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Autore: Liry_chan    13/05/2017    1 recensioni
Un’ombra. Questo era sembrato a Sanzo di percepire. Tese le orecchie. Niente rumori, eppure aveva un fine udito.
Il dolore, che esplose improvviso allo stomaco, gli mozzò il fiato e lo precipitò a terra. Un secondo fendente lo colpì alla nuca. Quello che seguì fu una pioggia di colpi. Non ne capiva la provenienza e quando riusciva a pararne qualcuno, subito veniva attaccato da un’altra parte.
Solo quando stava quasi per perdere i sensi, la vista appannata e il sapore metallico del sangue in bocca, l’invisibile aggressore si fermò.
«Prega bonzo. Prega per la tua vita o muori»
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku, Ukoku Sanzo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 11
Canto di speranza, canto di disperazione

Trascorse l’intera giornata nella grande sala, fredda e cupa come un sepolcro. L’unica fonte di luce era costituita da alcuni candelieri in ottone, ognuno portante sette ceri. Persa nell’oscurità del soffitto, la volta sferica decorata come il cielo stellato era divisa in dodici sezioni. Architravi a sesto acuto scendevano dal culmine fino al pavimento, ingrossandosi in poderose colonne. Nelle nicchie alle pareti erano conservati cimeli antichissimi, armature dorate raffiguranti i segni zodiacali. La madre di Kougaiji scontava la colpa di Gyumao sigillata in uno dei pilastri, emergendo dalla pietra come scultura vivente.
Il tramonto era passato da un pezzo e il principe aspettava impaziente l’arrivo di Haydè per cominciare il sacrificio. Quella parola suonava strana, riferita alla sua vita.
Nessun lascito, nessun addio. Stava affidando al caso ciò che poteva accadere in seguito; forse era meglio così. Se Liryn avesse saputo le sue intenzioni senza dubbio avrebbe fatto il diavolo a quattro per impedirgli di compiere quel  gesto, ma la sua sorellina era troppo giovane per capirne l’importanza. A Dokugakuji e Yaone fece promettere di non dirle niente fino a cose fatte, e di non intromettersi una volta iniziato il rituale; sperava che mantenessero la parola data pur sapendo quanto gli erano affezionati perché, in caso contrario, tentare di fermare l’ashura significava morte certa.
Prese un profondo respiro. “Andrà bene. Tra poco sarà tutto finito.” Lo ripeteva a sé stesso nella speranza di convincersene.
Quando la vide comparire rimase sorpreso: a parte le gambe ricoperte di sottili e lucenti squame, aveva l'aspetto umano, mantenuto grazie a svariati dispositivi di controllo. Oltre l’abituale corpetto di pelle argentata, indossava solamente un leggero pareo di seta purpurea con ampi spacchi sui fianchi. Notò che non era poi così alta come sembrava quando si ergeva sulle spire.
«Nuova veste?» indagò curioso.
«Diciamo di sì... in questa forma riesco meglio a regolare i flussi di energia e ho maggiore controllo dei miei poteri… non vogliamo che salti tutto in aria, vero?» era molto calma e padrona della situazione.
«No certo.» confermò il giovane. «Come procediamo?»
La ragazza avanzò fino al centro della stanza. Aveva le stesse movenze sinuose di quando strisciava sulla coda serpentina. «Avvicinati.» chiamò. «Devi solo congiungere le mani alle mie.»
Kougaiji la raggiunse e appoggiò i palmi a quelli di Haydè.
«Sei pienamente convinto di ciò che stai per fare?» percepiva il suo nervosismo. «Una volta cominciato, il procedimento non può essere interrotto. Qualora dovessimo perdere il contatto non potrò contenere la mia forza.»
«Hai detto che non c’erano rischi per gli abitanti del castello.» si preoccupò il principe.
«Rimaniamo uniti e non ci sarà alcun problema. Per questo ti ho domandato se non avessi ripensamenti. Vedi, richiamerò molta energia concentrandola in te.» provò a spiegarsi. «Fungerai da catalizzatore indirizzando questa energia, insieme alla tua scintilla vitale, verso tua madre: un piccolo dubbio, un’incertezza e tutto si tramuterà in distruzione. Torno a chiederti: sei sicuro?»
«Facciamolo.» la voce di Kougaiji era determinata.
Haydè annuì. «Bene, procediamo:
Sacro fuoco, vieni a me,
fiamma di vita e di morte,
è una figlia devota che chiede il tuo favore.
Stanotte è La notte,
tutte le lotte avranno fine,
ogni amore, ogni fortuna, ogni rinascita
verrà dal dolore
e domani lasceremo cadere le nostre lacrime
e le vedremo evaporare
alla luce di un nuovo giorno.
»
Il canto di preghiera si levava limpido, la voce melodiosa e cristallina rendeva la ragazza ancora più splendida. Kougaiji pensò che quell’ultima visione non era affatto male per lasciare questo mondo. Lentamente vennero avvolti da tiepide lingue di fuoco azzurrine e quando il bagliore aumentò, chiuse le palpebre. Aveva come la sensazione di essere attraversato da un fiume, freddo e caldo contemporaneamente. “Una vita che va e una che viene…” comprese, provando un grande senso di pace.
Proveniente da un punto della sala alle spalle di Haydè, qualcosa richiamò d'improvviso la sua attenzione. Un'altra voce, un altro canto; terrificante certezza, spalancò gli occhi e trasalì. “No!” avrebbe voluto urlare. “No, maledetto, fermati! Non sai quello che stai facendo! Moriremo tutti!”
Poco distante da Sanzo, vide il sostegno chiesto agli amici andato in fumo: Yaone e Dokugakuji lo fissavano con aria preoccupata e colpevole. Tuttavia ciò che più lo sconvolse fu la presenza di Ni Jianyi all’ombra di una colonna, un sorriso meschino e vittorioso stampato in faccia. Il pensiero che si fossero rivolti a quel rifiuto umano gli strinse il petto, togliendogli il respiro.
Spinse con più risolutezza le mani contro quelle della donna, ignara di quanto stava accadendo perché completamente assorbita dal controllo dei flussi energetici.
Mentre la potenza dell’ashura era quasi giunta al culmine vide il sutra del suo nemico aleggiare nell’aria, percependone l’effetto coercitivo. Seguirono un lampo, un boato assordante e una violentissima onda d’urto.
In seguito avrebbe ricordato solo frammenti di ciò che accadde poco dopo; l'impatto contro la fredda pietra, gli fece perdere i sensi.
   
 
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