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Autore: Donnasole    27/05/2017    2 recensioni
Questa storia è un tentativo di riempire i non detti nella storia di Zuko durante il viaggio che il ragazzo compie da solo nel secondo libro. Per chi non avesse letto il fumetto THE SEARCH o non gli fosse piaciuto, questo racconto è il modo in cui immagino siano andate le cose.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Azula, Iroh, Ozai, Ursa, Zuko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shang Kwang disse:
<< Io non ho la pace dell'anima. Posso chiederti signore, di pacificare la mia anima? >>
<< Mostrami la tua anima, qui, davanti a me, >> replicò Bodhidharma << e io la pacificherò >>
<< Ma io non posso mostrare la mia anima. >>
<< E allora io l'ho pacificata.>>




<< Perché la signora Ursa è agli arresti?>>
Il principe Ozai stava terminando alcuni incartamenti da consegnare al capitano Zhao, in attesa accanto a lui, quando il generale Iroh fece impetuosamente irruzione nello studio del fratello, pretendendo spiegazioni.
Il giovane uomo si limitò a squadrarlo con gelido disprezzo davanti a quello sfoggio di cattive maniere.
<< Per mio ordine >> precisò tornando ad intingere il pennello nell'inchiostro.
Iroh, ignorando il capitano si accostò allo scrittoio sbattendo il pugno sul legno tanto da farlo tremare.
<< Questa è una follia! >> sbraitò rosso in volto dalla collera.
Ozai interruppe seccato il lavoro alzandosi a fronteggiare il fratello maggiore.<< Ha ucciso il Signore del Fuoco >> scandì lentamente come a ribadire una cosa ovvia.
<< Nostro padre ha avuto un attacco. >>
<< L'ha ucciso lei! >> esclamò il principe col tono colmo di acredine. << La salute di nostro padre era affidata alle sue cure; con il suo gesto è venuta meno al proprio compito e questo è un reato di alto tradimento. >>
Iroh rimase scioccato dalla gelida furia che vibrava nella voce del fratello, dall'ottusa ostinazione con la quale perseguiva un nemico immaginato solo nella propria testa.
Si guardò intorno in cerca di qualche alleato ma l'unico ad avere l'ardire di fissarlo era il capitano Zhao con un ghigno crudele malamente nascosto sulla faccia scimmiesca. I due segretari del principe invece, impegnati nel lavoro d'archivio, sussultarono atterriti ed abbassarono il capo fingendosi indaffarati.
Zhao no! Pur mantenendo il riserbo del suo grado pareva gioire di una meschina ed intima soddisfazione di fronte a quello che ai suoi occhi doveva apparire come un gustoso spettacolo. L'arroganza di quell'uomo evidentemente non conosceva limiti.
<< Il capitano ha qualcosa da aggiungere considerato quanto l'argomento sembri affascinarlo? O devo supporre sia diventato così intimo del principe da essere incluso nelle discussioni di famiglia. >> Chiese il futuro Signore del Fuoco in tono raggelante, fulminandolo con lo sguardo.
Come al solito l'uomo stava alle spalle di Ozai, vicino a lui, troppo, per i gusti del generale che non vedeva di buon occhio tale frequentazione. Iroh era assolutamente convinto che avesse una pessima influenza sul principe.
Zhao, avvampò ed impallidì in rapida successione, figurandosi già al confino, e fece per ritirarsi quando il braccio di Ozai ne bloccò il passo intimandogli in silenzio di non muoversi.
Decisamente una pessima influenza.
Il maturo condottiero corrugò le sopracciglia studiandoli attentamente.
Uno scontro diretto dall'esito incerto era l'ultima cosa che Iroh desiderasse così tentò una nuova strategia: fare appello al suo buon senso.
In passato, quando era venuta a galla quella assurda fandonia sulla presunta relazione sua e di Ursa, aveva funzionato.
Assurda davvero? Cacciò il pensiero molesto.
<< Sii ragionevole Ozai. >> disse tentando di abbassare i toni. << Tu non puoi davvero volere questo. >>
<< Io sono ragionevole >> ribatté l'altro.<< Forse sei tu a non esserlo. Ursa, solo per il fatto di essere mia moglie, non può rimanere impunita. >>
<< Questo è assurdo! Ursa appartiene alla famiglia reale e nessuno può giudicarla. >>
<< Io posso! >> replicò caparbio l'altro.
Iroh strinse i pugni conficcando le unghie nei palmi nel tentativo di mantenere il controllo.
<< Ti prego di pensare attentamente a quello che stai per fare. >> disse stancamente << Una volta avviate le accuse, metterai in moto un meccanismo che si concluderà solo in un modo ed allora sarà troppo tardi per pentirsene. >>
<< E' quello che voglio. >>
Nel sentire quel tono ostile ad Iroh si spezzò il cuore.
<< Tu non sei così Ozai. Questa crudeltà non può appartenerti. Ursa è la tua sposa, la madre dei tuoi figli e tu sei tenuto... >>
Non fece in tempo a finire la frase che già l'altro scuoteva appena il capo, con sufficienza, in gesto di spregio.
<< Io non sono tenuto a fare nulla. >> iniziò a parlare ed il disprezzo nella sua sua voce divenne denso come vetriolo. << Ella stessa ha fatto la sua scelta, perché non dovrebbe pagarne le conseguenze? Vuoi forse darmi ad intendere che ci sono persone da poter porre al di sopra della legge? Proprio tu prossimo Padre della Nazione vieni a dire a me che dovremmo chiudere un occhio? Dov'è il tuo onore in tutto questo. >>
Allibito l'uomo rimase senza parole. Cominciò a percepire l'aria intorno a se farsi greve e un senso di vertigine lasciarlo stordito mentre la paura si faceva largo in lui.
Se non poteva convincerlo, pensò, poteva almeno obbligarlo.
<< Come nuovo Signore del Fuoco ti ordino di... >>
<< Non sei ancora il Signore del Fuoco fratello. >> lo interruppe nuovamente Ozai schernendolo.<< e prima di protestare, sai perfettamente che l'incoronazione avverrà molto dopo il giudizio. >>
Il generale ammutolì ancora di fronte a tanta spietata determinazione.
Non riusciva a credere che Ozai fosse tanto adirato con Ursa da desiderare di perderla e con lei anche l'onore della sua casa; guardò il fratello e si chiese che fine avesse fatto il ragazzino che tante volte aveva fatto saltare sulle ginocchia. Ora, nell'uomo di fronte a se, vedeva ardere solo una sfrenata ambizione alimentata da un astio feroce e distruttivo.
" Da dove ti viene tutta questa rabbia... che cosa ti è mai mancato?" pensò di chiedergli ma nessun suono uscì dalle sue labbra poiché dietro Ozai incombeva l'ombra di Zhao pronto già a versare altro veleno nelle orecchie del suo signore.
Il disprezzo per il capitano divenne tangibile e si chiese come mai prima di allora non avesse fatto caso all'aura maligna che si portava addosso.
Con un ulteriore sforzo sui nervi già fin troppo tesi tentò un ultimo appello.
<< Pensa allo scandalo...ai bambini! >>
Di fronte al silenzio dell'uomo, Iroh dimenticò i buoni propositi e passò alle minacce.
<< Ti sfiderò ad Agni-kai pur di impedirlo. >>
Un'espressione di puro terrore attraversò per un attimo il volto altrimenti impassibile del principe.
Un silenzio greve come un sudario era sceso fra i presenti: era chiaro per tutti chi avrebbe vinto il duello e le cicatrici sarebbero durate tutta la vita, sempre che il principe fosse sopravvissuto.
Rimasero a misurarsi, fronteggiandosi come due avversari sull'arena. Poi il bel volto di Ozai si rilassò ed un ghigno satanico gli sollevò i lembi delle labbra purpuree lasciando intravedere i denti candidi come quelli di un lupo-polare.
<< E' tuo diritto. Ma non credo lo farai. >>
Il generale spalancò gli occhi dalla sorpresa, indietreggiando di un passo.
Ozai aveva ragione.
La famiglia era sempre stata il suo punto debole, una fragilità facilmente sfruttabile dal nemico ma che quel nemico fosse proprio il fratello, questo non se lo sarebbe mai aspettato.
L'occhio gli cadde sulle carte ancora sparse sullo scrittoio: tetra sentenza di morte. Era tutto pronto, tutto predisposto e chissà da quanto tempo.
Iroh finalmente aprì gli occhi e il velo dell'inganno fu sollevato.
Lo colse un sentimento di stupore.
Ozai non stava condannando la propria moglie per un malcelato spirito di vendetta o una fasulla sete di giustizia. No. Ozai stava condannando Ursa per fare del male. Non il male commesso per desiderio di grandezza, non per l'egoistico soddisfacimento delle proprie voglie, ma il male per il male; compiuto quasi fosse un'artistica esaltazione del proprio essere, la dimostrazione di un'ostentata potenza in grado di trascendere la subordinata condizione sociale in cui era posto. Anche a costo di perdere se stesso. << Cosa vuoi veramente? >> chiese in tono amaro e dovette ripetere la domanda più forte perché il fratello non diede segno d'averlo sentito. << Allora cosa vuoi? >>
<< Abdica. >> rispose a bruciapelo il principe riscuotendosi d'un tratto.
<< Cosa?! >>
Dopo un momento di iniziale stordimento per la frase che gli era inavvertitamente sfuggita, Ozai raddrizzò le spalle risoluto.<< Rinuncia a mio favore affinché sia io ad essere il prossimo Signore del Fuoco. >>
Iroh rimase senza fiato, tutti nella stanza trattennero il respiro poiché quello che il principe proponeva non era solo un sacrilegio ma un vero atto impuro, il cui solo pensiero disonorava i presenti.
Il Signore Azulon non era ancora stato avvolto dalle fiamme funerarie e già Ozai avanzava un così vile commercio.
Quando era nata tanta ambizione.
Il generale non lo sapeva ma il veleno dell'invidia aveva intossicato il fratello poco a poco e nel corso degli anni lo aveva trasformato nell'esaltato dallo sguardo febbrile di fronte a lui.
<< Tu sei pazzo. >> esalò troppo scandalizzato per obiettare sull'impossibilità della proposta.
Il principe piegò le labbra in un ghigno sardonico << Può essere. >> ammise << Ma se non lo farai , le ceneri del rogo sul quale immolerò Ursa saranno già fredde prima che tu abbia indossato la corona. >>
Iroh chiuse gli occhi troppo scosso per continuare.
L'immagine di Lu Ten gli attraversò la mente accecante e dolorosa. Non aveva neppure terminato di piangere suo figlio e già gli toccava seppellire il padre. Come avrebbe affrontato l'ennesimo lutto? L'uomo si guardò dentro e capì di non avere più risorse.
Sentii tutto il peso della decisione gravargli sulle spalle e abbassò la testa sconfitto.<< Se acconsento, mi giuri che ad Ursa non verrà fatto alcun male? >>
<< Non le verrà torto un capello. >> rispose Ozai in tono stupefatto quasi non si aspettasse una vittoria.
<< Lascerai Zuko a me così che ne sia tutore e maestro!>>
<< Prendilo, è tuo. >> mormorò il fratello ancora incredulo.
Iroh si strofinò il volto, tormentando la fronte, la bocca e la barba vittima di un conflitto interiore in cui il dovere verso la nazione si contrapponeva a quello verso la sua anima.
Ozai evidentemente aspirava al trono con un desiderio maggiore del suo e questa fame rischiava di divorarlo distruggendo tutto, ma se Iroh l'avesse assecondato? Forse la sua ambizione si sarebbe placata, forse, per quanto strano potesse sembrare, era la via giusta da intraprendere e forse avrebbe trovato la pace.
Forse...
<< Cosa decidi? >> chiese impaziente il principe.
Dargli quello che voleva?
Che senso aveva il trono per Iroh?
A chi lasciarlo?
Quando Lu Ten era morto con lui erano state bruciate anche tutte le ambizioni del padre.
Abbandonare la via tracciata per una nuova strada... ne sarebbe stato in grado?
Qualcuno nella stanza si mosse causando un lieve spostamento d'aria che fece fremere le fiamme delle lanterne e la luce danzò sulle facce dei presenti animando le ombre acquattate fra le pieghe della pelle; il volto di Ozai, una maschera di cera dal quale sembrava essere stato risucchiato tutto il sangue, quello di Zhao, così vicino al principe da sfiorargli le spalle, un capolavoro di avida attesa.
Angustiato ed ancora titubante il generale si sedette allo scrittoio e, dopo un attimo di incertezza, tracciò alcune frasi sulla carta imprimendo il suo sigillo con forza, di getto senza rileggere.<< Ora Ozai tocca a te mettere nero su bianco quanto hai promesso.>> disse.
L'uomo fissò ipnotizzato per un attimo, la carta che Iroh sventolava con la mano riscuotendosi immediatamente; sollevò un sopracciglio in segno di sdegno ma ottemperò alla richiesta sotto lo sguardo vigile dei testimoni.
Si scambiarono quanto stilato nel più rigoroso silenzio e subito Ozai fece un cenno al capitano che batté i tacchi in risposta. << Porta questo ai sacerdoti. >> ordinò soddisfatto << E dai ordine di preparare la partenza della Signora Ursa. >> Iroh sollevò la testa di scatto << Mi raccomando. Non deve esserle torto un capello. >> terminò il principe guardando di sottecchi il fratello maggiore.
<< Per dove? >> chiese il capitano soffocando a stento una gioia feroce nel tono della voce, la stessa che aveva mal celato il giorno in cui, a Ba sing se, aveva comunicato la morte di Lu Ten; ma il generale era troppo coinvolto allora come ora per accorgersene.
Ozai scrollò le spalle con noncuranza.
<< L'importante è che non le sia più permesso di far ritorno in queste terre e ovviamente nessuno dovrà mai saperlo. Non avrai pensato, Iroh, che l'avrei lasciata impunita per quello che ha fatto. >> terminò rivolgendosi al generale.
Il maturo condottiero chinò il capo, non c'era altro da aggiungere. Il volto di Ozai si distese in una espressione di trionfo.
<< Spero che tu possa trovare la pace fratello. >> mormorò Iroh mestamente prima di congedarsi.





Note dell'autore:

Iroh qui subisce la trasformazione finale.
Come gli antichi samurai che si svestivano dell'armatura per indossare la tonaca, il generale si libera delle proprie insegne rinunciando al trono. Ha fatto bene ? Ha fatto male? Queste purtroppo sono domande retoriche poiché non vi è una risposta giusta o una sbagliata, sicuramente ha compiuto una scelta della quale poi abbiamo visto gli effetti.
Ozai invece ne esce trionfante, almeno all'apparenza, ottiene tutto ciò che ha sempre desiderato al prezzo della famiglia, chissà quanti si trovano nelle stesse condizioni sul lavoro. Sarà un regno breve il suo, e alla fine perderà tutto ( meritatamente aggiungerei.)
Questa volta purtroppo non sono riuscita ad astenermi dai giudizi e me ne cruccio ma è stato più forte di me ( io li detesto i tipi come ozai e zhao) .
Zhao... Zhao è un personaggio particolare. Mi ci sono messa a riflettere parecchio prima di inquadrarlo e alla fine ho avuto l'illuminazione. Anche lui a modo suo è un samurai. Uno però di quelli che ha degenerato il codice. E' legato al suo signore e non solo ubbidisce agli ordini ma li interpreta per far ascendere Ozai sempre più in alto perché così anche lui può salire. Vuole essere il suo braccio destro e non ammette concorrenza è per questo che tenta di separarlo da Iroh ursa e zuko. Da Azula no perché la ragazza è troppo dipendente emotivamente dal padre per costituire un pericolo.

P.P.S.
Dietro gli utilissimi suggerimenti di Lance ed Era ho modificato il capitolo aggiungendo qualcosina in più al rapporto tra i fratelli.
Grazie a Lance che praticamente mi ha fatto da redattrice sono riuscita a migliorarlo ulteriormente anche se mi ha dato una bella gatta da pelare riguardo alcune sfumature di significati, alla fine ho deciso di mantenere la lettura originale perché mi servirà per il prossimo Legami. Come L. mi ha giustamente fatto notare, Ozai è un immaturo con un forte senso di possesso: mia la moglie, miei i figli, mio il fratello. Mio. Mio. Mio. Però è anche vero che ha appena fatto cambio con qualcosa che pensava di non poter raggiungere: il potere assoluto. Ed è per questo motivo che ho optato per il distacco dato dall'uso dei nomi propri invece di dire fratello mio o mia signora. E' in cima alla piramide ed è completamente solo.
Se vi sembra poco credibile fatemelo sapere così che io, attraverso i vostri suggerimenti migliori le mie abilità di plotter.
Un bacione a tutti i miei lettori e soprattutto a Lance ed Era che mi hanno sostenuto fino ad ora ^^
  
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