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Autore: __Lily    08/05/2017    2 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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QUARANTADUE

 

 

 

 

Baelish era stato convocato da Jon quel pomeriggio, ma il re non era solo, con lui c’era anche Daenerys.
Ditocorto bussò alla porta e dopo aver ricevuto il permesso entrò.
«Maestà, mi hai fatto chiamare?»
«Si, siediti» disse Jon.
A Baelish non piaceva Jon Snow o qualunque altro nome avesse scelto, e soprattutto non gli piaceva prendere ordini da lui.
«Come posso aiutarti?» rispose ossequioso sedendosi.
Daenerys lo osservava, lo aveva visto spesso ma dopo ciò che Sansa le aveva raccontato aveva iniziato a guardarlo con occhi diversi, c’era già un signore dei sussurri, non ne occorreva un altro, soprattutto perché non sapeva dove quei sussurri sarebbero arrivati.
«Non mi occorre il tuo aiuto, mio signore.»
«Allora perché mi trovo qui?» chiese Baelish.
«Per Sansa, voglio che tu capisca che lei non è una tua proprietà» disse il re del Nord portando le man sul tavolo.
«Nemmeno tua, Sansa Stark è libra di pensare e fare ciò che vuole maestà, e io altrettanto.»
«Smettila di tormentarla, non fai altro che peggiorare la sua condizione. Ogni volta che discute con te gli incubi tornano, dubito che sia una coincidenza.»
«Vuoi impedirmi di parlarle?» domandò Baelish con aria sarcastica.
«Se fosse in mio potere lo farei» disse Jon avvicinandosi ancora di più a lui.
«Ma non lo è.»
«Non la sposerai» disse Daenerys, Sansa era stata chiara, sarebbe morta piuttosto che sposarlo.
«Questa scelta non è tua mia regina, ne sua, solo di Sansa e mia.»
«Lord Baelish lei non vuole sposarti, di questo ne sono certa.»
«Siete diventate amiche?»
«Alleate.»
«E davvero pensi che non ti odi?»
Daenerys rimase senza parole, certo qualche volta lo aveva pensato infondo le aveva portato via l’uomo che amava per via della guerra e delle alleanze.
«Sansa non la odia» rispose Jon guardando Daenerys, i suoi occhi viola erano diventati improvvisamente più tristi, Baelish era in grado di rattristare chiunque.
«Chi lo sa, bene se volete scusarmi ho una cosa importante da fare» rispose lui, guardò gli ultimi Targaryen rimasti in vita e si alzò dalla sedia.
«Con il permesso delle loro maestà…»
Si avvicinò alla porta e se ne andò, Jon sbattete i pugni sul tavolo, nessuno riusciva a irritarlo più di Ditocorto.
«Lo credi davvero Jon?» chiese lei con voce infinitamente triste, aveva imparato a volere bene a Sansa in quei giorni e anche al re del Nord, era diventato importante per lei, più di quanto avrebbe potuto immaginare.
Jon si alzò e le fece una carezza, la sua pelle era liscia e i suoi occhi…
«Si, lei non ti odia.»
«La capirei se fosse il contrario.»
«Non è così» disse lui prendendo le sue mani.
Daenerys tentava di mostrarsi forte, sempre, ma la verità era diversa; era solo una giovane donna spaventata che si trovava a fronteggiare cose che mai aveva chiesto, come lui.
Meera Reed stava cercando tutti gli Stark, Bran era solo nel Parco degli Dei e aveva chiesto dei suoi fratelli, le sue visioni erano un tale fardello che solo lei sembrava davvero comprendere, così come aveva compresso il suo fratellino, Jojen Reed.
La prima che trovò fu Arya.
«Menomale, ne ho trovata almeno una. Arya, Bran vi sta cercando tutti è nel Parco degli Dei.»
«Gli è successo qualcosa?» chiese preoccupata.
«Non lo so, mi ha chiesto di chiamarvi tutti. Sai dove sono i tuoi fratelli?»
«Jon è nel suo studio, Sansa… non lo so» rispose preoccupata guardando Gendry.
«D’accordo tu vai da Bran io cercherò gli altri.»
«Penso io a Sansa» disse Gendry stringendo la mano di Arya, era preoccupato per lei, Arya stava soffrendo e detestava vederla soffrire ancora, però era preoccupato anche per Sansa, si era creato un bel rapporto tra loro due.
Arya uscì dal castello e raggiunse Bran nel Parco degli Dei, Meera andò a chiamare Jon e Daenerys mentre Gendry si stava occupando di cercare Sansa, compito non facile dato che sembrava essere sparita nel nulla.
Non era nel Parco degli Dei questo lo sapeva, corse nelle sue stanze ma erano vuote, andò in quella di Jon ma non era nemmeno lì.
«Dove sei Sansa?» disse sbattendo il pugno sulla porta di legno.
Trovò Jon e Daenerys assieme a Meera Reed.
«L’hai trovata?» le domandò lei.
«No. Ho controllato ogni stanza ma non c’è.»
Gendry puntò lo sguardo su Jon, forse lui poteva saperlo.
«Sto cercando Sansa» gli disse.
A quelle parole Daenerys sentì Jon irrigidirsi.
«Non è in camera sua?» chiese preoccupato.
«No, ho controllato ovunque anche nella tua, ma forse avrei dovuto chiedere il tuo permesso.»
«Tranquillo Gendry. Se non è nelle stanze rimane solo un posto.»
«Quale?» chiese Gendry allargando le braccia.
«Le Cripte, scende spesso lì sotto ultimamente.»
«Le Cripte, ne sei certo? Non voleva nemmeno metterci piedi qualche mese fa.»
«Ne sono certo Gendry, vado a prenderla.»
«No, è meglio che vada io, con tutto il rispetto dubito che voglia vederti.»
Jon abbassò lo sguardo, certo che non voleva vederlo, le aveva distrutto il cuore, quella parte di cuore che era riuscito a far guarire con tanta fatica.
Daenerys strinse la sua mano, conscia del dolore che stavano entrambi provando e di cui si sentiva terribilmente in colpa.
«Vai tu Gendry» rispose il re del Nord, poi lo oltrepassò mano nella mano con Daenerys Targaryen e Meera.
Così accese una torcia e iniziò a scendere, era tutto così buio.
C’era stato solo una volta, con Arya, non voleva andarci da sola e lui l’aveva accompagnata, l’avrebbe accompagnata ovunque.
Faceva freddo lì nonostante il castello fosse per lo più riscaldato dalla sorgente di acqua calda, il buio era immenso, Gendry si sentì un bambino spaventato, ma poi ricordò a se stesso che ormai era un uomo.
Arrivò fino alle statue di pietra e vide una piccola luce, una torcia lasciata a terra che stava per spegnersi e accanto alla torcia Sansa Stark.
Gendry le si avvicinò e senza dire una parole si sedette al suo fianco, quella ragazza era a pezzi e non sapeva come aiutarla, ma alla fine l’unico che poteva aiutarla era colui per cui stava soffrendo.
Sansa si asciugò le lacrime, si voltò verso Gendry che aveva allungato la sua mano, una mano forte, callosa ma che la faceva sentire sicura.
«Da quanto tempo sei qui, hai le mani gelate.»
«Non sapevo dove altro andare, Grande Inverno non è più quello di una volta.»
«Grande Inverno è sempre lo stesso Sansa, è casa tua.»
«Una casa piena di spiriti, a volte li sento sussurrare il mio nome Gendry, li sento camminare con me» disse guardando le statue di pietra con le spade.
«Gli spiriti non esistono» disse asciugandole una lacrima.
«Perché sei qui? Ti ha detto Arya di venire?»
«No, Bran. Vuole vederti, vuole vedere tutti a dire il vero. Ci sta aspettando nel Parco degli Dei.»
«Perché?»
«Non lo so, ha chiesto a Meera di cercarci.»
«Meera… mi domando quando si sposeranno e anche quando lo farete tu e Arya.»
«Se fosse per me la sposerei anche domani.»
«Fallo allora Gendry, non lasciarla andare. Arya ha sofferto molto e io ho contribuito, ci siamo fatte male a vicenda in passato e ora che è di nuovo qui voglio solo che sia felice e sei tu a renderla felice. La mia vita senza Jon non ha quasi più senso» disse Sansa guardando la statua di sua zia Lyanna.
Ora posso capire il tuo gesto, perché fuggisti con il tuo drago.
«Ti sbagli Sansa, hai ancora qualcosa per cui lottare.»
Guardò Gendry, poi posò la mano sulla pancia.
Da quando si era resa conto di essere incinta aveva iniziato a pensare a suo figlio; a come sarebbe stato, a chi dei due avrebbe somigliato, di che colore sarebbero stati i suoi occhi; si era fatta un’idea di quel bambino, il suo bambino.
«Andiamo da Bran» disse Gendry alzandosi e porgendo la mano a Sansa, la aiutò a tirarsi su.
Era più pallida del solito, fredda, quasi assente.
Avrebbe dovuto essere felice, essere calda e piena di voglia di vivere e invece si stava lasciando andare.
Prese le sua torcia e portò Sansa via da lì, via dal buio che la stava inghiottendo ogni giorno di più, passava il suo tempo nelle Cripte perché sentiva di non appartenere più al mondo in cui lui e tutti gli altri vivevano.
Bran era seduto a terra sopra alle coperte, gli altri erano tutti arrivati ma Jon e Arya si guardavano attorno nervosi alla ricerca di Sansa, finché non comparve con Gendry; volto arrossato, occhi lucidi e stanchi.
Sansa, amore mio.
«Eccoci» disse Gendry.
«Va tutto bene?» chiese Arya prendendo la mano di sua sorella, era fredda, Sansa non aveva mai avuto le mani fredde.
«Si, vi chiedo scusa per il ritardo. Cosa succede?» domandò a Bran.
A Bran pesava dirlo, chi ne avrebbe sofferto di più sarebbe stata proprio Sansa.
«Devo parlarvi di una visione che ho avuto e non potevo farlo dentro alle mura, troppi orecchi, troppe spie.»
«Nessuno ci ascolterà qui Bran, parla tranquillamente» disse Jon.
Alzò lo sguardo su Sansa.
«Si tratta di Petyr Baelish.»
Jon strinse i pugni e il gesto non passò inosservato a Sansa né a nessun altro dei presenti.
«Che cosa farà?»
«Non si tratta di cosa farà Jon, ma di ciò che ha fatto.»
«Spiegati» disse Sansa.
«L’ho visto ad Approdo del re, con nostro padre. E’ stato lui a tradirlo, a consegnarlo ai Lannister» rispose con la voce colma di rabbia.
«Cosa?» urlò Arya.
«Lo ha tradito, ho visto mentre gli puntava un pugnale alla gola.»
A Sansa mancò l’equilibrio, si dovette appoggiare ad un albero lì vicino, il respiro divenne affannoso, se prima lo odiava adesso desiderava solo vederlo morto.
«Baelish» disse.
Jon tentò di avvicinarsi.
«Non toccarmi» rispose furiosa allontanandolo.
«Sansa…»
«Avrei dovuto lasciare che Brienne lo uccidesse» disse a denti stretti.
«Lo farò io.»
«No Arya.»
«Si invece, pagherà. Pagherà come hanno pagato i Frey» rispose sfoderando Ago, ma Sansa le posò la mano sulla sua.
«Lui non segue le tue regole, il suo gioco è diverso e noi faremo il suo gioco.»
«Non vuoi che paghi?» le domandò quasi sconvolta.
«Certo che lo voglio, ma io lo conosco meglio di chiunque altro. Pagherà Arya, ma non puoi ucciderlo.»
«Si che posso, chiunque può essere ucciso.»
«Fidati di me, e anche voi.»
«Dovrei giustiziarlo.»
«No. Dammi ascolto questa volta Jon» disse fissando i suoi occhi scuri, quelle pozze profonde che sembravano scavarle l’anima.
«Va bene, faremo a modo tuo, ma se dovesse farti del male non gli basteranno i Sette Regni per fuggire da me.»

  
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