Quando dormiva,
Temari utilizzava due cuscini.
Uno lo
metteva sotto la testa, ed uno se lo metteva fra le gambe, abbracciandolo. Cercava
conforto e sollievo, visto la pancia prominente che si ritrovava perché qualcuno
l’aveva messa incinta. Quel qualcuno, oltre ad essere fiero di quella pancia
pronunciata, non faceva altro che poggiare l’orecchio sulla sua pancia, specie
quando lei abbracciava il suo cuscino.
“È tutta
colpa tua! Perché mi hai messa incinta?”
“Ma se lo
volevamo entrambi questo bambino!”
La sentì
sbuffare, e lui non poté far altro che sorridere. Dentro al ventre di Temari c’era
loro figlio, quella creatura che avevano voluto e desiderato.
“Però è
una gran seccatura. Questo bambino è pigro come te. Non ne vuole sapere di
uscire fuori.”
“Tem,
mancano ancora due mesi al parto.”
“No,
Shika. Ti sto dicendo che questo bambino è pigro come te. Se non abbraccio il
cuscino, lui comincia a scalciare come un indemoniato, perché vuole il suo
cuscino!”
Si ritrovò
a ridere di gusto, sentendosi il petto gonfio d’orgoglio. Se suo figlio avesse
preso da lui, avrebbe avuto tutto da guadagnare.
“Allora tu
abbraccia il cuscino e fatti abbracciare a tua volta, così siamo tutti e tre
felici.”
Non capì
le parole che Temari gli rivolse, ma le intuì e le fece cadere, per amore della
pace.
"Raccolta di flashfic partecipante alla Challenge "La sfida dei duecento prompt" indetto da msp17 sul forum di EFP"