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Autore: Echocide    15/05/2017    4 recensioni
[Sequel di Miraculous Heroes e Miraculous Heroes 2]
La minaccia di Maus è stata sventata, ma non c'è pace per i nostri eroi: il mistero dell'uccisione degli uomini del loro nemico non è stato risolto e un nuovo nemico trama nell'ombra...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Quantum Universe'
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Titolo: Miraculous Heroes 3
Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, altri
Genere: azione, mistero, romantico
Rating: NC13
Avvertimenti: longfic, what if...?, original character
Wordcount: 2.749 (Fidipù)
Note: Buon lunedì! E buon inizio di settimana! Eccoci qua con un nuovo capitolo di Miraculous Heroes 3 e...beh, essendo un capitolo un po' di passaggio non che ci sia molto da dire, tranne che qui troverete il gioellino appena preso da Adrien; per le informazioni di servizio, vi comunico che da ieri mi sono fatta una pagina facebook, che potrete trovare a questo indirizzo e dove posterò gli aggiornamenti, informazioni dalla Francia, dal Quantum Universe e dal resto delle mie storie. Beh, se avete facebook e avete voglia di leggere i miei deliri o le ricerche che ho fatto per le varie fanfiction...beh, a voi!
Detto questo, prima dei ringraziamenti, vi lascio al recap degli aggiornamenti di questa settimana: mercoledì ci sarà il nuovo capitolo de La bella e la bestia; giovedì invece è il turno di Laki Maika'i (la nuova storia pokémon!AU), venerdi come di consueto un nuovo aggiornamento di Miraculous Heroes 3 e sabato toccherà a Lemonish.
Come sempre voglio ringraziarvi tutti quanti voi che leggete, commentate, inserite la storia in una delle vostre liste e me fra gli autori preferiti.
Grazie di tutto cuore!



Felix si fermò sulla porta della sala da pranzo, osservando i due esponenti di sesso femminile che stavano tranquillamente facendo colazione assieme: Bridgette si era praticamente impossessata della stanza degli ospiti, fuggendo in questo modo dal magnate cinese – e anche dal proprio assistente, ma Felix aveva ancora un po’ di buon senso ed evitava di dirlo davanti alla donna –, potendo dedicarsi completamente alla realizzazione di nuovi modelli.
Il problema è che, nonostante vivessero praticamente assieme, lei continuava a trattarlo a pesci in faccia.
«Buongiorno, signore» decretò, entrando nella stanza e dirigendosi al suo posto a capotavola: gli piaceva quell’aria da famiglia modello e così si era sempre immaginato la vita con Bridgette…
Certo, prima che la  ritrovasse e lei decidesse di diventare la regina dei ghiacci con la cintura di castità in adamantio.
E stava decisamente passando troppo tempo con quel ragazzino americano, se iniziava a tirar fuori roba dei fumetti.
Bridgette lo fissò, osservandolo mentre Bo gli metteva di fronte la colazione e continuando a tenergli lo sguardo addosso, finché non sbuffò: «Sì, Bri?» domandò, prendendo la tazzina del caffè e bevendone un sorso.
Nero. Bollente. Amaro.
Come piaceva a lui.
«Stavo notando che sei invecchiato…»
«Anche tu» ribatté prontamente il biondo, sogghignando quando lo sguardo blu scuro di Bridgette – i suoi occhi gli avevano sempre ricordato il cielo che cedeva alla notte – si spalancava e diventava inorridito.
«Sono invecchiata?» domandò la donna, voltandosi verso Xiang e ricevendo in cambio un’alzata di spalle, mentre la giovane si rimpinzava come se non mangiasse da secoli.
«Stupido demone cinese, aveva detto che sarei stata eternamente giovane!»
«Bri, dimostri trentacinque anni, massimo massimo quaranta. E ne hai duecento. Direi che sei ancora eternamente giovane. Ma non ce l’avevi uno specchio in tutti questi anni?»
«Sì, e mi parlava» sbottò Bridgette, voltandosi verso Xiang e decretando così la fine della conversazione: volubile come un tempo, sentenziò Felix prendendo il tablet e dando  un’occhiata alle notizie di cronaca, mentre le due donne al tavolo stavano conversando fra di loro.
Le ultime cose che riuscì a captare, prima di immergersi nella lettura di un articolo sul suo rivale politico, furono shopping e moda.
Roba che decisamente non faceva per lui.
Lesse interessato l’intervista che aveva rilasciato André Bourgeois, sospirando di tanto in tanto, notando come l’uomo continuava a marciare sempre sulla solita solfa: Parigi aveva bisogno di innovazione, di cambiamento e di misure che aiutassero quei poveri sette (nove, se contava anche Xiang e il piccolo informatico) a combattere i pericoli che sembravano aver preso di mira la capitale francese.
Forse era il fatto che i Miraculous fossero tutti lì che decretava Parigi un bersaglio con la Tour Eiffel al centro?
Ne avrebbe parlato con Fu.
«Felix!»
Il richiamo di Xiang gli fece alzare lo sguardo dal tablet e notò la ragazza in piedi, con lo zaino sulle spalle che lo fissava: «Io vado» dichiarò la ragazza, abbozzando un sorriso: «Ci vediamo stasera.»
«A stasera» mormorò l’uomo, fissandola mentre usciva velocemente dalla cucina: era cambiata totalmente, da quando aveva conosciuto Alex e il resto della banda, diventando più umana e meno Xiang, non ricordava più la ragazzina con lo sguardo da vecchio, che aveva conosciuto poco dopo il suo arrivo a Shangri-la.
«Sei molto affezionato a lei…» mormorò Bridgette, senza nessun tono di domanda e sorridendo dolcemente: «Xiang mi ha raccontato un po’ di te, quando eri a Shangri-la.»
«Xiang sta prendendo il brutto vizio di Alex.»
«Bello notare come tu conosca da poco Alex, ma sai già alla perfezione i suoi difetti.»
«Non sta mai zitto! Mai!»
«Lo so» dichiarò la donna, ridacchiando: «Quando era Mogui, però, aveva i suoi momenti di pausa.»
«Dovrò chiedere a Thomas di akumatizzarlo, allora» dichiarò il biondo, abbassando di nuovo lo sguardo sul tablet e sospirando, riportando poi nuovamente l’attenzione sulla donna: «Tu hai in mente di rimanere qui anche oggi?»
«Se intendi che lavorerò nel tuo salotto…» Bridgette si fermò, sorridendo: «Sì, ho in mente di rimanere anche oggi.»
«Quindi da stasera posso considerare la mia camera degli ospiti libera?»
«Quella sarà libera appena Kun Wong se ne tornerà in Cina a mangiare involtini primavera»
«O quando…»
«Nei tuoi sogni, Felix.»
«Sei impossibile, Bri.»
«Grazie, sono lieta che te ne sia accorto. Ho messo veramente molto impegno nel diventarlo» Felix la fissò, scuotendo poi il capo e tornando a fissare il tablet: «Problemi?» gli domandò Bridgette, osservando lo sguardo celeste posarsi nuovamente su di lei: «Sai, quando sei preoccupato ti si formano delle rughette attorno agli occhi…»
«Bourgeois è uno stupido, che non capisce assolutamente niente e preferisce nascondersi piuttosto che affrontare i problemi…» sbottò, indicando con un gesto stizzito il tablet: «E sembra che i cittadini non lo capiscono, dato che non ho ancora una percentuale sufficiente nelle proiezioni per farmi capire che vincerò le elezioni e se quel tipo dovesse di nuovo essere sindaco…»
«Non tutti sono come te, Felix. Certa gente non sa affrontare…»
«André Bourgeois non ha le palle, francamente parlando» sbottò Felix, accorgendosi poi di come aveva parlato di fronte a una signora e chinando lievemente il capo: «Pardon, non volevo…»
«Salve, sergente Norton. E’ da tanto che non ci vediamo.»
«Bri…»
«Sono certa che i parigini capiranno cosa è meglio per la loro città» dichiarò la donna, allungando una mano e posandola sopra quella del biondo: «E non lo dico perché mi stai offrendo un rifugio, finché il cinese rompiscatole non se ne andrà...»
«Potrei offrirti molto di più, devi solo dirmi di sì» dichiarò l’uomo, alzandosi di scatto e chinandosi verso di lei: «Questa è tutta una farsa a cui vuoi giocare» mormorò, abbassandosi e sentendo il respiro affrettato di lei contro la pelle del volto: «Bri…»
«Fu mi ha scelto come suo successore e…»
 
«Non è scritto da nessuna parte che il Gran Guardiano non possa avere relazioni.»
«Io…»
Felix le sfiorò le labbra con le proprie e sorridendo quando sentì il suo respiro affrettato: «Puoi fare la difficile quanto ti pare, Bri, ma sappiamo entrambi come andrà a finire» decretò, rialzandosi e sistemandosi la giacca: «Ci vediamo questa sera, tesoro.»


«Scusami se ti ho fatto uscire così presto, Alex» dichiarò Marinette, sedendosi davanti all’amico e osservandolo mentre si beveva il caffè americano che aveva preso: «Ma volevo parlare con te.»
«Ormai è tardi per accorgersi del mio fascino, Marinette cara» dichiarò Alex, sorridendole e abbassando il bicchiere: «Sai che è strano essere in uno Starbucks senza Lila? Sto aspettando di vederla entrare da un momento all’altro.»
«Anche io!» esclamò Marinette, ridacchiando e girando il the che aveva preso: «Alex…»
«Non so niente sui nostri nemici, Marinette.»
La ragazza sospirò, abbassando le mani in grembo e giocherellando con l’orlo del maglione rosa pastello: «Speravo che potevi dirmi qualcosa…» bisbigliò, abbozzando poi un sorriso: «Non è strano che ogni attacco era in un luogo dove uno di noi c’era già? Prima Felix, poi Thomas e per ultima Lila…»
«E’ strano, lo so» mormorò Alex, poggiandosi contro lo schienale della sedia e sospirando: «Pensi che il caro Dì Ren sappia chi siete?»
«Ma allora perché non ci attacca direttamente?»
L’americano sospirò, storcendo le labbra in una smorfia: «La butto lì ma in molti videogames, soprattutto in quelli tattici, molti preferiscono sfiancare il nemico prima di sferrare l’attacco decisivo e forse il nostro caro Dì Ren è uno di quelli: sta spedendo una creatura dietro l’altra, per farvi arrivare allo scontro finale debilitati: stanchi mentalmente dal continuo combattere e anche fisicamente.»
«Ma i Miraculous non ci fanno stancare…» mormorò Marinette, portandosi una mano alle labbra: «Tikki ha detto che è l’energia del Quantum…»
«Beh, il Quantum vi assicura energia e forza, ma non puoi negare il fatto che essere continuamente sotto tensione vi stia stancando mentalmente» mormorò il ragazzo, alzando le spalle: «Non sono uno psicologo, ma non penso faccia bene sentirsi costantemente sotto attacco…»
«Non sapere quando si verrà attaccati.»
«Da chi.»
«O cosa.» Alex sospirò, sorridendo appena: «Vorrei poter fare di più: al momento sto analizzando la visione che ha avuto Rafael, quando avete combattuto contro la Panterona…»
«Potresti chiamarla Yi?»
«E niente. Tutto ciò che ha visto sono stati i Miraculous, con Flaffy abbiamo ipotizzato che la forza congiunta dei vari gioielli potrebbe farla tornare normale ma…» si fermò, ridacchiando: «Preferisco sentire Wayzz prima.»
«Capis…» Marinette si bloccò, sentendo la suoneria del proprio cellulare e recuperando il telefono dalla borsa, storcendo le labbra quando vide il mittente della chiamata: «Nathaniel» bisbigliò, posando l’apparecchio sul tavolo e osservandolo come se da un momento all’altro si trasformasse in qualcosa di mostruoso.
«Non rispondi?»
«Ho paura»
«Uh, la grande Ladybug ha paura» dichiarò Alex, ridacchiando mentre il cellulare smetteva di suonare: «Nathaniel è…»
«Un mio amico.»
«Penso sia qualcosa di più complicato di un semplice amico…» bisbigliò l’americano, sistemandosi gli occhiali: «Nathaniel è Testa di pomodoro, vero?»
«I soprannomi di Adrien sono sempre azzeccati»
«Cos’è? Il signorino si è accorto che è ancora innamorato di te e, ora che sei sposata e felice, torna alla carica? Io dico solo di lasciar scatenare il gatto.»
«Adrien lo farebbe fuori…»
«Appunto. E non lo dico perché Xiang sembra interessata a lui, eh. Assolutamente no.»
«Nathaniel è diventato strano, molto strano.»
«Pensi che…»
«Adrien lo pensa sì, crede che centri qualcosa il nostro nuovo nemico.»
«Vuoi che controlli?»
«Puoi farlo, Alex?»
«Posso tutto, boss.»


Thomas sorrise, osservando Manon seduta nel giardino esterno della scuola: «Ehi, Chamack!» la salutò, avvicinandosi a lei e ricordandosi dopo che era appena uscito da una partita di calcetto: bravo, Thomas. Falle sentire come puzzi…
La ragazzina gli sorrise, mentre lui rimaneva in piedi e la osservava: «Devi forse…»
«Cosa? No, no» mormorò, allungando le mani in avanti e negando con la testa: «Ti avevo visto qua da sola e…»
«E’ uscito il nuovo capitolo di una storia che seguo e…» Manon gli mostrò il cellulare, sorridendo: «Sono certa che, se fossi rimasta in classe, Noèmie mi avrebbe presa in giro, quindi sono venuta a leggerlo fuori.»
«Anche l’altra volta avevi parlato di una certa Noèmie…»
«Tu conosci Marinette, vero?»
«Sì»
«Ecco, Noèmie è la mia Chloé Bourgeois» spiegò Manon, abbozzando un sorriso mesto: «Solo che io non sono coraggiosa e forte come Marinette.»
«Ah no? Io direi il contrario.» dichiarò Thomas, incrociando le braccia e ridacchiando: «Insomma, mi hai affrontato a testa alta, praticamente da quando ci conosciamo.»
«Io non…»
«Andiamo, Chamack. Quando hai scoperto…»
«Volevo aiutarti» borbottò la ragazzina, abbassando lo sguardo sullo schermo e mordendosi il labbro inferiore, sentendo le guance andarle a fuoco; rialzò la testa, quando vide l’ombra di Thomas coprirle il cellulare, e l’osservò mentre fissava interessato quello che stava leggendo.
«E’ un libro?»
«Una fanfiction» bisbigliò Manon, facendogli spazio sulla panchina e abbozzando un sorriso: «Vedi, ci sono delle persone che scrivono su...beh, praticamente tutto. E questa è sulla mia coppia preferita del manga che sto leggendo ora e…»
«Forte!»
«E quest’autrice…beh, è fenomenale! Ogni volta che posta un capitolo lo divoro e…»
«Uao. Non sapevo di tutto questo» mormorò Thomas, ridacchiando: «Ci sono anche sui videogiochi?»
«Certamente! Anime, manga, videogiochi, telefilm, persone famose…»
«Scrivono storie sulle persone famose?»
«Qualcuno sì.»
«Quindi pensi che qualcuno abbia scritto anche sugli eroi di Parigi?»
«Qualcosa c’è, principalmente su Ladybug e Chat Noir. Sono storie romantiche, ecco.»
«Beh, penso sia normale, dato che stanno insieme…»
«Stanno davvero insieme?»
«Sì, sì. E poi Volpina e Tortoise sono una coppia. E anche Peacock e Bee» dichiarò Thomas, incrociando le braccia: «In pratica l’unico single sono io.»
«Capisco» mormorò Manon, abbassando lo sguardo sullo schermo e sorridendo: «E non ti piace nessuna al momento?»
«E’ carina Joelle Pape.»
«Quindi sei innamorato di Joelle?»
«Cosa? No!»
«Rinunciaci, Chamack» dichiarò Jérèmie avvicinandosi ai due e ridacchiando: «Questo tonto ha un unico pensiero fisso in mente ed è entrare nel Paris St. Germain. Ovviamente se salti gli allenamenti come l’altro giorno, lo sogni il Paris.»
«Avevo da fare…»
«Avevi da fare…»
«Sì, problemi?»
Jérèmie sorrise, sporgendosi e osservando il cellulare di Manon: «Cosa leggi?» domandò, osservando poi la ragazzina in volto e sorridendo: «Sembra interessante…»
«Una fanfiction!» dichiarò orgoglioso Thomas, portandosi su di sé l’attenzione dell’amico: «Sai che sono…»
«So cosa sono, tonto. Mia sorella le scrive e, purtroppo, io sono quello che deve sempre ascoltare i suoi sproloqui.»
«Ah. Davvero?»
«Già. Davvero.»
«Sei proprio tonto.»
«Ehi, Chamack! Pensa a leggere e non intrometterti nei discorsi fra uomini.»
«Ah, perché questi sono discorsi fra uomini?»
«Secondo la mentalità tonta di Thomas…» dichiarò Jérèmie, fermandosi e ridacchiando: «…sì!»
«Ma prego, infierite tutti contro me!»
«Ovviamente, amico.»
«Ovviamente, Lapierre.»
«Vi odio. Entrambi.»



Marinette sospirò, mentre usciva dalla scuola e osservava la lista di libri di marketing, che le era stata data per il corso che avrebbe iniziato: poteva capire che la preparavano a ogni aspetto della sua futura professione ma poteva dire, con assoluta certezza, che già dai titoli dei testi avrebbe capito poco o niente di quello che c’era scritto.
Non bastava Dì Ren da combattere e Nathaniel da evitare per il suo strano comportamento.
No, adesso ci si metteva anche la professoressa del corso di marketing.
Un lungo sospiro lugubre le scivolò dalle labbra, mentre piegava in due il foglio e lo riponeva nella borsetta: «Sentirò Adrien» mormorò, sotto lo sguardo divertito di Tikki: «In fondo questa è roba di sua competenza, no?»
«Se lo dici tu» dichiarò Tikki, sorridendo: «Sei cambiata: un tempo…»
«Un tempo avrei fatto tutto da sola, lo so» sentenziò la mora, guardando la strada in entrambe le direzioni e decidendo di dirigersi verso nord, passeggiando così lungo la Senna: «Ma a cosa servirebbe Adrien, altrimenti?»
«Mh. Vediamo» mormorò la kwami, stando al gioco: «In verità ci sarebbero parecchi utilizzi di quel ragazzo!»
«E’ vero» ridacchiò Marinette, alzando la mano sinistra e osservando l’anulare a cui portava i due anelli: quello di fidanzamento e la fede nuziale, chiudendo poi le dita e portandosi il pugno alle labbra, sorridendo: «Hai presente la sensazione di vivere in un sogno e temi che, prima o poi, ti svegli e tutto sarà svanito?»
«Tranquilla, Marinette. Questa è la realtà» dichiarò la kwami, intuendo ciò che la ragazza aveva in mente: «Non…» s’interruppe, voltandosi indietro e nascondendosi nella borsa: Marinette osservò il comportamento dello spiritello, girandosi anche lei e notando il motociclista, completamente vestito di nero, a bordo di un veicolo scuro e fermo poco distante da lei.
Il tipo alzò una mano, salutandola e, facendo rombare il motore, scivolò per il pezzo che li separavano; Marinette inspirò profondamente, stringendo la cinghia della borsa, guardandosi poi attorno e notando che non c’era assolutamente nessuno a cui chiedere aiuto.
Fantastico!
La sua solita sfortuna!
«Ehi, splendore. Sembri pronta a uccidermi…» dichiarò la voce del motociclista, leggermente mascherata dal casco, ma non per questo irriconoscibile: «Marinette?» domandò Adrien, alzandosi la visiera del casco e sorridendole: «Non mi avevi riconosciuto?»
«Adrien?»
«E chi altri?» domandò il biondo, sistemandosi meglio in equilibrio sul motore: «Beh, che ne dici? Una meraviglia, vero? E’ Suzuki GSX-R 125!»
«Io so solo che mi hai fatto prendere un accidente!» sbuffò, fissandolo imbronciata e poi facendo vagare lo sguardo sul giovane vestito di scuro e la moto nera con le rifiniture rosse: «E’ adatta a te…»
«Vero?» domandò giulivo il biondo, dando una lieve pacca al mezzo: «Questa bellezza è una meraviglia! Dovresti sentire come fa le fusa il motore e…» si fermò, alzando il braccio sinistro e mostrandole il casco che teneva appeso: «L’ho appena presa e il mio amico mi ha regalato un casco in omaggio. Vuoi venire a fare un giro? Plagg, l’adora.»
«Plagg non l’adora da quando si è mangiato un moscerino.»
«Così impari a stare a bocca aperta…» sentenziò Adrien, sorridendo: «Vuoi salire, my lady?»
«E’ una fortuna che oggi mi sia messa i jeans, allora.» decretò Marinette, prendendo il casco che Adrien le aveva offerto e sistemandoselo in testa, non senza qualche fatica: «Va bene così?»
«Sei perfetta» dichiarò Adrien, inclinando la testa e studiandola: «Ce la fai a salire senza distruggere te stessa. La moto. Parigi?»
«Ah ah ah. Spiritoso.» bofonchiò Marinette, issandosi sul sellino posteriore e abbracciando il giovane pilota: «Visto?» domandò, sentendo la mano di Adrien posarsi sulla sua: «Dove andiamo?»
«Dove vuole che la porti, principessa?»
Marinette sorrise, stringendosi più forte ad Adrien: «A casa» mormorò, sentendolo carezzarle il dorso della mano: «Voglio andare sul nostro terrazzino a disegnare…»
«Ogni tuo desiderio è un mio ordine, my lady» dichiarò il ragazzo, giocando con l’equilibrio e mettendosi in strada, sentendo la ragazza stringerlo mentre la moto scivolava fra le vie di Parigi.

   
 
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