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Autore: ten12    07/05/2017    0 recensioni
Laurence è un uomo dalla mentalità pratica e cinica. Caryll è uno studioso fragile ma risoluto. Micolash è un manipolatore viscido ma geniale. Cos'hanno in comune? Hanno studiato tutti a Byrgenwerth e, ad un certo punto della loro storia, sono tutti incappati in qualcosa che era meglio lasciare lì dov'era.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Laurence
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'La caduta di Yharnam'
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CAPITOLO TERZO

 

 Caryll si fermò davanti allo specchio. La stanza smise di contorcersi e girare, i colori tornarono normali in un battito di ciglia. Una creatura lo osservava dall’altro lato della superficie riflettente. Aveva la forma di un cono squamoso con quattro tubi che uscivano dalla cima. Un tubo terminava con tre occhi, uno con dei coni inversi intorno ad una sfera spugnosa e due con una chela ciascuno. Il suo corpo era giallo. Il vecchio Caryll, lo studente ammalato e nervoso, sarebbe caduto in ginocchio, l'avrebbe venerato e pregato per l'illuminazione. Non fece niente del genere. Sapeva CHI era quell’essere. CHI erano tutti loro e perchè erano lì. Si rifiutò di fingere ignoranza. Gli Yith erano una razza ragionevole. Avrebbe provato a farli ragionare...o avrebbe schiacciato quell'esemplare. Lo Yith disse qualcosa. Glielo trasmise telepaticamente attraverso i millenni e gli universi. Caryll lo ignorò, prese fiato e disse....

 

"Non avere paura" Micolash era terrorizzato "non voglio farti del male" "CHI SEI!!" Micolash strinse i pugni intorno alla spranga fino ad avere le nocche bianche "VIENI FUORI!" "Mi chiamo Mergo"  lo studente si voltò verso la voce con la spranga alzata. Il corridoio, senza che se ne accorgesse, si era perso in una nebbia fuligginosa e grigia. In mezzo ad essa avanzavano in lontananza due figure. Micolash abbassò la spranga. I battiti del suo cuore scesero lentamente.

 

"Salve" disse Caryll con un sorriso "Il tuo nome è Caryll, giusto?" chiese la creatura "Si" rispose lo studente allargando il sorriso ed annuendo "Il tuo nome invece è G'drenziof" lo Yith ammutolì "L'ho pronunciato male?" L'alieno rispose cupamente " No"

 

Laurence inspirò a fondo, strinse entrambe le mani intorno all'elsa e portò la lama all'indietro. Nella mano libera del guardiano iniziarono ad accumularsi delle fiammelle. La spada della luna iniziò a brillare illuminando tutta la sala di una pallida luce azzurrognola. Laurence sferzò violentemente l'aria davanti a se con l'arma. Un aura ricurva dalle venature nero-azzure fuoriuscì repentinamente dalla lama del cacciatore. Il guardiano fece un ampio gesto con la mano. Un muro di fiamme si inalzò per proteggerlo. L'aura cozzò con violenza frantumandosi ed avviluppandosi nei colori delle fiamme. Il muro creato dal guardiano crollò nella deflagrazione. Azzurro,nero e rosso vivo si espansero in un miscuglio sui muri della stanza. Laurence fissò sconfitto lo Pthumeriano di due metri correre attraverso le fiamme.

 

Erano un bambino sui cinque anni ed una figura femminile coperta da un mantello nero. Micolash li osservò avvicinarsi, in silenzio. Intorno a loro la nebbia fuligginosa aveva ingoiato le catacombe "Visto? Non hai nulla da temere. Siamo come te" Alle orecchie di Micolash non arrivò alcun suono. Quelle parole furono pronunciate direttamente nella sua testa. Piume di corvo. Il mantello che copriva l'accompagnatrice del bambino era fatto di piume di corvo. Le braccia di Micolash penzolavano ai lati. La spranga era ancora debolmente stretta nella mano destra. Lo studente guardò affascinato i due. Il bambino aveva occhi enormi con pupille minuscole e la donna non aveva corpo: era, letteralmente, un mantello "Micolash giusto?" Chiese il bambino. La sua piccola mano sinistra si perdeva sotto la stoffa scura della sua accompagnatrice. Lo studente guardò il bambino con diffidenza "Si" 

 

 

Caryll continuò "Bene!" Lo Yith rimase silenzioso "Dunque si può dire che non sarà un problema collaborare!" "Collaborare" ripetè l'alieno soppesando la parola "Si. Collaborare. Entrambi sappiamo che, per voi, noi umani siamo alla stregua di involucri e l'unico motivo...." "Motivo" ripetè lo Yith. Caryll lo ignorò "...per cui non siete discesi con gli altri è per il vostro "problema logistico" e le leggi che vi siete imposti. Perciò sono disposto ad offrirti ospitalità come coscienza ospite del mio corpo....." "Corpo" l'immagine dello Yith nello specchio rimaneva immobile. Questa volta Caryll si infastidì "Si. Dicevo. Come coscienza ospite e non dominante" "Dominante" ripeté puntualmente la sua controparte. Caryll smise di parlare. Un rumore di schiocchi leggeri e costanti iniziò a propagarsi per la sala. Lo studente si guardò intorno. Niente avrebbe potuto fare quel rumore. Finì per concentrarsi sullo specchio. Erano le chele dello Yith. Stava ridendo. Ma lo specchio non poteva trasmettere suoni. Il corpo di Caryll si irrigidì. Lo studente non riuscì più a muovere un muscolo. Stramazzò all'indietro. Il suo cervello corse alla ricerca di una soluzione. Lo Yith lo stava fagocitando, stava sovraccaricando il cervello con immagini incomprensibili. No, un attimo. Stava trasferendo la sua coscienza a forza. Caryll doveva opporsi alla paralisi e muoversi. Si concentrò disperato.

 

 

Laurence si preparò a parare. Il guardiano sferrò un colpo violentissimo e fulmineo. Il cacciatore reagì con un contrattacco in direzione opposta. Scintille causate dallo scontro delle spade illuminarono brevemente il buio della sala. I polsi scricchiolarono ancora e Laurence rischiò di perdere una seconda volta la presa sull'arma. Non riuscì ad opporsi a tutta la forza del fendente ed andò dietro alla lama della luna. Il guardiano usò lo slancio della corsa e travolse Laurence con una spallata. Il cacciatore volò all'indietro di nuovo. Strinse l’arma con entrambe le mani. Non avrebbe perso di nuovo la sua guida. Atterrò male e rimbalzò come una bambola di pezza, poi fece una giravolta ancora in aria e cadde di testa. Il collo si flettè come un ramoscello. Laurence stramazzò a terra frastornato. Non senti niente per qualche secondo. Percepì un rumore distorto sempre più forte. Il dolore alla cervicale lo dilaniò tutto in un colpo. Urlò e si afferrò il collo tenendo stretta la spada con l'altra mano. Era a terra, steso sulla spalla "Sei uno sciocco!" La voce era dura, aggressiva "Dovevi lasciarla dov'era umano!" Una stretta d'acciaio si serrò intorno alla sua gola e lo alzò sempre più in alto. Laurence si ritrovò a fissare terrorizzato le sei pupille crudeli dietro alla maschera del guardiano. Dibattè i piedi. Le braccia, indebolite dall'impatto rimasero inerti a penzolare. La lama della luna era ancora nella sua mano.

   
 
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