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Autore: cin75    15/05/2017    4 recensioni
Jared fa una vita che a qualcuno non piace. Jensen ne ha addirittura due di vite!!
Si incontreranno. Si scontreranno. Si ameranno.
Ma non sempre la vita che fai o che ti ostini a portare avanti porta al "vissero felici e contenti!"
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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C’era una leggera brezza che soffiava da est quel pomeriggio. Il terrazzo su cui Jensen si era posizionato per tenere sotto controllo il suo bersaglio, gli dava una visuale completa di tutto il complesso edilizio da cui il cosiddetto bersaglio doveva venir fuori a momenti.

Il soggetto è a capo di un organizzazione che rapisce ragazzini alle loro famiglie e li avvia alla prostituzione. Ma è talmente stupido e avido che non delega niente a nessuno. È lui che tiene e tira le fila di tutto e tutti. Quindi se tagliamo la testa al mostro, braccia e gambe non sapranno più cosa fare. Ci serve uno dei suoi lavori, Falco. Pulito, veloce, silenzioso.

Questa era stata la motivazione con cui gli avevano sottoposto l’ennesimo contratto.

E poi , 850.000 dollari e la sicurezza che quel pezzo di merda non avrebbe mai più fatto del male a nessuno, furono un incentivo decisamente allettante.

“Devo fare i miei controlli. Lo sapete. E poi avrete la mia risposta!” era la solita risposta che Jensen dava a chi lo contattava.

Naturalmente. Ne siamo a conoscenza e per noi va bene. Aspettiamo un suo contatto!


 

Il giorno dopo Jensen contattò Misha o WikiMisha come , amichevolmente, il cecchino chiamava il suo informatore.

Misha gli dava tutte le informazioni possibili ed immaginabili sui bersagli che gli venivano affidati. Gli dava il via libera oppure gli consigliava di attendere perché la cosa poteva essere più complicata di quanto si potesse aspettare.

Il ragazzo gli forniva le varie identità, i documenti, gli accessi ai posti in cui serviva fare dei sopralluoghi. Le password, i codici di ingresso…Insomma se Tom Cruise in Mission Impossible avesse avuto un uomo in più a disposizione , sarebbe stato Misha!

 

Il cecchino tirò sulla testa gli occhiali da sole e riprese a guardare nel mirino del fucile. Il bersaglio, puntuale come lo era stato negli ultimi cinque giorni, venne fuori dall’edificio. Sostò come al solito vicino al carretto che vendeva caffè e ciambelle e ordinò il quotidiano caffè nero doppio senza zucchero. In quel mentre, un leggero trillo fece vibrare il telefonino che come sempre Jensen aveva accanto al fucile. Attivò il bluetooth all’orecchio con gesto rapido.

“Dimmi tutto!”

Via col vento, Falco!

Il mirino contro l’orbita dell’occhio infallibile. La respirazione calma e regolare. Il dito indice che si contrasse appena sul sensibile grilletto del fucile ad alta precisione.
 

Un sibilo impercettibile. Un leggero spostamento di vento.

Un “puff!” contro il petto dell’ignaro bersaglio.

 

E l’uomo per strada, otto piani più in basso, si ritrovò a terra. Un foro rosso in pieno torace. Il cuore spezzato in due. Metà ciambella ancora incastrata in bocca, il caffè a macchiargli il costoso vestito firmato e il cemento su cui era appena caduto morto. Gli occhi sbarrati e senza vita che fissavano un panorama che nemmeno vedevano, ormai fissi solo nella morte.


“Lavoro compiuto!”

Prendi il volo, uccellino!

“Odio quando mi chiami così!” fece il cecchino mentre riponeva con tutta calma il suo fucile nella borsa a forma di chitarra e se lo sistemava dietro le spalle, sentendo una leggera risata dall’altro lato della comunicazione. Indossò il giubbetto di jeans, un cappellino con la visiera e un paio di occhiali da sole scuri invece che quelli gialli che aveva portato fino a qualche momento prima.

Scommetto che non gli hai fatto prendere nemmeno il caffè!

“Ti sbagli! Sono stato magnanimo. Gli ho permesso perfino di fare colazione!” si scorse appena al parapetto guardando verso il basso. “Più o meno!!” precisò, lanciando uno sguardo veloce in strada e osservando il caos che lentamente prendeva piede intorno all’uomo morto.

Ok!” fu la risposta non proprio decisa.

“Ok, cosa?”

Torni al rifugio?!

“No!”

Come no!?!” fece allarmato il ragazzo al telefono.

“Mi devi una birra, amico. All’ultimo poker ti ho stracciato!”

Falco , sei fuori tempo massimo. Lascia perdere la birra e vola via!” sembrò ordinare.

“Non sento le paroline magiche , angioletto!!” lo provocò.

Ok!ok! Allora la birra questa volta la offro io!

“Finalmente!!”, esclamò entusiasta.

Gesù!! E’ sfiancante parlare con te!

“Ci vediamo al solito posto!” disse soddisfatto e mise fine alla conversazione.

Dieci minuti dopo era in mezzo alla folla che si accalcava indaffarata tra le strade di Boston. Macchine della polizia che si fermavano stridendo i loro freni vicino al carretto del caffè. Agenti che intimavano di fare spazio.

Quindici minuti dopo di lui, più nessuna traccia.



Alcuni mesi dopo, l’ennesimo contratto.

Vorremmo un incontro, come dire, vis-a-vis!!” fece la persona che lo contattò successivamente. Nella solita cassetta postale, la solita busta gialla aveva preannunciato un nuovo incarico, ma questa volta nel plico non c’erano le informazioni sul bersaglio di turno, ma un semplice numero di telefono con un espresso invito a chiamare. “Categoria 1” era la dicitura di quell’invito.

Nel lavoro, per così dire lavoro , di Jensen, una Categoria 1 significava un essere decisamente infimo e sadico che agiva contro ogni etica morale, contro ogni rispetto per la vita. Ignorando che questa vita fosse di un uomo, una donna o un bambino.

“Il vis-a-vis se lo può scordare e prima che questa conversazione avvenga, l’avviso che non rintraccerà la telefonata! Non ci riuscirà. Quindi nemmeno ci provi, chiunque lei sia!” fu il prologo di Jensen mentre aveva il via libera di Misha che gli faceva segno “Ok!” con la mano.

Il mio nome è Mark Sheppard. Ed è un piacere parlare con lei, signor…..?” e attese, aspettando che l’altro ricambiasse la cortesia.

“Amico, si aspetta davvero che le dica il mio nome o vuole solo sembrare stupido?!” lo provocò Jensen, mentre Misha accanto a lui stava già cercando tutto il possibile sul nome appena sentito.

Touchè!” fece l’interlocutore. “Allora come posso chiamarla?

“Falco. Può chiamarmi semplicemente Falco!”

D’accordo…Falco. Sono il rappresentante di una società benefica internazionale che opera a livello mondiale.” e Misha annuì, girando lo schermo del pc verso Jensen, così che l’amico potesse leggere tutto ciò che riguardava Sheppard.

“Wow!! Dovrei essere colpito!” disse alzando le sopracciglia un po’ per rispondere all’uomo e un po’ sinceramente sorpreso da tutto quello che stava leggendo.

Sì, dovrebbe..perchè , di solito, noi non facciamo ricorso a servizi come i servizi che offre lei.

“Mi sta forse offendendo, Mark?!”

Assolutamente. Credo fermamente nel diritto al lavoro. Qualunque esso sia.

“Quindi se lei avesse una figlia e questa sua figlia facesse la squillo nel più lussuoso degli alberghi o nel vicolo più malfamato del quartiere… per lei andrebbe bene?!”

Cosa?...no…no…mia figlia non….Ma come diavolo fa a sapere che ho una figlia?!

“Ho i miei metodi! E mi creda, molto più efficaci dei suoi!!”

Metodi molto veloci a quanto pare!!

“Non immagina quanto!!” fece dando una pacca amichevole sulla spalle dell’amico hacker.

Dio!! E’ sfiancante parlare con lei!” rispose esasperato l’uomo dall’altro capo del telefono.

“Sì, me lo dicono spesso!!”, sorridendo alla faccia compiaciuta dell’amico al suo fianco. “Ok! Basta convenevoli. Che cosa vuole da me, Mark?!”

 

“Voglio Jared Padalecki!” fece risoluto, Sheppard.



Jensen alzò le sopracciglia con un espressione sorpresa. “Non sono un mediatore di incontri, Mark, e non mi interessano i suoi gusti sessuali o da chi le piacerebbe essere soddisfatto. Ma se è di una compagnia che ha bisogno, ci sono un infinità di siti meeting da farle girare la testa.”

“Voglio Jared Padalecki….in una fossa!” fece. “Preferibilmente morto!” precisò gelido , la sua richiesta.

“L’ascolto!” e questa volta anche il tono di Jensen si fece serio.

“Padalecki gestisce , quella che agli occhi del mondo intero, è una società che potrebbe far concorrenza alla FAO o ad Amnesty International o alle suore di Madre Teresa. Perfino Ghandi ne farebbe parte se fosse ancora vivo!”

“Non le piacciono i santi, Mark!?”

“Padalecki è tutto fuorché un santo, mi creda.”

“E come lo sa?! Non siete nello stesso campo?!”

“Era questo, quello che credevamo io e i miei soci. Ma poi, voce dopo voce, prova dopo prova, indiscrezione dopo indiscrezione se vuole…ma abbiamo appurato che è ben altra l’attività che svolge.”

“Sarebbe?”

“Traffico di bambini. Da ogni parte del mondo. Abbiamo prove che a volte sottrae giovani donne alle loro famiglie. Giovani donne che dopo aver subito violenza vengono private dei figli di quella violenza e il più delle volte , uccise o usate per fornire organi da vendere al mercato nero.”

Jensen deglutì a quel racconto e scorse terrore e disgusto anche negli occhi di Misha.

“Come fa o come fate a sapere che ciò che dite è vero?!” chiese e poi prima di avere la risposta domandò ancora: “E poi perché se avete prove o conferme, non date tutto in mano alle autorità e lo fate sbattere in galera a vita!?”

“Crede che non ci abbiamo provato?” replicò retorico l’altro. “Ma ogni volta che abbiamo provato a mettere sotto i riflettori ciò che Padalecki realmente fa, finiva tutto in una bolla di sapone. Toccare quel tipo è come toccare il braccio destro del Papa. Impossibile!”

“Niente è impossibile!” fece Jensen.

“Il fatto stesso che ci siamo rivolti a lei, Falco, è la prova che qualcosa di impossibile c’è!” ribattè Sheppard.

“Il fatto stesso che vi siete rivolti a me, vuol dire che l’impossibile diverrà possibile se accetto il bersaglio!” asserì convinto Jensen.

“Se accetta il lavoro, le manderò ogni cosa, ogni prova, ogni foglio in mio possesso a giustificazione di quello che le sto dicendo.”

“E se non accetto?!”

“Questa conversazione non avrà mai avuto luogo e noi cercheremo un'altra strada. Ma mi creda, quella che riusciremo a trovare sarà lunga e in quel tempo altre ….molte giovani vite, saranno spezzate in modo tragico.”

“Mmmh!!” mugugnò Jensen al suo cellulare.

“Capisco che voglia pensarci, ma il mio gruppo non può accettare che un simile orrore continui. Avvisare per l’ennesima volta le autorità metterebbe in allarme Padalecki e non sappiamo come potrebbe reagire con le donne che ha già in suo…possesso. Ma Dio!!....” fece ad un certo punto esasperato l’uomo. “Senta!! So che adesso mi metterò nei guai con i miei soci, ma non mi interessa. Le spedirò alla solita casella postale una copia del materiale di cui lo ho appena accennato. Lo guardi, lo studi, lo giudichi e se dopo averlo visto ancora non volesse accettare, per favore, lo bruci. Se non mi contatterà più, saprò che non intende accettare il lavoro.” e fermò la conversazione.


Jensen restò in silenzio e pensieroso per alcuni minuti dopo quella telefonata e Misha era nel suo stesso stato.

“Che intendi fare, amico?!” fece il bruno.

“Per adesso, niente. Vediamo queste carte e poi decideremo e se decideremo, agiremo come da protocollo!”

“Come da protocollo!” confermò Misha e vide l’amico alzarsi dall’angolo della scrivania dove si era seduto per parlare al telefono. “Dove vai?!”

“Andiamo, angioletto, di certo non mi farò lasciare le carte alla stessa casella postale. Farò fare a quel plico un paio di giri e poi le ritirerò da un altro ufficio!”

“Prudente!!” esclamò compiaciuto Misha.

“Ehi!! “Prudente” è il mio secondo nome!!” scherzò.

“No! Il tuo secondo nome è Ross!”

“Pignolo!” ribattè il biondo all’amico.

“Pignolo… è il mio secondo nome!” lo parafrasò Misha.

“No!” fu pronto a rispondere Jensen. “Dmitri… è il tuo secondo nome, mio caro. Per non parlare di Tippens e di Krushnic!!”

“Ma sta’ zitto!” esclamò sconfitto l’hacker, sprofondando nella sua poltroncina.

“E Ackles vince ancora!!!” esclamò soddisfatto Jensen.

“Sì, sì, sì…come vuoi. Ma sta attento comunque!!!”

“Tranquillo!” fece poi con voce più amichevole e accomodante. “Tu nel frattempo trova tutto quello che puoi su questa MercyAid Society.”


Quando un paio di giorni dopo, finalmente, Jensen ebbe tra le mani il famoso plico , andò direttamente al rifugio dove lo aspettava Misha. Il ragazzo entrò e trovò l’amico ancora seduto alla sua scrivania.

“Cavolo, Mish!!” esclamò vedendo che Misha aveva la barba incolta, i capelli scombinati e gli occhi visibilmente stanchi. “Non dirmi che non hai staccato per niente?!” e lo disse anche con preoccupazione.

“Ho dormito qui! Avevo delle diagnostiche avviate che non potevo fermare e quindi…”

“Lo sai che si diventa ciechi così?!”

“No! Non è così che si diventa ciechi, Jens.” replicò. “ E credimi, facendo quello che faccio e il modo in cui mi tieni occupato tu, non avrei tempo nemmeno per diventare cieco con il metodo originale!” replicò seccato.

“Wow!! Qualcuno qui è nervoso!”

“No! Qualcuno qui è affamato e in astinenza da caffè!” e mentre diceva quelle parole, Misha vide Jensen girarsi appena e prendere la busta che aveva lasciato su un tavolo alle sue spalle. Il biondo l’aprì appena e un inteso aroma di caffè caldo raggiunse le narici estasiate di Misha.

“Oh!!! Non dirmi che…..”

“Caffè nero, caldo ma non bollente. Ciambelle al cioccolato e anche….” Fece stuzzicandolo, prendendo dalla busta una scatola più colorata delle altre, la dondolò davanti agli occhi incantati dell’amico.

“O mio Dio!! o mio Dio!!” biascicò Misha, sopraffatto dall’odore di miele e zucchero che proveniva dalla scatola. “Non dirmi che sono…non dirmi che sono…” balbettò incredulo, avanzando con movimenti lenti verso l’amico.

“Chak-Chak!” disse soddisfatto Jensen. Aprì appena il coperchio della scatola e sorrise compiaciuto quando vide Misha chiudere gli occhi e inspirare l’aroma che proveniva dalla scatola. “Appena fatti. Credo perfino che siano ancora caldi! Direttamente da quella pasticceria russa che adori!”

“O Dio Jensen. Lo sai?!” disse rubandogli letteralmente la scatola dalle mani. “Se tu non fossi così irrimediabilmente gay e io non fossi così dannatamente etero…beh!!! ti dichiarerei amore eterno!!”

“OK! Mi basta che tu mi dica che cosa hai scoperto! Me lo farò bastare!!” fece Jensen battendogli cordialmente la mano sulla spalla.

“Sì…” fece con la bocca piena Misha, mentre si risiedeva alla sua scrivania. “E’ stato un casino, Jens. Ti giuro, non ho mai faticato tanto in vita mia per aggirare un sistema. E non ho ancora finito!!” rivelò con disappunto.

“Addirittura?!” fece sorpreso Jensen, dato che non c’era sistema computerizzato che Misha non riuscisse a piegare ai suoi comandi. Letteralmente.

“Questa società ha messo nel suo sistema un numero smisurato di firewall. Backdoor che pensi ti facciano oltrepassare il confine e che invece si rivelano essere solo finte uscite. Hanno una password ad ogni step di sistema. Nemmeno Fort-Nox è messo così.” Concluse mentre controllava a che punto erano i programmi di decriptaggio.

“Ok! Dando per scontato che io abbia capito metà di quello che hai detto, posso presumere che si tratti di sicurezza. Sono un attività benefica a livello mondiale. Magari hanno paura che qualcuno sottragga loro fondi!” ipotizzò Jensen fulminando con lo sguardo l’amico che ghignava di quella sua mancanza tecnologica.

“L’ho pensato anche io. Ma voglio comunque cercare di andare fino in fondo!” replicò Misha, fissando lo schermo del suo pc. “Quello è il plico di Padalecki?”

“Sì!”, rispose aprendolo. “Hai fatto i compiti anche su di lui?!”

“Sto’ scaricando tutto in questo momento!” e Jensen sorrise.

Jensen aprì la busta e iniziò a tirar fuori foto di ogni genere, fogli con date di incontri, di consegne , di spedizioni. Tenne le foto per lui e passò tutto i resto a Misha che iniziò ad esaminarle.

“Mio Dio!” gli sentì sussurrare il bruno.

“Che c’è?!”

“La maggior parte di queste ragazze avrà al massimo 14…forse 15 anni, Mish….” fece disgustato e anche amareggiato. Poi passò alle altre foto. Quelle dei bambini decisamente maltrattati. “Figlio di puttana!” lo sentì ringhiare , ancora, Misha.

Poi arrivò all’ultima foto. Quella che ritraeva Jared.


Per un attimo, Jensen, restò basito. Aveva immaginato di vedere un uomo di mezza età, degli occhi gelidi, dei lineamenti duri e segnati dal tempo e dalla cattiveria stessa. Invece il volto che gli si palesò davanti agli occhi era ben lontano dalla personificazione terrena del Diavolo.

Jared era giovane. Forse la sua età, al massimo qualche anno di meno. Il fisico asciutto. Era alto, da quello che vedeva dalle foto che lo ritraevano senza che lui ne fosse a conoscenza. I capelli castano chiari, lunghi fino alle spalle. Gli occhi di un colore tra il verde e l’ambra ed erano incredibilmente – già, perché dato quello che faceva non potevano esserlo – dolci. Il suo sorriso era quasi timido, accennato ma comunque caldo. I lineamenti del suo viso erano gentili. Davvero belli e gentili.

“Jensen?!” lo richiamò Misha, vedendolo così assorto nel fissare quelle foto. “Jensen???” fece con più decisione.

“Sì!!” scattò Jensen, ripresosi.

“Quello è ….Lucifero?!” fece Misha alludendo alle foto tra le mani di Jensen.

“A quanto pare!” rispose perplesso, mostrando le immagini a Misha.

“Wow!!! Non ha una sorella…magari buona?!” scherzò.

“Glielo chiederò prima di rispedirlo all’Inferno!”

“Quindi hai deciso di accettare, presumo!” azzardò Misha.

“Hai visto quelle ragazzine, Mish? Quei bambini? Dio solo sa che cosa devono passare e che fine fanno. E guarda lui!!” fece mostrandogli la foto in cui Jared era ripreso meglio. “Ora capisco perché la MercyAid non vuole agire per via “legali”. Questo tipo è il Diavolo che può tranquillamente sedersi in prima fila in Chiesa la notte di Natale. Chi crederebbe che uno così è un mostro che vende organi al mercato nero, fa violentare ragazzine e vende, per puro profitto, i bambini nati da quelle violenze e Dio solo sa che cosa ne fa di quelle giovani madri!!”

Misha deglutì a quel breve resoconto fatto da Jensen. Fissò la foto di Jared e annuì convinto. Jensen aveva ragione. Dovevano accettare il contratto.

“Ok! Mi metto in moto. Domani avrai i documenti per i sopralluoghi.”

“D’accordo. Ah! Dimenticavo!” fece senza scomporsi più di tanto.

“Cosa?!”

“Questo il nostro compenso se accettiamo.” e gli fece scivolare davanti il bigliettino con su scritto la somma proposta.

“O cazzo….o cazzo….o cazzo!” esclamò Misha incredulo. “ 2…fottutissimi… milioni di dollari!!?”

“Già!!” fece compiaciuto Jensen. “Concludiamo questo contratto amico e andiamo in pensione. Ci stai?!”

“Potrò avere il mio ranch in campagna?!”

“Quello e molto altro, amico mio!! Quello e molto altro!” disse fissando la foto di Jared.


 

   
 
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