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Autore: Nina Ninetta    23/05/2017    4 recensioni
Lord Voldemort ha vinto, i suoi nemici sono costretti a vivere nell'ombra. Harry è scomparso, Ron è stato fatto prigioniero a Hogwarts, Hermione è sotto tortura a Villa Malfoy. Tuttavia, Draco e i suoi non se la passano meglio. L'unica speranza - per tutti - è allearsi con i "vecchi" nemici.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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13.

 
 
Hermione si alzò, nonostante non avesse sentito l'ordine espresso dal Signore Oscuro ai carcerieri di Azkaban non le fu difficile intuirlo quando li vide calarsi su Draco con le braccia tese in avanti per afferrargli il viso. Corse a perdifiato, inciampò e si rialzò di nuovo. Sapeva benissimo di non avere la bacchetta con sé, semmai fosse riuscita ad arrivare da Draco prima del fatidico Bacio non avrebbe comunque potuto fermarli, eppure le sue gambe non smisero di correre.
Intorno a lei la battaglia non aveva fine, intravide nella furia degli incantesimi i Weasley combattere fieramente, Lucius e Narcissa costretti con le spalle al muro da Fenrir Greyback, Pansy Parkinson e Blaise Zabini mettere alle strette il loro vecchio amico Goyle Gregory.
Finalmente lo raggiunse. Draco era sdraiato su un fianco, il respiro affannoso di una persona che sta soffocando. Si inginocchiò e lo voltò sulla schiena, i suoi occhi grigi erano velati.
«No. No no no» cercò di proteggerlo dall'assalto dei Dissennatori con il proprio corpo «Draco! Draco, stai con me» ma inevitabilmente Hermione percepiva le forze scivolarle via, defluirle da dentro, evaporare. Lo sentì muoversi sotto il suo peso, mugugnare qualcosa, gli orrendi esseri quasi le sfioravano i capelli ricci. Lui armeggiò con i bottoni della camicia, dalla bocca uscivano solo deboli sillabe.
«Cosa c'è?» gli chiese, aiutandolo nell'impresa di slacciarsi la camicia scura. Che fosse ferito? Invece contro la sua pelle bianca e glabra spiccò una bacchetta, infilata nella cinta dei pantaloni. Senza pensarci due volte Hermione l'afferrò con le poche forze che le restavano e invocò:
«Expecto Patronum!» ma non accadde nulla.
 
Draco posò il palmo sul dorso della mano che la ragazza gli teneva sul petto, oltre si sentiva il lieve battito del cuore. Sarebbero morti insieme, che assurdità. Lui, Draco Malfoy, Purosangue di razza, sarebbe morto mano nella mano con Hermione Granger, una nata babbana che aveva disprezzato fin dal primo giorno che l'aveva incontrata.
La guerra cambia le persone.
La giovane Grifondoro tornò a raggomitolarsi sull'addome scoperto del ragazzo, il viso incastrato nell'incavo della sua spalla. Draco sentiva distintamente i suoi singhiozzi sommessi, le lacrime gli stavano bagnando il collo. Hermione fu di nuovo pervasa dall'odore dolciastro che le aveva stuzzicato i sensi a Privet Drive, quando lui l'aveva abbracciata prima di Smaterializzarsi ad Hogwarts. Probabilmente fu il risveglio di quel ricordo a darle un'ultima ondata di energia, di speranza. Afferrò la mano di Draco nella propria e con quell'altra puntò la bacchetta verso l'alto:
«EXPECTO PATRONUM!»
 
Dalla punta dell'arma che Draco aveva sottratto a Goyle Gregory nella Sala Comune di Serpeverde ne uscì solo uno sbuffo argentato. Oramai i Dissennatori erano chini su di loro, poi un enorme serpente si levò alle spalle dei due ragazzi e con le fauci spalancate si scagliò contro il Dissennatore più vicino a scoccare il Bacio. Con il flessuoso corpo argenteo lì circondò proteggendoli, mettendo in mostra i suoi denti aguzzi, sibilando e allontanando gli esseri immondi con affondi rapidi.
Per un attimo i maghi presenti all'interno della Sala si voltarono a guardare la scena, un Patronus così feroce e aggressivo non si era mai visto.
Hermione e Draco sentirono le forze tornare, era come svegliarsi da un incubo particolarmente spaventoso e reale. La ragazza alzò lo sguardo e fissò incredula il suo Patronus: un serpente dannatamente identico a quello impresso sui verdi stendardi di Salazar Serpeverde, che fine aveva fatto la docile lontra?
Draco si issò, puntellandosi con il gomito sinistro sul pavimento, mentre con la mano destra scostava i capelli incollati dalle lacrime al viso della Granger, il serpente d'argento torreggiava ancora su entrambi, malgrado i Dissennatori si fossero dileguati.
«Povera, piccola Hermione» disse, il suo sorriso canzonatorio stava pian piano tornando «Innamorata di un Malfoy» Draco continuava a sfiorarle le guance bagnate, anche se non c'erano più capelli da togliere. I loro occhi erano come incollati, il colore del ghiaccio si specchiava dentro quello della terra e viceversa, il frastuono della battaglia pareva essersi attutito. C'erano solo loro. I volti che con una lentezza esasperata si accostavano, le bocche si attraevano come calamite, vicine, sempre di più...
«HERMIONE!» 
Ron alla loro destra aveva urlato scuotendosi dallo shock della scena a cui stava assistendo. D'istinto Draco coprì la ragazza, mentre una pioggia di fuoco piombava su di loro. Il serpente argentato sibilò e spalancò le fauci, trasformandosi in uno scudo che avvolse i due ragazzi e assorbì le fiamme, poi sparì definitivamente.
Bellatrix Lestrange li guardava con disgusto dall'alto della sua alterigia. Suo nipote, un Purosangue, invischiato con una Sanguesporco sotto gli occhi di tutti, che vergogna! Alzò la bacchetta in aria, senza smettere di riversare sul ragazzo la sua repulsione:
«Avada Keda»
«Stupeficium!»
Bellatrix volò qualche metro più in là. Narcissa Malfoy tese la mano a suo figlio e lo aiutò a rimettersi in piedi, poi fece lo stesso con Hermione Granger. Questa rimase di stucco, ma accettò volentieri l'aiuto. Luna raggiunse l'amica di corsa, porgendole la sua bacchetta e spiegandole sinteticamente che Neville era riuscito a prenderle a Bellatrix all'inizio della battaglia, ma non c'era stato modo di raggiungerla prima. Hermione fu scossa da una scarica positiva a contatto con la propria arma, allora porse quella di Goyle a Draco, poiché sua madre si era ripresa la bacchetta che le spettava di diritto.
«Presto» continuò la ragazza bionda.
Senza scambiarsi una sola parola Hermione e Draco si lanciarono un fugace sguardo, poi ognuno andò per la propria strada.
  
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