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Autore: Violetta_    29/05/2017    4 recensioni
Ricordi dal passato che riaffiorano prepotenti nella mente. Eventi che non possono essere rivelati nonostante celino dei momenti di dolcezza.
***
(Dal capitolo 3)
- Baderesti a lei mentre non ci sono? -
Ancora non lo sapeva ma quelle poche parole lo avrebbero tormentato per i successivi diciotto anni.
Il bambino annuì poco convinto.
- Va... va bene... -
(Dal capitolo 6)
Decise di non raccontarle quello che era successo pochi minuti prima: Elena era così entusiasta che avrebbe tenuto quel segreto per se.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Akemi Miyano, Elena Miyano, Tooru Amuro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sollievo







<< Quella mocciosa non la smette di piangere >>
<< Dov'è ora? >>
<< L'ho lasciata in quello stanzino, prima o poi si stancherà >>

Da dietro il muro il piccolo Rei udì la conversazione tra i due uomini.

Serrò i denti in preda alla rabbia avvertendo gli occhi inumidirsi.

Non vedeva più Elena da parecchi mesi.

Non era stupido, aveva capito cos'era successo anche se nessuno si era degnato di rispondere alle sue domande.

Akemi era stata portata in un istituto e la bambina, da quando avevano iniziato a sottoporla a quegli strani test, veniva spostata continuamente da una stanza a l'altra.

La cosa che lo spaventava era che ultimamente si rifiutava di mangiare e piangeva sempre.

Aveva chiesto di poterla vedere ma ovviamente gli era stato negato.

Era stanco di avere sue notizie tramite discorsi origliati quindi decise di agire.

Uscì dall'edificio, scavalcò il cancelletto ed entrò nel condotto dell'aria.
Conosceva molto bene quei cunicoli, non era la prima volta che vi si addentrava meritandosi le ramanzine di Elena o peggio le punizioni da parte di uno di quegli uomini.


<< Vediamo... da qui devo andare... di là >>


Faticava un po' a muoversi, il condotto era stretto e in molti punti doveva stare attento a non farsi sentire.

Vide una donna dai lunghi capelli biondi parlare ad una distanza molto ravvicinata con un tizio coperto da un cappello nero. Non vi diede molto peso e andò avanti aiutandosi coi gomiti.

Girò verso destra e sorrise riconoscendo la stanza. Andrò dritto seguendo il pianto della piccola.
La grata era rotta quindi era stata parzialmente rimossa permettendogli di sporsi con la testa.

Eccola.

Shiho era stata posta sopra una culla pediatrica piuttosto spartana, senza nemmeno una coperta.


Piccola... era tutta rossa per via del pianto prolungato, gli occhi chiusi dai quali uscivano delle piccole lacrime e le manine strette a formare due piccoli pugni.


Le fece tanta pena. Se Elena mancava a lui non osava immaginare cosa stesse provando lei.


La finestra di ventilazione distava dal tavolo poco più di un metro dunque era abbastanza vicino.
Allungò il braccio cercando di toccarle il pugnetto.

Niente.

Riprovò di nuovo.


<< Gnnn dai ancora un po'... >>


Niente.

Sospirò amareggiato.

La piccola intanto continuava a piangere.

<< Dai Shiho cerca di calmarti >> sussurrò il ragazzino sperando di sortire un minimo di effetto.


La piccola lo ignorò, o forse non lo udì nemmeno, continuando a gridare disperata.


All'improvviso gli venne un'idea.


<< Ehi ehi ... Shiii... ho! >> disse utilizzando un tono di voce molto infantile.


La piccola smise di piangere.


<< Prrrrr >> fece una pernacchia uscendo la lingua.


La bambina fece un piccolo sorriso socchiudendo gli occhi.


Rei sorrise vittorioso. Quel gioco funzionava sempre con la bambina. Aveva passato interi pomeriggi a fare pernacchie e a pronunciare il suo nome coi toni più buffi che riuscisse ad emettere e il tutto al solo scopo di farla sorridere.


<< Kawaii >> si lascio sfuggire.


Shiho aveva smesso di piangere e aveva preso a fissarlo incuriosita.

Quegli occhi erano davvero particolari, grandi e color pervinca.

E quel sorriso era il più bello e dolce del mondo.


<< Prr prrrr >> continuò il ragazzino facendo delle facce buffe.


La piccola rise di nuovo.



*




<< Azusa-san potresti passarmi il... il... coso >>


I detective boys erano andati a prendere qualcosa da mangiare al Poirot prima di andare a giocare a calcio.

Attendevano i loro panini ed intanto stavano chiacchierando tra loro, Conan drizzò le orecchie incuriosito da quello strano comportamento da parte dell'agente del PSB.


<< Mh? >> Azusa si guardò intorno non capendo cosa il ragazzo stesse indicando.
<< Il coso ... il... prrr >>


Ai fece una piccola risata spontanea socchiudendo gli occhi. Subito dopo si schiarì la voce e si ricompose non capendo cosa le era preso.


I bambini non notarono la reazione della loro amica poiché erano intenti a guardare Amuro confusi ed anche un po' divertiti.


Il ragazzo si mise una mano dietro la nuca ridacchiando imbarazzato.


<< Eh eh perdonatemi quando non mi viene una parola a volte mi capita di reagire così... >> disse velocemente << Tranquilla Azusa-san faccio da solo >>


Conan aggrottò le sopracciglia: quella strana scenetta non gli era sfuggita.



*



Rei andò sul retro del locale e poggiò la schiena contro il muro fissando il cielo.


Sorrise.


Portò il dorso della mano sulla fronte e emise un sospiro di sollievo.







Il vagone merci era stato sganciato, era stato lui stesso a fare in modo che si separasse dal resto del treno.

Ma mai avrebbe voluto che le cose andassero in quel modo.


<< No! >>


Un urlo disperato e poi l'esplosione.

Lei era la dentro.





Non era riuscito a dormire nei giorni successivi, era tormentato dai ricordi e quel che era peggio doveva dimostrare di essere contento per la buona riuscita del piano o la sua copertura sarebbe saltata.


Poi aveva rivisto quella bambina insieme a Conan durante la festa dei ciliegi e gli era sorto un dubbio.

Aveva iniziato a seguire il piccolo detective e aveva udito la telefonata che le aveva fatto quella sera aumentando i suoi dubbi.



Comportarsi in quel modo insolito davanti ai bambini e soprattutto davanti a Conan era stato un azzardo ma ne era valsa la pena.



Sorrise nuovamente portandosi indietro i capelli.



Era lei ormai ne era certo.



Aprì la bocca inspirando una forte boccata d'aria, avvertendo un bisogno disperato di ossigeno.

Si sentiva emozionato come poche volte in vita sua, a stento controllava le lacrime.



Era viva!



Non sapeva come fosse riuscita a salvarsi sul treno né perché avesse le sembianze di una bambina.



Ma era viva e questa era la cosa importante.















***
Angolo dell'autrice.

Come nel capitolo precedente anche qui a livello clinico la ff non è attendibile al cento per cento. Una base scientifica c'è, ovvero considerato che Shiho è praticamente un genio con un altissimo quoziente intellettivo ho immaginato che l'amnesia infantile sia piuttosto ridotta in lei. (Per chi non conoscesse il concetto di “amnesia infantile suggerisco di cercarlo su google, non vorrei commettere degli errori nel cercare di riassumerlo)

Precisiamo: Ai non ricorda assolutamente nulla dei suoi primi anni di vita, il suo cervello ha solo reagito ad uno stimolo che aveva ricevuto anni prima.
Rei ha sperato di poter fare affidamento su questo.

Detto ciò spero di aver reso al meglio questo capitolo (soprattutto per chi segue la mia raccolta “Bone Machine”)
Grazie a tutti i lettori.
Besos.

Violetta_







   
 
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