Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ineedofthem    13/05/2017    6 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 27
RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 27




Ho pensato a lungo a quello che dovessi fare. Ci sono tante cose che non mi sono chiare, prima fra tante perchè io non sia indifferente alla famiglia di Luca. Mi è sembrato che loro conoscessero così tante cose su di me da farmi domandare per quale motivo lui ne abbia parlato ai suoi.
Lui non mi risponderebbe mai se glielo chiedessi e me l'ha già dimostrato.
Non posso continuare così, a corrergli dietro. Non posso permettermi di reclamare le sue attenzioni e poi sentirmi in colpa. Come se la traditrice fossi io.
Luca è incoerente e infantile. Si è mostrato infastidito di vedermi alla sua festa come se avesse gradito che non ci fossi stata e poi mi ha baciata.
Non può fare così, il suo comportamento mi ha stancata.
Quindi prendo una scelta, tenermi lontana  da lui o per lo meno evitare di coinvolgere ancor di più  i sentimenti nel nostro legame.
Avere un rapporto con lui strettamente lavorativo e formale.
Sarà difficile e me ne rendo conto, ma devo farlo per la mia mente e il mio cuore.
Ma poi succede una cosa. Cammino nel parcheggio dell'ospedale, per raggiungere l'ingresso.
E' pomeriggio inoltrato, il cielo è plumbeo, sembra che tra poco si possa scatenare un temporale. Dall'altra parte riconosco Luca.
Cammina tranquillo, con le mani nelle tasche del suo montgomery. Avvicina impercittibilmente una mano alla sciarpa per accostarla di più al viso e il mio sguardo ricade su quel berretto blu sul suo capo.
Riesco a riconoscerlo subito. E' quello che io gli ho regalato.  Lui ha indossato il mio cappellino e io devo dimenticarlo.

Maria arriva nel mio studio quel giorno facendomi destare preoccupata. Il suo respiro è irregolare quasi come se avesse corso e nei suoi occhi leggo smarrimento, ansia.
Mi alzo dalla mia postazione, svelta e in allerta.
"Maria, che succede?!".
Lei si appoggia alla porta dietro di lei, chiudendola con una mano e dall'altra estrae una lettera. Una lettera piccola e bianca.
Il suo sguardo è velato e io mi domando cosa abbia letto da turbarla tanto.
Faccio un passo verso di lei, indugiando.
"Lo so" ammette tirando un sospiro. "Probabilmente sarebbe stato meglio se non l'avessi fatto, ma oh Anita volevo che tu leggessi cosa Lucia ha scritto qui".
Abbassa gli occhi estraendo frettolosa il foglio dalla bustina chiusa. Il mio cuore riprende a battere meno velocemente. L'ansia però rimane lì, pronta ad attanagliarmi con il pensiero delle parole di Lucia.
Non dico niente e nemmeno Maria parla più, lascia che io legga in silenzio.
La calligrafia di Lucia è corsiva, piccola e tipica di una bambina ma ordinata.
Prendo un respiro e finalmente leggo.

"Caro Babbo Natale,
i miei compagni dicono che sia stupido credere che tu esisti davvero, mi chiamano sciocca. Ma a me non interessa, lo so che non è vero.
Tra poco è Natale ed è la mia festa preferita. Quest'anno mi sono comportata bene, come un angioletto, e non ho fatto arrabbiare nessuno. Sono stata tanto brava.
Babbo Natale io non ti chiedo giocattoli o barbie anche se però sarei felice lo stesso.

Mi interrompo per lasciare spazio ad un sorriso mentre accarezzo quelle pagine, me la immagino che scrive assorta e tenera.

Però una cosa te la chiedo, per questo Natale vorrei un nuovo cuore e una nuova famiglia. Una nuova famiglia con Anita e Luca.
Babbo Natale a volte loro non si parlano nemmeno e litigano, io sono triste per questo. Voglio tanto bene a loro.
Puoi fare qualcosa? Ti pregoooo
-Lucia

Alla fine del foglio Lucia ci ha rappresentati che ci teniamo per mano, ha indicato il nostro nome sugli omini che ci raffigurano. La sua immagine è così dolce. Passo le dita su quel disegno.
Alzo lo sguardo per puntarlo in quello di Maria, che scruta attenta ogni mia mossa. Ma non riesco a dire niente.
Avverto i miei occhi riempirsi di lacrime e faccio fatica a rimandarle indietro.
Vorrei darti una famiglia, Lucia...

Il Natale arriva veloce e passa nel modo più sereno possibile. La mattina  sono a pranzo dai miei. Ci scambiamo gli auguri e i regali.
Mia madre prepara il pranzo e io e Sabrina ci offriamo di aiutarla con le pietanze. Il mio stomaco brontola per quegli odori  e sapori così familiari. Mia madre è una cuoca eccellente.
Ci guardo seduti al tavolo e sorrido, ho sempre pensato che la famiglia fosse alla base di tutto.
So che se dovessi succedere qualcosa saprei su chi contare, sono cresciuta con questa convinzione. La mia è la famiglia che aspiro di avere un giorno. Solida e unita.
Vorrei essere come mia madre, con quella sensibilità tutta sua, essere premurosa e amorevole e vorrei che la persona al mio fianco fosse come mio padre, che mi supportasse e mi affiancasse nella gestione della casa e nell'educazione dei nostri figli. Vorrei potermi svegliare al mattino e sorridere sapendolo al mio fianco. Avere una complicità tutta nostra, nonostante i litigi, nonostante le difficoltà perchè d'altronde anche quelle formano la coppia. Vorrei crescere i miei figli con serenità, cucinare per loro, aiutarli nei compiti, rimboccargli le coperte  dopo la favola della buonanotte. Mi piacerebbe leggere negli occhi dei miei bambini quella dolcezza, quella ammirazione con cui io ho sempre guardato e continuerò a guardare i miei genitori.
Arriverei alla sera stanca per il lavoro, per le faccende di casa, ma felice e soddisfatta per quello che ho costruito. Con la gioia di poter ritrovare la mia persona accanto.
Dopo aver salutato i miei sono pronta per il mio turno di pomeriggio all'ospedale. Mi piace particolarmente, oggi, passarlo con i miei bambini. Mi piace ricevere le loro attenzioni e regalare le mie a loro. La professione di medico non conosce domeniche o giorni di festa ma ho imparato a riscoprire sotto un certo punto di vista anche questo aspetto.
Tutto cambia quando ci sono loro e io sarei capace anche di sacrificare il mio giorno libero affinchè siano felici.
Oggi Luca non c'è e io mi ritrovo ad esserne sollevata.
Festeggiamo insieme nella sala comune, come quel giorno. L'aria è festosa e serena. Un medico del reparto ha accettato di travestirsi da Babbo Natale, arriva con il suo buffo travestimento e un sacco colmo di regali.
Abbiamo organizzato una colletta affinchè ogni bambino potesse averne uno. Ci sembrava giusto che respirassero l'attesa del Natale.
I bambini sono sorpresi ed entusiasti, scartano con smania le carte regalo colorate, i loro occhi brillano di gioia.
Lucia si rivela eccitata alla vista della sua nuova barbie, la mostra come se fosse il suo trofeo preferito.
So che non è quello che avrebbe voluto davvero, ma non ho saputo come poterla accontentare. Spero che il mio amore basti a compensare il resto.
La sua lettera è custodita a casa mia, gelosamente, e di tanto in tanto la rileggo. Ogni volta il mio cuore sussulta a quelle sue parole. Mi rendo conto che il nostro desiderio di famiglia sia condiviso.
Lucia si volta nella mia direzione sorridendomi con le labbra e con gli occhi, il suo viso è sereno e rilassato. Ricambio il suo sguardo amorevolmente e lei si apre in una breve e leggera risata prima che qualcosa d'improvviso accada. La sua barbie cade a terra, producendo un forte tonfo. Non so se sia davvero così o perchè il resto sia attutito completamente.
Il suo volto impallidisce mentre si porta entrambi le manine al centro del petto, stringendole tra di loro. I suoi occhi si spalancano, velandosi.
Le mie gambe si muovono con foga, la prendo un pò prima che si lasci cadere all'indietro.
"Lucia!" urlo con apprensione stringendola tra le mie braccia.
Gli sguardi di un'intera sala si posano su di noi, mentre tutti si apprestono a circondarci.
Tengo Lucia tra le mie braccia mentre lei lascia che una lacrima le scenda lunga le braccia. Non parla, il dolore l'ha ammutolita.
Il suo sguardo è sofferente e il respiro affannoso.
"Hai male, qui?" le domando accennando al suo cuore.
La piccolina annuisce impercittibilmente, ma qualcuno me la porta via e io non faccio più niente. Non sarò io ad occuparmi di lei, questa volta lo capisco.
Noto medici ed infermieri allontanarsi al suo seguito. Tutti sono smaniosi riguardo alla sua situazione, si preoccupano tutti per lei.
Penso che il destino sia davvero crudele con lei. Lucia desiderava solo un cuore nuovo, non posso permettere che le possa succedere qualcosa.
Li guardo allontanarsi mentre la portano via e giungo le mani lasciandomi andare ad un pianto silenzioso.
Improvvisamente tutta l'atmosfera magica e felice viene spazzata via.
Ho già vissuto una scena così, e non riesco ad abituarmi all'idea che Lucia possa lasciarsi. Lei non può.
Qualche genitore abbraccia il suo bambino piangente, allontanandolo per tranquillizzarlo, e io rimango al centro della stanza immobile.
Una mano si posa sulla mia spalla ma non mi volto, fisso un punto indefinito della stanza, con l'ansia e la disperazione che mi attanaglia.
"Andrà bene" le parole di Arianna sono accompagnate da una lieve carezza. Vorrei crederci ma non riesco a farlo.
Le condizioni di Lucia ci tengono con il fiato sospeso per tutto il tempo.

Qualche ora dopo Lucia ritorna nella sua stanza. Il suo corpo è cosparso di elettrodi che la monitorano, una flebo che inietta medicinali. Mi è permesso farle visita ed è già un gran sollievo per me. E' un sollievo saperla viva.
"Dottore mi dica...come sta?" domando varcando la soglia. La voce mi trema.
Il primario si volta nella mia direzione, un cipiglio sulla fronte. "L'abbiamo stabilizzata. Ha avuto un attacco di angina, pensiamo dovuto ad un eccesso di emozioni o stress, ma il suo cuore resiste, a fatica ma resiste. Purtroppo il suo ventricolo sinistro è seriamente compromesso e non ci resta che sperare trovino un cuore nuovo" spiega  diligentemente eppure riesco a notare nella sua compostezza un vacillamento.
Annuisco senza dire niente, d'altronde non ci riuscirei. Cosa accadrebbe se non trovassero un cuore per lei?.
Il dottor Visconti mi passa accanto tirando un sospiro. "Ho già avvisato il dottor Franzese. Gli ho detto che non ci fosse bisogno venisse ma lui ha insistito tanto. Intanto se vuole...lei può restare qui".
Silenzio.
Cerco di immaginare quale sia stata la reazione di Luca alla notizia.
"Grazie"ammetto sincera.
Lui non dice nient'altro, annuisce con l'ombra di un sorriso sulle labbra ed esce dalla stanza.
Lucia dorme tranquilla, il suo respiro lento e regolare. La stanza è così silenziosa, interrotta solo dai bip del monitor, senza la sua voce.
Mi siedo al suo fianco, prendendo una sua mano tra le mie. Osservo le sue dita esili, bianche e le stringo tra le mie.
Il suo colorito è pallido ma il suo volto ha assunto di nuovo un' espressione serena.
"Sei qui" sussurro appoggiandomi a lei. "Non lasciarmi Luci, non lo sopportorei".
Con la mano libera prendo ad accarezzare i suoi capelli sparpagliati sul cuscino. Vorrei districarli al mattino appena sveglia, acconciarli in una treccia, imprimerci un bacio della buonanotte, ma non vorrei farlo così, adesso che lei sta male.
Le mie dita sfiorano le sue guance e silenziosamente mi permetto di lasciar libero sfogo alle mie lacrime.
"Non farlo mai più, ti prego. Tu, tu sei la mia Luce".
E' la notte di Natale e io la passo addormentandomi al suo capezzale.

Mi sveglio cullata da amorevoli carezze. Il sole filtra dalla finestra della stanza e mi chiedo che ore siano. I miei occhi fanno fatica ad aprirsi e li stropiccio un pò. Luca è al mio fianco e mi rendo conto siano state le sue mani ad imprimere quel così rilassante tocco sulle mie spalle. Lascio che mi massaggino dalla nuca alle scapole. C'è premura nel suo gesto.
Sospiro, mi sembra quasi che un gran peso mi si tolga dalle spalle.
"Dovresti andare a casa" sussurra, la sua voce così vicina al mio orecchio.
Mi volto nella sua direzione, rendendomi conto di quanto lui mi sia vicino, mi basterebbe muovere il viso un pò per sfiorarci. Arrossisco. Ha lo sguardo stanco, con un accenno di occhiaie sotto quegli occhi bellissimi ma lui è sempre così affascinante.
"Voglio restare un altro pò"ammetto.
Lui passa ad accarezzarmi una guancia e io avverto il bisogno di chiudere gli occhi a quel contatto ma non lo faccio, non posso.
"Sei rimasta tutta la notte qui, Anita. Devi riposare".
Dalla sua voce traspare assoluta dolcezza da farmi rabbrividire. Amo che lui si preoccupi per me.
Porto una ciocca di capelli dietro all'orecchio e nel farlo le nostre mani si sfiorano. L'allontano velocemente quasi avessi preso la corrente. E lui fa lo stesso portando lo sguardo lontano dal mio.
"Lo farò..."gli prometto. "Ma non adesso".
Lui riporta gli occhi su di me, accarezzando il mio viso, e si arrende alle mie proteste. "Va bene".
Sa che quando si tratta di Lucia non c'è niente che possa farmi cambiare idea.
Riconduco le mie attenzione alla piccolina. Noto il suo nasino arricciarsi impercittibilmente e sorrido tra me e me. E' così tenera. Imprimo un bacio sulla sua fronte e sotto il mio sguardo Lucia apre gli occhi.
Apre gli occhi piano e a fatica ma io e Luca ci destiamo sorpresi dal suo risveglio. I suoi occhioni azzurri e grandi fissano il loro sguardo nei nostri.
"Bentornata" le sorrido emozionata.
Luca si fa più vicino, e io gli lascio spazio per far sì che lui accarezzi Lucia.
"Come ti senti, piccola?" domanda amorevolmente. Mi perdo in quei suoi piccoli gesti.
I parametri di Lucia sono tornati stabili eppure lei è ancora molto debole e le manca la forza di parlare.
Non mi importa di nient'altro se non saperla qui, con noi e mi premuro di godermi qualsiasi momento con lei.
"Nono, shh. Non affaticarti".
Mi premuro di farla sentire protetta e amata con le mie carezze e i miei baci. E anche Luca fa lo stesso.
Forse mai come oggi mi era capitato di vederci così presi da lei e mi rendo che saremmo una bella famiglia se fosse possibile.
Una cosa la so, però. L'amore per Lucia ci accomuna entrambi. Sarebbe impossibile non notarlo.
Lucia lascia che una piccola lacrima le bagni una guancia e io la cancello con le mie dita.
"Adesso...sto bene"sussurra.

Torno poche ore dopo a casa stanca, ma felice che Lucia sia tornata tra noi.


ANGOLO AUTRICE:
Un pò in ritardo e mi scuso per questo. Buon pomeriggio a tutte!
Torno con un capitolo triste e un pò difficile da scrivere, ma spero voi possiate apprezzarlo❤❤
Non ho molte parole da dire a riguardo, le lascio a voi.
Intanto vi ringrazio tutte, per seguire questa storia e per i vostri pareri che mi fanno sempre sorridere. GRAZIE!!
Un abbraccio e alla prossima!💞💗









  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ineedofthem