DIECI ANNI DOPO…
L’Olandese Volante e tutti i
suoi passeggeri furono investiti da un raggio verde luminoso che li portò nei
mari del mondo dei vivi, come non accadeva da ben dieci anni.
“Facciamo
vela verso Port Royal, William!” esclamò gioiosa
Josephine: ormai chiamava
tutti i membri dell’equipaggio per nome, soprattutto Turner, per
il quale nutriva un'affezione particolare da molto tempo, come se fosse
per lei un padre. Un uomo le si
avvicinò furtivamente da dietro e le coprì gli occhi con
le mani. La ragazza rise. “James!
Lo so che sei tu!” esclamò. L’uomo la fece voltare
verso di sé, togliendole le mani dagli occhi.
“Non è valido!
Come hai fatto ad indovinare?” esclamò deluso. “Mi sento profondamente offeso.”
“Vedo.”
Commentò lei guardandolo poco convinta. James, a quel commento,
cercò di dare ancora più l'impressione di una persona
ferita nel profondo, ma sapeva benissimo di non essere un
granchè come attore.
“Beh? Non mi
consoli?” domandò quindi.
“Ti consolerei
solo se fossi veramente offeso, ma visto che non lo sei…no.” Commentò lei allontanandosi con un ghigno.
Norrington la raggiunse e le strappò un bacio.
“Pirata!”
commentò scherzosamente la ragazza dandogli un buffetto sul petto.
“Giammai.”
Ribatté sorridendo.
Raggiunto
il porto principale della loro città di origine, si guardarono
intorno e rimasero incantati: Port Royal, dove avevano vissuto per
tanti
anni, in dieci anni si era ingrandita enormemente, le navi al porto si
erano moltiplicate, le case erano diventate il triplo di quando
l’avevano
lasciata. Scesero sulla banchina mano nella mano: Elizabeth, Will e un
bambino li stavano aspettando sulla banchina. Non appena i loro sguardi
si incontrarono, le due ragazze corsero una verso
l’altra e si riabbracciarono con vigore con un gridolino gioioso:
Liz era
leggermente invecchiata in quei dieci anni ma la sua vitalità e
la sua forza
erano rimaste le stesse, Will si era fatto molto più uomo, la
mascella più
squadrata e la corporatura più robusta, ma l’espressione e
il sorriso erano
sempre gli stessi. James osservò la scena sorridendo e strinse
la mano al suo
antico rivale in amore che oramai aveva dimenticato le ostilità;
Elizabeth lo
raggiunse con un balzo e lo abbracciò stretto.
“Non mi sarei
mai aspettata di poterti rivedere dopo tanto tempo, James!! Dio quanto mi siete
mancati!” esclamava fra le lacrime. “Ho atteso tanto questo giorno e c’è tanto
da raccontarvi e…” osservò sia James sia Josephine, che nel frattempo si erano
nuovamente presi per mano. “Devo essermi persa qualcosa...” i due si sorrisero sotto
lo sguardo indagatore della ragazza che raggiunse suo marito Will.
“Che ti è preso?”
le chiese lui. Elizabeth, senza staccare gli occhi dalle mani intrecciate dei due cominciò a parlare.
“Will…non
noti nulla di strano? Di particolare?” domandò. Lui li osservò attentamente e scosse la testa.
Elizabeth alzò gli occhi al cielo. “Will, guardali bene! Si tengono per mano!” James fu il
primo a parlare.
“Mi sembra normale prendersi per mano tra marito e moglie.” Commentò con voce falsamente aspra. Elizabeth, lo guardò incredula, la bocca spalancata dalla sorpresa.
"Non
ci credo... non può essere vero..." balbettò continuando
ad osservare dall'uno all'altra inebetita. Poi, improvvisamente, si
aprì poi in un enorme sorriso e corse
incontro all’amica urlando.
“Oh come sono
felice per voi! James! Josephine! Ma siete davvero…?” i due alzarono la mano
sinistra dove due anelli d’oro brillavano all’anulare di entrambi alla luce del
sole: due fedi nuziali. Liz non stava più nella pelle.
“Oddio, ci dovete raccontare tutto!! Dove, come, quando e perchè! Capito Jo? Tutto!!" Jo rideva.
"Stai tranquilla, ti racconteremo tutto!" la rassicurò fra le risate. Elizabeth si allontanò e si avvicinò poi al marito e al bambino, sorridendo.
"Anche noi
abbiamo una sorpresa.” Chiamò il bambino di fianco a sé: doveva avere più o
meno dieci anni, i capelli castani mossi e due occhi azzurri. “Lui è Will,
è nostro figlio.”
“La mamma e
il papà mi hanno parlato molto di voi.” Disse il bambino a Josephine che si
abbassò alla sua altezza.
“Mi fa
piacere.” Rispose sorridendo. “E cosa ti hanno detto?”
“Tante belle
cose. Anche di suo marito.” Aggiunse guardando James, il quale sorrise
compiaciuto.
“Ma
davvero?" domandò gettando un'occhiata falsamente sorpresa a
Elizabeth che le rispose con una linguaccia. "Non mi
sorprende, James è un uomo speciale! Vieni,” gli porse la
mano. “te lo faccio
conoscere meglio.” Lui le prese la mano e si avvicinò
all’uomo che si piegò
sulle ginocchia.
“Piacere,
James Norrington.” Si presentò.
“Io sono
William Turner, il piacere è tutto mio.” Disse il ragazzino stringendogli la
mano compostamente ma senza riuscire a reprimere una certa aria adorante.
“Com’è
educato.” Osservò Josephine.
“Merito dei
suoi genitori, sicuro.” Aggiunse James e tutti si misero a ridere. Elizabeth si
avvicinò all’amica che la guardò felice ma notò che i suoi occhi erano velati
di tristezza.
“C’è…”
mormorò lentamente. “…una persona che ti vorrebbe vedere.” Completò. Josephine
annuì incuriosita e preoccupata da quello sguardo tramutatosi improvvisamente
in una espressione triste ed addolorata. Cominciò a seguirla lanciando uno
sguardo d’intesa a James che, preso Will facilmente sulle spalle con
l’approvazione del padre, le seguì col padre chiacchierando con lui come tra
due vecchi amici. Presero una carrozza e per tutto il viaggio le due donne non
si dissero nulla: Josephine lanciava degli sguardi preoccupati all’amica,
chiedendosi il motivo di quel viso sconsolato. Cominciò a guardare fuori dal
finestrino: quanto le era mancata Port Royal! Le strade erano sempre le stesse,
così come le case anche se, qua e là, sorgevano nuove costruzioni; la carrozza
percorreva una strada che Josephine conosceva molto bene: quella che portava a
casa sua, quella casa dove aveva vissuto per tanti anni, anche se gli ultimi non
erano stati per nulla rose e fiori. Sorrise felice al rivedere il grande
cancello di ferro aperto che separava la strada dal cortile di casa sua e,
prima ancora che la carrozza si fermasse completamente, ne discese e cominciò a
sfiorare delicatamente con dita tremanti l’intera cancellata, sotto lo sguardo
perso del marito, che la raggiunse subito.
“E’ identica
a come la vidi l’ultima volta.” Commentò sorridendo. Entrarono tutti insieme e
raggiunsero la porta di entrata. Josephine si soffermò un istante sul
campanello: accarezzò malinconicamente il pulsante poi lo premette. Un trillo
acuto fu seguito subito da un cameriere che apriva la porta.
“Desiderano?”
domandò. Josephine sorrise felice riconoscendo Anthony, il cameriere che fin da
quando era piccola aveva servito eccellentemente la sua famiglia. Elizabeth
rispose per lei.
“Sono
Elizabeth Swann. Siamo stati convocati da Danielle Allen.” Il cameriere annuì e
li fece passare soffermandosi sul volto della sua ex padroncina.
“Salve
Anthony, come state?” domandò la ragazza porgendogli la mano.
“Miss
Josephine!” esclamò lui stringendole calorosamente la mano. “Quanto tempo è
passato dall’ultima volta che ci vedemmo. La casa è sempre stata più vuota da
quando siete via. Io sono vecchio ormai ma non mi stancherò mai di servire la
vostra famiglia.”
“Sono felice
che stiate bene. Salutate anche tutto il resto dei collaboratori.”
“Ve li
saluterò con piacere, anche se parecchi sono cambiati.” E detto questo li precedette
e cominiciò a guidarli.
Il grande
atrio era identico a come l’aveva visto l’ultima volta: luminoso e
perfettamente pulito e ordinato. Il cameriere li accompagnò al primo piano
precedendoli sulle scale poi salutò Josephine con un’altra stretta di mano e
tornò al piano sottostante. Dal fondo del corridoio, una donna si avvicinò
correndo al gruppo: Danielle Allen era invecchiata molto e aveva l’aria patita,
come se non dormisse da parecchi giorni; sottili rughe erano nate su quel viso
un tempo liscio e giovanile, sotto gli occhi stanchi e ai lati della bocca.
Quando vide la figlia, si fermò davanti a lei, troppo incredula per muoversi.
“Madre…”
disse Josephine mentre gli occhi le si riempivano di lacrime si gioia. “Sono
io, sono la tua Jo…” mormorò. Danielle allungò una mano incredula e le
accarezzò tremante la guancia.
“Josephine…”
sussurrò e la ragazza sorrise. “Jo! La mia Jo!” esclamò e l’abbraccio come mai
aveva fatto, stringendola a sé quasi avesse paura che scappasse da un momento
all’altro. James, dietro la moglie, sorrise sereno.
“Piano,
madre. Mi state strozzando.” L’avvertì Josephine. La madre allentò l’abbraccio
e si separò da lei.
“Scusami,
figlia mia, ma sono passati dieci anni prima che io ti potessi rivedere. Dieci
lunghi anni prima che io potessi riabbracciare la mia sempre giovane bambina.”
La ragazza la prese per la mano e la portò con sé.
“Voglio farti
conoscere una persona.” Le sussurrò. “Madre, lui è mio marito.” Disse
presentandole Norrington. La madre guardò sorpresa dalla figlia a James.
“Non ci credo…”
mormorò sommessa.
“Credeteci,
madame Allen.” Ribatté dolcemente l’uomo chinandosi davanti alla donna. “Sua
figlia è la cosa più bella che io abbia mai avuto.” Josephine si incantò, come
spesso accadeva, negli occhi profondi del marito.
“Ammiraglio…”
cominciò Danielle ma lui l’interruppe subito.
“Chiamatemi
James, miss Allen.” Lei sorrise.
“Molto bene,
allora. Vi faccio i miei migliori auguri, figlioli.” Al sentirsi chiamare
‘figliolo’, James la guardò con un misto tra sorpresa e gratitudine.
“Sono onorato
di fare parte della vostra famiglia, madame.” Lei sorrise nuovamente, poi
s’incupì improvvisamente e si voltò verso la figlia che la guardò preoccupata.
“Madre, dov’è
papà?” domandò Josephine guardandosi intorno senza trovarlo. La madre abbassò
lo sguardo e prese per mano la figlia.
Sono ancora viva, eh!!!
Ciao a tutti quanti! Tutto a posto? Scusate se sono 2 mesi e passa che non aggiorno, ma sono stata presa con la scuola ed ora lo sono con l'esame... abbiamo finito da qualche giorno le interrogazioni e ho tipo 15 giorni per studiare 8 materie... fa piacere mi dicono... HELP!!! Comunque, spero voi stiate meglio di me, ora che la scuola sta finendo (fortunati voi... ç_ç)
Cosa dire? Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Guardate che ce ne andrà ancora un po' prima che finisca :D Tra l'altro, (angolo pubblicità) non so se ve ne siete accorti, ma ho scritto un'altra fic, sempre su Jo e Jamie, che si chiama "Un pensiero per te" (fine angolo pubblicità). Ora posso andare ai ringraziamenti:
QueenLilly: lo sai bene che io la petizione "uccidi Harry Potter" non la firmerò mai, malata sfegatata ed innamorata di lui come sono (povero Fede, lo tradisco con Harry... mannòòòò!!!) e poi sto migliorando: oh, sto facendo la tesina!!! Cisti power proprio!! Ehm... va bbene, basta pazzia. Ele, devi-conoscere-Reginald!!! Fammi un fischio quando ti leggi quella dannata storia di cui ti ho lasciato il link su msn (Alice+Reg=The Best) che ne discuteremo (non vedo l'ora che l'aggiorninooooooooo!!!!)
Lollapop: ho visto i video di Coupling... dire che ero piegata in due dalle risate è ancora poco... chi offre di più? Non ce la facevo più!! Poi che dire, ti capisco: anche per me Jo è come se esistesse veramente. Amo inventare nuovi personaggi e molte volte me li immagino mentre scrivo e penso a cosa farei io in quelle circostanze... beh, Jo è molto più coraggiosa che me, su quello non ci piove (ma apro l'ombrello lo stesso con 'sto tempo) Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo!
Giulia: anche tu, ti darò un link che guai a te se non vai a vedere!!! :D
Benone, dopo un tema come quello che vi siete appena sorbiti, torno alla mia tesina. Leggete leggete che vi fa bene!!! A presto (spero)!!!!
Beeeesoooooooossssss!!!!!!!!!!!!!!!! :* :* :* :* :*
...:::monipotty:::...