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Autore: ___Page    13/05/2017    3 recensioni
"Certi giorni - tutti i giorni a essere precisi - si chiedeva perché. Perché avesse accettato di dividere casa con loro."
Apartment #1: Koala, Law, Robin, Sabo.
Apartment #2: Ace, Izou, Marco, Perona, Satch.
Apartment #3: Baby, Bonney, Nojiko, Violet.
_____________________________________
Praticamente una raccolta di slice of life nonsense, su gruppi di coinquilini improbabili. Nakamaship e crack nakamaship.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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APARTMENT #2





 

«Sono loro?»
«Sì sono loro.»
Ace prese un profondo respiro e avanzò verso lo scaffale con il braccio teso.
«No, non ce la faccio!» ci ripensò, tornando sui propri passi. «Satch fallo tu!»
«Io non la tocco quella roba! Te lo scordi!»
«Forse potremmo semplicemente fingere che non abbiamo trovato ciò che cercava.» propose Marco, con un'alzata di spalle e il tono sempre calmo e conciliante.
«Oppure potremmo dirle di comprarsele da sola certe cose.» mormorò Satch a denti stretti.
«Oh ragazzi eccovi! Credevo già di avervi persi e di dover chiedere di chiamarvi all'altoparlante, il che sarebbe stato un qualcosa di imbarazzante che sarei morto dalla voglia di fare.» snocciolò Izou, fermandosi di fronte allo scaffale e osservandolo con attenzione. «Dunque... Questi, questi e questi... questi mi ha detto di no... e un pacchetto di questi. Perfetto, andiamo!»
Izou si bloccò dopo due passi quando si accorse che i suoi tre coinquilini non erano intenzionati a schiodarsi e lo fissavano scioccati. A parte Marco che era impassibile come sempre.
«Beh?!»
«Izou tu... tu...» balbettò Ace.
«Li hai toccati!» esclamò Satch, il più sconvolto di tutti. «A mani nude!!»
«Oh dei del cielo! Ma fatela finita, sono solo assorbenti! E ora datevi una mossa che se no non la finiamo più questa spesa!»

 
§

 
Satch non era stato molto d'accordo, all'inizio. Secondo lui una donna in casa portava solo noie e rogne e, quel che era peggio, manco ci poteva provare con una coinquilina. Troppe complicazioni.
Ma in poche settimane doveva ammettere che Perona si era rivelata una benedizione. Certo aveva il suo bel caratterino ma sapeva come tenere occupato Izou, era multitasking e faceva dei dolci fantastici.
Satch non avrebbe lasciato avvicinare nessuno alla cucina, soprattutto perché i suoi compagni d'appartamento erano delle locuste formato umano, ma non si vergognava ad ammettere che sui dolci non era poi così ferrato.
Perona compensava divinamente e quella crema al biscotto lo confermava. Sapeva che non avrebbe dovuto rubarla dal frigo ma era ancora un impasto sfatto in attesa di venire steso e cotto in una specie di croccante quindi, se si sbrigava, non lo avrebbero mai scoperto. Certo aveva qualcosa di strano, impastava un po' troppo la lingua e l'avena poteva essere tritata più fine, senza contare che sembrava esserci dentro un collante di qualche gen...
«Satch!» Perona lo chiamò autoritaria dalla porta della cucina, facendolo saltare come una molla. «Perché stai mangiando la mia maschera per il viso all'avena, si può sapere?!?»
 

§

 
Difficile dire se le voci fossero nel suo sogno o nella realtà, almeno finché non aveva cominciato a risvegliarsi. A essere onesti, faticava anche a ricordare quando si era addormentato. Un attacco narcolettico di sicuro e ora che stava tornando in sé poteva affermare che no, le voci non erano nel suo sogno. C'era qualcuno vicino a lui che parlava e che... giocava con le sue dita?!
Ace aggrottò le sopracciglia nel tornare totalmente padrone del proprio corpo e delle proprie percezioni.
«Così va bene?»
Riconobbe la voce di Perona, calma, quasi speranzosa. C'era solo un'occasione in cui si mostrava così tranquilla e addirittura conciliante. Quando Izou le insegnava qualcosa di cosmetica.
«Quasi Perona-chan. Devi cercare di usare proprio solo la punta. Guarda, ti faccio vedere...»
«Che cosa sta succedendo?» domandò Ace, la voce ancora impastata, aprendo piano gli occhi.
Perona sollevò subito il viso verso di lui mentre Izou proseguì imperterrito a capo chino a fare qualunque cosa fosse possibile fare con il dito di un amico e un minuscolo pennello. «Insegno a Perona-chan un po' di nail art. Noi due ci siamo messi lo smalto solo ieri sera e non volevamo rovinarlo, Satch si è rifiutato e Marco è uscito un paio d'ore. Per ora siamo solo alla prima mano e se dormi abbastanza pensavamo di fartelo anche sulle dita dei piedi.» spiegò Izou stranamente calmo, senza urletti o doppi sensi, come sempre quando si trattava del suo lavoro.
C'era da dire che avrebbe potuto anche rispondere "Ti stiamo amputando un braccio perché ci annoiavamo" e a Ace avrebbe fatto lo stesso, impegnato com'era a godersi Perona che gli faceva gli occhioni da cerbiatta.
«Non ti dispiace vero?»
Ace era un playboy, anche più di Satch. Amava le donne e le donne amavano lui. Ma se a una cosa non sapeva resistere erano gli occhioni a calamita.
Sorrise sghembo e si sistemò meglio contro la poltrona, una nuova ondata di sonno in arrivo. «Assolutamente no, Voodoo. Fate pure tutto quello che volete.»
Più tardi avrebbe scoperto quanto togliere il mascara waterproof fosse impegnativo.
 

§
 

«Marco, grazie mille per la disponibilità.» mormorò Perona mentre lo seguiva in un giro, perfettamente a ritmo di musica.
Era stato un sollievo quando Marco si era offerto di darle un paio di lezioni di ballo in vista del matrimonio e ancora di più scoprire che ballerino nato fosse. Era così bravo che non doveva nemmeno pensare, le bastava seguire ubbidiente i suoi comandi e si stava anche divertendo un sacco.
«Figurati. E poi è un piacere ballare con te. Sei molto brava.»
«Oh beh... grazie!» sorrise Perona.
«Proviamo una cosa. Pronta?» si assicurò Marco prima di sollevarle una gamba perché gli circondasse il bacino e farle fare un profondo cambré all'indietro.
Fu questione di un attimo di sorpresa, poi Perona realizzò che i loro bacini erano a contatto e che c'era qualcosa che non ci sarebbe dovuto essere. Sgranò gli occhi e sgusciò via dalla presa di Marco che, come sempre, non diede segni di sorpresa.
«Tu... Ma tu... tu.. Credevo fossi gay!»
«Oh lo è!» canticchiò Izou, passando davanti al salotto. «Non è la tua vicinanza è proprio così a riposo.» si fermò e piegò la schiena all'indietro, gli occhi socchiusi e maliziosi rivolti a Marco. «Per questo lo chiamo "La Presenza".»
 

§

 
«Che cosa?» boccheggiò Ace, così furente da sembrare calmo, lo sguardo vitreo.
Erano inorriditi quando, nel rientrare a casa, l'avevano trovata in lacrime sul divano ma ora che Perona aveva raccontato come Absalom l'aveva scaricata e cosa aveva osato dirle erano oltre la rabbia.
«Io so dove abita.» mormorò piano Satch, scambiando un'occhiata con Ace mentre Marco faceva scrocchiare le dita.
«Non preoccuparti Voodoo...»
«Gliela facciamo passare noi la voglia di chiamarti a quel modo.»
«Gli ridipingo la faccia, Perona-chan, te lo prometto!»
«Andiamo.»
«Ragazzi no! Aspettate!»
Sì bloccarono già alla porta e si voltarono sorpresi verso di lei, la voce un po' strozzata e più roca del solito. «E se... se invece ce ne stessimo s-semplicemente qui tutti insieme a g-guardare un film?» propose, inciampando in qualche singhiozzo residuo, gli occhi pieni di speranza.
Per un attimo nessuno disse niente poi tutti e quattro si mossero simultaneamente e tornarono indietro, sfilando le giacche e gettandole su una sedia della sala.
«Vado a preparare i popcorn!» annunciò Satch, gioviale, mentre Ace si sedeva accanto a lei e le passava un braccio sulle spalle.
«Ci vengo io con te al matrimonio, Voodoo.»
«Che film preferisci?» chiese Marco, mentre si accomodava in poltrona e afferrava il telecomando. «Horror o commedia rosa?»
«Perona-chan togli le calze che ti metto lo smalto sui piedi!» trillò Izou, la boccetta già in mano.
Perona sorrise, asciugando rapida le ultime lacrime con le mani.
Al diavolo Absalom.
Lei aveva i coinquilini migliori del mondo e non le serviva nient'altro. 
  
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