveva capito che mi ero imbarazzata “Non dirmi che ti piace l’idea che Aurora e Filippo, che in realtà erano promessi sposi dalla nascita, poi senza saperlo si siano innamorati ignari di essere proprio loro due” disse “Beh è romantico. Non sapevano di essere loro i promessi sposi e ugualmente si sono innamorati” affermai. Mi venne in mente che quella favola aveva parecchie analogie con la storia della mia vita. La profezia diceva che Kevin ed io dovevamo sposarci e in realtà, prima di sapere che lui era quel misterioso ragazzo della profezia, quando l’avevo conosciuto a lavoro, Kevin mi era piaciuto tanto, proprio come stava tornando a piacermi da qualche settimana, quando avevo smesso di essere tanto antipatica e avevo ricominciato a sentire qualcosa per lui. “Quindi Evelyn…sotto quella corazza che ti sei costruita intorno, sei una tenerona” “Non ho nessuna corazza, è solo che…voglio farmi conoscere per ciò che sono davvero solo da chi voglio io” “Capito, quindi non vuoi che io sia una di quelle persone che ti possono conoscere!” esclamò. “Ma nooo, cioè non ho niente contro di te, ma sai…il mio carattere mi porta a nascondere un po’ chi sono davvero e ad aprirmi solo se sento di potermi fidare” spiegai. Restai a fissarlo, lui mi osservava e chissà a cosa pensava. “Devi ammettere che per arrivare a far sì che qualcuno possa conquistarsi la tua fiducia, tu…beh devi dargli l’opportunità di provarci, di fargli capire come sei fatta, di farlo entrare dentro la vera te stessa” affermò “Sì hai ragione, sono stata un po’ dura con te” ammisi “Un po’? Solo un po’? Un po’ tanto” rispose, facendomi sorridere. “Ok…un bel po’. Se vuoi…non ti dico che da oggi in poi mi aprirò, ma posso lasciare la porta semiaperta” proposi “Questo vuol dire che posso dare una sbirciatina?” “Sì” “Wow” disse prima di mettersi a ridere e lo feci anch’io. “Ma sappi che è appena scostata la mia porta, si può richiudere con facilità” aggiunsi “Ora non cominciare a essere negativa, lascia semiaperto e poi decidi. Perché dovrei essere tanto stupido da deluderti e farti chiudere di nuovo la porta?” “Non ho detto questo” “Vedrai che non sono così malaccio come credi, anch’io in questo periodo sono stato…chiuso con te, ancora non sai quasi nulla di me” disse. “Dici che il vero Kevin potrebbe essere per me interessante?” “Ma sì…potrebbe piacerti” “Piacermi? Addirittura? Beh una frase tipica da te, da gradasso americano ci voleva” “Lo faccio apposta, perché ti piace. Altrimenti come faresti a fare l’irlandese che se la tira?” “Per una volta che abbiamo parlato senza accusarci e senza litigare!” esclamai “Ok hai ragione. Che ne dici di sancire questa decisione di conoscerci a vicenda con un abbraccio?” domandò “Ora…non ti allargare…magari una stretta di mano” “Quanto sei fredda” rispose per continuare a provocarmi “Sono fredda perché tu e tutti i maschi come te vi fate tante illusioni. Prima ad esempio…imbambolarti sul mio sedere mentre salivo le scalette per arrivare qui, non è stato molto galante” lo punzecchiai “Non ti ho guardato il sedere” “Ah no?” “No…insomma…ho solo dato uno sguardo” ammise, facendomi sorridere. “E va bene, limitiamoci ad una stretta di mano” disse tendendo il braccio per stringerci la mano. Gliela afferrai e gliela strinsi. Era stato bello parlarci da soli e scambiarci le nostre idee. Gli avevo mostrato la mia casa sull’albero, che per me aveva un significato importante e a nessun altro individuo di sesso maschile l’avevo mostrata. In fondo mi era piaciuto condividere quel ricordo infantile con Kevin. Ero felice che avessimo deciso di mettere in un angolo le nostre reciproche diffidenze.  

 

NOTE:

Eccomi qua, in questo capitolo Evelyn e Kevin tornano ad aprirsi un pochino di più, dopo la chiusura che entrambi avevano avuto in seguito alla scoperta di essere i protagonisti della profezia. Hanno tutti e due molte sfaccettature delle loro vite da doversi raccontare, ma si tratta di cose personali e vogliono aprirsi al momento giusto. Il momento della casa sull'albero mi sembrava intimo e carino, è un segnale che Evelyn gli dà per fargli capire che si sente pronta a vivere un'amicizia sincera, libera da quelle insicurezze e da quelle vergogne derivate dalla profezia. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, è uno dei miei preferiti perchè segna una svolta e lo fa con delicatezza! Vi aspetto venerdì,

Vanessie

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: vanessie