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Autore: Cielo_Pietra    13/05/2017    0 recensioni
Dopo la battaglia di Hogwarts, Teddy Lupin rimase orfano ma se non fosse stato l'unico?
Se Teddy avesse una sorella? Come sarebbe? Quale sarebbe il suo nome? Il suo carattere?
Leggete l'incredibile storia di Teodora Lupin
"La mia normalità non è comune, quindi, tanto vale essere diversa" cit. Teodora Lupin
Spero gradiate l'idea e che la storia vi appassioni, buona lettura e commentate tanto, mi interessano le vostre opinioni.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Terza settimana di Giugno
‘’Non ci riuscirò mai’’ dissi io
‘’Ci riuscirai, abbiamo passato settimane chiuse in biblioteca con gli altri’’ fece Rose
‘’Nel mio cervello, non entra tanta roba’’ ribattei io
‘’Avremo esami tutta la settimana, se inizi a lamentarti il primo giorno non arriverai mai alla fine, credevo che mio cugino ti aiutasse’’ commentò Rose
‘’Si, però Louis ha i G.U.F.O quest’anno, non posso tenerlo occupato per i miei esami’’ dissi io
Ci alzammo da tavola insieme a tutti gli altri, quasi tutti approfittavano della colazione per poter studiare, gli esami stavano per cominciare ed io ero in pieno panico, da quando erano uscite le date delle prove ad aprile nessuno riusciva più a pensare ad altro che agli esami. Una parte di me, voleva farli e togliersi il pensiero, l’altra, mi intimava di correre nei boschi prima di fare una pessima figura.
L’esame di pozioni di quella mattina, mise molti in difficoltà compresa me, non era la mia materia preferita e sicuramente non avevo attitudini per pozioni, essendo una pozione più complicata il professor Lumacorno ci concesse un’ora extra rispetto al solito, bonus che salvò molte persone. Misi le fiale con la mia pozione sulla cattedra del professore e uscì dall’aula stanca e delusa. Nel frattempo speravo che gli esami successivi, sarebbero andati meglio.
Durante la pausa pranzo incontrai Ted, parlammo un po’ e poi lui si diresse verso il suo tavolo dove un gruppetto di ragazze lo stava aspettando, alzai gli occhi al cielo e mi andai a sedere accanto a Louis.
‘’Allora, com’è andato l’esame di pozioni? ’’ chiese lui
‘’Non hai una domanda di riserva, vero? ’’ ribadì io
‘’Sì, dov’è Rose? ‘’ domandò lui
‘’In biblioteca credo, dopo l’esame è scappata via’’ risposi io
‘’Parlando seriamente, ti serve un mano a studiare? Tanto sono cose che ho già fatto’’
‘’No tranquillo, poi non vorrei rubarti tempo, devi andare in biblioteca con la prefetta dei Corvi, giusto? ’’ chiesi io, rivolgendogli uno sguardo divertito
‘’Si, ma …. Aspetta cosa vorresti insinuare?! Guarda che studiamo solo ’’ rispose lui in maniera difensiva
‘’Siii certooo ‘’ dissi io ridendo ‘’ Tranquillo, non sono affari miei in ogni caso, e credo che chiederò aiuto a Lorcan e Lysander’’ aggiunsi in fine
Dopo pranzo mi incontrai nel giardino coi gemelli, come d’accordi, mi fecero ripetere ogni singola pagina presente su ogni libro che dovevamo studiare, entrambi non avevano ancora aperto un libro perché non ne avevano bisogno, li avevano imparati tutti a memoria molto tempo prima. Lo dovevo ammettere, se ci fosse mai stata una battaglia o un’occasione di pericolo mi sarebbe piaciuto essere schierata dalla stessa parte dei gemelli, erano molto inquietanti in questo senso. Prima di cominciare il mio secondo esame ero già stanca morta, lo studio coi gemelli non era un aiuto, ma un massacro.
L’esame di quel pomeriggio riguardava Storia della Magia, dovevamo comporre un saggio lungo e noioso, partendo da Merlino fino ad arrivare all’ultima battaglia di Hogwarts, il mio saggio era abbastanza buono o almeno questo era il mio parere. Scrissi il nome di Harry almeno un centinaio di volte, nominai tutti, chiunque avesse partecipato alla sconfitta di Voldemort meritava un posto sul mio compito, vivi o morti che fossero, scrissi il nome anche dei miei genitori e solo a quel punto potevo ritenermi soddisfatta, così posai la piuma e consegnai l’esame. Un sorriso mi si stampò sul viso, quella prova era andata decisamente meglio della precedente, mi convinsi di meritare un buon voto almeno in quello e percorsi i corridoi per arrivare alla Torre dei Grifondoro.
Nella sala comune l’eco di libri e penne era l’unico rumore, nei dormitori, invece, si sentiva una pace quasi irreale, i pochi studenti che non stavano studiando per le prove del giorno dopo, stavano riposando in camera, ed io e le mie amiche eravamo tra di loro.
‘’Ho la testa che mi esplode’’ cominciò Priscilla
‘’Pure io’’ ribadì Savannah con un panno in fronte
‘’Rose, mi presteresti i tuoi appunti dopo?!’’ chiese Mary Jeanne
‘’Rose non è qui’’ risposi io
‘’Per Merlino, non dirmi che è ancora in biblioteca’’ replicò Savannah
‘’Vuole il massimo in tutte le materie’’ dissi io, i miei capelli si tinsero di rosso
‘’Sono convinta che dormirebbe lì, se la biblioteca non avesse un orario di chiusura’’ fece Mary Jeanne
La nostra conversazione venne interrotta da un picchiettare sul vetro, ci alzammo tutte dai nostri letti e ci voltammo verso il rumore, un gufo bianco aspettava fuori dalla nostra finestra che qualcuno andasse ad aprirgli. Priscilla era la più vicina, quindi andò lei a vedere le ragioni per cui un gufo aveva bisogno di noi in tardo pomeriggio, considerando che l’ora di consegna della posta era durante la colazione, poteva trattarsi solamente di un’emergenza. La lettera che mi avvertiva della morte di mia nonna era arrivata molto tardi, ecco perché il mio cuore sentiva che si trattavano di notizie spiacevoli.
‘’Teodora è un biglietto per te ’’ annunciò Priscilla
Afferrai quel pezzo di carta, con mano tremante, non era in una busta e non si trattava di pergamena antica, assomigliava molto ad una cartaccia di un panino che qualcuno aveva trovato in giro e che poi l’aveva usato per scrivere.
 
 
 
 
Ho bisogno di parlarti, vieni stanotte dopo cena all’inizio della foresta.
PS: catturare il piccione è stato difficile
                                                                                                               Zakaria
 
Cenai insieme agli altri, molti chiacchieravano parlando degli esami, alcuni avevano stabilito che l’argomento fosse proibito fino alla fine della settimana. Molti studenti avevano l’aria afflitta e stanca, molti avevano portato i libri pure a cena. Il mio spirito si stava facendo inquieto ad ogni rumore di forchetta che echeggiava intorno a me, un messaggio da parte di Zakaria rendeva tutt’altro che fiduciosi, la freddezza e la diffidenza con cui mi ero presentata ad inizio anno erano riaffiorate in fretta. I miei amici conversavano col sorriso sulle labbra e io guardavo in basso senza toccare cibo, aspettando l’incontro con Zakaria, a metà cena non resistetti più e mi alzai uscendo dalla Sala Grande e, subito dopo, dal castello. Percorsi a grandi falcate la distanza che mi separava dal limite della foresta proibita, nell’aria si respirava odore di pioggia, la luna illuminava il prato a macchie, lasciando zone buie e silenziose. 
Kazaria spuntò fuori dal bosco e si fermò a tre metri da me. Il suo viso era scuro e nuove cicatrici erano apparse sul suo corpo.
‘’Devo partire’’ disse lui semplicemente
‘’Ok, ci vediamo alla prossima luna’’ dissi io con tranquillità, in quel momento i miei muscoli si distesero
‘’Non hai capito ’’ ribadì lui evitando il mio sguardo
Un brivido mi percorse la collana vertebrale, un Alpha guarda sempre negli occhi con orgoglio e compostezza il suo interlocutore, Zakaria per le prima volta non mi stava guardando negli occhi, la verità mi colpì allo stomaco come se qualcuno mi avesse tirato un pugno, mi mozzò il fiato per parecchio.
‘’Dove vai? ‘’ domandai io
‘’Lontano da qui’’ rispose lui
In quel momento l’Alpha si addentrò nella foresta, approfittando del mio momento di smarrimento, io rimasi ferma lì a fissare gli alberi per un istante, nella quale cominciò a piovere copiosamente, mi voltai indietro guardando il castello illuminato e poi corsi tra gli alberi e mi allontanai dai confini di Hogwarts per la prima volta, sperando di riuscire a raggiungere Zakaria. Riuscì ad afferrarlo solamente perché mi misi a correre a quattro zampe, la pioggia aveva già bagnato la terra e l’aveva resa fangosa, perciò andare con braccia e gambe rendeva meno facile scivolare.
‘’Perché, dimmi perché, non …… perché?!’’ chiesi io in preda al panico
‘’Ti avevo promesso la verità, quindi eccola. La notte di luna piena precedente, a quel giorno che sono entrato nella tua scuola mezzo morto, sono stato aggredito. Stavo venendo da te come ogni luna piena da quando sei qui e …’’ cominciò Zakaria per poi bloccarsi
‘’E cosa? ’’ chiesi io per incitarlo a proseguire
‘’E il mio branco si è rivoltato contro di me, mi hanno attaccato e mi hanno spodestato come Alpha, me ne devo andare perché non saranno contenti finché non mi avranno ucciso, questa è la legge del branco. Non posso biasimarli, come leader avrei dovuto seguirli e guidarli ma mi sono lasciato distrarre, il branco era passato in secondo piano ’’ terminò lui
Ormai la pioggia non scendeva solo dal cielo, ma anche dai miei occhi, le mie lacrime dolci e salate al tempo stesso si mischiavano con la pioggia in una fusione perfetta.
‘’Neanche nei miei sogni più belli, avrei mai sperato che tu versassi un lacrima per me’’ fece Zakaria con dolcezza
‘’Combatterò con te, ti posso aiutare’’ dissi io
‘’Ed è per questo che me ne vado, rimanendo ti metterei in un pericolo mortale, non posso permettere che ti accada nulla di male ’’ fece lui, stavolta fissandomi con tristezza
‘’Allora…allora, io…vengo…io vengo con te ’’ dissi con fermezza, una volta trovate le parole giuste
‘’No’’ rispose lui
‘’Come sarebbe?! Non vuoi che venga con te? ’’  Domandai io
‘’Io sì, ma sei tu che non vuoi venire. Quando mi seguirai, lo farai perché lo vorrai e non per paura’’ rispose lui, avvicinandosi a me e mettendomi una ciocca di capelli bagnati dietro l’orecchio ‘’Tornerò a prenderti’’ aggiunse in fine
‘’Non prometterlo, non farlo, non …’’ Lasciai la frase a metà, senza riuscire a riprenderla, affogai nel pianto e nei singhiozzi.
Zakaria mi afferrò e mi strinse a sé, il mio cuore si era spezzato ancora, un’altra persona a me cara che non sarebbe più tornata, un altro abbandono ed un altro addio. Il nostro abbraccio fu diverso questa volta, non riuscivo a capire in che cosa, però percepivo che era qualcosa che ancora non conoscevo. Ci salutammo con un’unica promessa, che avrei rivolto il mio sguardo colorato verso questo bosco, aspettando il suo ritorno che forse non sarebbe mai arrivato. Zakaria andò via e lo persi di vista, ero rimasta sola in quel posto infernale, ero di nuovo sola e col cuore in pezzi.
Rimasi per qualche minuto ad aspettare nella foresta, sperando di vederlo tornare indietro, ma non successe, quando ritornai al limitare del bosco, non pioveva più e percepii per la prima volta i rumori inquietanti che provenivano da quegli alberi, improvvisamente mi arrivò il freddo causato dai miei vestiti bagnati, che fino a quel momento avevo ignorato. 
 Avanzando verso il castello a passo lento e capo chino, notai una figura in giardino, un ragazzo con una coperta in mano.
‘’Teodora’’ mi chiamò con voce velata
‘’Louis’’ dissi io, avendo riconosciuto la sua voce
Cominciai a correre finché non arrivai a lui e lo abbracciai perdendo l’uso delle gambe, lui mi avvolse nella coperta che aveva con sé ed io rimasi a piangere su di lui. Non importava di come Louis sapesse che io fossi in giardino, non importava se mi aveva seguito, in qualsiasi altro momento mi sarei arrabbiata, ma non stasera, in quel momento ero solo una ragazzina che aveva bisogno di una spalla su cui piangere. Louis mi mise seduta sui gradini di marmo, davanti al portone d’ingresso al castello, lui mi si mise accanto e io affondai il viso nel suo collo continuando a piangere. Il silenzio diventava pesante e nel cuore pesava più di un macigno, Teodora si vergognava di sé stessa, una ragazza forte e determinata come lei che non riusciva a reggersi neanche sulle proprie gambe, a causa del senso di abbandono, nuovamente rinnovato, che le appesantiva l’anima. Louis cercò di prendere parola, ma fui più rapida di lui.
‘’Louis, puoi farmi un favore? ’’ domandai in un sussurro
‘’Certo, quello che vuoi’’ rispose lui
‘’Ti va mantenere fede al nostro patto stasera?!’’ chiesi io e tirai su la testa per guardarlo negli occhi
‘’NO, non per questo, non ho intenzione di ucciderti’’ rispose lui, tirando fuori le pallottole dalla tasca e lanciandole fuori portata
Riprese quel silenzio imbarazzato, superare quella serata sarebbe stato complicato ed avevo appena iniziato ad avere coscienza di chi ero davvero.
‘’Sai cos’è successo’’ dissi io guardando il vuoto, continuando a perdere lacrime dagli occhi in silenzio
‘’Non è difficile da intuire, ma non ti devi preoccupare, tornerà’’ fece Louis
‘’Come fai a saperlo?!’’ domandai io
‘’Perché ha lasciato qui te ’’ rispose Louis guardandomi
Quella frase mi fece diventare rossa in volto, però mi fece cessare di piangere a dirotto e in un certo senso mi rincuorò.
‘’Posso farti un’ultima domanda?!’’ domandai io con energia nuova
‘’Si, dimmi’’ rispose lui
‘’Perché non mi odi? È da tanto che me lo chiedo, ma non riesco a trovar un ragione’’ dissi io
‘’Perché quando mi hai colpito e mi sono voltato a guardarti, non ho visto un mostro o un animale feroce, io ho visto una ragazzina bisognosa di aiuto. Ti stavi guardando le mani sporche di sangue e nei tuoi occhi ho letto solo paura’’ rispose Louis
Sentendo le sue parole un sorriso mi si stampò in volto, mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla guancia lungo e pieno di affetto, quando mi scostai lui mi fissò per un po’ pronto a dir qualcosa, ma io non gli diedi il tempo di parlare, mi alzai in piedi e mi asciugai le guance.
‘’Dai andiamo, il coprifuoco è già passato ed io ho freddo ’’ dissi io, allungando la mano verso di lui
‘’Ok’’ fece lui, afferrando la mia mano per aiutarsi a mettersi in piedi, aprimmo il portone del castello e ci infilammo nella scuola
‘’Secondo te, se scendo in cucina, mi preparano un budino?!’’ chiesi io
‘’Perché tu sai dove sono le cucine? ’’ ribatte lui
‘’No, però …’’ la frase si spense con la chiusura del portone alle nostre spalle
Il castello volgeva nel silenzio più profondo, gli studenti dormivano beati tra due guanciali, ignorando tutto quello che era successo stasera. Il mio letto era caldo e consolatorio, mi addormentai senza troppe difficoltà, senza neanche l’ansia degli esami del giorno successivo ad assillarmi, ero in pace.
 
Ultimo giorno di scuola, 1° Luglio
Il mio primo anno scolastico è ufficialmente finito, tra poche ore l’Hogwarts Express mi porterà a casa. Gli esami sono finiti, credo di aver fatto un lavoro discreto ma dovrò aspettare i risultati per poterne essere sicura. La coppa delle Case è stata vinta dai Corvonero, quella del Quidditch dai Serpeverde, noi siamo finiti secondi nella Coppa delle Case e terzi in quella del Quidditch, dietro a Tassorosso.
Passeggiando nel giardino mi sono fermata sulle rive del Lago Nero, il sole sta sorgendo e si riflette sull’acqua del lago formando uno specchio luminoso, mi sedetti lì a riflettere.
Quest’anno ho imparato molto su me stessa, alla fine ho capito che non importa cosa sono, un’orfana, una ragazza, un lupo, una maga, una Black, una Lupin o una Tonks. L’importante è come sono davvero, io sono me stessa e con questa convinzione andrò avanti nei miei studi e nelle notti di luna piena, forse un giorno riuscirò anche a trovar posto per l’amore nella mia vita.




NOTA FINALEEEEEE....
ragazzi, questa è la fine! (sto per piangere), vi avevo promesso 25 capitoli ma alla fine sono 24. è il capitolo a cui tengo di più, tanto che me lo sono sognata alla notte, spero sia venuto bello come io me lo sono immaginata. ringrazio tutti i miei lettori, tutti quelli che si sono presi la briga di arrivare fin qui, è stata dura anche per me.
Ho scelto di scrivere la mia prima fanfiction sulla nuova generazione  perchè avrei potuto giocarci di più sopra, mi sono sempre piaciuti Lupin e Tonks e credo siano dei personaggi con una tempra tanto bella, che ho scelto di omaggiarli in questa fanfiction (scelta rara). il mio intento era quello di creare un personaggio altrettanto forte e deciso, ma con una fragilità nascosta data dalla sua età, spero di esserci riuscita. 
Ho altri progetti in mente, come avevo già accennato, mi ci vorrà del tempo per renderli concreti, quindi tornerò, nel frattempo grazie a tutti e un enorme abbraccio a voi ed ai miei personaggi. :)


 
   
 
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