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Autore: AlnyFMillen    09/05/2017    3 recensioni
La ragazza avrebbe potuto attraversare l’intera Parigi a piedi quella notte, pur di sfogare la propria irritazione – sicuramente, era a buon punto. Eppure lui non era della stessa idea. Fu per questo che, dopo l'ennesimo isolato, smise di fissarla come un micio curioso e la trattenne per il polso, in modo tale che potesse fermarsi.
“Se vuoi intraprendere una carriera da centometrista, questo è il modo migliore per farlo”, enunciò con tono incolore.
Ma bravo Felix, proprio quel che si dice un buon inizio.
| Miraculous Ladybug PV | Felix Agreste | Bridgette Dupain-Cheng |
Genere: Demenziale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bridgette, Felix Agreste
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Se sei Felix...
e tu lo sai batti le mani!
 


 



“Dai Felix!”
Il ragazzo sopracitato, capelli tanto biondi da sembrare albini e occhi d'un azzurro ghiaccio, continuò imperterrito per la propria strada, curandosi poco e niente di colei che tentava disperatamente di richiamare la sua attenzione.
Da quanto lo tormentava? Ormai un'ora?Avrebbe potuto senza alcun dubbio far a meno della presenza della ragazza, eppure quella si ostinava a perseguitarlo. Forse, quella era l'occasione buona per riuscire a spiegarle una volta per tutte il significato di spazio vitale.

Certo, come no! Vorrei vedere cosa faresti se andasse via sul serio.

Non che Felix Agreste fosse noto per avere una spiccata propensione ad instaurare qualsivoglia rapporto sociale: amici ne aveva tanti quanti le dita di una mano – e giusto due potevano dirsi una sua scelta personale, nemmeno troppo riuscita. Preferiva di gran lunga starsene solo da qualche parte, lui, in compagnia di un buon libro.
Altro che conoscenze e conoscenze! Non aveva nulla a che spartire con quella mandria insubordinata e caotica di coetanei e, anche se ne avesse avuto, suo padre non avrebbe comunque acconsentito a fargli frequentare chichefosse al di fuori degli standard imposti. Ma, tuttosommato, non gli dispiaceva poi più di tanto: gli piaceva passare del tempo con se stesso ed era diventato, alla veneranda età di diciotto anni, piuttosto bravo a disinteressarsi del genere umano. E proprio a causa di quell’innata dote, si accorse a mala pena della figura che gli si era piazzata davanti.
“Vuoi smetterla di ignorarmi?”.
Sebbene potesse sembrare irritata, Felix era fermamente convinto che nulla al mondo avrebbe potuto sopprimere l’allegria, l’ottimismo di Bridgette Dupain-Cheng, un metro e cinquantotto di codine laterali lunghe fino alla base della schiena e sorrisi a trentadue denti.
Quella ragazza era una delle persone più particolari che avesse mai incontrato, tanto che tutto in lei pareva gridare eccentricità. Ne aveva viste di stranezze nell’altra moda parigina, eppure nessuna superava Bridgette. Ad una prima occhiata, poteva sembrare una ragazza come le altre, eppure nulla in lei poteva definirsi ordinario. Dal colore di capelli tendente ad un'inusuale tonalità di blu alla camminata svelta e trotterellante; dal gesticolare spesso confusionario e teatrale alla reazione sempre esagerata davanti ad un negozio di stoffe. Alle volte, lo aveva notato, persino la sua migliore amica faceva fatica a comprenderla.
E allora perché, perché una ragazza come lei si trovava ancora una volta davanti a lui e pretendeva ancora una volta, con tanto fervore, la sua completa attenzione, quasi non aspettasse altro dalla vita?

Perché sei sempre pronto ad assecondarla, ecco perché!

Finalmente si fermò. Sospirò, strinse leggermente la spallina dello zaino e la guardò dall'alto in basso. I suoi pensieri avrebbero fatto meglio a star zitti per un po', se non volevano farlo impazzire definitivamente.
“Che cosa c'è di tanto importante da richiedere il mio interesse così insistentemente?”, chiese con una punta di sarcasmo.
Lei arrossì, come a scusarsi della propria maleducazione, ma non si lasciò scoraggiare. Un'altra caratteristica di Bridgette, si appuntò, era la sua ostinata determinazione o, per meglio dire, l'immensa testardaggine.
“Lo sai”, scandì lei con lentezza.
“Bridgette”, la rimproverò petulante lui.
Eppure Bridgette continuava a guardalo, severa, come se stesse trattando con un bambino troppo difficile.
Si passò una mano sul viso, indeciso sul da farsi, sul ridere o arrabbiarsi.
“Ne abbiamo già parlato”.
Nonostante avessero ormai cominciato a conoscersi da tempo, c'erano momenti in cui Felix necessitava di stare solo. Certo, capitava raramente, ma anche dopo tutto il tempo passato rinchiuso in se stesso sentiva paradossalmente il bisogno di ritagliare qualche attimo da condividere solo con i suoi silenziosi tomi.
Bridgette lo aveva sempre rispettato –almeno aveva tentato di farlo – ma ogni volta finiva col cercarlo con una scusa o un'altra. “Ho sbagliato numero, ma visto che ci siamo volevo dirti che...” e via con una nuova conversazione; “Passavo di qui, perciò ho pensato di fare un salto” e finiva per citofonargli; “Non riesco a capire un esercizio, mi aiuti?” e si ritrovava a casa sua. La cosa avrebbe dovuto disturbarlo, eppure la sua presenza non faceva altro che migliorargli la giornata. Abituato com’era all’ormai continuo parlare della ragazza, restare in silenzio per più di un'ora scarsa gli pareva quasi innaturale.

Questa però è tutta un'altra storia!

Già, quella era tutta un'altra storia. Aveva davvero, davvero bisogno di stare un attimo in santa pace per riflettere. Già aveva dovuto sopportare la vista di Bridgette e Claude e, no, non poteva pensare a quei due insieme. Doveva, come dire, smaltire quella...

Gelosia

No, macchè! Non avrebbe avuto senso essere geloso. Solo non mandava giù molto facilmente il fatto che quel tacchino finito in candeggina – così giudicava il portatore del Miraculous del pavone e, a dirla tutto, non aveva proprio tutti i torti – stesse troppo spesso troppo vicino alla sua lady, nulla di più. E se poi entrambi i piccioncini si divertivano bellamente a prenderlo in giro... Era tutto una mera questione di orgoglio, insomma.
“Almeno dammi una motivazione”, insistette lei.
"Perché è stupido e non ne ho voglia".
“Come fai a dirlo se non ci hai nemmeno provato?”
“Perché mai non vai ad infastidire qualcun altro? Claude, per esempio, sarebbe sicuramente felicissimo di assecondarti”.
La ragazza emise un singulto strozzato e Felix avrebbe potuto giurare di vedere i suoi occhi velarsi di tristezza. Si stava di certo domandando il perché di tanta freddezza e lui, come minimo, avrebbe dovuto scusarsi per bene prima della fine della giornata.
Ooh”.
Al contrario delle sue aspettative, però, Bridgette ridacchiò: sapeva essere imprevedibile quasi quanto lui, se si metteva d'impegno.
“Non è che...”, cominciò, un po’ incerta.
“Sì?”
“Insomma, non è che per caso...”
“Mh?”
“Claude…”
“Ancora Claude? Cosa c’entra ancora Claude?”
Silenzio.
“Non è che per caso sei geloso, Felix?”
Per la sorpresa, rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
“Cosa? Come diamine ti viene in mente una cosa del genere?”
Ooh”, ripeté ancora la corvina, un sorriso poco rassicurante a dipingerle il viso.
“Geloso”
“Sta zitta”
“Geloso, geloso e ancora geloso”
“Silenzio ho detto. Non sono geloso”.
Passò qualche secondo prima che la supereroina in incognito tornasse nel suo campo visivo. “Sai, vero, che non hai motivo di esserlo?”
“Non lo sono, infatti”.
Ancora qualche attimo e lei gli apparve di nuovo davanti, con quel suo passo saltellato, questa volta camminando all'indietro per poterlo guardare in volto.
“E sai che adoro dare fastidio solo a te?”
“Non ne dubito”, sputò acido.
“Quindi proprio alla luce di questo, vorrei tornare sul nostro discorso iniziale!”
Felix si fermò tutt'a un tratto, rischiando seriamente di farla cadere. Avvicinò pericolosamente il viso a quello di lei, ridacchiando quando notò le guance assumere un delizioso colorito rosato.
“E di cosa aveva intenzione di parlare, mia signora?”
Quella balbettò qualcosa di difficile comprensione, ma che poteva vagamente somigliare al suo nome. Passato il momento di confusione, puntò poi l'indice sul suo naso e lo allontanò divertita.
“Non osare distrarmi, Felix Agreste”
Chiuse gli occhi e prese un gran respiro prima di intonare la facile filastrocca.
Perché-”
“Non cominciare"
“-se sei Felix...”
“Non puoi fare sul serio”
“Su, continua”
“Fallo tu, se ci tieni tanto”
“Ma così non vale, io non sono Felix!”
Silenzio da parte dell'altro.
“Andiamo...”, lo punzecchiò. “So che vuoi”.
Felix si limitò a fissarla apatico, inarcando appena un sopracciglio. Osservò il sorriso che le tagliava in due in viso il viso, talmente espanso da permettere di contare comodamente ogni singolo dente, gli occhi ormai ridotti a due linee nere. Bridgette fremeva d'attesa e pareva incitarlo con gesti veloci, avvicinando leggermente il viso al suo.
Sospirò, alzò gli occhi al cielo, fece scontrare lentamente i palmi delle mani fra loro.
“Lo sapevo!”, trillò Bridgette, stringendosi al suo braccio destro.
“Ed ora, di nuovo”
“Ma per favore!”
“E uno e due! E un', du', tre: se sei Felix e tu lo sai, batti le mani!”

 








 
Se sei Felix e tu lo sai
Batti le mani!
Se sei Felix e tu lo sai
Dimostrarmelo saprai
Se sei Felix e tu lo sai
Batti le mani!













A(l)n(y)golino: 
Buondì, grazie mille per aver letto questa ff ^^ Ho scritto su Marinette e Adrien e allora mi sono detta:  perchè non buttar giù qualcosa su Felix e Bridgette? Adoravo l'idea iniziale del PV, anche se purtroppo è stata sospesa, quindi mi è parso carino shippare un po' questi due *^* La trama non ha molto senso ma... Bando alle ciance, io ci ho provato! Non ho potuto resistere al richiamo della canzoncina, è stato più forte di me. Fatemi sapere cosa ne pensate se vi va, mi farebbe molto piacere avere qualche opinione sulla storia :P
Salutoni,
AlnyFMillen
   
 
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