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Autore: __Lily    17/05/2017    1 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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QUARANTAQUATTRO 

 

 

 

 

Sansa li osservava mangiare, erano davvero affamati e infreddoliti.
Il Mastino di tanto in tanto la osservava, quella ragazzina era davvero riuscita a sopravvivere, ancora non se ne capacitava.
Arya se ne era andata furiosa seguita da Gendry, ultimamente bastava poco per farla arrabbiare.
«A quando la guerra?» chiese Beric.
«A breve» rispose Jon bevendo la birra, gli occhi blu di Sansa si fermarono su di lui, sul suo volto, non voleva che Jon andasse in guerra.
Lui le prese la mano e la strinse, incurante degli sguardi degli altri.
«Hai molti uomini?»
«Abbastanza, ma uomini in più non fanno mai male. Mi sono già battuto contro di loro, per ogni uomo che abbiamo noi, il Re della Notte ne ha dieci.»
«Lo hai visto?» chiese Thoros di Myr appassionandosi alla conversazione.
«Si, l’ho visto e anche mio fratello Bran. Sappiamo che le uniche cose in grado di fermarli sono il fuoco e il vetro di drago. Fortunatamente abbiamo entrambi.»
«I draghi, la cometa rossa aveva annunciato il loro ritorno» rispose Thoros sorridendo.
«E i draghi sono tornati» disse Sansa guardando Jon.
Lui le sorrise appena, tristemente.
«Gli ultimi non erano più grandi di lucertole ma questi…»
«Appartengono a Daenerys Targaryen.»
«Ho sentito molte storie su di lei.»
«Non sempre le storie dicono il vero ser.»
«Non sono un ser, non più. Vostro padre mi aveva affidato una missione prima di morire e se sopravviverò alla guerra contro gli Estranei giuro che la porterò a termine.»
«Una missione?»
«Si mia signora, voleva che portassi giustizia e che Gregor Clegane pagasse per i suoi crimini. E’ sfuggito in passato alla giustizia ma prima o poi la giustizia lo raggiungerà.»
«Ti ha già ucciso una volta» disse il Mastino, «Gregor è mio, non sarai tu a ucciderlo Dondarrion.»
«Nemmeno tu, porterò a termine il mio compito.»
«Sei tornato indietro dalla morte?» chiese Jon.
«Si. sei volte se non sbaglio. Vero Thoros?»
«Sei volte il signore della luce ti ha fatto tornare.»
«Anche tu hai visto l’oscurità?»
«Sei stato riportato indietro?» domando Thoros.
«Una volta. E’ stata lady Melisandre, ma non avrebbe dovuto.»
«E cosa sarebbe accaduto se non l’avesse fatto? Dove sarei andata?» disse Sansa stringendo la mano di Jon.
«Era la mia ora Sansa.»
«No.»
«Ha ragione lei, se fosse stata davvero la tua ora il signore della luce non ti avrebbe permesso di tornare. Beric è qui per sua volontà, perché non ha finito con lui, così come non ha finito con te» rispose Thoros poi scolò la sua birra e posò la coppa sul tavolo.
«E cosa vuole il tuo dio da me?»
«Non è il mio dio, lui è l’unico e vero dio, Jon Snow.»
«Ho smesso di credere negli dei.»
«Fai male, ti ha ridato la vita.»
«Jon sai perché sei qui, è il tuo destino.»
«Non ho scelto io questo. Non ho scelto di diventare re e nemmeno di combatterli.»
«E’ stato lui a scegliere per te, che ti piaccia o no sei il prescelto. Ho visto la neve nelle fiamme, molta neve e te.»
«Perché io?»
«A questo non ho una risposta, ma saremo al tuo fianco.»
«Si ma se dovessi morire, bruciate il mio corpo. Non riportatemi indietro.»
«No!» urlò Sansa.
«Sansa…»
«Stammi a sentire e mettitelo bene in testa, tu non morirai. Non puoi farmi questo Jon. Ho accetto Daenerys, ho accettato la vostra unione, ho accettato che fossi il re del Nord ma non chiedermi di accettare la tua morte, non posso» rispose fissando gli occhi scuri dell’uomo che amava più della sua stessa vita, guardò un’ultima volta Jon Snow e poi andò via da quella stanza mentre gli occhi di tutti i presenti la osservavano, ma non le importava.
Aveva già rinunciato a lui e a alla parte di lui che cresceva dentro di lei, ma saperlo sposato con un’altra era preferibile al saperlo morto.
La morte sarebbe stata definitiva, le nozze con Daenerys lo avrebbero invece reso il re dei Sette Regni.
Il matrimonio si sarebbe svolto l’indomani, Jon avrebbe unito le sue mani a quelli di Daenerys per sempre.
Saprà renderti felice Jon, molto più di me e ti renderà un vero re.
Sansa tornò nella sua stanza e continuò il ricamo, il drago tricefalo rosso in sfondo nero, come quello del principe Rhaegar, il suo vero padre.
Gli dei sembravano farsi beffe di loro, ora che finalmente era a casa e Grande Inverno era degli Stark, ora che aveva scoperto cosa fosse davvero l’amore loro glielo avevano portato via.
Accarezzò i draghi sulla stoffa pesante, immaginò Jon davanti all’albero diga, il suo terribile volto rosso nella corteccia fredda e dura, quasi squamosa come le pelli di Drogon, Rhaegal e Viseryon.
I capelli legati indietro come li portava Eddard Stark, i suoi occhi scuri ma scintillanti e la mano che afferrava la sua senza lasciarla andare mai più.
Ma era un sogno, solo un bellissimo sogno.
La mano che avrebbe afferrato per non lasciare andare non sarebbe mai stata la sua ma quella di Daenerys.
Rivedere il Mastino era l’ultima cosa che si aspettava, lui le aveva portato alla mente tanti di quei ricordi, i ricordi di quando viveva ad Approdo del re.
Le liti con Arya, le suppliche a sua madre per lasciarla partire, quanto era stata stupida ad arrabbiarsi con suo padre, la sua testa sulla picca e quella della sua septa, Joffrey che le diceva che anche la testa di Robb sarebbe finita lì ad adornare la fortezza rossa e poi lui mentre moriva.
Sansa sbattete le palpebre veloci per cacciare quei ricordi.
Non si era resa conto che Arya aveva bussato e alla fine stanca di aspettare era entrata.
«Sansa.»
«Vieni» le disse posando una mano sul materasso.
«Come stai Arya?»
«Confusa. Tu?»
«Triste, il Mastino mi ha riportato alla mente molte cose che non avrei voluto ricordare.»
«Anche a me» rispose guardandola con i suoi occhi grigi che si posarono poi su ciò che la sorella teneva in mano.
«E’ per Jon, il mio ultimo ricamo per lui» rispose passando le dita sull’immagine che aveva creato.
«Non lo fermerai allora?»
«No, sposando Daenerys avrà ciò che gli occorre e riprenderà anche i Sette Regni. Con me non potrebbe avere tutto questo.»
«Ma avrebbe te e suo figlio.»
«Finirebbe per odiarmi» rispose guardando Arya.
«Ti ama, come potrebbe odiarti?»
«Arya, Jon è stato destinato a qualcosa che va oltre tutto quello che altri potranno mai fare; che sia un dono o una condanna, ma è il suo destino e io devo lasciarlo andare.»
«Sai che resterebbe.»
«Lo so, è per questo che non gli ho detto nulla, perché so che deve andare.»
«E lui?» chiese Arya posando la mano sulla pancia della sorella.
Sansa la osservò senza rispondere, gli occhi si colmarono di lacrime, scosse la testa senza aggiungere altro.
«So cosa vuoi fare, ripensaci ti prego.»
«Come lo sai?»
«Non ha importanza. Sansa non farlo io so che non vuoi.»
«Certo che non voglio Arya, ma quale scelta ho?»
«Jon, è lui la tua scelta! Parlagli.»
«Non posso, rovinerei tutto. Ha bisogno di Daenerys, anche se non lo ammetterebbe mai difronte a me, ma è così e lei senza questa unione non lo aiuterebbe. Devo farmi da parte e…»
«Non è giusto.»
«Niente è giusto, domani non verrò alle nozze e quando il Maestro mi porterà il tè della luna lo berrò» rispose tra le lacrime, il cuore stretto in un pugno, vetri che lo passavano da parte a parte.
Arya non continuò, strinse la sua mano ma giurò a se stessa che sua sorella non avrebbe commesso un tale errore.
Era notte quando uscì dalla sua stanza, non si era unita alla cena e nemmeno ai festeggiamenti, non aveva nulla per cui festeggiare, nulla per cui gioire.
Stava perdendo tutto, la sua gioia, la sua felicità si era trasformata in cenere.
Nei corridoi si incrociò con il Mastino, lui non fece nulla, rimase solo a guardarla per qualche istante, poi si mise da una parte e la lasciò proseguire.
Dei soldati erano appostati alla porta di Jon, ma non erano uomini del Nord, erano gli Immacolati di Daenerys.
Chinarono la testa quando si fermò difronte a loro.
«Devo vedere il re» disse.
Uno dei due bussò alla porta e poco dopo Jon aprì.
«Sansa, stavo per venire da te» le disse sorridendogli.
«Posso entrare Jon?»
«Certo che puoi.»
Sansa entrò nella stanza del re, Spettro era sdraiato sul grande letto ricoperto dalle pellicce, quel letto che solo una sera prima avevano condiviso.
Il re del Nord accostò la porta.
«Sono venuta a portarti questo, vorrei che lo indossassi domani. Il mio ultimo ricamo per te» disse porgendogli ciò che aveva ricamato per lui.
Jon lo guardò quasi senza parole, Sansa aveva davvero un dono per il ricamo.
«E’ bellissimo, grazie.»
Gli occhi blu di lei si riempirono di lacrime, ancora ne aveva, quasi non ci poteva credere.
Si avvicinò e le asciugò con la sua mano.
«Sansa.»
«Non verrò domani, non posso guardarti sposare Daenerys Targaryen» disse a voce bassa, quasi un sussurro, ma ormai era già tra le sue braccia, le lacrime bagnavano la sua pelle, erano calde, salate.
Jon le baciò la fronte, assaporando il profumo della sua pelle, il ricordo di quei momenti che non sarebbero tornati.
«Perdonami Sansa.»
«No, sei tu che devi perdonare me.»
«Non hai fatto nulla.»
Non ancora Jon, non ancora - pensò tristemente lei.
Alzò il volto, passò un’ultima volta le mani tra i suoi capelli ricci e scuri e lo baciò un’ultima volta sulle labbra.
«Sarai un grande re amore mio e quando arriverà il momento sarò lì e ti guarderò prendere ciò che è tuo di diritto, ti guarderò sedere sul Trono di Spade, il trono dei tuoi antenati. Sarai il re che i Sette Regni meritano di avere» disse accarezzando il suo volto, la barba scura che le punzecchiava la pelle.
Jon Snow aveva già sentito quelle parole, nella visione di Bran, sua madre le aveva dette a suo padre.
Gli dei si stavano davvero facendo beffe di loro. 







 

Vi assicuro che il prossimo capitolo vi farà stare con il fiato sospeso a ogni rigo, manca davvero poco alla "pace" (?) se vogliamo chiamarla così...
A presto e un bacio.
Lils

  
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