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Autore: Jeyerre    25/05/2017    0 recensioni
✣ A Juvenilia, l'Arcimago di corte non riceve buone nuove dalla Strega dell'Ovest e la sua lettera è il presagio di una guerra da troppo tempo rimandata; nell'ombra, i Bramanti si muovono al fine di sostituire l'autorità dei Maghi e delle Streghe.
Da quel vento che soffia su Lyra non possono che arrivare inverno, neve e male.
Tratto dalla saga di MAGIA, webcomic ad opera di JrPorpora, Malus Ventus è un breve spin-off che narra eventi precedenti alla storia narrata nella graphic novel, quando non tutti i Maghi né le Streghe erano così come li conosciamo nella serie.
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il concilio di Xenia

Ticchettava nervosamente le dita sul lussuoso tavolo, impaziente. Cassandra lo stava costringendo ad un’attesa di ore: si domandò che razza di ospite fosse per far aspettare l’Arcimago di Juvenilia come un servetto o un messo qualunque.
Il suo famiglio, Arman, non sapeva più come trattenere il lato furente del maestro e si poneva un freno ogniqualvolta aveva voglia di rivolgergli una domanda.
Il palazzo della Strega dell’Ovest era immenso: non si sviluppava in ampiezza, bensì in altezza. Le elevatissime pareti erano ricoperte d’oro e mosaici; dagli alti soffitti pendevano sete e tessuti di ogni colore. Le colonne, che a volte erano di marmo rosso, altre di un verde smeraldo, erano abilmente nascoste da piante esotiche di ogni genere, palme per lo più. La sala nella quale Denzel era stato ricevuto era quadrata; al centro vi era una fontana che riempiva la bassa piscina in cui era possibile ammirare carpe rosse, bianche e nere muoversi svelte sotto la superfice dell’acqua. 
Ma il Mago non era di certo lì per ammirare le lussuose stanze della villa della Strega.
Si riempì il bicchiere di vino; niente thè per lui, questa volta.
“Mio signore,” intervenne Arman, ma Denzel lo zittì con un’occhiataccia.
“Non ho intenzione di aspettare un minuto di più questa donna da sobrio. Prima manda le sue lettere in giro per Lyra lamentando urgenza, e poi? Sembra quasi che non si aspettasse il mio arrivo!”
“Ed infatti è così.” 
La voce di Cassandra, la strega dell’Ovest, risuonò per la sala con immensa autorità.
Quando Denzel si voltò, il suo sguardo era colmo di rabbia e isteria. Posò con forza il bicchiere sul tavolo, si alzò e fece per andarle incontro; Arman, però, lo fermò per una spalla.
La strega non si scompose. Indossava un lungo abito di seta blu a maniche lunghe e larghe, tempestato di pietre preziose che brillavano ad ogni suo movimento. Il volto, fiero, era adornato da gioielli d’oro, la pelle nera abbellita da disegni con polveri dello stesso colore. I lunghi capelli ricci acconciati in un’intricata pettinatura, tenuta in ordine da fermagli con la sagoma di serpenti che sembravano farsi spazio tra le spire delle trecce.
“Di tutti i Maghi che mi aspettavo di vedere, tu sei decisamente l’ultimo che attendevo, mio caro.”
“Risparmia i convenevoli, Cassandra. Dove sono gli altri Maghi e le altre Streghe?”
La donna sospirò, avvicinandosi al suo interlocutore; con un gesto della mano, fece riempire un altro bicchiere di vino senza che lo toccasse. Lo fece levitare fino a lei, poi lo portò alle labbra.
“Arriveranno.”
“Quando?”
“Quanta fretta.”
“Non prendermi in giro. Ho cose più urgenti di cui occuparmi che stare qui a complimentarmi con te del tuo palazzo e del tuo vino.”
Improvvisamente il famiglio di Cassandra annunciò l’arrivo di altre visite. Cassandra annuì, con un cenno lo invitò a far accomodare anche loro.
“Come ti dicevo.”
Si voltò: la sua attenzione era stata richiamata da passi cadenzati.
Entrò il mago della regione di Alcyone, il vecchio Abel Baffo d’Argento. Accennò una breve riverenza che Cassandra ricambiò con un gesto del capo; Denzel, invece, si inchinò rispettosamente. Dietro di lui seguiva una strega che Denzel riconobbe come Musa, dall’entroterra del regno di Juvenilia. Lei gli dedicò un’occhiata divertita, Denzel non ricambiò e aspettò di vedere chi altro stava per varcare quella soglia.
A lui, gli altri suoi simili, non piacevano molto; gli procuravano ansia, lo facevano sentire sempre inadeguato e diverso, perché lui era stato l’unico, fino a quel momento, che aveva scelto di vivere con gli esseri umani e di mescolarsi fra loro. Sapeva che alcuni lo canzonavano alle spalle. Cassandra stessa, ne era certo, lo aveva fatto aspettare appositamente per innervosirlo, perché non lo riteneva all’altezza della loro presenza.
Molti di quelli che entrarono non li riconobbe: alcuni erano suoi coetanei, altri molto più grandi; come Cassandra che, probabilmente, era tra le streghe più vecchie di tutta Lyra.
Dalla regione di Xenia stessa arrivarono altri nomi che lui ignorava. Le terre dell’Ovest erano quasi completamente sconosciute per lui, perché poco abitate ancora dal genere umano; per questo non se ne interessava molto. Era lì infatti che la maggior parte delle creature magiche si riversava alla ricerca di distanza dall’uomo.
Quando la stanza si riempì, si sentì quasi più a suo agio. Alcuni tra loro parlavano con confidenza e lo sollevava che si fossero dimenticati della sua presenza in qualche modo. Li contò: erano otto in tutto. Se alcuni non avevano risposto all’appello di Cassandra, si domandò Denzel, come avrebbero potuto affrontare il problema dei Wendigo solo in otto?
La padrona della tenuta si alzò finalmente dalla sua poltrona, sorridendo con cortesia a tutti i presenti; ma quando fece per aprire bocca, le sue parole furono interrotte ancora una volta dall’arrivo di altri visitatori in ritardo.
La porta si aprì ed entrarono due Streghe. Erano entrambe giovani e belle: una sembrava poco più grande dell’altra, ma l’età apparente, tra creature magiche, non aveva alcuna valenza. La più piccola delle due camminava avanti con passo deciso. Indossava una pesante cappa rossa, adornata di pizzi e ricami dorati. Quando si scoprì il capo, Denzel comprese di chi si trattava.
“La Strega rossa”, bisbigliò al suo famiglio.
Tutti ne conoscevano la fama, ma non molti avevano avuto occasione di vederla di persona. L’avevano descritta in vari modi, ma ogni racconto concordava sulla sua bellezza ancora prematura e sulla giovane età durante la quale, come lui, era diventata una Strega. I suoi capelli biondi splendevano di una luce tale che tutti li paragonavano ad oro colato. Gli occhi gialli e autoritari, sembravano due pezzi di ambra incastonati nel viso di una bambola.
Curvando le labbra rosse e maliziose, sorrise dolcemente ai presenti che la stavano osservando incantati, poi si guardò indietro e prese la mano della giovane Strega che l’accompagnava. Le fece fare qualche passo in avanti, perché tutti la vedessero.
Era Pandora, la sorella minore della Strega rossa.
Era diventata strega qualche anno dopo l’altra, ma questo non sminuiva l’incanto della sua bellezza. Al contrario della sorella, non aveva capelli del colore dell’oro, ma di un castano caldo e chiaro. La pelle diafana brillava come ricoperta di polvere di stelle. La chiamavano il Diamante del nord per questo. Aveva un’aria più timida rispetto alla sorella maggiore; ma dopo che si fu inchinata, Denzel poté vedere il suo sguardo azzurro come il ghiaccio.
“Le due streghe del nord,” disse allora Cassandra, aprendo le braccia come ad accoglierle, “temevo  di non vedervi quest’oggi, amiche mie. Accomodatevi, vi prego.”
La Strega rossa accennò qualche passo, slacciandosi la cappa dal collo.
“Dovrai perdonare il nostro ritardo, ma tutta la regione di Myricae in questa stagione è coperta dalla neve.”
“Charlotte,” Cassandra la chiamò per nome, “ mia cara, non c’è nulla da farvi perdonare.”
Le due nuove arrivate si sedettero di fronte a Denzel. Lui e Charlotte si scambiarono un’occhiata curiosa. Era una novità vedere una strega giovane quasi quanto lui.
Pensò a tutto il potenziale della sua natura e potere… e provò invidia.
  
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