Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Robin Stylinson    09/05/2017    1 recensioni
«Sei un'incendiaria, Allen. Ed io il tuo protettore.»
Il Demonium era segnato dalla "Diciannovesima" profezia. Tutto era nelle mie mani e avrei fatto il possibile per salvarmi da Enkeli ma soprattutto da Harry perché quando ti innamori di qualcosa di cui hai paura, capisci che niente e nessuno potrà salvarti all'infuori di te stessa.
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ritirai subito il braccio. La mia bocca era a corto di parole.
«Devo chiederti una cosa» dissi io stringendomi tra le gambe per poi guardarlo dritto negli occhi.
«Non è il momento.» fissai l’acqua per qualche istante prima di rispondere.
«I segreti uccidono.»
«Non farò del male a nessuno.» replicò subito Harry. Il suo sguardo era pungente e mi trapassò il cranio come una freccia appena scagliata e indolore. «Non tutti i segreti uccidono, sai?»
«Tu sì.» risposi senza esitare.
Si girò molto lentamente e iniziò a fissare il vuoto.
Davanti a noi non c’era nulla se non una lunga distesa d’acqua resa scura dalla notte.
Continuai a guardarlo, imperterrita. Notai che socchiuse leggermente gli occhi e che si avvicinò lentamente al bordo del molo.
«Dobbiamo andarcene.» senza dire nient'altro si alzò di scatto prendendomi una mano. Mi sollevò di peso e iniziò a trascinarmi verso l’inizio della banchina.
 
 
*
 
 
«Stai zitta.»
«Cosa?!»
«Smettila di fare domande e infilati il casco!» si girò verso di me, quasi sbattendomi il casco della moto sul petto.
«Smettila di trattarmi come se non avessi sentimenti.»
«Non mi sembra il momento di litigare.» mi diede un’occhiataccia per poi montare in sella al veicolo.
«Allora rispondi! Io riesco a sentire ciò che pensi.»
«Non qui. Non ora.» i fari della due ruote si accesero e con un forte rombo si accese anche il motore.
«Perché no?!»
«Ti decidi a chiudere la bocca e salire?» In quel preciso istante un fulmine colpì un albero poco distante da noi, seguito da un tuono e da un urlo agghiacciante. «Sei in pericolo.»
Non me lo feci ripetere due volte e con un balzo agile salii sulla moto e mi strinsi saldamente al busto di Harry. Stavolta era partito subito in quinta. Stavamo sfiorando quasi i duecento chilometri orari in una zona con un limite di quaranta. Ero davvero terrorizzata.
 
 
Il viaggio di ritorno mi sembrò che fosse durato un’eternità. Non appena Harry abbassò il cavalletto della moto, scesi con le gambe tremanti e mi precipitai in casa.
Avevo un sacco di domande che mi frullavano per la testa. Che cosa era successo? Perché il comportamento di Harry cambiava ogni tre per due?
Travolta dai miei pensieri, mi ritrovai chiusa in camera per l’ennesima volta. Sembrava l’unico posto sicuro ma non lo era affatto.
Chiusi la porta a chiave e iniziai a spogliarmi mentre mi dirigevo verso il bagno. Lasciai una scia di vestiti dietro di me, a partire dal maglione fino ad arrivare all’intimo. Mi gettai sotto la cascata di acqua calda della doccia. Mi sentivo sporca. Volevo lavarmi via tutto di dosso. La paura, il sudore, il calore e l’odore del ragazzo riccio. Era come se incitassi i miei pensieri a uscire dalla mia testa e scivolarmi addosso per finire nello scarico e lasciare la mia mente in pace. Ma tutto ciò non successe. Anzi, il fruscio dell’acqua mi suggerì altri quesiti a cui io non sapevo rispondere. Nessuno sarebbe stato in grado di rispondere.
Chiusi il rubinetto, presi un asciugamano e me lo attorcigliai intorno al corpo. Uscii dalla doccia e, senza asciugarmi né corpo né capelli, mi diressi verso la porta finestra della camera. Mi sedetti ai suoi piedi e scostai le tende. Mi misi a guardare fuori e capii che l’oscurità era l’unica cosa che poteva essere dalla mia parte, non dovevo temerla, anche se era difficile.
Stavo guardando fuori dal vetro da un paio di minuti quando, una folata di vento mosse gli alberi e le loro chiome in modo rumoroso.
Di colpo, mi ritrovai appiccicato alla finestra un biglietto. Il terzo biglietto.
Harry stava superando ogni limite.
Con i capelli ancora fradici e grondanti di acqua aprii la porta e staccai il biglietto da essa. Era uguale a quello precedente finché non notai le lettere al contrario. Richiusi tutto e vidi quel triangolino rovesciato verso il basso. Anch’esso, come quello precedente, era tagliato da una striscia a un terzo a partire dalla punta, ma stavolta essa puntava verso il basso. La parola abbinata a TERRA era PASSIONE.
Spazientita, mi alzai. Ne avevo piene le scatole di questi bigliettini.
Mi misi a cercare una penna nella mia borsa.
Riuscii a trovare un pennarello nero.
Gli tolsi il tappo e iniziai a scrivere sul bigliettino. Proprio sotto la parola “passione”, incisi quasi a forza la frase “COSA VUOI DA ME?”. Spalancai la porta della mia camera e mi diressi verso quella di Harry. Non appena mi ritrovai davanti alla sua porta, feci scivolare il biglietto nella fessura. Avrebbe dovuto rispondere in meno di un minuto oppure sarebbe uscito a gridarmi contro. Aspettai un paio di minuti, ma il biglietto non tornava più indietro. Decisi di bussare ma nessuno rispose. Mi guardai intorno prima di appoggiare la mano sulla maniglia della porta. Nessuno girava per casa, nessuno si faceva più sentire. Erano quasi le cinque di mattina ed Eileen e Louis erano ancora in letargo.
Aprii la porta molto dolcemente. Il biglietto era li, ai miei piedi. Dove era finito Harry? Non era ancora rientrato in casa?
Impossibile.
Mi aggirai per la sua stanza in modo furtivo, senza fare rumore, senza toccare e spostare nulla quando una voce mi pietrificò.
«Cosa ci fai qui?» mi si gelò il sangue e smisi di respirare per un secondo. Le farfalle m’invasero lo stomaco e nella stanza risuonava soltanto il rumore dei battiti del mio cuore. Mi girai velocemente rossa in viso.
«Io?» ero talmente imbarazzata che non sapevo cosa dire. Mi guardai attorno come se nulla fosse e con tutta la nonchalance che riuscivo ad avere, uscii dalla camera raccogliendo il biglietto rimasto ai piedi del ragazzo.
Ero arrabbiata con me stessa per essermi fatta beccare. Non avevo nemmeno avuto il coraggio di lasciargli il biglietto.
Feci un bel respiro, mi sistemai il salviettone e feci dietrofront. Non appena mi girai notai la porta ancora aperta e Harry appoggiato al suo stipite.
«Sei bellissima» disse lui con un ghigno sul viso.
Mi diressi verso di lui con decisione e, non appena gli fui difronte, gli colpii il petto con una manata. Lui appoggiò la sua mano destra sulla mia che lo aveva appena colpito mentre io, con un gesto delicato, feci scivolare via le dita dalla sua presa.
Mi sentivo in colpa per averlo colpito ma non lo detti a vedere.
Gli feci un cenno con il capo e mi diressi verso camera mia. Sentivo Harry che si rigirava il foglietto tra le mani. Feci per entrare nella stanza quando un suo bisbiglio mi fermò.
«Tutto.»
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Robin Stylinson