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Autore: marea_lunare    30/05/2017    2 recensioni
“Promettimi che vivrai”
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Promise



Entri nel salotto deserto e silenzioso di Baker Street.

‘Dov’è John?’ pensi.

Poi un lamento sommesso ti giunge alle orecchie.

Accasciato sotto la finestra, dietro la tua poltrona, John giace semicosciente.

Il tuo volto corrucciato diventa un’espressione di puro panico mentre cerchi di raccogliere più dati possibili per capire cosa possa essergli successo.

Come lo raggiungi, una morsa ti stringe lo stomaco e ti fa a pezzetti le budella.

Vedi una scena di cui fin troppe volte ti sei reso protagonista.

Laccio emostatico legato attorno al braccio, buco in vena ancora sanguinante, siringa svuotata: John si è indotto un’overdose.

“John, che cazzo hai combinato?!” dici sommessamente, staccandolo dal muro e facendolo sdraiare sul duro pavimento di legno. Meno si muove meglio è.

“Sherlock…Sei qui…” bisbiglia il tuo amico in un fil di voce, guardandoti con i suoi occhi azzurri semichiusi, ottenebrati dalla mostruosa quantità di morfina che si è appena iniettato.

“Dove sei stato in questi anni?” ti sussurra, mentre cerchi di comporre il numero di un’ambulanza.

Tenti di illuderti che ci sia una speranza, ma sai che mediamente i soccorsi impiegano otto minuti ad arrivare: decisamente troppi.

“È inutile, Sherlock…” dice John afferrandoti il polso con una forza alquanto strana per uno nelle sue condizioni “Non arriveranno in tempo”.

Tu lo guardi disperato e quella domanda ti sfugge dalle labbra prima che tu possa rendertene conto.

“Perché l’hai fatto, John?”

Watson ti guarda e fa un piccolo sorriso, accennando una risata che viene subito smorzata da una fitta di dolore al petto che lo fa piegare in due.

Sussurri il suo nome come se l’uomo davanti a te potesse spezzarsi come un bicchiere di cristallo.

“Ti credevo morto, Sherlock” ammette debolmente “Per un breve periodo ho avuto una compagna, ma non è andata bene. Sono rimasto di nuovo… solo”.

Chini il capo in segno di colpevolezza, percependo il peso di quei due anni di assenza gravarti sulla schiena come un cumulo di enormi macigni.

Senti le lacrime bruciarti negli occhi come alcol puro, il respiro di John si fa sempre più debole.

“Sherlock” ti chiama all’improvviso, alzando il suo sguardo su di te e lasciando che le sue palpebre si alzino, così che tu possa incontrare le sue iridi azzurro cielo.

“Promettimi che vivrai” ti dice afferrandoti per il bavero del cappotto con il pugno chiuso.

“John…” sospiri, la voce che trema.

“Promettimelo, Sherlock. Promettimi che continuerai a vivere. Continua ad essere l’unico consulente investigativo al mondo e prendi a calci nel culo tutti i criminali che vagano per la nostra città. Londra ha bisogno della tua presenza” sibila tutto d’un fiato il dottore.

Senti il suo alito caldo sul volto che ti investe come una stilettata.

Non puoi far altro che annuire, mentre due lacrime ti scendono lungo le guance fino alle punta del naso, cadendo sulla mano di John.

Lui ti guarda serio, ma puoi immaginare il suo caldo cuore sciogliersi al contatto con quel tuo dolore liquido.

Per la prima volta lasci che ti legga come un libro aperto.

Non nascondi più tutto l’affetto che provi per lui, lasci solo che ti scorra lungo le guance, inglobato dalle tue lacrime.

“Promettimelo” ti chiede ancora, deciso.

“Te lo prometto, John” dici, stringendo il suo pugno nella tua mano guantata, candida e tremante, ma al contempo sicura.

Watson ti sorride sinceramente.

Un’altra morsa di dolore lo colpisce e lo dilania, ma non vi resiste.

Si fa cullare da quello spasimo così pungente e si abbandona sul pavimento, morendo in silenzio, senza un lamento.

Tu lo guardi con occhi sbarrati, rossi di pianto, e non puoi far altro che invocare il suo nome a squarciagola, in una dolente preghiera rivolta all'anima del tuo migliore amico spirato davanti al tuo volto distrutto. 







Note dell'autrice: Buonasera a tutti! Oggi sono qui con un piccolo delirio serale, scritto oggi pomeriggio in un momento di tristezza (come ormai potrete ben immaginare). E' una fanfiction scritta così di getto, infatti non ho pensato al contesto preciso in cui possa essere ambientata (perlomeno per quanto riguarda il rapporto tra John e Mary. Teoricamente, Mary sarebbe la compagna con la quale "non è andata bene", quindi diciamo che c'è ma non è esplicitamente nominata). Ovviamente la situazione è quella del ritorno di Sherlock con un tentativo di sopresa, quando poi, alla fine, quello che riceve una (spiacevole) sorpresa è proprio lui. 
Presto aspettatevi la "seconda parte" di Falling Down, che sarà simile a questa, ma meglio strutturata e soprattutto più elaborata. 
Sperando che vi piacia, vi mando un enorme abbraccio virtuale e ci vediamo alla prossima <3 
   
 
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