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Autore: Evola Who    27/05/2017    1 recensioni
Han e Leia decidono di passare una settimana romantica su Naboo. Ma si parla sempre di Han e Leia, e di certo non sarà una settimana tranquilla....
Giorno 1: Lunedì.
Giorno 2: Martedì.
Giorno 3: Mercoledì.
Giorno 4: Giovedì.
Giorno 5: Venerdì.
Giorno 6: Sabato.
Giorno 7: Domenica.
Giorno Extra: Sorpresa!
{ Han/Leia | Raccolta One-Shot}
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leia, Han & Co.'
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Giorno 3
Mercoledì
 
 

Palazzo di Naboo, stanza di Han e Leia. 2:00 di notte.

Han e Leia stavano dormendo, avevano passato la giornata a Theed, facendo un giro per il centro, in modo da scoprirne la storia, i costumi e le tradizioni del pianeta. Fecero anche un giro tra i mercati e negozi e cominciarono a fare la lista di nozze.

Quando ritornarono della loro stanza, verso le 22:30 di sera, erano distrutti per la stanchezza. Dormirono tranquilli, ognuno nella sua parte di letto, finché Leia non sentì una voce la fece svegliare.

Si trattava di una voce maschile tutta intorno alla stanza, così si alzò, accese l’abat-jour accanto a lei e vide qualcosa di incredibile: si trattava di una persona, o meglio uno spirito, circondato da una luminosa luce blu, alto, sui 50 anni, faccia liscia e capelli grigi ondulati. Indossava i vestiti tipici da Jedi, uguali a quelli di Obi-Wan. 

Stava sorridendo, ma i suoi occhi blu erano malinconici, quindi disse: “Ciao, Leia”.

La Senatrice aveva gli occhi spalancati per lo stupore e la bocca aperta, ma dentro di sé aveva paura.

“Anakin…?” disse Leia, perplessa “Anakin Skywallker?”.

“Esatto” rispose lui, con tono calmo “Tuo padre. O meglio, il suo spirito” fece una piccola risata.

Leia era scioccata. Non capiva se si trattasse veramente del suo fantasma o se fosse solo una visione indotta dal sonno e dalla stanchezza. Si girò verso di Han, cominciando a scuoterlo, nel tentativo di svegliarlo, ma ogni suo tentativo fu inutile.

“Non si sveglierà” disse Anakin.

Lei si girò verso di lui, urlando spaventata: “Cosa?!” stava già pensando alla peggiore delle ipotesi.

“Nel senso che sta dormendo molto pesantemente” spiegò Anakin “Ho fatto in mondo che dormisse di un sonno davvero pesante per fare in modo che non si svegliasse mentre noi parliamo”.

Leia si tranquillizzò dopo le parole di Anakin, ma era ancora agitata per il fatto che lo spirito del suo defunto padre si trovasse nella sua stanza. 

Si alzò del letto e si avvicinò a lui, lentamente, un po’ intimidita e confusa. 
Quando Luke le aveva parlato, le aveva descritto il viso tumefatto di Anakin sotto il casco, ma quello dell’uomo che si trovava davanti era completamente diverso dalla descrizione di suo fratello.

“Sì, lo so. Sono diverso sotto al casco” disse divertito, come se avesse letto nella sua mente. 

“Che cosa ci fai qui?” domandò subito Leia. Era la prima cosa che voleva sapere.

“Sono qui per vederti, Leia” rispose Anakin, con un’espressione indecifrabile.
Leia rimase confusa, perché doveva venire da lei? In fondo era Luke che poteva vedere i fantasmi dei maestri Jedi.

“Come faccio a vederti? Perché non sei andato da Luke? In fondo… solo lui può vederti” chiese Leia, perplessa. 

“No, Leia, anche tu puoi vedermi e percepire la forza. Se ti alieni, se vuoi, potrai diventare anche una Jedi, un giorno” fece un sorriso.

Lei lo guardava con aria interrogativa. Non si fidava di lui, anche se era lo spettro Jedi di suo padre, rimaneva sempre Darth Vader, l’uomo che aveva costruito una dittatura per tutta la galassia.

 “Sono qui per parlarti, per rispondere alle tue domande. E… per chiedere il tuo perdono. Come ha fatto Luke” disse con tono malinconico e gli occhi bassi.

“Perdono? Perdono?!” disse Leia, quasi urlando “Come puoi chiedermi di perdonati?! Sei passato al lato oscuro, hai creato una dittatura orribile, hai cercato di ucciderci, di convincere Luke a passare con te al lato oscuro e hai distrutto il mio pianeta!” lo guardò con aria arrabbiata “Hai distrutto la mia casa, la mia famiglia, i miei amici, la mia vita, tutto! Luke ti ha perdonato perché lo hai salvato da Palpatine e sei passato al lato chiaro della forza prima di morire. Ma io non so se riuscirò a perdonarti, dopo tutto quello che hai fatto quando eri Darth Vader. Non posso dimenticare tutto il male che hai fatto” disse, con un tono più calmo e con aria seria.

Anakin la guardò con aria triste e in colpa.

“Beh, capisco e hai ragione. In fondo, come potresti perdonarmi? Dopo il male che ho fatto, anche prima di mettere quella maschera” guardò in basso.

Leia rimase perplessa e stupita della sua frase.

“Ma non sono venuto qui per solo chiedere il tuo perdono. Sono qui anche per rispondere alle tue domande su Padmé” alzò la testa con sguardo serio.

Leia rimase stupita, come se le sue preghiere di ricevere quelle risposte si stessero, tutto ad un tratto, rivelando, ma non abbassò la guarda: “E perché non sei andato solo da Luke?”.

“Perché volevo vederti, Leia” rispose, guardandola “Volevo vedere mia figlia. Volevo vedere se somigliassi a tua madre…” fece un sorriso malinconico.

Leia rimase spiazzata da quella frase e capì il suo senso di affetto. Sarebbe scoppiata a piangere, ma decise di rimanere forte e salda, come era sempre stata.

“Come hai già detto tu, ho salvato Luke da Palpatine, rimanendo ucciso. Luke mi ha perdonato, riportandomi al bene. Ma tutto quello che ho fatto è stato solo salvare la vita a mio figlio, come qualsiasi padre farebbe. Lo avrei fatto anche con te” continuò a sorridere e questa volte Leia lo ricambiò.  
“E poi, scommetto che a quest’ora Luke starà facendo il terzo grado a Obi-Wan perché lui gli racconti la sua versione dei fatti. Tu, ora, avrai la mia”.

“Però, anche se mi racconterai la tua storia, non vuol dire che ti perdonerò per tutto quello che hai fatto” specificò Leia.

“Lo so” rispose convito “Non lo faccio solo per avere il tuo perdono. Lo faccio perché è giusto che tu e Luke sappiate la verità” sopirò, guardando in basso

“Su” aggiunse, sedendosi sul bordo del letto “Siediti, perché sarà una luuunga storia” fece un altro sorriso.

Leia si sedette vicino a lui, un po’ intimorita. 

“Allora…” disse lei, guardandolo negli occhi “Come hai conosciuto Padmé?”.

Anakin guardò in basso e cominciò a raccontare: “L’ho incontrata su Tatooine. Avevo otto anni, lavoravo come schiavo da Watto da quando avevo tre anni. Un giorno, all’officina arrivarono tre persone: due Jedi e una ancella”.

“Chi erano i due Jedi?” domandò Leia, anche se era rimasta piuttosto confusa dalla parola “Ancella”.

“Il maestro Qui-Gon Jinn e il suo padawan Obi-Wan Kenobi” rispose Anakin.
Leia capì che Luke aveva ragione, a quel tempo Obi- Wan era ancora un padawan.

“Erano insieme a una delle ancelle della regina Amidiala, di nome Padmé”
fece un sorriso per il ricordo, aggiungendo: “Era bellissima. Era… la ragazza più bella che io abbia mai visto. Infatti le chiesi se fosse un angelo” fece una piccola risata.

Leia sorrise, immaginando la scena. Anakin le raccontò di come voleva fare colpo su di lei, mostrando il suo droide costruito e il suo sguscio.
Disse a Leia che era stato liberato da Qui-Gon dopo una corsa di sgusci vinta e aveva la possibilità di diventare uno Jedi, ma doveva dire addio a sua madre.

Quando lo raccontò aveva l’aria addolorata per il dolore.

Leia avrebbe voluto stringergli la mano, ma era un fantasma della forza, quindi non poteva percepire il tatto.

Anakin raccontò anche che su Naboo c’era una vera e propria crisi che aveva, a sua volta, scatenato una battaglia tra droidi d’assalto e gli indigeni Gungun; spiegò a Leia di come aveva fermato tutto pilotando una nave e di aver disattivato i droidi a distanza. 

Leia non ci voleva credere. A solo otto anni suo padre aveva fermato una battaglia da lontano.

Anakin proseguì il racconto, rivelando a Leia di come Obi- Wan avesse ucciso Darth Maul per vendicare la morte del suo maestro, e di come era poi diventato il suo maestro Jedi.

“Anche se nessuno del consiglio dei Jedi non voleva addestrami” concluse Anakin.

“E perché?” chiese Leia, confusa.

“Non lo so. Forse ero troppo potente per loro e avevano paura” le raccontò la profezia che parlava di uno Jedi che avrebbe distrutto i Sith.

Dopodiché proseguì il racconto che vedeva come protagonisti lui stesso e Padmé: l’aveva rivista dopo 10 anni dal loro primo incontro, scoprendo che in realtà lei era la regina e non una semplice ancella e, nel frattempo, si stava alleando per essere uno Jedi.

In quel periodo Padmé era ancora la regina di Naboo, la sua vita era in pericolo, diversi sicari avevano già tanto di ucciderla più di una vola e lui doveva proteggerla. Raccontò a Leia i giorni passati insieme e di come si era innamorato di lei. Anche se il loro amore era impossibile.

Leia rimase affascinata nell’ascoltare la storia dei suoi i veri genitori, di come Anakin si era innamorato di Padmé, di come lei gli era stata vicina dopo che Anakin, nel tentativo di salvare sua madre torturata dai Tuskan, l’aveva vista morire tra le sue braccia. Leia era rimasta scioccata quando aveva scoperto che Anakin aveva sterminato tutta la tribù.

“Hai ucciso tutti i Tuskan?! Donne e bambini compresi?” domandò sconvolta.

“Sì…” rispose lui, con gli occhi bassi e il tono veloce, chiaramente si sentiva in colpa “Ero arrabbiato, volevo che la pagassero. E mi sono detto una cosa: impedire la morte”.

“Ma è impossibile” disse subito Leia, incredula per quella frase.

“La stessa cosa che mi disse Padmé, ma ero convito che un giorno avrei battuto la morte”. 

“Perché?”

“Perché ero giovane, arrabbiato e incerto. Quindi facilmente manipolabile” mentre parlava, Anakin aveva l’aria malinconica.

Raccontò tutto sulla battaglia di Geonosis, di come aveva combattuto contro il Conte Dooku e di come aveva perso la sua mano. Rivelò anche che, alla fine di tutto, lui e Padmé si erano sposati in segreto insieme a C-3PO e R2-D2 come testimoni. 

Leia rimase affascinata, ma aveva una domanda importante da porgere a suo padre: come e perché era diventato Darth Vader?

Dopo che sua moglie gli aveva rivelato di essere incita, Anakin aveva iniziato a sognare Padmé che moriva di parto. Era spaventato e, in più, il consiglio Jedi non voleva concedergli il grado di maestro. Così il cancelliere Palatine gli aveva parlato della tragedia di Darth Plagueis il saggio e di come era riuscito ad impedire la morte: l’unico modo per farlo era seguire il lato oscuro.

“Sei passato al lato oscuro per cercare di salvare la vita a Padmé?” chiese Leia, stupita.

“Volevo salvare l’amore della mia vita e dimostrare che ero forte nell’uso della forza, facendo delle azioni orribili. Invece, mi sono fatto manipolare e ho perso tutto…” raccontò la tragedia dell’ordine 66 e la battaglia su Mustafar. Se non forse tato per Palpatine, sarebbe morto, credendo di aver ucciso Padmé.

“L’hai uccisa tu davvero?” chiese Leia, confusa.

“No… Obi- Wan mi raccontò che aveva perso la voglia di vivere. Dopo aver partirono morì. Ma ha perso la voglia di vivere per colpa mia…” lo disse con tono strozzato, come se volesse piangere.    

“Per anni, mi sono fatto manipolare da Palpatine, pensando che fosse l’unico scopo della mia vita. Ho vissuto con il pensiero di aver ucciso l’amore della mia vita”.

Leia era dispiaciuto per lui, capì le sue ragioni e di come tutto era nato… per salvare la persona che amava.

“Ora sai tutta la verità” disse Anakin, guardandola negli occhi con aria malinconica “E Luke avrà una parte della verità da Obi- Wan”.

Leia guardò in basso, con aria inespressiva. Non sapeva cosa provare. Era felice di aver scoperto la verità sulla sua famiglia, ma si chiedeva cosa sarebbe successo se non fossero accadute tutte quelle disgrazie.

“Ascoltami…” disse Anakin, rompendo il silenzio, Leia alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi “Lo so che non avrò il tuo perdono” continuò, con tono calmo “Ma spero che un giorno lo farai, come ha fatto Luke. Ora voglio solo dirti una cosa importante, che vale sia per te che per Luke: siate felici” sorrise.

Leia rimase sorpresa da quella frase e continuò ad ascoltarlo.

“Ora che sapete la vostra storia, non dovete più tormentarvi di domande e potete vivere la vostra vita in tranquillità.

Potete essere felici come non abbiamo potuto essere io e vostra madre” aveva un sorriso luminoso, ma i suoi occhi erano ancora tristi “Perciò, siate felici. Perché ve lo meritate”.

Leia ricambiò il sorriso e avrebbe voluto abbraccialo, anche se sapeva che non era possibile, così disse solo: “Grazie”.

“Mi raccomando, stai vicino a tuo fratello”. 

“Lo farò, promesso” disse Leia, convinta.

Anakin sorrise, dicendo: “Grazie, Leia. Mi ricordi molto tua madre: leale, forte, coraggiosa e che non si fa intimidire da nessuno. Nemmeno da me” fece una piccola risate e la fece anche Leia.

Quando smisero, Anakin la guardò con aria serena e disse: “Ti voglio bene, Leia”.

Lei non voleva rispondere, la sua risposta non sarebbero stata sincera e Anakin non si meritava una bugia. Così, fece uno dei suoi sorrisi più belli, per dimostrare che aveva apprezzato il gesto di Anakin e le sue parole: era contente che lui le avesse dato quelle risposte e che le avesse dimostrato il suo affetto.

Sbatté gli occhi per un secondo e, quando li riaprì, lui non cera più. Rimase stranita, guardò in basso, ancora seduta sul letto, pesando a tutto quello che era successo poco prima.

Han si girò dal lato di Leia, la sfiorò con un braccio e si accorse che era sveglia. Aprì chi occhi con un po’ di fatica, notò la luce accesa dell’abat-jour e Leia seduta sul bordo del letto.

“Leia?” chiese confuso.

Si alzò e si sedette vicino a lei e si preoccupò non poco quando vide il suo viso inespressivo e gli occhi assenti.

“Leia!” esclamò, preoccupato, posandole la mano sulla spalla.

Lei si girò e vide il viso preoccupato di Han a pochi centimetri dal suo.

“Che è successo?” chiese subito lui “Hai avuto un incubo?”.

“No, non ho avuto un incubo” rispose Leia, tenendo gli occhi bassi.

Non sapeva se doveva rivelare ad Han quello che era successo: come poteva spiegare che aveva visto lo spirito di suo padre e ci aveva persino parlato?

“Allora? Che è successo?” chiese Han, ancora allarmato.

“Non so se mi crederai” rispose Leia, cercando di calmarlo.

“Leia, da quando ho conosciuto Luke e il vecchio, orami credo a tutto. Quello che devi dirmi tu sicuramente non è la cosa più assurda a cui ho dovuto credere” rispose Han, con tono sicuro, per dimostrare che era pronto a tutto.

Leia sorrise per la sua risposta e la sua determinazione nel voler capire che cosa la tormentava. Pensò che dopo il litigio di lunedì e la scoperta del giorno precedente era giusto che Han sapesse tutta la verità, anche se per lui sarebbe stata una storia assurda.

“Ho visto lo spirito di mio padre, ovvero Anakin Skywalker” disse Leia, guardandolo negli occhi.

Han rimase confuso da quella frase, ma cercò di capire.

“Hai… visto il fantasma di tuo padre? Come… Luke che vede i fantasmi di Obi- Wan e i vecchi maestri Jedi?” domandò confuso.

“Sì, ci siamo anche parlati” disse Leia, entusiasta. Non vedeva l’ora di raccontare ad Han tutto quello che era successo.

“Che cosa vi siede detti?” chiese subito Han.

“Tutto quello che io e Luke volevamo sapere” rispose lei, poi gli raccontò tutta la storia.

Han rimase affascinato e incredulo da quello che sentì e chiede persino a Leia se Anakin indossasse o meno il casco di Darth Vader.

Quando la ragazza finì di raccontare, Han pensò a tutta la storia e disse: “Quindi, l’uomo più potente della galassia, il dittatore che ha costruito le due morti nere e che ha cercato di uccidermi più volte… in realtà era un ragazzo che voleva il potere per salvare la donna che amava?” l’espressione di Han era perplessa.  

“Per tutti questi anni è stato manipolato dall’imperatore Palpatine, vivendo della sofferenza e nel senso di colpa” aggiunse Leia, guardando in basso.

“Lo hai già detto a Luke?” domandò Han.

“No, domani mattina lo chiamerò. Probabilmente Obi-Wan gli avrà già raccontando la sua versione dei fatti”.

Rimasero in silenzio. Poi Han mise le mani sopra le spalle di Leia e le chiese, con tono più calmo: “Come ti senti?”. 

Leia lo guardò e vide la sua espressione dura, come se volesse dimostrarsi forte, ma i suoi occhi erano preoccupati. Leia capì che era veramente in pensiero per lei e per le sue emozioni.

“Bene” rispose, sorridendo.

“Davvero?”.

“Sì, Han, sto bene. Davvero. Solo che… mi sono venuti altri pensieri” rispose con gli occhi bassi.

Han la guardò confuso e chiese: “Che pensieri?”.

“Se Anakin Skywalker non fosse mai passato al lato oscuro? Che cosa sarebbe successo?” rispose, guardandolo.

Lui rimase spiazzato da quelle domande.

“Che cosa sarebbe successo se Anakin non fosse stato manipolato? Se l’impero non fosse mai esistito, e se Padmé non forse morta? Io e Luke saremmo cresciuti insieme” tornò a guardare in basso.

Han cercò di pensare a cosa dire per farla distrarre e cambiare argomento.

Ma decise che era meglio dire quello che pensava: “Leia, sono domande che non avranno mai una risposta, e tu lo sai”.

Leia lo guardò con aria consapevole e lo ascoltò.

“Ora abbiamo le risposte alle tue domande e tu e Luke sapete la verità sulla vostra famiglia e le vostre origini. Potete vivere felici” fece un sorriso.

Lei lo ricambiò, lo abbracciò, appoggiando la testa sul suo petto nudo, ascoltò il suo battito cardiaco e, con un sospiro di sollievo, disse: “Grazie”. 

Han la abbracciò, posando il mento sopra alla sua testa e le disse, con tono sarcastico: “Per cosa?”.

“Per essere sempre qui con me” rispose Leia con tono dolce.

Han non si aspettava una vera risposta, ma fece un sorriso sodisfatto e la abbracciò ancora più forte. Era così che si dimostravano il loro amore: ovvero il bisogno del l’uno dell’altra nei momenti difficili o delicati della loro vita.

“Vuoi andare sul terrazzo per prendere un po’ d’aria?” propose Han, guardandola.

“No” rispose Leia, alzando lo guardo su di lui “Vorrei provare a dormire”.

“Sicura?”.

“Sì”.

Così si sdraiarono nuovamente a letto, con le coperte tirate su, abbracciati.

Leia si chiedeva che cosa sarebbe stato di Han se fosse cresciuta insieme a Luke in una famiglia normale. Lo avrebbe mai conosciuto? Che cosa avrebbe fatto se lui non avesse mai incontrato Luke e Obi-Wan?

Leia scacciò quei pensieri, ricordandosi che ora poteva essere felice senza più domande.

“Sai che cosa ho pensato di fare domani?” disse Leia, cambiando discorso.

“Mmm-mmm” Fece Han con gli occhi chiusi.

“Di vedere le case sulle pianure di Naboo” lo guardò.

Han aprì gli occhi e la guardò con aria un po’ confusa.  
 
“Dicono che sono molto belle, sono un po’ isolate, ma il panorama è stupendo. Potremmo vivere lì dopo il matrimonio”.

“Vorresti vivere su Naboo?” chiese Han, confuso.

“Perché? Pensavi forse che volessi vivere sul Falcon con Chewbe per sempre?” domandò ironica Leia.

“Beh, io lo faccio da una vita” rispose sarcastico ed entrambi risero.

“Avevo pensato di vivere su Coruscant, per stare vicino al senato. Ma, forse, è meglio vivere lontani da tutto quello che abbiamo dovuto affrontare finora” spiegò Leia “Tu che ne dici?”.

“Leia, a me non importa” rispose lui.

Leia lo guardò un po’ confusa e offesa della risposta quasi indifferente.

“Potremmo anche andare a vivere sul pianeta più isolato della galassia. L’importante, per me, è che ci sia tu al mio fianco e, soprattutto, che tu sia felice. Perché così lo sarò anche io” spiegò con un tono sicuro e sincero.

Leia aveva il cuore che pareva dovesse scoppiarle per la felicità che provava; gli baciò la guancia, dicendo: “Ti amo”.

“Lo so” Han sorrise sodisfatto, baciandola sulla fronte.

Leia spense l’abat-jour e ritornò nel suo abbraccio, con un sorriso sincero, sentendosi finalmente in pace.

“Però, dobbiamo comprare una casa per Chewbe vicino alla nostra” aggiunse Han, ironico.

Leia rise, dicendo: “Va bene”.

E si addormentarono.



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Note:
Volevo pubblicarlo domani,
ma visto che avevo finito un pò prima
ho pensato di pubblicarlo oggi! :)
Spero che vi piaccia! 
Perchè il giorno 4 sarà....
un pò "movimentata" ;)
Evola

   
 
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