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Autore: Ms Mary Santiago    26/05/2017    3 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - Conclusa]
Dal testo:
- Tua l’idea, tua la proposta – insistè Serpeverde, ignorando l’occhiata seccata di Godric che sembrava invitarlo a lasciar in pace la loro amica.
- Io credo che potremmo inviare una lettera a ciascun mago e strega inglesi, stare a vedere chi si presenta, e nel frattempo elaborare ognuno delle prove. Non so bene quante, ma dovrebbero essere un numero sufficiente per mettere in luce ogni aspetto che i nostri studenti dovrebbero avere … -
- Dodici -, sentenziò Rowena, - come dodici furono le fatiche di Ercole. Le distribuiremo in tre turni da quattro prove, una a testa, e al termine di ogni turno elimineremo coloro che non convincono nessuno dei presenti – concluse.
I tre annuirono, per poi congedarsi.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I fondatori, Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Capitolo 9

 

 

 

 

 

 

Aprì gli occhi, soffocando uno sbadiglio mentre calciava via le coperte e si metteva seduta sul bordo del letto a baldacchino.
Allontanò una ciocca castana dal volto e trattenne l’ennesimo sbadiglio.
Calien le sorrise, accennando all’orologio a pendolo nell’angolo della loro stanza.
- Ben svegliata, dormigliona. –
- Che ore sono? –
- Le otto e mezza. Eravamo d’accordo per vederci alle nove con Lavinia e Rigel – le ricordò Katherine, raccogliendo le ciocche rosse in un’elaborata treccia laterale.
- Giusto, me ne ero completamente dimenticata. Questo torneo mi sta friggendo il cervello – mormorò, avvicinandosi alla sua anta dell’ampio armadio e rovistando alla ricerca di qualcosa di adatto per quella giornata di visita.
- Ci siete già state a Hogsmeade? – domandò Calien, spazzolando le lunghe ciocche bionde.
Scosse la testa, soppesando un abito di un bell’azzurro che riprendeva il colore dei suoi occhi.
Katherine scosse la testa.
Ophelia la imitò, arricciando il labbro inferiore in un’espressione meditabonda.
- Mai stata, ma so che c’è un negozio di dolci, uno dei locali di Mielandia. –
- Immagino che quella sarà una delle tue tappe obbligatorie -, scherzò la rossa, - vista la tua ossessione per la cioccolata. –
- Ovviamente, ho intenzione di spendere metà della rendita mensile che mi assegnano i miei genitori solo in dolci. –
Risero.
- E con l’altra metà cosa hai intenzione di farci? –
- Non so, forse comprerò un cucciolo al Serraglio stregato del paese. –
Improvvisamente interessata, Calien posò lo sguardo su di lei.
- Un cucciolo? Che tipo di animale avevi in mente? –
- Pensavo a un gatto. Ho già chiesto ad Helga e mi ha detto che è possibile tenere degli animali da compagnia al castello purchè siano di taglia medio piccola. A voi darebbe fastidio averlo in camera? –
- Se fosse stato un rospo avrei detto di sì -, meditò Katherine, - ma un gattino è il benvenuto per quanto mi riguarda. Lien, tu che ne pensi? –
- Mi piacciono i gatti, per cui possiamo avere un nuovo compagno di stanza. –
- E allora che gattino sia. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Aveva percorso quasi interamente la strada che separava il dormitorio maschile da quello femminile quando lo vide.
Elnath Storm vagava per i corridoi con l’aria di chi era ben determinato a esplorare ogni singolo anfratto di Hogwarts.
Lo salutò con un cenno del capo, avvicinandoglisi.
- Hai già dei programmi per la gita a Hogsmeade? –
- Non ancora, sto ancora cercando di orientarmi qui -, ammise, - perciò a parte qualche chiacchiera di circostanza non ho preso molta confidenza con i ragazzi del torneo. –
- Già, ti capisco, anche per me non è semplice stringere amicizie di punto in bianco. –
Elnath si accigliò, sorpreso.
- Eppure sembri estroverso, come se il metterti in gioco non ti creasse il minimo problema. –
- Sono solo amichevole -, si strinse nelle spalle, - ma quello veramente estroverso è mio cugino. –
Ridacchiò.
- Sì, ho avuto modo di notarlo quando l’ho conosciuto. –
- Ti prego, dimmi che non ne ha combinata una delle sue. –
- Non a me, ma credo che lui e Jared non si sopportino granchè. –
Rigel emise un piccolo sbuffo divertito.
- Dire che non si sopportano è un eufemismo. Mi domando come abbiano fatto a non darsi ancora addosso, suppongo che il torneo li abbia tenuti troppo impegnati per permettergli di combinare guai. –
- La calma prima della tempesta – convenne Elnath, come se sapesse perfettamente quello che diceva.
- Già. Piuttosto, mi vedo con Calien e un po’ delle altre ragazze; abbiamo in mente di visitare il villaggio e finire con il pranzare da qualche parte, sei dei nostri? –
Rimase in silenzio, ponderando l’offerta.
Se non altro avrebbe avuto l’occasione di conoscere meglio i suoi compagni e di non perdersi tra le vie di Hogsmeade.
- Perché no. Oltre a Calien chi c’è? –
- Katherine, Ophelia e … -, accennò con il capo alla ragazza che stava uscendo dal dormitorio proprio in quel momento, - Lavinia. –
Sentendo il suo nome, Lavinia si avvicinò a loro con espressione interrogativa.
- Che succede, ragazzi? –
- Ho appena invitato Elnath a trascorrere la gita con noi e ha deciso di aggregarsi. –
Si aprì in un sorriso radioso, affiancandoglisi mentre raggiungevano il resto del gruppo.
- Ottima scelta, stai pur sicuro che non ti annoierai. Hai già qualche idea sui negozi da visitare? –
- Non esattamente. Vorrei fare dei regali ai miei fratelli, ma non ho alcuna idea … specialmente per quello da fare alla mia sorellina – concluse, sorridendo imbarazzato.
- Quanti anni ha? –
- Sedici, si chiama Enif. –
- Allora ti annuncio ufficialmente che sarà mio gradito compito quello di fare da supervisore nella scelta dei regali. Un parere femminile potrebbe tornarti utile. –
Le sorrise, tremendamente riconoscente.
- D’accordo, ma in cambio dovrai accettare un pranzo offerto da me. –
Gli porse la mano con aria fintamente solenne.
- Abbiamo un accordo. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

- Ripetimi un’altra volta perché stiamo facendo i terzi incomodi invece di andare all’emporio a comprare qualcosa oppure a bere in una delle taverne del paese. –
Aires inarcò un sopracciglio, guardandolo come se avesse fatto una domanda indegna di risposta.
- Non è ovvio? –
- Se ti riferisci al fatto che sei fuori di testa, devo ammettere che ci ho messo un po’ a capirlo, ma alla fine ci sono arrivata – replicò Maya, strappando una risata divertita a Isaak.
- No, miss simpatia. È solo che non è il caso di lasciare Naveen e Isabelle da soli. –
- Sia mai che facciano qualcosa di scabroso … come prendersi per mano – convenne Isaak, scatenando l’ennesimo attacco di risate.
- Non siete divertenti. –
- Suppongo sia solo questione di punti di vista -, lo contraddì la ragazza, - io credo che siamo molto divertenti. –
- Sono il suo migliore amico, ho il compito di farle da chaperon e assicurarmi che … - tacque, guardandosi attorno.
Erano rimasti più indietro per non risultare eccessivamente invadenti, ma si era appena rivelato un errore madornale.
Le chiacchiere di quei due lo avevano fatto distrarre e li aveva persi di vista.
- Ecco fatto, sono scomparsi. –
Isaak e Maya si scambiarono un’occhiata complice.
- Ops … chissà come è potuto succedere. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Maya e Isaak dovevano essere riusciti a distrarre Aires abbastanza da fargli perdere le loro tracce, considerò Isabelle notando che il terzetto non si vedeva più da nessuna parte.
- Mi hanno parlato bene di questo posto -, disse accennando all’insegna di una taverna che recava l’immagine di un gatto nero dal pelo dritto, - perché non ci prendiamo qualcosa? –
Naveen annuì, aprendole la porta e facendole cenno di precederlo.
L’interno del locale era in legno di quercia e l’odore dei dolci appena sfornati si stava rapidamente diffondendo in tutta la sala.
Gli avventori erano ancora pochi ed era rimasto un tavolo libero dietro al piccolo separè ricavato nell’angolo più estremo del locale.
La proprietaria era una donna sulla cinquantina dal sorriso aperto e sincero, corti riccioli biondi che circondavano un volto paffuto dalle guance rosee e gli occhi di un bel castano intenso.
Era leggermente sovrappeso e teneva tra le braccia una gigantesca teglia ricolma di ogni sorta di dolce delizia.
- Buongiorno, miei cari -, esordì sorridendo al loro indirizzo, - accomodatevi pure e sarò subito da voi. –
Presero posto l’una di fronte all’altro e rimasero in silenzio finchè la donna non li raggiunse.
- Cosa vi porto? –
- Un thé alla cannella e un tortino al limone. –
- Lo stesso – aggiunse in fretta Naveen.
Continuava a fissarla con un’intensità che la metteva a disagio.
Non si era mai trovata in una situazione simile prima di quel momento e non sapeva bene come comportarsi.
- Sono io che ti innervosisco? –
- Un po’ -, ammise soffiando sulla tazza bollente, - ma non è colpa tua. Non sono abituata a … a questo. –
- Cioè a un appuntamento da sola con un ragazzo? –
- Già. –
Non sapendo cos’altro aggiungere prese un sorso di thè.
Era ancora troppo caldo e finì con lo scottarsi la punta della lingua.
Ingoiò l’imprecazione che le stava per uscire, facendo finta di niente.
- So che dici la verità, ma non riesco a credere che nessun ragazzo si sia mostrato interessato a passare del tempo da solo con te. –
- Oh, ma non è così. Ho passato del tempo con dei ragazzi, ma per lo più li conoscevo da molto tempo e non avevo alcun interesse nei loro confronti, quindi non mi … - s’interruppe, rendendosi conto di quello che aveva appena detto.
Pregò silenziosamente che Naveen non vi avesse fatto caso, ma ovviamente non era così.
- Quindi hai dell’interesse nei miei confronti? –
Avvampò, distogliendo lo sguardo.
- Se così fosse? –
- Sarebbe un’ottima cosa, perché anche io ho interesse nei tuoi confronti … decisamente molto interesse – replicò, allungando una mano a sfiorarle il mento per spingerla a guardarlo nuovamente negli occhi.
Lo accontentò, ritrovandosi a fissare quelle iridi calde e ammalianti.
Aveva già baciato un ragazzo, ma non l’aveva trovato neanche lontanamente entusiasmante come raccontavano tutte le altre ragazze della sua età, eppure in quel momento non riusciva a pensare ad altro se non al fatto che avrebbe dato praticamente qualsiasi cosa perché Naveen si sporgesse verso di lei e la baciasse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

Erano appena usciti dall’emporio, in cui Isaak e Maya lo avevano trascinato con la scusa della possibilità di incontrare lì Isabelle e Naveen, quando lo vide.
Drizzò la testa, gli occhi color del ghiaccio che luccicavano euforici come avrebbero fatto quelli di un predatore che avesse avvistato la sua preda.
Era dal suo arrivo a Hogwarts che aspettava l’occasione di organizzare qualche scherzo ai danni di Convel e in quel momento, con un sacchetto di Bombe Puzzole appena comprato, si presentava finalmente l’occasione perfetta.
Oltretutto Convel era troppo impegnato nel guardare verso il gruppo di ragazze vicino all’ufficio postale per rendersi conto della minaccia che incombeva su di lui.
Lo raggiunse di soppiatto, inondandolo con metà del sacchetto dell’emporio.
Jared emise un verso strozzato, sussultando per la sorpresa, prima di storcere il naso per la puzza nauseante che si era appena sprigionata.
Si mise in guardia, pronto alla sua reazione.
Eppure, tra le risate generali, si udiva chiaramente anche la sua.
Era stato al gioco, cogliendolo a sua volta di sorpresa e rovinandogli tutto il divertimento che sarebbe originato da una sua sceneggiata in piena Hogsmeade.
Qualsiasi cosa facesse, Convel riusciva sempre a non accontentarlo, era incredibile.
Sbuffò, voltandosi verso Maya e Isaak che continuavano a ridere.
- Io vado al Serraglio stregato a vedere se trovo lì quei due –, sbuffò, - ci vediamo più tardi al Calderone pazzo – concluse, indicando la taverna con un elenco dei piatti del giorno appeso al vecchio calderone di peltro fuori dall’ingresso del locale.
S’incamminò senza aspettare risposta, raggiungendo il Serraglio in meno di una decina di minuti.
- Niente, non sono nemmeno qui, ma dove accidenti si sono cacciati? –
Ophelia distolse lo sguardo dalla vetrina principale, dove faceva bella mostra di sé una cesta piena di gattini miagolanti.
- Lo sai che cominciare a parlare da soli è il primo sintomo di pazzia, Black? –
- Tu invece sei alla ricerca di un allevamento di gatti di cui circondarti per quando sarai una vecchia zitella che abita in qualche isolata casa di campagna? –
Gli rivolse una smorfia.
- Continuo a chiedermi perchè continuo a rivolgerti la parola. –
- Quando lo avrai capito potrai spiegarlo anche a me. –
Questa sì che era bella.
Si comportava come se fosse lui quello in diritto di offendersi per il trattamento che gli riservava quando l’artefice di tutto ciò era stato proprio lui anni prima.
- Guarda che quello che si è comportato come un idiota sei stato tu. –
Si accigliò, guardandola come se non avesse idea di quello di cui stava parlando.
- Come, scusa? –
- Il mio compleanno e il rospo … non te lo ricordi più? –
Sorrise appena.
- Ah, già, quello scherzo. –
- Già, gran bello scherzo. –
- Guarda che sei tu quella che se l’è presa eccessivamente; era solo uno scherzo, non c’era bisogno di eleggermi a tua nemesi personale. –
- Mi hai umiliata. –
Percepì la voce che cominciava a incrinarsi e s’impose di riprendere il controllo di sé.
- Era solo uno scherzo, Ophelia. Il modo di un bambino che cercava di attirare l’attenzione, nulla più di questo … se avessi saputo che mi avresti odiato per una sciocchezza del genere non l’avrei fatto – concluse, con tono gentile.
Era un’intonazione che non gli aveva mai sentito prima se non quando parlava con Isabelle.
Era … dolce, se mai quello potesse essere un aggettivo associabile ad Aires Black.
- Mi perdoni? – aggiunse, fissandola dritta negli occhi con quel sorrisetto sghembo a metà tra il tenero e l’imbarazzato.
- Aires Black che chiede scusa? Credevo che sarei morta prima di assistere a questo giorno. –
- Melodrammatica -, sbuffò, - lo so ammettere quando sbaglio. Non mi piace, ma so farlo anche piuttosto bene. –
- Ah, sì? –
- Già, e per dimostrarlo lascia che ti faccia un regalo. –
- Non c’è bisogno che … - cominciò, ma la interruppe con un secco cenno del capo.
- Consideralo un’offerta di pace -, stabilì accennando alla cesta di gattini, - quale vuoi tra queste palle di pelo? –
Gli indicò quello al centro, dalle iridi cobalto, che stava raggomitolato sotto la copertina in pile.
Aires annuì, infilandosi all’istante all’interno del negozio.
- Ne riemerse cinque minuti più tardi, stringendo un trasportino in vimini tra le mani.
Il gattino faceva capolino dalla grata con il musetto.
- È una femminuccia –, le annunciò consegnandole il trasportino, - come vuoi chiamarla? –
Ci riflettè per qualche istante prima di trovare il nome perfetto.
- Artemis. –
- Bel nome, mi piace. –
Infilò un dito nella grata, sorridendo quando la gattina ci si strofinò contro facendo le fusa.
- Aires … -
- Sì, gattina? –
- Grazie … davvero. –
Si strinse nelle spalle.
- Ti dovevo delle scuse, no? –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

- Lavinia? –
Sobbalzò, colta alla sprovvista dalla voce maschile che le aveva raggiunto le orecchie.
Rex.
Cosa ci faceva lì, in piena Hogsmeade?
Elnath parve rendersi conto del suo disagio, perché la guardò con aria interrogativa.
- Lo conosci? –
Annuì appena.
– È mio fratello. –
La stava guardando con l’aria di chi l’avrebbe volentieri strangolata con le sue mani.
Sapeva bene quanto Rex fosse geloso e ossessionato da lei, e in un certo senso la cosa le piaceva anche, ma di sicuro in quell’occasione non si sarebbe mostrato ragionevole.
Avrebbe finito con il perdere la calma e lei sarebbe stata etichettata come la sorella del “pazzo maniaco del controllo”.
- Andiamocene, per favore. –
Non era pronta a una piazzata di quel tipo, non di fronte a tutti.
- Ne sei sicura? –
- Sì, Elnath, torniamo al castello … per favore. –
Annuì, prendendola sottobraccio e dirottandola lungo la strada che conduceva al castello.
Sentiva lo sguardo furioso del fratello su di sé, ma non si voltò più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!
Non sono riuscita a inserire tutti i pezzi che mi avete chiesto, e vi chiedo scusa in anticipo, ma il prossimo capitolo comprenderà il rientro al castello e nella seconda parte del capitolo avremo la tanto attesa quarta prova quindi inserirò lì i pezzi mancanti. L’aggiornamento avverrà tra circa una settimana causa esami imminenti.
Al prossimo capitolo.
Stay tuned.
XO XO,
Mary

   
 
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