Osservi in disparte, nascosto, il loro primo incontro. Studi quell’individuo all’apparenza così monotono, normale… quasi noioso. La mano destra trema leggermente, zoppica un po’, cercando di farlo notare il meno possibile, sorride raramente e un’espressione genuinamente stupita si apre sul suo volto ad ogni parola pronunciata da tuo fratello, a ogni sua deduzione.
Sembra sincero e leale, ma non ti fidi: i più lo sembrano. Per un attimo una piccola smorfia si forma sul tuo viso, solitamente, impassibile: il tuo istinto sbaglia raramente e nessun campanello d’allarme suona. Chissà, quel Watson potrebbe essere un amico, un buon amico, per Sherlock, l’unico.
Ci parlerei faccia a faccia, forse potrà esserti utile.
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