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Autore: Angel_SG    09/05/2017    2 recensioni
E se la morte non fosse la fine? Se fosse solo l'inizio di qualcosa che non siamo riusciti ad ottenere nella nostra vita?
La felicità, per esempio?
Nella Tokyo di oggi si snodano le storie di quattro ragazzi apparentemente normali, ma che conservano senza saperlo un legame che trascende il tempo, sfida la logica e ti lascia quella sensazione che ti permette di sentirti a casa anche accampato per fare un semplice falò in spiaggia.
Quando il giovane Noctis arriva a Tokyo e incontra 3 bizzarri ragazzi, pensa di aver fatto delle semplici conoscenze: ma allora cos'è quel senso di pace e famiglia che sente ogni volta che sta con loro? E cosa significano quegli strani sogni che non lo lasciano dormire la notte?
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Rise and Shine...and Run

 

 

Sto guardando l'alba davanti a me spuntare dall'orizzonte, il sole si riflette sul mare e l'aria frizzante mi colpisce le spalle.

Incrocio le braccia al petto mentre aspetto che il nostro principe si svegli...gli Dei solo sanno quanto io voglia bene a quel ragazzo, ma non è necessario che glielo dica, no? In verità penso lui lo sappia molto bene.

 

Sento un movimento alle mie spalle e so che lui è arrivato, quindi mi giro.

 

-Bene, finalmente ti sei alzato?

 

-Io e l'alba non siamo ottimi amici...- mi dice passandosi un mano tra i capelli scarmigliati e sbadigliando.

 

-Bè quale modo migliore di svegliarsi se non una bella corsa? - dico prendendolo in giro e lui fa una faccia sconvolta.

 

-Le parole Svegliarsi, mattina e corsa non stanno molto bene nella stessa frase – lo dice serio solo per metà e io scoppio a ridere.

 

-Facciamo una cosa Principe...una corsa sulla spiaggia io e te...fino a quella roccia: se vinci tu domani non sentirai volare una mosca prima delle 11...se vinco io ti allenerai con me tutte le mattine per un mese.- dico sicuro di me.

 

Lui mi guarda e vedo il sguardo cambiare, trasformarsi da assonnato a determinato...è questo che mi piace di lui, il fatto che sappia essere un bambino, ma anche un folle adolescente...e mi chiedo se la corona non sia un peso troppo grande da portare quando verrà il momento.

 

-Mi toccherà impegnarmi e batterti. - mi spintona per gioco e ci mettiamo entrambi in posizione.

 

-Allora...- comincio io – Tre...due...uno...- non dico via, sono già partito e lui si getta a capofitto nella corsa dandomi del “baro”.

 

Ridiamo mentre sento la sabbia ostacolarmi e rallentare la mia corsa.

 

-Forza sorgi e brilla bella addormentata – urlo con tutto il fiato che ho in gola mentre prendo ancora velocità.

 

Sento il suo fiato sul collo, mentre la sabbia mi schizza addosso, lo vedo sorpassarmi e in breve mi trovo a guardare le sue spalle.

Lo supero, lui supera me...è un testa a testa, fino a quando siamo quasi arrivati al traguardo.

Siamo fianco a fianco e riesco a vederlo con la coda dell'occhio: ride, ride davvero come non lo vedevo fare da tanto, non è per niente facile scuoterlo e io mi vanto di essere uno dei pochi a riuscire a farlo...insieme ai nostri due compagni di viaggio.

E così lo faccio...rallento un minimo, giusto quel tanto che basta per lasciarlo vincere.

 

-Siiii – urla con le braccia al vento, poi posa le mani sulle ginocchia e cerca di riprendere fiato.

 

-Mi hai battuto...- dico tranquillo – Direi che il tuo sonno è salvo!

 

Stiamo ridendo entrambi, forse a voce un po' troppo alta, perchè vedo il telo della nostra tenda sollevarsi e le facce dei nostri compagni di viaggio fare capolino.

 

-Si può sapere che sta succedendo? - Chiede il biondino assonnato.

 

-Lascia stare – risponde l'altro sistemandosi gli occhiali sul naso – Io preparo la colazione...uova e bacon per tutti?

 

Nessuno risponde, ma sulle nostre facce giurerei che siano spuntati tanti cuoricini, perciò lui annuisce e si mette a lavoro.

 

Mentre ci avviciniamo all'accampamento gli getto un braccio intorno al collo, fingendo di stritolarlo.

 

-E bravo il nostre Principe! - dico ridendo.

 

-Gladiolus lasciami dai! - ma lo dice senza troppa convinzione e so che si sta divertendo anche lui.

 

Ci sediamo intorno al tavolo e guardo il sole che ormai comincia ad alzarsi nel cielo, prendo un profondo respiro e sorrido.

Va tutte bene, nonostante tutto, siamo ancora qui tutti insieme, guardo il nostro principe e mi sento sempre più determinato a proteggerlo.

 

Spada e Scudo...sarò il suo scudo...e non perchè mio padre lo fu del suo prima di me, ma perchè non permetterei mai a nessuno di fargli del male.

 

-Allora si può sapere da dove arriva questa colazione? - chiedo mezzo sgorbutico per stemperare il momento di tenerezza nella mia testa.

 

-Sei sempre il solito cafone – risponde il biondino.

 

Il ragazzo ai fornelli mi guarda e mi sorride, come se sapesse i percorsi mentali che ha attraversato il mio cervello.

 

-E' quasi pronto...fate i bravi bambini, tra poco si mangia.

 

Mi sveglio lentamente e mi rendo conto che è ancora presto, ho ricordi frammentati del sogno che ho fatto, ricordo solo una grande sensazione di benessere.

 

Mi giro un po' nel letto fino a che capisco che non riprenderò sonno, quindi mi alzo, metto la tuta da jogging e getto un cambio nel borsone della scuola...farò la doccia negli spogliatoi della palestra a scuola.

Lascio un messaggio attaccato sul frigo per Iris, in modo che non si preoccupi non trovandomi, poi metto le scarpe ed esco.

Guardo il sole che sorge all'orizzonte e vedo la spiaggia in lontananza...non ricordo bene cosa ho sognato stanotte...ricordo solo che correvo sulla spiaggia con qualcuno e che stavo fottutamente bene, quindi mi dirigo verso la spiaggia senza alcun ripensamento, in cerca di quella sensazione di benessere di cui mi resta solo un vago ricordo.

 

* * *

 

Quando mi sveglio trovo ancora il portatile ai piedi del letto e mi sembra surreale quello che mi è successo ieri, sono quasi convinto di essermi immaginato tutto, quindi cerco di non pensarci e mi alzo.

E' l'alba e, giuro, non sono un tipo mattiniero.

Scendo in cucina e preparo il caffè, aspettando che venga su vado a sciacquarmi il volto.

Me lo verso sulla tazza a forma di panda che mia madre mi aveva regalato quando avevo solo 6 anni.

Sento dei rumori provenire dal piano di sopra e capisco che mio padre si è alzato; non mi va di affrontarlo, quindi ingurgito velocemente il caffè bruciandomi la lingua ed esco fuori casa.

 

Aspiro il profumo dell'aria pura di prima mattina e, in lontananza vedo il mare, quindi decido di andare a fare due passi in spiaggia per ingannare il tempo.

 

Odio alzarmi presto, ma devo ammettere che lo spettacolo della spiaggia al sorgere del sole toglierebbe il sonno a chiunque.

 

-Hey...questa si che è una sorpresa – sento una voce in lontananza e, quando mi volto vedo Gladio.

 

-Hey...- dico a mo' di saluto.

 

-Mattiniero anche tu? - mi chiede sarcastico.

 

-Non riuscivo a dormire – rispondo semplicemente.

 

Si avvicina e mi guarda attentamente, come se mi stesse studiando, reggo il suo sguardo per un po' prima di chiedergli cosa c'è che non va.

-Niente...come te la cavi nella corsa? - mi chiede con un tono degno di significati.

 

-Oh no, non correrò contro di te Gladio...- dico terrorizzato all'idea di fare un simile sforzo a quell'ora del mattino.

 

-Paura di perdere? - mi provoca lui.

 

Lo fulmino con lo sguardo e poi un senso di deja-vù mi colpisce...e non ho dubbi su cosa rispondere.

 

-Ok...- prendiamo posto al limitare del lido.

 

-Vedi quella barca lì in fondo? - mi indica un punto lontano e io annuisco.

 

-L'ultimo che arriva paga il pranzo oggi! - mi dice sicuro di se.- E se vinco io vieni a correre con me tutte le mattine per il prossimo mese.

 

-Ci sto...se perdo io offri tu per tutto il mese- so già che dovrò correre come un forsennato.

 

-Andata...tre...due...uno – una voce dentro di me mi dice che non aspetterà il via, quindi parto prima...nello stesso istante in cui parte lui.

 

-Baro di merda! - mi urla ridendo.

 

-Senti chi parla! - rispondo cercando di continuare a respirare regolarmente.

 

Nessuno dei due sembra avere la meglio, sento i polmoni esplodermi visto che sono totalmente fuori allenamento.

 

Alla fine lui fa uno scatto e taglia il traguardo prima di me.

 

Mi getto in ginocchio sulla sabbia cercando di non farmi venire un infarto per la mancanza di ossigeno.

 

-Ne hai di strada da fare prima di battermi!- mi sfotte lui, ma in realtà penso che sia più una constatazione che una reale presa in giro.

 

-Fottiti! - esalo senza fiato.

 

Lui mi dà una pacca sulla schiena.

-Alzati sfaticato, la colazione stamattina te la offro...ma da domani cominci a pagare pegno.

 

Mi porge la mano e io l'afferro per alzarmi.

Sono un tipo competitivo, ma stranamente non mi sento sconfitto, l'idea di allenarmi con lui risveglia in me una strana nostalgia e non riesco ad essere veramente dispiaciuto all'idea di rifarlo domani.

 

-Andiamo? - Chiede tranquillo.

 

-Si...andiamo...

 

Lui sbuffa a ridere.

 

-Che hai da ridere così? - chiedo piccato.

 

-Da domani le tre parole con cui ti sveglierai saranno “sorgi”,”brilla”...e “corri”.

 

Lo mando a farsi fottere tra i denti e poi ci avviamo verso il bar, con un profondo senso di pace nel petto.

 

* * *

 

Sbadiglio cercando di tenere gli occhi aperti sul professor Trifi, il mio insegnante di Geografia, ma senza gran successo.

Ad un certo punto la mia mente si perde in strani voli pindarici, il mio mento scivola pericolosamente verso il petto ed è con uno scatto fulmineo che riesco a rimettersi su e ad aprire gli occhi...dio mio, ci mancava solo che finissi con la faccia sul banco.

Un rumore deve avermi portato alla realtà ma non so quale, fino a che non vedo un aeroplanino di carta planare sul mio banco e, aprendolo, mi rendo conto che è una mia foto mezzo addormentato...Prompto!

Mi volto verso di lui, mentre mette via la macchina fotografica e sghignazza.

Mimo con le labbra un “ti uccido” e lui alza le spalle come a dire “non ho resistito”.

 

-Caelum!!! - urla il professore imbestialito.

 

-Si? - chiedo ancora intontito e realizzo troppo tardi che deve avermi fatto una domanda.

 

-Crede di poter tornare con la mente in classe per i prossimi – guarda l'orologio – 20 minuti? - chiede sarcastico.

 

Sento le guance prendere fuoco mentre buona parte della classe ride.

 

-Mi scusi – borbotto.

 

-Vediamo...visto che si sente così informato sulla mia materia da non ritenere di dover stare attento...da dove si narra sia nata l'isola di Tokyo?

-Ehm...- maledico ogni divinità esistente nella mia testa, ma non ho davvero idea di cosa lui stia parlando.

 

-Signor Caelum non credo di sentire la sua voce...forse è meglio che si alzi in piedi, così tutta la classe può apprendere le sue perle di saggezza.

 

Mio malgrado sono costretto a farlo, guardo nel panico Prompto e Gladio che sfogliano le pagine del libro per darmi una mano, ma neanche loro hanno la più pallida idea di quale sia la risposta...se solo ci fosse Ignis.

 

-Ehm...non lo so...- dico guardando il professore negli occhi.

 

-Lei non lo sa? - Chiede lentamente. -Curioso...- ride in maniera maligna e mi chiedo che cosa abbia fatto di male per meritarmi questo.

 

-Lei segue anche il corso della professoressa Gentiana, giusto?

 

Io mi limito ad annuire, così lui continua.

 

-Bene allora direi che può farmi avere per venerdì un saggio di 8 pagine sulla nascita di Tokyo dal punto di vista storico e mitologico...vediamo – finge di riflettere – Posso anche darle uno spunto: La nascita di Tokyo tra mitologia e storia...che gliene pare?

 

-Ma io...– cerco di oppormi

 

-Un'altra parola e le pagine del saggio diventano 10...-

 

Non ho altra scelta che annuire e sedermi.

 

-Chi le ha dato il permesso di risedersi?

 

Mi fermo a metà e lo guardo in cagnesco.

 

-Credo che la giusta punizione al suo comportamento sia quello di farle seguire il resto della lezione in piedi...lei non è d'accordo?

 

Mi rimetto in piedi e sollevo lo sguardo, non riuscirà a piegarmi, che io possa bruciare vivo in questo stesso momento se avrò solo un secondo di cedimento di fronte a lui.

 

Alla fine della lezione prendo le mie cose e faccio per uscire dalla classe insieme a Gladio e Prompto, quando il professore mi ferma.

 

-Caelum...un ultima cosa...- i ragazzi mi fanno segno che mi aspettano fuori e io mi fermo per ascoltare quello che quello stronzo ha da dirmi.

-Ti invito a seguire con più attenzione le mie lezioni...non si sa mai quando ti possono tornare utili..- il tono che usa è sarcastico e saccente, quindi mi limito ad annuire e me ne vado furioso.

 

-Hey...non te la prendere lui fa così con tutti – cerca di consolarmi Prompto, ma senza esito.

 

Quando ci rivediamo nel parco durante la pausa con Ignis riesco finalmente a rilassarmi di nuovo.

 

Sento il cellulare vibrare nella tasca e rispondo ad un numero sconosciuto.

 

-Hey Noctis, sono Cid, ascolta avrei un lavoro per te stasera...sono poche consegne nella parte Est della città...pensi di farcela?

 

-Si certo...mandami gli indirizzi così li cerco su Google Maps.

 

-Ok ti scrivo tutto per messaggio...a dopo ragazzo.

 

Chiudo la chiamata e Prompto mi guarda curioso.

 

-Era Cid?

 

-Sì, mi ha chiesto di fare delle consegne stasera...

 

-Oh...- risponde Ignis – Magari allora si organizza una pizza per dopo...se ci siete.

 

-Io ci sono sempre per la tua pizza – risponde Gladio – Sono sicuro che anche Noctis ci sarà...tanto la smaltirà l'indomani con me? - scoppia a ridere e mi ricordo solo in quel momento della nostra scommessa.

 

-Cioè? - Chiede Prompto confuso.

 

-Oh niente...una cosa tra me e il principe...- stavolta abbiamo una strana scossa tutti e quattro di fronte alle parole di Gladio.

 

Ci sono dei secondi di silenzio, poi Prompto rompe quell'imbarazzo.

 

-Se vuoi sono libero stasera, ti posso accompagnare con il motorino a fare le consegne e poi andiamo direttamente da Ignis...che ne dici? - chiede speranzoso.

 

-Sì...direi che si può fare...- rispondo dopo aver riflettuto un attimo.

 

Leggo il messaggio di Cid e poi mi rivolgo di nuovo a loro.

 

-Devo essere da Cid alle 7...il tempo di fare le consegne e arriviamo...ci vediamo lì per quell'ora, Prompto?

 

Lui annuisce energicamente con la testa e io non posso fare a meno di farmi scappare un mezzo sorriso di fronte alla sua gentilezza.

 

* * *

 

18:30

 

Prendo le mie cose al volo e raccatto il computer da terra, mentre mi preparo ad uscire.

Uno sguardo al pc mi fa tornare in mente quello che è successo la sera prima; inconsciamente spero di aver sognato tutto, riapro lo schermo e aspetto che si avvii.

Apro la pagina dei preferiti che avevo memorizzato e una sfilza di orrendi disegni di creature mostruose mi si presentano davanti; vengono indicati sotto la categoria Daemon...sento un brivido scorrermi lungo la schiena, mentre ogni figura che vedo assume un'aria familiare.

 

Quando sento un bussare alla porta sobbalzo e quasi il computer mi scivola dalle mani; lo chiudo di scatto proprio un istante prima che mio padre entri in camera.

 

-Come va il taglio? - mi chiede in tono quasi casuale.

 

-Bene...- memore di quello che è successo ieri mi sento in dovere di dirgli dei miei programmi per la serata.

 

-Stasera vado a fare qualche consegna per Cid...e poi mi fermo a cena a casa di alcuni amici che ho conosciuto...

 

-Non sei mai stato un grande compagnone...com'è che ti sei fatto già degli amici? - sembra un tono divertito e, giuro, non lo sentivo da una vita dalla bocca di mio padre.

 

-Sono i tipi più svalvolati che potevo raccattare – dico quasi sorridendo – Ma sembrano brave persone.

 

-Ok – sospira – Allora divertiti...

 

-Grazie...- mio padre sta quasi per andarsene, quando lo richiamo.

 

-Papà...

 

-Mhn?- si volta a guardarmi.

 

-Ehm...no, niente...- per un attimo la folle idea di chiedergli se avesse mai sentito parlare dei Tomberry mi aveva sfiorato...ma per fortuna sono rinsavito.

 

Lui esce senza dire un parola e io poggio il computer sulla scrivania ed esco a volo.

 

Quando arrivo da Cid, Prompto è già lì ad aspettarmi, giocando con una fionda.

 

-Ma quanti anni hai? - chiedo sarcastico.

 

-Non abbastanza per crescere davvero – mi risponde ridendo.

 

Prendiamo le ordinazioni e ci avviamo per la strada, in effetti andare in giro in motorino con Prompto è rilassante, perchè a dispetto del suo carattere estroverso e folle, ha una guida impeccabile, lui ride quando glielo faccio notare.

 

-Sì, io amo le moto...Ignis ha una vera passione per le macchine.

 

-E Gladio? - chiedo sarcastico.

 

-Gladio? Solo un pazzo darebbe a Gladio un mezzo che non sia un tir indistruttibile...ha incidentato più macchine lui della Ferrari.

 

Rido e un'ora passa così, facendo anche un cospicua raccolta di mance, mi offro di pagare le benzina ma lui sventola una mano al vento e mi dice di lasciar perdere.

 

Stiamo ridendo quando lo sento irrigidirsi; sto per chiedergli cosa ci sia che non va quando sento uno strano calore alle mie spalle e una palla di fuoco ci taglia la strada.

Prompto sterza e finiamo a terra con la moto; vedo così tanto fuoco intorno a noi che quasi soffoco quando il fumo mi entra nei polmoni.

 

-Ma cosa diavolo sono? - Prompto sta urlando, ma non è il suo solito tono, è più forte e basso, qualcosa a metà fra la paura e l'ansia.

 

Guarda intorno a me e vedo solo il fuoco, ma quando guardo bene, mi rendo conto che in realtà intorno a noi non c'è un incendio, ma tante palle di fuoco sospese per aria.

 

-Che cazzo...- comincio io, ma non ho il tempo di finire che una palla si è scagliata contro di noi.

 

Scartiamo uno a destra e l'altro a sinistra, poi vedo Prompto tirare su la moto e urlare.

 

-Cazzo Noct muoviti andiamocene via di qui – sento il panico nella sua voce e corro più forte che posso evitando le lingue di fuoco.

Riesco a malapena a salire in moto che lui è già partito, devo stringermi con una mano a lui e con l'altra al maniglione dietro di me per non cadere.

 

Non riesco neanche a rendermi conto di quanto stiamo correndo, quelle strane creature ci seguono in ogni passo; ad un certo punto vedo il muro avvicinarsi a noi.

 

-PROMPTO!! GIRA! - Urlo tentando di farmi sentire al di sopra del rombo del motore.

 

-NON ANCORA! - Mi risponde lui.

 

Quegli esseri vanno spediti verso il muro seguendo noi...ancora pochi metri...vedo il vicolo a destra e capisco cosa vuole fare...pochi secondi...non ce la faremo mai...e poi succede.

 

Prompto sterza e frena contemporaneamente, e la moto si infila nello stretto vicolo, mentre una decina di quelle palle di fuoco si schianta contro il muro.

 

-Dove cazzo hai imparato a guidare? - chiedo con ancora il panico nella voce.

Lui non fa in tempo a rispondere che, usciti dal vicolo, una lingua di fuoco gli sfiora il braccio e lo vedo strizzare gli occhi da uno degli specchietti retrovisori.

 

-Bastardi! - lui sterza ancora e accelera, ma niente di quello che facciamo sembra riuscire a fermarli.

 

-NOCT! - urla lui – Ho un idea...sai guidare? - e il tono che usa non mi piace per niente ma mi trovo ad urlargli un “si” in risposta.

 

-Ok...arrivi al manubrio? – annuisco e lui continua – Appena te lo dico prendi il controllo del motore.

 

Sento i sudori freddi scendermi per la schiena ma annuisco.

Lo vedo tirare fuori la fionda e qualcosa di argentato che credo essere un coltellino svizzero.

 

-Prompto ci stanno raggiungendo!!

 

-Ci siamo quasi!! - si guarda intorno e poi sorride, quindi capisco che ci siamo.

 

-ADESSO!- Urla e lascia il manubrio.

 

Mi sporgo appena in tempo in avanti per evitare che la moto si abbatta di lato, lui si alza in piedi e infila il coltello nella fionda, poi tira.

Non capisco a cosa abbia mirato fino a che non sento un rumore di acqua,

lui si riabbassa e riprende il controllo della moto, così ne approfitto per voltarmi e vedo una grande cisterna cedere, l'acqua si riversa a fiotti sulla strada, deve aver colpito la valvola della pressione, spegnendo quelle palle di fuoco e lasciandone a terra poco più che cenere.

 

-Ce l'abbiamo fatta...- bisbiglio sconvolto.

-Davvero? - mi chiede stupito.- Oddio...yu uhhhhh – urla al vento, ma credo sia più l'effetto dell'adrenalina.

 

Arriviamo di fronte a casa di Ignis ad un velocità paurosa, scendiamo dalla moto al volo, senza neanche preoccuparci di rimetterla in piedi e Gladio deve aver visto quella scena dalla finestra, perchè si precipita ad aprirci la porta e noi ci fiondiamo dentro senza fermarci.

 

-CHIUDI! - urlo e Gladio non se lo fa ripetere due volte.

 

Arriviamo in salotto e Ignis spunta cinereo in volto dalla cucina.

 

-Che succede? - chiede guardando noi e Gladio che ci ha appena raggiunto.

 

-E' quello che vorremmo sapere anche noi...- dico per tutti e due.

 

-Che diavolo erano quei cosi? - chiede Prompto.

 

-Erano...- ancora un volta una strana sensazione allo stomaco, mentre quella parola sconosciuta viene a galla – Pyros...erano Pyros...

 

-E che diavolo sarebbero? - chiede Prompto confuso.

 

-Non ne ho idea...-

 

-Ok...- Ignis cerca di riportare la calma. - Perchè non vi sedete, porto un po' d'acqua e ci raccontate tutto ok?

 

Noi annuiamo incapaci di proferire parola.

 

* * *

 

Mezz'ora dopo mi ritrovo a guardare tre paia di occhi sconvolti, io e Prompto abbiamo raccontato ai ragazzi cosa è successo e io ho aggiunto la mia esperienza della sera prima.

 

-Oh...Santo Ramuh! - Bestemmia Gladio.

 

-Non c'è niente di normale in questa cosa – interviene Ignis – Dobbiamo scoprire che diavolo sono questi esseri.

 

-Avevo fatto qualche ricerca...- intervengo – Dovrebbero essere Deamon...o qualcosa del genere, sono figure mitologiche; e avevo trovato un sito che ne parlava, credevo di essere pazzo...

 

-Ok – Ignis scompare per qualche minuto e poi ricompare tenendo in mano il portatile.- Vediamo cosa avevi trovato.

 

Ci mettiamo poco a trovare il sito dove ho trovato le informazioni e, guardandolo attentamente, scopriamo che è il report digitale di un libro sulla mitologia giapponese.

 

-Non ci posso credere...- dice Ignis sconvolto.

 

-Cosa?- intervengo io non capendo a cosa alluda.

 

-Questo sito riporta le informazioni sulla mitologia giapponese tratte dal libro “Nox Divina”...indovinate un po' chi è l'autrice?

 

Guardo lo schermo più attentamente fino a che il nome mi colpisce e spalanco la bocca.

-La professoressa Gentiana? - chiedo sconvolto quanto lui.

 

-Credo sia il caso di farci un bella chiacchierata – dice Prompto, ma Gladio sbuffa sarcastico.

 

-Oh certo mi immagino i toni della discussione: “Buongiorno professoressa, mi scusi, che per caso mi saprebbe dire qualcosa di più sulle creature leggendarie di cui ha scritto? Credo di averne incontrata una.”

 

-Delle quali! - risponde Prompto.

 

-Che?

-Si dice “delle quali” ha scritto...

 

-Ok smettetela di litigare – intervengo io.

 

-Domani potremmo provare a saperne qualcosa di più, ma per stasera non credo ci sia molto che possiamo fare...- Ignis spegne il computer e sospira.

-Se vi va potete fermarvi a dormire qui...ho qualche futon in cantina.

 

-Iris dorme da un'amica stasera...per me va bene.

Anche io e Prompto ci mostriamo d'accordo e così Ignis scende a prenderli; Gladio si allontana per chiamare sua sorella, preso dall'ansia da fratello maggiore e io resto solo con Prompto.

 

-Dio mio...è successo davvero? - mi chiede lui sconvolto.

-A quanto pare...- rispondo io senza troppo entusiasmo, poi vengo colpito da un ricordo.

 

-A proposito...hai una mira fantastica...- dico meravigliato e lui mi sorride in imbarazzo.

 

-Bè felice di averlo scoperto stasera insieme a te...-

 

La mia espressione si tramuta in sgomento.

 

-Non eri sicuro di centrare la cisterna? - chiedo sconvolto.

 

-Avevamo altra scelta? - mi chiede lui, ma è una domanda retorica e io mi trovo ad annuire

 

-Mi hai salvato la vita...- dico in un sussurro.

 

-A buon rendere! - mi risponde con il suo eterno sorriso e io mi trovo a sorridergli di rimando.

 

-Assolutamente si...anche se spero non ce ne sia bisogno.

 

Quella notte sistemiamo i futon tutti in soggiorno, Ignis si accampa con noi, nessuno dice niente, spegniamo la luce e restiamo lì fingendo di dormire, ma in realtà nessuno di noi dorme, tengo l'orecchio in ascolto e avverto i loro respiri irregolari, cercando di rilassarmi.

Alla fine riesco a cadere in una sorta di dormiveglia, ma non riposo affatto, così quando suona la sveglia di Ignis scatto subito in piedi e comincio a prepararmi.

 

-Oggi proveremo a parlare con la professoressa...speriamo di cavarne fuori qualcosa.- Dice Ignis e tutti annuiamo.

 

Sarà una lunga giornata...

 

 

 

 

 

 

N.d.A

Holaaaaaa

cmo estas?

Capitolo ancora un po' di passaggio, ma ditemi se Prompto non è un gran figo!? *.*

Ok la smetto!

Che dire? Commenti e recensioni sempre bene accetti, fatemi sapere che ne pensate.

Kiss kiss

Angel_SG

  
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