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Autore: Nina Ninetta    11/05/2017    3 recensioni
Lord Voldemort ha vinto, i suoi nemici sono costretti a vivere nell'ombra. Harry è scomparso, Ron è stato fatto prigioniero a Hogwarts, Hermione è sotto tortura a Villa Malfoy. Tuttavia, Draco e i suoi non se la passano meglio. L'unica speranza - per tutti - è allearsi con i "vecchi" nemici.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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8.



Appena Ginny Weasley espose i suoi programmi per quel giorno, Hermione parlò con la bocca piena, sputacchiando tutt'intorno:
«Granger, dannazione datti una controllata!» fece Malfoy suscitando risolini da parte dei suoi vecchi compagni di Casa Blaise e Pansy. Erano seduti sul divano davanti al caminetto acceso, Draco al centro fra i due sembrava perfettamente a suo agio come non si sentiva da tempo. Quando Hermione era entrata nella camera quella mattina, Malfoy aveva accennato ad un saluto con il capo, ma lei lo aveva ignorato espressamente.
«Controllarmi?» Hermione indicò Ginny a palmo aperto «Ma l'hai sentita? Non abbiamo rischiato la vita per...per una passeggiata romantica!»
«È inutile Hermione» la Weasley sorseggiò la sua bevanda alla zucca «Oggi è San Valentino e ho intenzione di trascorrerlo con Harry»
«Almeno dimmi dove si nasconde»
«No, altrimenti ci rovineresti la giornata, ne sono certa»
«Come una zitella isterica» sogghignò Pansy Parkinson, di nuovo Draco e Blaise risero tra di loro, ma l'ilarità di Draco gli morì sulle labbra quando Hermione lo fulminò con gli occhi. La ragazza si sarebbe aspettata un po' di manforte dal suo compagno di avventura, invece questo sembrava regredito di diversi anni, per certi versi le pareva di essere tornata a scuola. Cercò appoggiò negli altri due commensali, Neville e Luna, ma nessuno si mostrò interessato alla sua personale battaglia.
Ginny si Smaterializzò con maestria ed Hermione sentì l'irritazione crescere. La Lovegood le versò del succo di zucca e con la bacchetta fece apparire una torta di mele e una crostata ai mirtilli. La Granger ringraziò distrattamente, lanciando sguardi torvi ai tre Serpeverde che ridevano dei bei tempi passati. Draco si era tagliato i capelli e aveva indossato un abito scuro, la camicia chiusa fino all'ultimo bottone gli conferiva un'aria austera che strideva con il suo evidente buonumore, come il nero dei vestiti sui colori pallidi del volto.
«Harry non scappa» disse Luna richiamando la Grifondoro all'attenzione. Solo allora questa si accorse che l'amica indossava un candido maglioncino bianco a collo alto, i capelli erano stati raccolti in una morbida treccia laterale e sul viso scoprì un lieve filo di trucco. Si accigliò.
«Dove sono Dean e Cho?» chiese lei, la voce tremula
«Ehm ... Dean è andato a trovare l'amore» rispose Luna
«Dov'è andato?»
«Non lo so, così ha detto» Luna fece spallucce, non più interessata «E Cho aveva un appuntamento al Paiolo Magico con Lee» Hermione spalancò gli occhi
«Lee e Cho?»
«Già, da non credere» rispose Neville divertito, poi tese la mano a Luna e questa la strinse nella sua.
«Do-dove andate?» adesso Hermione Granger era davvero spaventata, non l'avrebbero lasciata da sola con quei tre?
«Tranquilla cara» Luna le posò una mano sulla spalla «Non staremo via molto, torneremo nel primo pomeriggio» si fermò a riflettere «O in serata, dipende» Neville la baciò. Hermione scattò in piedi:
«Oh perfetto! Che bello! Ho sempre sognato trascorrere San Valentino con tre Serpeverde. E dico tre! Davvero fantastico!» lasciò la stanza sbattendo la porta con violenza.
 
Nella camera che quella notte aveva condiviso con la Lovegood, si sforzò di leggere "Banchetti in un minuto: questa si che è Magia!" di Greta Catchlove che aveva trovato nella personale biblioteca di Luna, ma dopo la prima pagina chiuse il libro e si sdraiò sul letto. La stanza era vuota, fatta eccezione per i due letti, una vecchia scrivania di legno corroso, una toeletta di ceramica ingiallita e una sedia di ferro. Stufa di contare le mattonelle del pavimento si voltò, per osservare il panorama all'infuori della finestra. Il cielo era di un azzurro intenso, non si vedeva una nuvola neanche a pagarla. Poiché non c'erano tende la luce del sole filtrava nella stanza senza pietà, mettendo in risalto il pulviscolo che si librava nell'aria. Dabbasso giungevano le risa dei tre amici della Casata di Salazar Serpeverde. Le venne una voglia matta di affatturali uno dopo l'altro. Invece si mise in piedi, si tirò su le maniche della maglia rosa a pois bianchi, presa in prestito da Luna, e si concentrò per rendere quella camera un tantino più accogliente e pulita.
Quando ebbe finito osservò soddisfatta il suo lavoro, finalmente poteva concedersi una pausa. Raggiunse la sala da pranzo, qui la porta era aperta e la voce ilare di Blaise le giunse nitidamente. Stavano chiacchierando di partite di Quidditch. Hermione li ignorò, diretta al tavolo dove ancora giacevano il succo di zucca e le due torte evocate da Luna.
«Ehi Sanguesporco» era stato Zabini a parlare, Hermione strinse con forza il bicchiere che si era appena versata, costringendosi a mantenere la calma «Stavamo ricordando quanto era scarso il tuo fidanzato a Quidditch»
«Sfigato» sottolineò Pansy Parkinson «Se non fosse stato per Potter che gli salvava sempre le chiappe»
«Già» rise Blaise «Come faceva la canzone Draco? "Perché Weasley è il nostro re, ogni due ne manca tre"»
«"Weasley è nato in un bidon"» continuò Pansy Parkinson, più gasata che mai «Oh Draco, la tua fu un'idea ge-nia-le!» Malfoy sorrise, per metà compiaciuto - amava quando gli altri lo idolatravano - e per metà a disagio.
Hermione pensò a quanto fosse stato male Ron per quella stupida canzone, all'ansia che sempre lo prendeva prima di ogni gara, ma soprattutto pensò a lui in quel momento, magari era tanto spaventato da preferire la morte alla vita. Magari era già morto. Stritolò il bicchiere con una tale veemenza che questo si infranse in mille pezzi. Il succo color arancio cadde sul tavolo formando una larga chiazza che lentamente gocciolò sul pavimento, i vetri le si conficcarono nel palmo e il sangue si mischiò alla bibita. Hermione afferrò al volo dei tovaglioli e vi avvolse la mano.
«Granger» Draco era saltato dal divano come una molla «Tutto be-»
«Mi fate schifo!» Hermione si girò a guardarli, gli occhi inumiditi non tradivano però la sua furia, intanto Malfoy era avanzato di qualche passo, gli altri due Serpeverde non si erano mossi di un centimetro «Proverei compassione per voi se non vi conoscessi così bene da sapere che siete degli stolti, idioti, egocentrici, menefreghisti da quattro soldi!»
«Ehi, Sanguespo-» Pansy balzò in piedi, ma Draco la fermò sbarrandole la strada con un braccio.
«Già, non sapete fare altro se non insultare» Hermione scosse il capo «Che pena, non valete un minuto di più del mio fiato e della mia vita!» così dicendo uscì dalla stanza, lacrime di rabbia e delusione le bagnavano le guance.
 
La Granger si addormentò con la mano avvolta nel tovagliolo, oramai zuppo di sangue e zucca. Sognò ancora una volta Hogwarts, la capanna di Hagrid, il tè e i biscotti immangiabili che cucinava il Mezzo Gigante. Ron e Harry sempre al suo fianco. Quando si svegliò aveva le ciglia incollate dalle lacrime e le guance appiccicose, ma il sangue sembrava essersi fermato. Fuori il sole cominciava a tramontare. Non si udiva nessun rumore provenire dall'esterno della sua stanza, ipotizzò che i tre idioti dovevano essere usciti, o si erano appisolati. Per un attimo l'idea che Draco fosse in strada la spaventò: e se i Magiamorte l'avessero preso? Poi si disse che non le importava più nulla, lei aveva ritrovato i suoi amici e presto si sarebbe riunita a Harry. E Ron.
«Aguamenti!» con un colpo di bacchetta riempì d'acqua la bacinella della toeletta e si lavò il viso, poi sfregò via il sangue rappreso sulla mano, mostrando i tagli profondi lasciati dalle schegge di vetro. Più tardi li avrebbe rimarginati con un incantesimo. Aprì adagio la porta e tese le orecchie, nulla, il silenzio più assoluto. In punta di piedi raggiunse il salone, il fuoco del camino si rifletteva sulle mattonelle. Hermione si affacciò nel salone con circospezione e inevitabilmente incontrò lo sguardo canzonatorio di Draco, il quale si puntellava contro il davanzale della finestra, le braccia conserte e le gambe incrociate.
«Che fai Granger? Hai l'aria di un ladruncolo qualunque».
Hermione lo ignorò. Avrebbe preferito fare dietrofront e tornare a rifugiarsi nella stanza di Luna, ma scappare dinnanzi a Draco equivaleva ad una sconfitta bruciante. E lei non si tirava mai indietro. Mai. Malgrado ciò era come pietrificata, non riusciva ad entrare completamente nella stanza, ma non voleva tornare sui suoi passi. Allora fu Draco ad avanzare, sciogliendo l'intreccio delle braccia e delle gambe:
«Granger, per quanto riguarda prima» il ragazzo si schiarì la gola, incerto sul da farsi
«Sei solo un buffone, Malfoy» Hermione strinse i pugni, affondando le unghie nei palmi, la mano ferita cominciò a dolerle «Ripongo sempre troppa fiducia negli altri» prese fiato «Sei solo un buffone senza spina dorsale»
«Che cosa pretendi, eh?» Draco a stento si tratteneva dall'urlare «Sono cresciuto con certe convinzioni, io sono un Malfoy! E quelli sono i miei amici, non mi è rimasto niente»
«Smettila di dare la colpa agli altri! Sei tu a decidere per te, buffone
«Tu non capisci!» lo studente di Serpeverde le si avvicinava passo dopo passo, urlando e gesticolando come un dannato «Tu non puoi capire!» Hermione si scostò di lato per aumentare la distanza da lui, il quale tuttavia non sembrava intenzionato a concederle più spazio del dovuto «Non puoi capire cosa significa far parte di una famiglia importante e rispettata, temendo di deludere coloro che si aspettano sempre il massimo. Tu non puoi capirlo perché sei solo una ... una» Draco si morse la lingua «Una babbana
«Una babbana?» Hermione si trattenne dal ridere «Davvero Malfoy, una... babbana?» non riuscendo più a trattenersi scoppiò a ridergli in faccia «Tutto qui? È il massimo che sai fare? Ti sei rammollito parecchio»
«Anche tu» ribatté lui
«No, io non mi sono rammollita affatto» Hermione gli passò accanto, diretta alla porta, sentiva il bisogno di allontanarsi da lui, immediatamente.
«Colloportus!» Draco sigillò con l'incanto la porta che si chiuse a un centimetro dal viso di Hermione «Si, ti sei rammollita. Sei diventata una pappamolle»
«Alohomora!» Hermione aprì la porta «No, per niente»
«Colloportus!» un click metallico decretò la chiusura della serratura «Un tempo mi avresti dato un pugno» la punzecchiò Draco, alludendo a quando la Granger lo aveva colpito in pieno viso, durante il terzo anno di Hogwarts.
«Alohomora!» la ragazza sospirò rumorosamente «Ho imparato incantesimi più potenti da allora»
«Colloportus! Anche io»
«Confringo!» Hermione fece esplodere la porta liberando il passaggio, era davvero stufa, ma proprio in quel momento un flop! attirò l'attenzione di entrambi.
 
Al centro della sala apparvero Blaise e Pansy, le loro bocche erano così incollate e lo schiocco dei loro baci così appassionati che un'espressione di disgusto si dipinse sui visi di Draco ed Hermione.
«Cavoli ragazzi, prendetevi una stanza!» esclamò lui.
Blaise e Pansy si allontanarono, lei sogghignò come una ragazzina colta in flagrante e Zabini abbozzò un sorriso divertito di fronte ai volto arrossito della Saputella di Grifondoro.
«Dovreste fare lo stesso anche voi, aiuta a rilassarsi» disse strizzando l'occhio all'amico, poi si Smaterializzò di nuovo, portando con sé la sua fidanzata.
La Granger guardò Draco:
«Zabini e Parkinson?» sollevò un sopracciglio e lui le spalle
«In guerra e in amore tutto è lecito, no?»
«Già» fece lei e accennò ad andare via, non c'erano più porte a serrarle la strada adesso
«Ehi, Granger» la chiamò Draco e lei si voltò indietro con aria sospetta «Buon San Valentino» increspò gli angoli della bocca.
«Va' al diavolo, Malfoy» concluse Hermione prima di allontanarsi.
  
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