CARESTIA - "Granny" Goodness –
Central City 2017
Appena la Waverider
toccò il suolo, ciò che Captain Cold,
Lily Stein, Deadshoot, Commander Steel e Vixen notarono immediatamente fu la furia cieca con la
quale gli abitanti della città si erano riversati nelle strade consumati da una
fame inarrestabile. I più avevano preso di mira fast food
e ristoranti in cui si spintonavano e si aggredivano solo per avere per sé la
quantità maggiore di cibo che ingurgitavano con ingordigia cieca. Ma non era
solo quella scena a far accapponare la pelle se non anche le relazioni e i
discorsi che intercorrevano tra le altre persone che, apparentemente,
sembravano normali. Erano alla disperata ricerca di affetti, attenzioni e
premure e lo manifestavano in un modo al limite della follia. Era chiaro che
quella frenesia che aveva colpito gli abitanti di Central City lentamente li
avrebbe portati ad una lenta distruzione fisica e spirituale…
«Tutto ciò è mostruoso…» fu ciò che
naturalmente disse Amaya con la fronte corrugata ad osservare quel mondo
perturbante e osceno, dando così voce ai pensieri dei suoi compagni.
«Come è mostruoso abbandonare un bambino a
sé stesso…»
La voce che giunse alle loro spalle fece
voltare tutti mettendoli sul chi va là con i loro poteri o armi, mentre “Granny” Goodness li guardava con
quel sorriso così gentile che quasi stonava pensando all’oscurità che invece la
impregnava. Era elegantemente vestita, avvolta in una mantella grigio scura e i
capelli dello stesso colore erano molto finemente portati acconciate in un
chignon.
«Quello che farete con la piccola Jeanne…
che accadrà a Mari… una brutta maledizione di famiglia, fortuna che esistono
persone come me che si prendono cura di tutti questi poveri innocenti…»
«E come mh?
Rendendo la loro fame di attenzioni insaziabile? Facendoli sentire più soli e
spaventati di quanto già non siano?» chiese Amaya scattando in avanti e fermata
solo dal marito che stringendole il braccio la incitava a non cedere alle
provocazioni. Era quello che i Cavalieri volevano: la loro oscurità per usarla
a loro favore e lo avrebbero fatto colpendoli lì dove erano più deboli.
«Io salvo solo le loro anime… quello che
non si potrà dire per le vostre…» la “dolce” vecchietta picchiettò le sue mani
con i guanti una sull’altra mentre guardandosi intorno inspirò a pieni polmoni
le anime che con la loro disperazione la rendevano più energica.
«Ciò che vi aspetta è un mondo in cui
sarete schiavi, nessuno ricorderà chi era prima e le vostre sofferenze saranno
eterne…» annunciò loro la donna e mentre lei si perdeva in lunghe disquisizioni
Deadshot non perse occasioni per colpirla. Non
sbagliava mai e la sua distrazione era un punto a suo favore eppure il
proiettile non fece in tempo a oltrepassare il suo capo che quella già si era
teletrasportata alle loro spalle scoppiando a ridere.
«E’ questo che vi rende deboli… il cuore…»
alle parole della donna il gruppo vide distintamente la sua mano fuoriuscire
dal petto di Deadshot, lei che gli aveva strappato il
cuore e lo osservava nelle sue mani… mentre il corpo dell’uomo cadeva inerme a
terra.
«L’amore ha molte forme… romantico,
familiare e quello creato dalla lealtà e dall’amicizia… Perfino un rifiuto
della società come lui ne provava, ma questa è la vostra debolezza e la mia
forza!»
Disintegrando il cuore tra le sue mani Granny Goodness camminò verso il
restante del gruppo che indietreggiò, ma per reazione immediatamente l’attaccò.
I colpi di Commander Steel, nonostante il
suo corpo di acciaio, non scalfirono la resistenza sovraumana della donna e
quando con la coda dell’occhio vide Vixen richiamare
la forza del gorilla e correrle incontro deviò telecineticamente il raggio di ghiaccio
di Captain Cold contro di
lei.
«Ma guardatevi un pubblico di pietra,
potrei giocare con voi come e foste delle bambole…» e in effetti era quello che
stava facendo visto che ogni loro attacco o tentativo dello stesso cadeva nel
vuoto, ma andava bene se dava tempo a Lily di fare il necessario. Lei che al
momento dello scontro era scappata lontana, non tanto, ma abbastanza per avere
il tempo di frugare nella propria tasca e trovare un piccolissimo pezzo di
pergamena che Lyla le aveva dato. Aveva detto che lo
aveva recuperato nel futuro, che Dottor Fate glielo aveva dato e che le sarebbe
servito al momento opportuno. Non credeva nella magia e nelle sciocchezze
affini, per lei contava solo la scienza, ma adesso si rendeva conto che tutto
diveniva relativo di fronte a tali personaggi e tali situazioni.
Era terrorizzata non era una persona
d’azione, ma poi le bastò incontrare lo sguardo azzurro di Leonard e ricordarsi
tutto quello che insieme avevano vissuto. Loro avevano avuto un assaggio del
mondo che Darkseid intendeva costruire e non poteva
permetterlo, non quando in mano aveva la chiave per impedirlo anche se era
paralizzante l’idea di dover affrontare quel mostro travestito da adorabile
vecchietta.
«Sei davvero convinta di farcela?» Granny Goodness aveva il dono
della telepatia e questo le aveva permesso di udire il flusso di pensieri di
Lily e voltandosi verso di lei lentamente assumeva le sembianze di suo padre,
Martin.
«Sei solo un’anomalia. Un errore che ho
creato. Non sei reale, nonostante non hai fatto altro che andare in cerca del
mio consenso e della mia stima…»
Quella era una debolezza per lei, lo
sapeva e infatti tremò, mentre vedeva quell’essere dirle quelle parole perché
nonostante non fosse realmente suo padre… era comunque duro affrontare il suo
peggior incubo in quel modo. Ma resistette. Si impose di farlo e non lasciarsi
ingannare da quel gioco mentale.
«So benissimo cosa sono, ma so anche che
non ho bisogno del consenso e della stima di mio padre, perché già ce l’ho!»
Mentre lo diceva avanzava lentamente,
lieta di vedere come questo stava permettendo a Nate di raggiungere Amaya e ad
aiutarla dopo che la loro avversaria le aveva rotto un braccio e causata una
ferita grave al fianco per colpa di un ghiacciolo creato da Leonard.
«Come stai?» chiese Nate stringendo la
moglie tra le braccia poco lontano in un vicolo, ma vicini abbastanza per
osservare quello scontro.
«Sopravvivrò…» lo rassicurò lei
accarezzandole il volto e non riuscendo fare a meno di piangere. Vedeva Deadshot poco lontano e non riusciva ancora a credere a
come fosse morto, mai aveva visto da vicina così tanta violenza e poi lui… suo
marito, l’acciaio del suo corpo ammaccato come mai era successo e
l’impossibilità di tornare normale per non rischiare di danneggiare organi interni,
non sapendo l’entità dei colpi ricevuti.
«Ora non possiamo far altro che riporre le
nostre speranze in lei…» sussurrò Amaya stringendosi a Nate e voltando il capo
verso Lily.
«Giusto… la tua fame è ben diversa… è
d’amore…» e così dicendo Granny Goodness
prese le sembianze di Snart che ben presto scoppiò a
ridere.
«E tu credi che possa dartela io? Oddio…
sei più patetica di quello che credevo…»
«NON ASCOLTARLA! SEI FORTE LILY! SEI LA
PERSONA PIU’ FORTE, PIU’ BELLA E PIU’ INTELLIGENTE CHE ABBIA MAI INCONTRATO IN
VITA MIA!» le urlò il vero Snart poco lontano, a
terra per via del colpo ricevuto alla gamba. Dolorante, ma non per questo meno
presente.
Lily lo guardò oltre la sua avversaria e
chiudendo gli occhi richiamò ai suoi occhi stanchi e bagnati le immagini della
loro notte d’amore, quella che inaspettatamente le aveva fatto rendere conto di
dipendere totalmente dalle sue carezze e dal gelo del suo cuore.
Fu lì che Granny
Goodness ebbe un cedimento e tornando della sua forma
si piegò in due perché l’integrità della sua anima era così intatta da ferirla
nel più profondo.
«Ho un compito da portare a termine e lo
farò costi quel che costi… niente compromessi… e quello che va fatto richiede un
prezzo che sono pronta a pagare…»
Lo diceva con orgoglio e con la paura che
adesso si era trasformata in coraggio.
«La felicità è possibile…» disse la
giovane donna ignorando per un attimo la sua nemica che ancora boccheggiava e
voltando il capo di lato sorrise a Leonard a terra poco lontano.
«… ma senza di me…»
«NO!» Snart
aveva capito immediatamente cosa stava per fare e così tentò di alzarsi o
avanzare in qualsiasi modo verso di lei, ma pareva un’operazione impossibile
per via del dolore e la ferita.
«Io te la dono, come tu mi hai donato
questa forza… »
«Oh che belle parole…» ironizzò Granny Goodness che già stava
ridendo melliflua pronta per riprendersi e finalmente mettere fine
all’esistenza di quella patetica donna di fronte a lei.
«Ti Amo Leonard Snart…»
Lily aveva appena fatto in tempo a dirlo
con un sorriso flebile sulle labbra e le lacrime che le solcavano il viso, che
mentalmente aveva pronunciato altre parole: quelle della pergamena di Dottor
Fate. Ciò che accadde fu strabiliante perché quando Granny
Goodness fece per colpirla, Lily riuscì a bloccare la
sua mano con la forza necessaria e dalla sua mano partì la fiamma che
carbonizzò quella della sua avversaria che una volta cenere le fece così
perdere l’anello che le dava il potere. L’oscurità avvolse entrambe e mentre da
una parte il Cavaliere di Darkseid diveniva polvere e
così facendo rendendo libere tutte le anime divorate, ristabilendo la normalità
a Central City, Lily cadeva a terra apparentemente priva di vita.
Amaya e Nate avevano trattenuto il
respiro, lieti di vedere che tutto sembrava tornare alla normalità, mentre i
nuvoloni scuri in cielo si dissipavano lasciando spazio a un raggio di sole, ma
ben presto tornarono su Snart inconsapevoli del
legame che lo legava a Lily, lo stesso che lo stava facendo strisciare a terra
pur di raggiungerla.
La prese tra le braccia e la scosse
desideroso che si svegliasse, mentre disperato chiamava il suo nome in un modo
che se si fosse visto da fuori non avrebbe riconosciuto. Da quando non poteva
vivere senza qualcuno che non era lui stesso?
Aveva tentato dimenticarla, togliersela da
dentro, ma si era reso conto di essere totalmente dipendete da lei. Ogni
mattina quando non trovava la sua pelle era una sofferenza e adesso il pensiero
che non ci sarebbero state più altre prime volte, altri baci o incontri
fortuiti sentiva di impazzire.
Chiamava il suo nome e accarezzare il suo
volto cercando il suo sguardo, desideroso che nuovamente tornasse a guardarlo e
a donargli tutte quelle emozioni che solo lei sapeva dargli.
Aveva bisogno di lei.
«Rimani con me, perchè
ti amo Lily Stein, ritorna da me...»
Aveva ormai chiuso gli occhi e appoggiato
la sua fronte su quella di lei inspirando il suo profumo che nonostante il
sangue e la polvere poteva ancora sentire, non gli importava di essere sporco e
spezzato, non avrebbe avuto senso sopravvivere all'Apocalisse se quello ne era
il prezzo.
Fu un tocco leggero sulla guancia che lo
costrinse a sollevarsi e allora vedere le palpebre di lei aprirsi un poco e un sorriso
disegnarsi debole sul suo viso.
«Di-Dillo d-di n-nuovo...»
Lo pregò.
«Ti amo»
«A-Allora n-non v-vado d-da n-nessuna
p-parte...» sospirò lei priva di qualsiasi forza, ma felice di sentirsi stretta
nelle sue braccia, mentre poco lontano Amaya alzava gli occhi al cielo e
sperava in cuor suo che anche gli altri avessero avuto fortuna altrimenti
quella singola vittoria non avrebbe fermato l'inevitabile fine, ma l’avrebbe solo
rimandata...
Sono molto triste per la fine di Deadshoot, dopotutto forse non si meritava di morire così o
no? Voi cosa ne pensate? A quanto pare l’eroina di questa prima battaglia è
stata un’inaspettata Lily Stein, solo io la vedo così? Non so secondo me
potrebbero darle davvero un bello spazio nella serie, intanto siccome questa è
la mia di serie, io mi permetto di farlo. Vi piace? E delle coppie di
questo capitolo che mi dite? E di Granny Goodness? Non smettete di seguirmi dopo il presente un bel
tuffo nel futuro ci aspetta!