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Autore: effy_14    18/05/2017    3 recensioni
Ciao a tutti =)
eccomi con un'altra serie di storielle =) Buona lettura a tutti!!
"Un sorriso le solcò il volto, ma a chi volevano darla a bere?
Lei si era svegliata perché dormiva nello stesso letto della ragazza, quindi non destarsi era praticamente impossibile, ma lui? Lui era nella parte opposta della casetta, come poteva averla sentita?
L’amore , si rispose..."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makino, Monkey D. Rufy, Nefertari Bibi, Shanks il rosso | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!
Eccomi con tre piccoli capitoli da nulla =) Siamo ancora nel passato e avremo tre visioni della stessa scena. Mi sono permessa di prendere spunto dalla challenge “This Would be Love” indetta dal Forum FairyPiece.
Spero si possano capire i vari amori scelti =)
Grazie mille a tutti e buona giornata!!!
 
 
Effy
 
 
 
 
Erano poche le cose di cui era certo. La prima era che, indipendentemente dal come o dal dove, lui aveva fame. L’altra era che un giorno avrebbe avuto la sua bellissima statua di bronzo e la terza, non meno importante, era che lui sarebbe diventato il Re dei Pirati.
Eppure si ritrovò a sbattere nuovamente gli occhi, confuso, per la scena alla quale aveva appena assistito. Cioè non per l’atto in se, che si era svolto davanti al suo sguardo assonnato, ma al fatto che lui quel gesto lo aveva già visto fare.
Non sapeva come spiegare la sensazione che lo aveva colto, ma era come se avesse già vissuto un momento così. Ricordava che una volta, parlando con Chopper e Usupp, gli avevano spiegato qualcosa sul fatto che la mente, a volte, dava l’idea di replicare le immagini o i ricordi. Non ricordava il nome, ma non era importante: che fosse quello che stava accadendo?
Si sposto un pochino di lato, giusto per cercare di non farsi vedere, ma anche quel gesto gli parve conosciuto.
Poi il movimento di lei, e tutto fu chiaro…
 
la mente tornò automaticamente alla sua infanzia, sulla sua isola, quando il suo mentore Shanks si era “stabilito” nel villaggio di Foosha. In quel periodo un piccolo e non poco agitato Luffy passava tutte le sere nel bar di Makino fino alla chiusura, solo per stare più tempo con il Rosso.
Anche quella sera di maggio era stato così, solo che poi, causa la stanchezza per tutte le marachelle che aveva combinato durante il giorno, il piccolo si era addormentato malamente sul bancone del locale.
Probabilmente per la scomodità della posizione, o per l’attacco di fame che lo aveva colpito, si era svegliato dopo appena due ore ritrovandosi completamente solo.
Ancora assonnato aveva provato a cercare Makino nella cucina dietro il bancone, ma non aveva avuto molto successo, se non si conta per  la fetta di torta che aveva rimediato dalla credenza.
Con lo stomaco un pochino più pieno e convinto che ormai lo avessero abbandonato aveva deciso di tornare nella sua stanza, quella che Nonno Garp gli aveva lasciato nell’edificio accanto al bar.
Una volta aperta la porta però si era bloccato. Li aveva trovati. Shanks e Makino erano solo usciti per sedersi sul muretto di fronte all’edificio. Stava per chiamarli, ma non lo fece. Non capiva bene cosa lo aveva fatto fermare, ma sembrava che stessero così bene, li da soli a guardare la luna, facendolo arrivare a pensare che se si fosse fatto vedere avrebbe sicuramente rovinato qualcosa.
Dopo qualche minuto vide il Rosso alzarsi per togliere il suo inseparabile mantello e posarlo delicatamente sulle spalle della ragazza. Fu li che decise di nascondersi dietro la colonna della veranda.
Il sorriso che la donna rivolse all’uomo lo fece arrossire, non l’aveva mai vista così bella e felice. Una volta che il pirata si fu riseduto vide la testa verde, libera dalla solita bandana, posarsi leggera sulla spalla dell’uomo che, con fare tranquillo, aveva allungato un braccio a cingerle le spalle
 
…sorrise di un sorriso sincero, come molti anni prima.
Certo, forse non si poteva paragonare l’eleganza del Rosso con il modo di fare burbero con cui Zoro si era tolto la tunica zebrata e l’aveva porta a Nami, allungando solo il braccio verso di lei e non guardandola negli occhi. Eppure il sorriso che la compagna aveva fatto splendeva esattamente come quello della locandiera anni prima. Così come la naturalezza con la quale si era appoggiata a lui, come a farsi proteggere, aspettando paziente che lui, teso e impacciato, allungasse quel braccio per avvolgerla meglio. Si girò e decise che, anche per quella volta, non si sarebbe fatto vedere.
Tornò nel letto, nel quale si era ritrovato, dopo aver scavato per tutta la serata con quel vecchio nella buca e chiuse gli occhi.
Gli tornò alla mente anche quando, il giorno dopo, aveva chiesto, a quello che poi si era rivelato essere il papà di Usupp, cosa volesse dire quando un uomo prestava il suo mantello ad una ragazza.
Yasop prima lo aveva guardato confuso, ma poi, alzando lo sguardo sui due ragazzi che si parlavano non staccando mai gli occhi l’uno dall’altro davanti a lui, capì cosa intendeva quella piccola peste e l’unica parola che gli servì fu: Amore.
Sorrise sornione, che fosse amore anche quello che aveva appena visto tra i suoi compagni?
Beh solo con il tempo lo avrebbe saputo, lui sicuramente non lo avrebbe ostacolato in nessun modo, facendo finta di non capire nulla, come ogni tanto gli piaceva fare.
 
   
 
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