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Autore: Love_My_Spotless_Mind    26/05/2017    0 recensioni
Jonghoon è sempre stato un artista taciturno, tutto dedito alla sua musica e concentrato sul suo gruppo. Tuttavia, da quando le AoA sono arrivate alla Fnc non ha mai smesso di desiderare di conoscere Choa. Fin dal momento in cui era una ragazzina dai capelli neri e lunghi avrebbe voluto conoscere il suo cuore.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghoon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II


Quella sera Jonghoon uscì con gli altri per andare a bere qualcosa in un locale. I suoi compagni adoravano ritrovarsi per alzare un po’ il gomito. Non erano mancate le volte in cui avevano finito per addormentarsi tutti e cinque con la faccia sul bancone. Non si sarebbe certo trattenuto, aveva un gran bisogno di qualcosa di forte. Cantare insieme a quella ragazza l’aveva lasciato sconvolto. Restava impressa nella sua mente il modo in cui l’aveva guardato, la sua bella voce e poi la mano che l’aveva sfiorato.
Jonghoon aveva avuto parecchie fidanzate, seppure quei rapporti non avessero lo scopo di costruire nulla di concreto. Non riusciva a comprendere se fosse lui a non riuscire ad impegnarsi o se, semplicemente, avesse preso il sopravvento il timore di incontrare la persona giusta e di vedere la vita cambiare.
Hongki, il cantante, si era appena lasciato con la fidanzata. L’umore del gruppo, in generale, non era dei migliori. Jonghoon non l’aveva mai visto tanto immerso in un rapporto di coppia, tanto invaghito d’una ragazza. Ora il suo amico era distrutto e lui, a sua volta, aveva timore di finire un giorno così. non avevano mai affrontato direttamente il discorso. Tutti e cinque avevano preferito affrontare la faccenda stando più tempo insieme, ritrovandosi più spesso a bere qualcosa o a mangiare fuori. In un certo senso quello era il loro modo per dimostrarsi affetto e apprensione. Sebbene fingesse di non aver compreso l’umore del suo amico, appena lo sguardo cadeva su di lui si rendeva conto che la sua mente fosse altrove. Sulla sua mente scivolava sempre più spesso un velo di malinconia. In quei momenti era contento di essere il solo ad essere a conoscenza di certi particolari.
 
 
Choa ripescò tra i numeri della rubrica telefonica quello di Jonghoon. Erano trascorsi due giorni dal loro duetto, non aveva avuto l’opportunità di cercarlo prima poiché molti erano stati gli impegni. Ma ora era decisa a telefonargli. Appena lui le aveva risposto, si era affrettata a chiedergli se fosse indaffarato perché aveva voglia di gelato, senza preamboli. Come spesso capitava, Jonghoon non aveva alcun impegno.
I due s’incontrarono in una gelateria in centro, il berretto calcato in testa e vestiti anonimi in dosso per non farsi riconoscere dai fan. Jonghoon era rimasto molto sorpreso da quella telefonata, lei l’aveva chiamato proprio mentre stava per uscire di casa. S’era, allora, affrettato a farsi la barba, sistemare i capelli, riempirsi del profumo migliore che avesse. Ma appena l’aveva vista, con i leggins ed una felpa lunga che avrebbe potuto essere maschile per quanto le stava grande, si era immediatamente sentito a suo agio, tranquillo. Lui prese un cono al pistacchio mentre lei scelse una coppetta allo yogurt e fragola. Camminarono per un po’ fianco a fianco, ognuno assorto nel suo gelato. Solo allora Choa si rese conto che quella non fosse stata proprio un’idea brillante, con il freddo che faceva.
-Sono nata un giorno prima di te. – iniziò lei, fornendo una delle prime informazioni necessarie per poter dire di conoscere qualcuno. – E dall’alto della mia maggiore esperienza sullo stare al mondo posso consigliarti di non essere così silenzioso. – non aveva indossato nemmeno il rossetto, era bella così, al naturale.
Jonghoon diede un morso al cono di biscotto. – Non lo faccio apposta. Mi piace ascoltare. – si giustificò. La città non era particolarmente affollata visto il brutto tempo. La maggior parte delle persone a quell’ora erano a lavoro o a scuola e per di più non era il periodo preferito dai turisti. Così poterono godersi le strade ampie e piacevolmente vuote. L’odore di pioggia era forte, piacevolissimo. – L’ultima volta che mi sono perso è stato qualche mese fa. Ero a casa, gli altri erano tutti in giro. All’improvviso hanno suonato alla porta e mi sono trovato davanti Bo Reum, la ragazza di Hongki. Era tutta agitata, le ho detto di sedersi. Dopo aver bevuto un po’ di thè mi ha detto che c’era qualcosa che non riusciva più a tenersi dentro. Era andata a letto con un altro, aveva tradito il mio amico. Ci pensi? È venuta a dirlo a me. Proprio a me che con Hongki ci sono cresciuto, che gli voglio bene quasi più di un fratello. – s’interruppe un attimo. Choa lo guardava, lo sguardo era interrogativo. – Ha detto: “tu hai avuto tante ragazze, puoi capirmi”. E non era vero, non la capivo. Mi ha chiesto di mantenere il segreto, aveva bisogno di me come confidente. Mi ha raccontato di quel ragazzo in tutti i particolari, mi ha messo sulle spalle il peso del suo segreto in modo da alleggerirsene un poco. Le ho consigliato di essere sincera, non lo è stata. Li vedevo stare insieme a casa e non potevo dire niente. Vedevo il mio amico comprarle dei fiori o stare sempre incollato al telefono pur di sentirla. Ho iniziato a stare sempre meno a casa, non ce la facevo, te l’assicuro.
 Poi lei ed Hongki si sono lasciati mesi dopo per un litigio. E tutte le volte che lo vedo disperarsi non posso dirgli la verità. Non posso dirgli non sia stata colpa sua. Per questo ho ricominciato a scrivere canzoni, per calmare questo sentimento...non so nemmeno come definirlo, se fastidio o dolore. –
Choa gli posò una mano sulla spalla. I suoi occhi grandi e dolci si erano fatti lucidi. Non riusciva a trovare le parole giuste per dirgli quello che pensava su di lui ma sapeva avesse bisogno che lei dicesse qualcosa– Sei un grande amico, Jonghoon, lo sai? Pur di non farlo soffrire ti stai tenendo per te il peso di quella confessione. – Jonghoon le prese la mano e Choa non ce la faceva a smettere di guardarlo. Sentiva fosse arrivato il momento per la propria di confessione – Quattro anni fa, al tempo del debutto, ho iniziato a star male. – iniziò a dire – Non ce la facevo a mangiare poco come le altre, a fare così tanto esercizio fisico. Il mio corpo reagiva in modo diverso. Alcune volte avevo dolore ovunque ma non lo dicevo. Andavo avanti. Poi ho scoperto la verità: ho il lupus. Mi hanno sempre rassicurata, dicendomi che la mia vita sarebbe stata la stessa di un tempo. Ma sai la verità? Non è vero. Il ragazzo con cui ero fidanzata in quel periodo appena l’ha saputo mi ha lasciata. Ed io non mi sono più innamorata, nessuno si è più innamorato di me. È andata così. – la stretta si fece appena più forte. Fu quasi istintivo, appena Jonghoon le lasciò la mano l’abbracciò. Fu delicato ma soprattutto sincero. Choa posò la guancia contro la sua spalla, rincuorata da quella reazione. – Avevi ragione, dovevamo dircele queste cose. –
Continuarono a passeggiare e a raccontarsi finché scese la sera. Parlarono del modo in cui erano arrivati alla Fnc, Jonghoon le parlò di come fosse restare dieci anni in un gruppo e non lasciarsi sopraffare dalle difficoltà o dalla paura. Ad un certo punto le parole iniziarono a venir fuori liberamente. Riuscirono a dirsi tutto quello di cui sentissero il bisogno.
 
Arrivò l’Fnc Kingdom, le prove prima dell’esibizione erano state numerose, Choa e Jonghoon avevano finito per vedersi ogni giorno, soprattutto per motivi di lavoro. Prima del duetto lei stava al di fuori del camerino, nervosissima, con indosso un tubino bianco corto. Jonghoon faceva le ultime prove assieme agli altri, finivano di accordare gli strumenti. Mancava poco al momento di salire sul palco, lui le si fece vicino e le passò un plettro. – Tieni – bisbigliò vicino al suo orecchio – questo lo usavo sempre nelle prime esibizioni, mi ha portato fortuna. – Choa lo strinse tra le mani, sentendo l’adrenalina farle tremare le gambe. – Vai, hai provato tanto. – la rassicurò lui. E proprio mentre lei saliva le scale che l’avrebbero condotta sul palcoscenico lui ammise a se stesso di trovarla bellissima.

 

 
  
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