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Autore: pureblood18    16/05/2017    4 recensioni
E se Draco Malfoy non fosse figlio unico? E se i Malfoy avessero più di un erede? Alya e Draco, due anime destinate a separarsi per il bene di qualcosa di più grande. Avranno mai la possibilità di ricongiungersi? Alya riuscirà a ritrovare la strada di casa?
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Abraxas Malfoy, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora, Ted/Andromeda
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Più contesti
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8 Gennaio 1994, Hogwarts.

La mattina seguente Alyssa cercò di abiurare la propria tesi, e decise di rivolgersi nuovamente al Professor Lupin o, come lo chiamava lei, Remus. In quelle quattro mura era uno dei pochi di cui si fidava e, data la vicissitudine della notte precedente, prese la palla al balzo.
« Alyssa, dove credi di andare? Fra poco inizia la lezione di Trasfigurazione, non vorrai mica mancare un'altra volta? »
La bionda sobbalzò, portando una mano al petto, quando si imbatté nell'amica rossodorata. « E' solo questione di qualche minuto, il Professor Lupin vuole parlarmi e non sarebbe educato dargli buca. » Arricciò il naso, tentando di giustificarsi.
« Va bene, ma solo per questa volta. » Rispose la Grifondoro, sollevando l'indice, mentre Alyssa stava già andando via. 
« Perderò solo dieci minuti, non se ne accorgerà nemmeno. »
La riccia sbuffò e roteò gli occhi, fece dietrofont e si incamminò verso l'aula della prima ora. 

« Remus, apri. Sono io, devo assolutamente parlarti. » La vocina della Serpeverde venne sopraffatta dalle nocche battenti contro la porta. 
« Alyssa.. » Sussurrò un voce maschile, poi la porta si spalancò, mostrando un ufficio totalmente in disordine. 
« Scusa il disordine.. » L'imbarazzo dell'uomo era palese. « Ho perso la mia bacchetta e non riesco più a trovarla. »
« Hai perso la bacchetta, Remus? Ma come diavolo-? » Alyssa issò le spalle. « Ti aiuto io, dai. Te lo devo. » Sentenziò, impugnando la bacchetta con la mano sinistra e la puntò contro il caos dinanzi a sé. « Accio, bacchetta! » Esclamò con voce ferma, attendendo che la di essa posizione fosse intercettabile. 
« Eccola lì. Grazie mille, sul serio. Se solo non l'avessi trovata, Piton avrebbe trovato un'ottima scusa per appurare la mia negligenza professionale. »
« Lascia stare, Piton. E' fatto così, non lo fa di proposito. Chissà cosa è accaduto di talmente grave da portarlo a irrigidirsi in questa maniera! » Alyssa sembrò davvero dispiaciuta.
« Ci sono molte cose che ancora disconosci, Alyssa. Presto scoprirai la verità, perché prima o poi verrà a galla e non potrà più essere celata. Severus ha sofferto molto nell'arco della sua vita, come ho sofferto io e come hai sofferto tu. Tutti soffriamo, chi più e chi meno, chi in modo grave e chi in modo lieve. E' tutto un circolo vizioso la vita, nello stesso momento in cui credi che tutto sia finito, ecco che un altro ostacolo ti si para dinanzi. Basta solo rialzarsi, farsi coraggio e reagire. » Lunghi passi fecero le gambe di Remus, girando e rigirando la bacchetta fra le dita. « Ma, immagino tu non sia qui per questo, mi sbaglio? » Si arrestò, avvicinandosi alla Serpeverde. 
« Infatti, Remus. Non che non mi importi ascoltarti o lo trovi tedioso, ma il mio problema è un altro. Ho deciso, dopo una notte insonne, di lasciare che sia la giustizia ad occuparsi di Sirius. Insomma, tu sei un brav'uomo e se Black è tuo amico, allora, vuol dire che in fondo in fondo lui non c'entra sul serio nulla. » Con la bacchetta in tasca, Alyssa strofinò gli occhi arrossati e punta e tacco, punta e tacco, si dondolò sul posto. « Tornando al nostro discorso, forse ho scoperto chi possa nascondersi dietro il mio allontanamento da Draco. » Continuò a dondolarsi, spostando le mani dietro la schiena. Lupin la osservava interessato. « Sono sicura che il colpevole di tutto sia Abraxas, mio nonno. » Sospirò, sprofondando lo sguardo sul pavimento. 
« Abraxas, hai detto? » Il licantropo storse le labbra. « Non potrebbe essere stato nessun'altro che lui. » si sedette e invitò Alyssa ad imitarlo. « Pensaci. Draco è naturalmente da escludere. Ora passiamo ai tuoi genitori: Narcissa non avrebbe mai fatto una cosa del genere, per quanto possa essere stacanovista, non avrebbe mai rinunciato alla propria figlia. Lucius.. » Indugiò. « Lucius, certo. No, neppure lui. Codardo, arrivista e vigliac- »
« Remus, ti ricordo che è di mio padre che stiamo parlando! » Lo ammonì la bionda a difesa del purosangue.
« Hai ragione, scusami. Draco no, Narcissa nemmeno e neanche Lucius. Come stavo dicendo, lui vuole ama molto a Draco e, seppur non lo dimostri, farebbe di tutto per lui. Non avrebbe mai fatto un torto del genere alla moglie, ne sono sicuro. » Posò entrambi i gomiti sulla scrivania. « Senz'altro Abraxas. Per il incastrarlo, però, dovresti andare al Maniero e tendergli una trappola. »
« E come potrei fare? Abraxas non è stupido, è molto astuto e ingegnoso. Mi scoprirebbe in un baleno! » Esclamò nervosa, torturandosi le labbra.
« Sai cosa potresti fare? » Issò lo sguardo. « Tu mi hai detto che la parete ti ha letteralmente scaraventata; quindi c'è una maledizione dietro a tutto questo. Non c'è altro modo, Alyssa..o, o Alya. Fai in modo che Draco ti inviti al Maniero, cerca di coinvolgere Abraxas e convincilo a mostrarti l'albero genealogico dei Malfoy. » Un sorriso increspò il viso dell'insegnante. « Se lui è accanto a te, la maledizione non ha effetto. Due calamite si attraggono, ma si oppongono allo stesso. Tu e Abraxas siete le calamite: tu la vittima e lui il carnefice. » 
Alyssa provò a seguire con difficoltà l'articolato ragionamento dell'ex Grifondoro. « Spiegati meglio, Remus. »
« In poche parole, la maledizione sparisce solamente nel momento in cui lui muore, ma siccome non siamo così cinici da farlo fuori, dovrai far sì che lui sia "assente" per qualche momento. Giusto il tempo di capire se è lui il vero colpevole. »
« Ma certo, ora è tutto chiaro. Pietrificus Totalus. » Spinse l'indice sulla fronte. « E' l'unico modo per farlo "sparire" per qualche minuto. Come ho fatto a non pensarci prima? »
« Sei un genio, Remus. Sei un genio! » Alyssa scosse il capo incredula e felice. « Te ne sarò infinitamente grata. » Fiancheggiò la scrivania e strinse l'uomo in un forte abbraccio. « Sei il miglior professore del mondo! » Urlò saltellante, prima di salutare frettolosamente il moro e lasciare l'ufficio. 

Dopo aver avuto quella esaltante e risolutiva conversazione con Remus, la platinata si dedicò totalmente alle lezioni giornaliere. 

27 Febbraio 1994, Hogwarts -  Maniero Malfoy. 

Una fredda e apparentemente ordinaria mattina di fine Febbraio, coriandoli, festoni e studenti in maschera accalcavano la Sala Grande di una Hogwarts in preda ai festeggiamenti. Tutti sembravano febbricitanti e impazienti di celebrare una delle festività più amate del mondo occidentale: il Carnevale. Tutti, tranne Alyssa, ovviamente. 
« Ma che due pluffe! Chi miseriaccia ha inventato questa inutile festa?! » Borbottava e riborbottava lei ogni qualvolta il suo cammino incrociava quello di "esemplari inspiegabilmente euoforici". Era così che li appellava. 
« Alyssa! » Una voce maschile sbucò dinanzi a lei da uno dei corridoi contigui alla Sala Grande e cercò di raggiungerla. Benjamin non perdeva mai occasione di scambiare quattro chiacchiere con la Serpeverde. 
« Anche tu molto felice di festeggiare questa inutile e insensata festa, non è vero? » La strega inarcò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto. Si resse su una gamba, mentre l'altra era lievemente accavallata a quella opposta. « Cosa ci trovate di bello? Prima o poi lo capirò, o almeno spero. »
« No no, non sono qui per deliziarti della meravigliosa festa che si terrà oggi ad Hogwarts. Ho una missiva per te. E' stato tuo fratello a recapitarmela, dato che oggi non sarà presente. » Sebbene la bionda gli avesse espressamente detto d'evitare di collegare Draco a lei, il francese pareva proprio non aver colto le sue parole o almeno così fingeva. 
« Ben. Ben, giusto? » Slegò l'incrocio delle gambe e protese le braccia verso l'alto, posandole sulle impostate spalle di lui. « Draco e io non siamo fratelli, è chiaro? » Annuì, marcando ogni singola parola. « E poi, perché mai avrebbe dovuto darla a te, quando siamo compagni di classe ed avrebbe benissimo potuto porgerla a me di persona? » Piegò le labbra, mentre il Corvonero rimase immobile ad ascoltarla. 
« Vedi, ehm. Draco è dovuto andar via repentinamente, senza avviso. E dato che io sono tuo amico, ha preferito darla in custodia a me. » Abbozzò un timido sorriso. « Mi ha detto che, se l'avesse riferito a Blaise o ad Astoria, molto presumibilmente non ti sarebbe mai arrivata. »
« Astoria? » Lo osservò guardinga. « Quella per poco non dimentica pure il suo nome. » Ridacchiò, scostando le mani dalle spalle del compagno. « Per Blaise, bhe, non avevo dubbi. »
« Cos'ha Blaise che non va? » Domandò curioso Ben. 
« E' un idiota, rompipluffe, donnaiolo e antipatico. » Rispose di tutto petto la giovane.
« Ha un'ottima opinione di lui. » Inclinò lui il viso confuso. "L'apparenza inganna" pensò. 
« Comunque, io dico sempre quello che penso. Facci l'abitudine. » Aggiunse Alyssa, scrollando le spalle. « Adesso vuoi darmi questa lettera oppure desideri tenerla come ricordo? »  
« Sì, scusami. » Egli sfilò la missiva dal tascone del mantello e la porse alla verdargento. « Per farla breve, si tratta di una festa. Non so cosa voglia uno come Malfoy da me e per quale strana ragione lui mi abbia invitato. » Confidò, mordendosi il labbro inferiore agitato. « Mi auguro soltanto non sia un trabocchetto per mettermi in ridicolo davanti a tutti. Dicono che più di mezza scuola sarà presente. » 
« Una festa? Anche lui col Carnevale? » Roteò gli occhi la ragazza, fingendo le dispiacesse. « Se non viene messo al centro dell'attenzione per più di un giorno, si sente male. » Ghignò, ringraziando mentalmente il fratello per averla invitata. Solo in questo modo Alyssa avrebbe potuto attuare il piano che il mese prima Remus le aveva consigliato di provare. 
« Comunque, io adesso dovrei proprio scappare. La mia stanza è un totale caos e, se non sistemo tutto in tempo, mi beccherò una lavata di capo da Vitious (Capo Casa dei Corvonero ) e non riuscirò ad essere puntuale alla festa. » Il francese si sollevò sulle punte e infilò ambedue le mani all'intero delle tasche. 
« Hai perfettamente ragione, ma sono sicura che Draco ti abbia invitato soltanto per testarti, in un certo senso. » .. « Sai, sei nuovo di zecca e lui tenta di aver più amici possibili. » La Serpeverde gli rivolse un mezzo sorriso, dando poi un'occhiata fugace alla lettera. « Ci vediamo stasera, allora. » Indietreggiò di qualche passo, slittando di poco col bacino. 
« Aspetta! » La interruppe Benjamin. « Ti farebbe piacere, insomma, se andassimo alla festa insieme? » Le chiese quasi certo lei lo rifiutasse. « Sai, non conosco quasi nessuno e da quel che mi hanno detto i genitori di Malfoy sono molto..glaciali. Si dice così? »
« Freddi, pivello. Freddi. » Lo corresse, tentennando. Che Lucius fosse un uomo altezzoso e poco incline alle smancerie lo sapeva pure lei. « Pensandoci, però, suppongo sia una buona idea andarci insieme. » Rifletté su quanto questo potesse far infuriare suo padre e, perché no, anche Draco. « Alle 8 in punto, al portone principale del Castello. » Gli suggerì, dividendo lo sguardo tra lui e la pergamena. 
Benjamin ne fu entusiasta. Due piccioni con una fava. « Va bene, sarò puntualissimo. Non preoccuparti, non farò attendere una graziosa fanciulla. » Il sorriso a trentadue denti non camuffò affatto l'eccitazione negli occhi del moro: non solo avrebbe trascorso del tempo con Alyssa, ma avrebbe anche avuto l'opportunità di non sentirsi isolato e fuori luogo per tutta la durata della festa. « A dopo! » Esclamò.
« A dopo! » Gli rispose ad alta voce lei, salutandolo con un cenno di mano. 

Portone Principale, Hogwarts. - Maniero Malfoy.

Alyssa, dopo l'incontro con Benjamin, si era ritirata nella sua stanza ed aveva approfittato dell'assenza delle compagne per dedicarsi al proprio aspetto e prepararsi per andare alla festa al Maniero. 
« Cosa diavolo metterò? » Mugolava sottovoce, scuotendo il capo a destra e a sinistra. Dall'ultimo ricevimento a cui ella partecipò, poté notare la maniera in cui sia i Malfoy che i vari presenti erano soliti imbellettarsi. Non sarebbe nemmeno stata capace di chiedere aiuto a Narcissa, dopo averle negato la sua presenza a casa ripetute volte e nemmeno ad Andromeda, intenta a scovare la verità sulla morte del marito. Sembra, però, che la matrona le abbia letto nel pensiero: ecco che un gufo dai colori chiari, molto presumibilmente di proprietà della donna, si avventò tempestivo contro la finestra della verdargento. 
« Non è un po' troppo pesante per un semplice gufo? » Si domandò, scorgendo dalle zampette un pacco di velluto verde, attorniato da un nastro dai toni argentei. Nell'interstizio, tra il nastro e il velluto, vi era una lettera: l'afferrò e la scartò, dopodiché iniziò a leggerne il contenuto. 


"Cara Alyssa,
Sono felice che tu abbia accettato l'invito di Draco e finalmente tornerai a trovarci. Nonostante mio marito sia un tipo molto riservato, avrebbe certamente notato la tua assenza alla festa. 
Per ringraziarti della tua seconda possibilità, ho pensato di omaggiarti con un semplice abito che potrai indossare anche oggi stesso. Sarei contenta di vedertelo addosso di persona. 
Un abbraccio,
Narcissa Malfoy."

 

Alyssa, nel momento stesso in cui terminò di leggere la lettera, sentì il cuore accelerare improvvisamente, mentre le mani, nervose, cominciarono a sudare. Da quando aveva saputo la verità, non riusciva più a guardare quella famiglia con gli stessi occhi. Quella non era più soltanto Narcissa Malfoy, era sua madre e di certo tutto ciò non poteva passare inosservato. 
Sospirò, stringendo fra le falangi diafane la pergamena.
« Su, coraggio, aprilo. » Ordinò a se stessa. Deglutì ed emozionata sciolse il fiocco e spiegò con urgenza il velluto, ritrovandosi dinanzi ad un magnifico abito. 
« Semplice abito, eh, mammina? » Ridacchiò, adagiando con cautela le mani sul vestito e lo distese in modo da poterlo ammirare più dettagliatamente: i toni andavano da un color cipria, ad un rosa chiaro, fino a raggiungere un tipico bianco panna. Non molto scollato -le avrebbe giusto scoperto le spalle-, di un tessuto leggero, simile all'organza, aveva incisi dei ricami di fiori argentati, che dall'alto andavano a coprire l'abito fino agli orli della gonna. Essendo anche molto lungo, quasi sicuramente, l'abbinamento delle scarpe non sarebbe stato un problema. 

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Dopo averlo osservato minuziosamente, quasi cercasse un difetto, Alyssa si accertò che la porta della camera fosse chiusa a dovere e cominciò a spogliarsi della divisa, si alzò su due piedi e prima una gamba, poi l'altra, s'infilò il vestito e, impacciata, impiegò più d'un minuto a chiudere la cucitura alle spalle. 
« Ora tocca ai capelli. » Si mirò allo specchio, inclinando il capo di lato. < Sciolti o legati? Lisci o ricci? » Tamburellò le dita della mano sinistra sotto al mento, fino a che le venne una brillante idea. « Per Salazar, dove l'ho messo? » Si chinò, frugando fra i vari cassetti. « Eccoti! » Esclamò subito dopo aver trovato il pettinino argentato che le aveva regalato Astoria per il suo compleanno. 
Sospirò ancora una volta, impugnò la spazzola e pettinò la lunga chioma, dopodiché la legò in un alto chignon e inserì il pettitino nell'attaccatura dei capelli. « Uhm, decente. » Mormorò, intrecciando le braccia sotto al seno. 
Terminata l'acconciatura, si truccò in maniera molto leggera, indossò il ciondolo che gli aveva regalato Teddy, degli orecchi d'argento ed infine portò ai piedi un paio di décolleté rosa pallido e non tanto vertiginose. Spruzzò del profumo alla vaniglia sui polsi e sul collo, afferrò la propria bacchetta e poi lasciò la stanza, trascinandosi dietro la coda del vestito. 
« Mi auguro che quel Corvosecchione sia pronto o dovrò trovare un modo per prelevarlo direttamente dal suo dormitorio! »Borbottò con le farfalle allo stomaco, ma i suoi lamenti furono repentinamente interrotti dalla figura del francese contro cui andò a sbattere nel tentativo di velocizzare il passo. 
« Scusami, stavo proprio andando a cercarti. » Si annunciò la Serpeverde. Per Benjamin, invece, ci volle qualche secondo prima che si sbottonasse un po'. 
« Sei bellissima! » Disse, ammirandola. « Sembri un angelo! »
« Sembro, pivello. Sembro, non farti strane idee. » Gli rispose, arcuando la fronte. « Ho notato che sei molto puntuale, 10 punti a Corvonero! » Ridacchiò lei, mentre il moro la prese sottobraccio, pronto ad avviarsi verso il portone del Castello in cui avrebbero raggiunto la Passaporta, mezzo che li avrebbe spediti dritti dritti al Maniero. 
« Pronta? » Sussurrò incerto il ragazzo, mentre allargava nervoso lo scuro papillon del vestito. 
« Prontissima. » Dall'espressione di Alyssa si evinceva una certa ansia. Come darle torto! Quella sarebbe stata la prima volta in cui varcava quel maestoso edificio come casa propria. 
« Sei sicura sia una buona idea? Non vorrei che Draco mi schianti seduta stante. » Decorbaux gonfiò le guance, ticchettando la punta delle scarpe di vernice contro l'asfalto. 
« Lascia fare a me. Draco è solamente mio amico, vedrai che ti accoglierà a braccia aperte, d'altronde è stato lui stesso ad invitarti. » Ipotizzò quasi certa la bionda, convincendo finalmente il francese. 
« Va bene, mi hai convinto. Andiamo. » Entrambi i ragazzi si lasciarono andare ad un sonoro sospiro, per poi aggrapparsi alla Passaporta che li catapultò nella residenza dei purosangue senza che neppure se ne rendessero conto. 


« Ben, sei rimasto lì impalato? Ti ricordo che la festa è dentro, non fuori e, rimanendo in giardino, potrebbe farti visita uno dei pavoni dei Malfoy. » Si fece avanti Alyssa, camminando a fatica su quei tacchi. 
Benjamin rimase estasiato dalla maestosità del Maniero. La famiglia da cui proveniva non aveva lo stesso tenore di vita dei Malfoy, seppur non se la passasse affatto male. « Sì, hai perfettamente ragione. Tanto prima o poi dovremmo entrarci, perché sprecare altro tempo? » Avanzò verso la bionda e la prese nuovamente sottobraccio, giusto qualche passo e si ritrovarono immersi tra la folla di invitati. Alcuni erano disposti in gruppi come a volersi estraniare dagli altri, ma alla Serpeverde non importava. Il suo unico obiettivo in quel momento era scovare e parlare con i Malfoy al più presto. Detto, fatto. Ecco che le iridi ferrigne del padrone di casa fulminarono l'accompagnatore della figlia.
« Alyssa, mi sa che ho trovato chi cercavi. Il Signor Malfoy è proprio lì e suppongo voglia lanciarmi una maledizione senza perdono. » La voce rotta del Corvonero risaltava la soggezione che Lucius gli metteva addosso. 
La bionda si voltò con cospicua immediatezza, incrociando lo sguardo di suo padre. Quello scambio di sguardi le provocò un tuffo al cuore. Quanto avrebbe voluto abbracciarlo, lì, davanti a tutti e godersi tutto ciò che le era stato tolto. Quanto avrebbe voluto rivelare a tutti il suo essere una Malfoy, né Pansy e né Millicent l'avrebbero più derisa se solo avessero saputo chi fosse suo padre. 
« Signor Malfoy! » Esclamò Alyssa per farsi sentire, strascicando con sé il compagno. « Cercavo sua moglie, vorrei ringraziarla di persona per questo splendido abito. »
Il purosangue, d'altro canto, non fu capace di staccarle gli occhi di dosso e quasi si emozionò nel vederla in quelle vesti. « Mia moglie sta arrivando, così anche Draco. Sai, quel ragazzo ci mette troppo a sistemarsi. » Un lieve sorriso accompagnò le sue parole. « Lui è? » Le chiese, puntando gli occhi sul moro. 
« Io sono Benjamin Decorbaux, Signor Malfoy. Piacere di conoscerla. E' stato suo figlio stesso ad invitarmi. » Si presentò cortese il giovane mago, scorgendo il fastidio nel viso dell'uomo. 
« Vado a- ad avvisare gli altri del nostro arrivo. » Sussurrò alla compagna, sorridendole, per poi dirigersi verso i pochi Corvonero presenti alla festa. 
« Va bene, fa pure. » Gli sorrise lei di rimando, sorriso che si smorzò quando Lucius la ammonì col solo sguardo. 
« Eccoli, Narcissa e Draco sono lì. Vieni a salutarli con me? » Le propose con imminente risposta positiva della bionda. 
I due, dunque, quasi in simbiosi, si spostarono sulla parete opposta del salotto, raggiungendo madre e figlio. Lucius, con la sua marsina color pece, adornata con dei ghirigori dorati, i lunghissimi capelli biondi sulle spalle e il bastone che si portava sempre dietro, attirò l'attenzione di molti invitati. 
Narcissa indossava un lungo abito di velluto, di colore verde trifoglio, tono simile a quello caratteristico dei Serpeverde, ciocche di crine bicolore erano aggrappate alla nuca, il resto era stato lasciato volutamente sciolto e le lambiva il viso ossuto. Draco, elegante come suo solito, aveva scelto un completo blu cobalto, accompagnato da una cravato bianca. 
« Aly..Alyssa! » Urlò felice il biondo, andando incontro alla strega. < Finalmente sei arrivata! Benjamin è venuto con te? »
« Sì.. > Mugugnò Lucius irritato, ma Narcissa pareva piuttosto divertita. 
« Grazie mille per il vestito. » Fece un giro su se stessa, lasciando svolazzare la gonna. « Ma non è per questo che volevo incontrarvi. > Biascicò, cercando di raggruppare i Malfoy in un angolo. « Devo parlarvi con urgenza, ne ho assolutamente bisogno. Ho bisogno di voi per far sì che il mio piano vada a buon fine. »
« Non riesco a capire. Ciò significa che il tuo intento è stato un altro e non la tua misericordia? » Ipotizzò Cissy, tentando di captare la vera accezione nelle parole della figlia. 
« Sono sicura che capirete, quando ve ne parlerò. > Rispose sicura Alyssa. « Vi prego, è importante! » Quasi sembrò implorarli. 
La donna scambiò uno sguardo d'intesa col marito e, insieme a Draco ed Alyssa, si rintanarono in una delle stanze non poco lontane da quella in cui era in corso la festa. 
« Adesso puoi dirci tutto, qui non mette mai piede nessuno e, anche se fosse, non potrebbe nemmeno sentirci. » Mormorò la madre, prendendo in mano la bacchetta d'acacia. « Protego Maxima! » Pronunciò ad alta voce e subito dopo una barriera invalicabile li avvolse. Alyssa e Draco la guardarono sbalorditi. 
« Che figata! > Esordì la bionda a bocca aperta, poi tornò sui propri passi. « Oh. » .. « E' giusto che voi lo sappiate. » Invitò con un cenno ai due genitori di sedersi, poi fece lo stesso e dopo di lei il fratello. 
« Da dove cominciare? » Intrecciò le dita ansiosa. « Circa un mese fra Draco è venuto a parlarmi riguardo ad un argomento importante. Inizialmente avevo timore di parlarvene, ma è giusto che voi ne siate al corrente. » Sollevata, liberò i piedi dai tacchi con conseguente sospiro. « Draco mi ha confessato ciò che Elettra gli ha detto, ovvero che io sono una Malfoy. Sono Alya e non Alyssa. » 
Lucius ne risultò pietrificato, ma allo stesso tempo confortato. Narcissa rivolse uno sguardo ambiguo al figlio, poi lasciò continuare la bionda. 
« Credevo che la colpa fosse stata vostra, che non m'aveste voluto solo perché sono una femmina. Ma poi ho riflettuto, altre persone mi hanno coadiuvata nel riacquistare ragione. Draco mi raccontava sempre di quanto suo padre e sua madre soffrivano per la mancanza della loro figlia e se l'aveste abbandonata, tutto quello non avrebbe avuto senso. » Si alzò e scalza si avvicinò ad entrambi i genitori. « So che non è colpa vostra, che non siete stati voi gli artefici di tutto, ma che sotto sotto la mia sparizione è stata causata da una solo persona: Abraxas. » Lucius cercò di intervenire, ma la figlia lo bloccò. « Aspetta, non ho ancora terminato. Ne ho parlato con Remus, è stato lui a incoraggiarmi a farmi avanti, a lottare per avere ciò che è sempre stato mio, ma che non ho mai potuto avere. » Afferrò la mano del padre. « Ha anche sottolineato il legame che tu hai con Draco e che, nonostante la tua parvenza da uomo delle nevi e i tuoi atteggiamenti burberi nei suoi confronti, vuoi molto bene a tuo figlio e non avresti mai permesso che m'avessero portata via, se solo l'avessi saputo. »
Lucius fissò gli occhi in quelli della figlia e di scattò si sollevò dalla sedia. « Cosa vuoi fare adesso? » Le domandò lui paterno. 
« Remus mi ha consigliato di usare il Pietrificus Totalus. Ovvero, la morte apparente. Perché? Ve lo spiego subito. » Prese un respiro. « Quando ho cercato di avvicinarmi all'Albero di famiglia, questo mi ha scaraventato e, leggendo qua e là, ho scoperto che si tratta di una maledizione e che quindi avremmo bisogno di uno Spezza-Incantesimi. Ma siccome non voglio creare baraonde in questa casa, ho optato per una decisione attenuante. »  Guardò Draco, poi Narcissa. « Dato che suddetta maledizione svanirebbe soltanto nel momento in cui l'artefice decedesse e, parliamoci chiaro, non sono un'assassina, il Pietrificus Totalus è l'unica scelta plausibile. » 
« Quindi, dal momento che tu sei una delle invitate, lui andrà a controllare se la maledizione è ancora funzionante. Corretto? » Narcissa cercò di immedesimarsi nella testa del suocero.
« Esattamente, ma io da sola non posso far nulla. Diciamocelo, Abraxas è un potente mago e solo uno tonto ne dubiterebbe. » Osservò ghignando il padre che a sua volta rispose.
« Dunque, uno di noi deve seguirti e proteggerti da eventuali suoi attacchi. Draco, naturalmente, deve rimanerne fuori. » 
« Esatto anche questo. A voi la scelta, per me siete uguali. » Aggiunse Alyssa, lasciando tempo ai genitori di scegliere.
« Vado io, è da tanto tempo che vorrei vedermela con lui pari a pari. Non la passerà liscia, questo posso assicurartelo. » Esordì Narcissa sicura, Lucius annuì e Draco avanzò nella loro direzione. « Quindi potrò dire a tutti che Alya è mia sorella? »
« Draco, con calma. Prima scopriamo la verità, prima tua sorella potrà tornare a casa. » Pronunciò categorico il maggiore, tenendo strette le mani della bionda. « Ho detto bene? »
« Benissimo. » Risposero le donne di casa contemporaneamente. Dopodiché Cissy avvolse le spalle della figlia con un braccio, stringendola al petto. Draco si avvinghiò alla sorella. Lucius, dopo che i restanti Malfoy si staccarono dalla Serpeverde, si avvicinò ancor di più a lei e la strinse in un forte abbraccio. 
« Ti voglio bene, papà.. » Sussurrò Alyssa dagli occhi lucidi.
La risposta di Lucius non si fece attendere. « Anche io ti voglio bene, tesoro.. » 

--
Non trascorse nemmeno un'ora dall'inizio della festa che, come nei piani dei Malfoy, Abraxas si allontanò svelto dalla sala per dirigersi, chissà dove, dall'altra parte del palazzo. In realtà, però, l'intento del maggiore della famiglia purosangue era stato antecedentemente svelato. Immediatamente Alyssa, si staccò dalla cerchia e, celermente, cominciò a seguire l'uomo.
« Alyssa, ma dove vai? » Urlarono Benjamin e Astoria, a causa dell'elevato volume delle musica, con dell'espressioni da cani bastonati. 
« Torno fra un po'. » Rispose lei, rivolgendo un cenno di capo alla madre non tanto lontana dalla sua postazione. 
La bionda, risolto il contrattempo, riprese a seguire il nonno e Narcissa, di conseguenza, si affrettò a fare lo stesso.
Con passi felpati e senza scarpe, la giovane Malfoy attese che il nonno entrasse, poi si avviò verso la porta e fece ingresso dopo di lui nella stanza. Cissy rimase a spiarli dall'accennato spazio lasciato dalla porta e, facendo meno rumore possibile, adagiò l'orecchio alla parete. 
« Signor Malfoy. » Proferì Alyssa, sorridendo falsamente all'uomo che, alla sua vista, trasalì poi rimase di sasso. « L'ho per caso disturbata? » Il tono di voce della Serpeverde era dimesso, come a volerlo impietosire. 
« No, no, affatto, cara. Ti serve qualcosa o ti sei semplicemente persa? » Gli domandò evidentemente paralizzato l'anziano mago, cercando invano di distrarsi dalla parete. 
« No, non mi sono persa. Sono soltanto rimasta incuriosità dall'Albero la scorsa volta e volevo saperne di più. Sa, Draco mi ha parlato molto dei suoi antenati e l'ho trovata una storia alquanto interessante. Chissà se anche la mia famiglia d'origine ne ha uno! » Esclamò con aria innocente. Abraxas, invece restò ritto in quella posizione.
 « Oh, sì. » Sospirò sollevato. « La famiglia Malfoy esiste da più di 700 anni. Il primo fu Armand, colui che ci ha donato questo immenso Maniero e la ricchezza che ci circonda tuttora. » Man mano che spiegava, le sue dite avvizzite scalavano su e giù l'albero genealogico. « Guarda qua, è lui Armand. » Indicò alla ragazzina senza voltarsi. Quest'ultima approfittò della sua momentea vulnerabilità per riprendere in mano la bacchetta di tiglio e la puntò contro il nonno, pronunciando forte e chiaro. « Pietrificus tot..»
La giovane non ebbe nemmanco la possibilità di concludere l'incantesimo che l'uomo la ostacolò, scaraventandole un contro-attacco. Allora Narcissa, preda della rabbia, spalancò la porta e schiantò senza indugiò il suocero contro una delle mura. 
« Alya, vai via. Esci fuori! > Urlò la strega dalla chioma bicolore come una forsennata. « Via! » 
« Ma, mamma..»
« Via, Alya. Via, tesoro. Vai via e avvisa tuo padre! » Insistette, difendendosi efficacemente dagli attacchi del maggiore di casa. 
« No, non ti lascerò qui in balia della sua cattiveria! » Gridò Alyssa, impugnando nuovamente la bacchetta. A quel punto Narcissa non poté fare a meno di lanciare la figlia fuori dalla stanza. « Vai, ho detto! » 
La bionda cedette e, correndo a perdifiato, andò ad informare il padre dell'imminente scontro tra la madre ed Abraxas.
« Papà, vieni! » Esplose la strega, noncurante della presenza degli invitati. Lucius non fu da meno e si catapultò subito in soccorso della moglie. 
« Cissy! » Malfoy si interpose fra Abraxas e la Black, facendole da scudo, ma accidentalmente un incantesimo proveniente dalla bacchetta dell'anziano lo colpì in pieno, lasciandolo scivolare inerme sul suolo. 
Alyssa si avventò con immediatezza sul padre e lo portò fuori, tentando di svegliarlo.
Narcissa colpì un'ultima volta il suocero che, dinanzi alle abilità della nuora, dovette arrendersi e, codardo com'era, non si curò nemmeno della salute del figlio. « Mi dispiace per Teddy. »Sussurrò sprezzante, ridendosela sotto i baffi. « Se solo non si fosse immischiato nei miei affari..»
Alyssa, ringhiò, in quel momento avrebbe voluto massacrarlo di botte, ma dovette occuparsi di qualcosa di più importante: l'incolumità di suo padre.
Egli, prima di sparire nel nella, spezzò la maledizione e si smaterializzò.
« Lucius! » Cissy sgranò gli occhi ancora più infervorata. Non solo le aveva sottratto una figlia, aveva assassinato il marito della sorella, ma aveva anche attentato alla vita del suo di marito. Si prostrò ai suoi piedi, mentre Alyssa, grondante di lacrime, lo reggeva tra le braccia. « Papà, svegliati, per favore! » Urlò disperata la figlia, scuotendolo e posando una guancia sulla di lui fronte. 
« Vado a chiamare il medico. » Biascicò Cissy terrorizzata, non avrebbe retto altro in quell'istante. Accarezzò il viso della figlia e si diresse verso il salotto, invitando i presenti - dalla parte opposta del Maniero - a lasciare l'edificio. 
« Draco, vieni con me. » Prese il figlio sottobraccio. « Tu scrivi una lettera al medico. Su, veloce. »
« Cos'è accaduto, mamma? » Domandò il platinato, scorgendo le velate iridi della donna. 
« Draco, fai come ti dico. E' necessario che lui venga qui ora! Dopo potrai raggiungerci nella stanza dell'Albero. Fai presto! » 
Con le lacrime agli occhi, Cissy prese ciò di cui l'infermeria del Maniero disponeva e ritornò dal marito, prestandogli i primi soccorsi. 
« Non è niente..» Mormorò l'uomo sotto le pie mani della moglie, poi serrò gli occhi grigi esausto. 

Eccomi qui nuovamente, bellezze! In questo capitolo il titolo "Verità Nascoste" non è stato messo a caso, come avrete certamente notato molte sono state le verità tornate a galla. Qualcuno si è fatto male, come Lucius. Speriamo solo non sia nulla di grave. E Abraxas tornerà? Alya o Alyssa gliela farà pagare per ciò che ha fatto non solo a lei, ma anche ai suoi cari? Finalmente sarà riconosciuta come una Malfoy o dovrà ancora attendere? 
Mi auguro che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Per lo svolgimento del testo ringrazio @writedirtytome94 e @Lyneea. 
Un bacio grande,
Giada! 


   
 
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