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Autore: Vago    28/05/2017    4 recensioni
Questo mondo è impazzito ed io non posso farci nulla.
Non so cos'hanno visto in me, ma non sono in grado di salvare chi mi sta vicino, figurarsi le centinaia di persone che stanno rischiando la vita in questo momento.
Sono un allenatore, un normale allenatore, non uno di quegli eroi di cui si parla nelle storie sui Pokémon leggendari.
Ed ora, isolato dal mondo, posso contare solo sulla mia squadra e sulle mie capacità, nulla di più.
Sono nella merda fino al collo. No, peggio, sono completamente fottuto.
Non so perchè stia succedendo tutto questo, se c'entrino davvero i leggendari o sia qualcosa di diverso a generare tutto questo, ma, sicuramente, è tutto troppo più grande di me.
Hoenn, Sinnoh, due regioni in ginocchio, migliaia di persone sfollate a Johto dove, almeno per ora, pare che il caos non sia ancora arrivato.
Non ho idea di come potrò uscirne, soprattutto ora che sono solo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Rocco Petri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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 Seduti intorno a un lungo tavolo c’erano i superquattro, Alghero, Ester, Frida e Drake, due alla destra e due alla sinistra del Campione Adriano.
Poi Rocco, il grande allenatore specializzato sui tipi acciaio. Lo conoscevo per fama, essendo stato il Campione prima di Adriano.
Ancora le nove sedie dei capipalestra, cinque delle quali erano già occupate. Mancavano solo Rodolfo, l’anziano capopalestra di Ceneride, Tell e Pat di Verdeazzupoli e Norman, di Petalipoli.
Diversamente da cosa avevo immaginato, non c’erano tutti gli allenatori delle otto palestre, ma solo uno per ognuna.
Rimasi onorato di essere stato scelto da Rudi, il massimo esperto sui tipi lotta, come rappresentante della sua palestra. Soprattutto perché io mi volevo specializzare nel tipo buio… e lui lo sapeva.
Mi misi dietro la poltrona del mio mentore, in piedi.
Ancora, oltre i capipalestra, erano sedute quattro persone.
La prima, un uomo alto e decisamente muscoloso in alta uniforme. Doveva essere uno impiegato nelle alte sfere delle forze dell’ordine. I capelli ingrigiti gli conferivano un’aria vissuta.
Il secondo era decisamente un ranger. Non mi era capitato di vederne molti, ma la divisa rossa era inconfondibile e l’apparecchio che riposava appoggiato sul tavolo, lo styler, mi sembra si chiami, confermava la mia idea.
La terza, una donna già di una certa età, era probabilmente una rappresentante dell’organo sanitario, come dimostrava la croce rossa sull’abito candido.
Il quarto era della commissione della lega, dell’organo che amministrava la lega pokémon e tutto quello che vi era collegato, come le palestre e gli allenatori che le occupavano. Erano stati loro a mandarmi a lavorare in quella di Bluruvia. Quell’uomo, tra l’altro, da qualche parte l’avevo già visto. Era anziano, sulla sessantina, con l’attaccatura dei capelli bianchi alta e un paio di folti baffi candidi che gli scendevano sul labbro superiore.
La presenza di tutte quelle alte cariche della regione mi mise ancor più in allarme. Qualcosa di grosso stava accadendo.
- È davvero così critica la situazione?- chiesi con un filo di voce a Rudi, che non mi rispose.
Si. Era decisamente critica.
La mano mi corse automaticamente alle sfere, in cerca di conforto.
Arrivarono anche gli ultimi invitati. La riunione plenaria era iniziata.
Come di rito Adriano si alzò, salutando i presenti. Poi il suo volto si fece cupo.
- Ora passiamo al motivo di questa convocazione d’urgenza. Il Monte Camino sembra essersi svegliato, rappresentando così un pericolo per le città di Cuordilava ovviamente, Brunifoglia, Ciclamipoli e probabilmente Mentania. Inoltre, come se questo non bastasse, una tempesta sta flagellando Porto Alghepoli e Verdeazzupoli creando dei gravi disordini. Da un’attenta visione delle leggende e degli avvenimenti storici, queste situazioni anomale parrebbero essere causate dal risveglio dei due leggendari Groudon e Kyogre, ma non vi sono notizie certe. Il nostro compito è multiplo: far evacuare le città interessate, dirigendo gli sfollati verso città più sicure e, una volta messa in sicurezza l’area, trasferire il maggior numero possibile di persone nella regione di Johto. Dall’altra parte bisogna creare squadre di esplorazione che raccolgano informazioni sulla causa di questi disordini, siano queste naturali o meno. Tutti voi siete in possesso di un pokèNav, userete questo mezzo per comunicare con il centro di controllo attraverso linee sicure e frequenze garantite. Le forze dell’ordine, i capipalestra e tutti i membri della lega pokémon saranno impegnati nell’evacuazione delle città. È stato deciso che la commissione sarà impegnata nel centro di controllo, con il compito di inviare gli ordini e ricevere gli aggiornamenti. Sono stati convocati anche otto allenatori scelti per formare squadre miste con i ranger. Le coppie saranno le squadre di ricognizione, ma in caso di necessità dovranno essere pronte a venire impiegate per l’obbiettivo principale, ovvero l’evacuazione. Domande?-
Nessuno parlò. Ovviamente.
Non poteva essere stato più chiaro di così. I Leggendari Groudon e Kyogre stavano di nuovo combattendo.
Il loro scontro aveva causato la formazione di Hoenn e avevo paura di quello che sarebbe potuto accadere questa volta.
Poi mi resi conto di una cosa. Una cosa enorme. Avrei dovuto collaborare con un ranger. Un dannatissimo ranger in divisa che mena ai quattro venti il suo Styler splendente. Che buffoni. Non avevano nemmeno pokémon propri.
Adriano sciolse il congresso con poche altre parole.
I presenti si dileguarono silenziosi, con il capo chino, turbati dalle rivelazioni del campione.
- Mi raccomando. So che sei un allenatore capace, anche se devi imparare ancora molto. Vedi di collaborare con quel povero ranger che ti sarà appioppato e non farlo impazzire.- Rudi mi guardò un attimo negli occhi pensieroso. - Fai in modo di trovare una causa più terrena a questo cataclisma, perché non vorrei trovarmi in mezzo a uno scontro tra titani.-
Il capopalestra mi diede una pacca sulla spalla tanto forte da farmi barcollare.
- Ci vedremo presto, Rudi.-
- Perché lo dici? Pensi che uno dei due possa non ritornare?-
- No. È solo che… niente. Ciao.-
Rudi si allontanò sorridendo.
Una mano sulla spalla mi fece trasalire. Mi voltai.
Era Rocco, la giacca nera, i capelli grigi, nonostante fosse ancora abbastanza giovane… Perché mi ricordavano qualcosa?
Poco importava, l’avrò visto in televisione durante un’intervista o qualcosa del genere. Dopotutto è uno degli allenatori più famosi della regione, figlio di un ricco impresario e Arceus sa solo quante altre cose, sarebbe strano se non mi fosse stato familiare.
- Sei Nail, vero? Della palestra di Bluruvia.-
- Si, sono io.-
- Molto bene. Vieni con me, stanno per formare le squadre.-
Era particolarmente calmo, il viso era rilassato e il sorriso appena abbozzato sembrava sincero.
Come cazzo era possibile che in una situazione critica a dir poco riuscisse a non perdere la calma? Dannazione! Io ero quasi sul punto di vomitare il pranzo di due giorni prima!
Comunque mi lasciai dirigere da quell’uomo singolare. In lui c’era qualcosa di dannatamente familiare, ma ero abbastanza sicuro di non averlo mai visto dal vivo, prima.
Il capitano dei ranger, se quello era un capitano, stava impartendo gli ultimi ordini agli otto sottoposti che gli stavano davanti, in riga. Per la precisione erano cinque ragazzi e tre ragazze.
Per mancanza di tempo le coppie allenatore-ranger vennero formate a caso. Poco male, non avevano neanche pensato di formare coppie solo femminili o maschili, no?
Ovviamente, con tre ragazze su otto ranger, a me capitò un simpatico ragazzo dai capelli untuosi incollati alla fronte e la giacca che ancora puzzava di nuovo.
Se c’era una categoria che detestavo più dei ranger, erano i ranger novellini che si muovevano tronfi nelle loro divise che non hanno visto nemmeno una settimana.
Noi eravamo la squadra 6.
Probabilmente Arceus  stava ridendo a crepapelle in quel momento, guardandomi. E io dovevo contribuire a salvare la regione? Con quel tipo al mio fianco? Avrei fatto prima ad attraversare l’oceano sul dorso di un Magikarp paralizzato.
- Non avendo nessuna informazione sull’origine di questi disordini vi lasceremo completa libertà di movimento. La priorità è comunque la regione di Hoenn, nel caso doveste spingervi in altre regioni vi prego di informarci al centro di controllo.- disse diplomatico l’anziano incaricato della commissione, facendo sobbalzare i suoi baffi candidi ad ogni parola. Ecco dove l’avevo visto, ho avuto il piacere di parlargli una volta soltanto, quando la mia formazione di allenatore professionista venne affidata alla palestra di Rudi.
Notai con la coda dell’occhio un gruppo di Machamp trasportare all’interno della lega diverse scatole, probabilmente contenenti le apparecchiature per mantenere in contatto i diversi gruppi.
Ognuno aveva il proprio compito. Era ora di partire…

Uno stormo di pokémon volanti si levò dalla piana di fronte alla lega, portando con sè decine di uomini pronti a fronteggiare l'emergenza al meglio delle loro possibilità. Ma noi eravamo ancora a terra. Dovevamo sbrigarci. Non volevo deludere le aspettative del mio mentore.
Primo passo: almeno conoscere il mio compagno di disavventura.
- Ciao. Sono Nail, della palestra di Bluruvia.-
- Si… certo, certo. Hasi. Andiamo? O preferisci offrirmi un tè di Brunifoglia?-
Fatto.
Secondo: Tirargli un cazzotto su quella fogna che si ritrova al posto della bocca.
No, vabbè. Partire.
- Partiamo pure.  Hai un pokémon volante tuo, oppure mi segui a nuoto?-
- Io? Io?! Certo che ho un pokémon volante. Anzi. Un drago! La centrale dei ranger mi ha messo a completa disposizione il Dragonite di servizio. Potresti avere qualche problema a starmi dietro…-
Lo sguardo ebete che gli si stampò sulla faccia quando il mio Swellow superò quel suo Dragonite sovrappeso penso rimarrà per sempre tra i miei ricordi migliori.
Ad ogni modo, riuscimmo a raggiungere Albanova senza particolari intoppi, se non le forti correnti che, di quando in quando, ci tagliavano la rotta. Non tentai nemmeno di andare a salutare il professore nella sua casa in paese, tanto sapevo che non era nel laboratorio.
Come al solito.
Il Dragonite atterrò pesantemente, facendo volar via caoticamente uno stormo di Taillow che si era posato su un tetto, mentre una manciata di piume blu scuro caddero leggere come ultima traccia della loro presenza.
Hasi scese pomposo da quel povero pokémon affaticato. - Allora. Andiamo? Perché ti sei già fermato?-
Mi vennero in mente tanti insulti da poterci riempire un libro, ma mi trattenni.
- Mi sono fermato per aspettarti. E poi, dove vuoi andare? Non ti ricordi che non sappiamo da dove cominciare?-
- Come non sai dove andare? Io ti ho seguito perché pensavo sapessi cosa fare.-
- Infatti, non sono venuto qua per niente. In questa città vive un professore, uno studioso che potrebbe darci qualche dritta sulla nostra meta. Ora fai rientrare quel Dragonite, che dobbiamo camminare per incontrare Birch.-
- Questo Dragonite non può rientrare, non ha una pokèball.-
- E allora ce lo porteremo dietro. Che vuoi che ti dica. Spero solo che con la sua delicatezza non spaventi i Ralts.-
Contro ogni mia aspettativa non discusse. Tanto meglio per me.
Accompagnati dai passi pesanti del pokémon drago, ci avviammo lungo il percorso che conduceva a Solarosa e da lì, senza neanche far visita al centro pokémon della città, continuammo verso nord, imboccando il percorso 103, dove Birch amava passare le sue giornate.
Nulla sembrava essere stato turbato dagli eventi che sconquassavano la porzione settentrionale della regione, gli abitanti di Solarosa portavano avanti i loro compiti quotidiani con una tranquillità che gli sarebbe stato impossibile mostrare, se fossero stati a conoscenza di cosa stava avvenendo a pochi chilometri da loro.
Riconobbi immediatamente, tra gli alberi, il suo camice bianco da scienziato sporco qua e là di terra.
- Professore! Professore!- gridai, sventolando la mano per farmi vedere.
Lui ci impiegò un attimo per riconoscermi, devo ammetterlo. Ma, in fondo, erano parecchi mesi che non gli facevo visita e chissà quanti starter aveva dato a ragazzini entusiasti come me, quel giorno lontano...
- Ma… ma tu sei Nail! Vieni qua! Fatti vedere bene!-
Dopo i vari convenevoli e saluti Birch si rese conto del mio compagno, o meglio sfortuna, di viaggio.
- Dimmi, ragazzo mio, chi è il tuo amico?-
- Vedi,- gli risposi un po’ imbarazzato - Questa purtroppo non è una visita di cortesia. Lui è Hasi, un ranger. Siamo una delle otto squadre formate dalla commissione della lega.-
- La commissione della lega? Deve essere una cosa seria… questo non è il posto adatto per parlare. Che ne dite, andiamo al mio laboratorio?-

Seduti intorno a un tavolino rotondo, con una tazza di vero infuso di Brunifoglia fumante sotto il naso, continuammo la nostra discussione.
- Quindi c’è di mezzo la commissione… che cosa è successo di così terribile?- riprese il professore, sporgendosi verso di me con sguardo serio. 

   
 
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