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Autore: DanieldervUniverse    31/05/2017    0 recensioni
Una famiglia di tre fratelli cerca di vivere la sua vita mandando avanti un attività lasciatagli in eredità dai genitori e da un loro socio, il simpatico Makarov Dreyar, che dispensa consigli e aiuti in giornate terribilmente difficili come quella in cui un nuovo vento ha cominciato a soffiare...
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elfman, Lisanna, Mirajane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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A\N: Okay, gli esami mi stanno scivolando addosso come le cascate, quindi pubblicare un altro capitolo adesso in fondo non sarebbe così male.

DII\N: Genio, separa la tua vita privata dalla tua vita virtuale, e ne trarrai solo vantaggi.

A\N: E poi a te chi ti ascolta più?

DII\N: Vuoi tentarmi?


Lisanna e Mirajane si concessero qualche minuto di silenzio, sdraiate sul tetto della locanda.

Lisy aveva un labbro gonfio e il chiaro segno di uno schiaffo sulla guancia

Mira un occhio nero.

E un dito fasciato perché la sorella gliel’aveva morso.

-Necessario?- chiese la maggiore.

-Liberatorio- rispose Lisanna, secca e neutra.

-Divertente- aggiunse Mira, concedendosi un ghigno.

-Forse- ammise la minore, alzando le spalle.

Ruppero l'aria di monotonia iniziando a sghignazzare, poi a ridere.

Lisanna si era tolta gli occhialoni e il casco, ovviamente perché altrimenti Mira glieli avrebbe distrutti a suon di pugni.

Gli abiti non erano granché sgualciti: i pantaloni a mezza gamba della ragazza erano intonsi, la giacca in pelle un po’ sgualcita, e i capelli sgualciti.

Mira invece si era tolta il grembiule e a parte l'occhio e il dito, era perfetta: lei vestiva con un lungo abito color magenta, con la gonna a balze e le spalline sottili (sorvoliamo sulla scollatura).

-Cosa hai fatto stavolta?- chiese la maggiore, dopo essersi asciugate le lacrime.

-Sono entrata in una zona vietata. Un cantiere- spiego Lisanna girandosi a guardarla fissa negli occhi.

-Caspita. E cosa hai fatto?- rispose l’altra, alzandosi a sedere.

Avvicinò i propri ginocchi al petto e li cinse con le braccia dondolandosi dolcemente.

-Mi sono infilata tra i denti di una scavatrice.

-E?

-Basta. Appena ho ripreso quota mi hanno beccata.

-Record- commentò Mira, con una scintilla di genuina ammirazione.

-Piantala- rispose Lisy, dandole una gomitata.

-Da chi stavi andando?

-Da Levy e Cana. C'è questo nuovo ragazzo, Gaijel, che Levy dice le ha salvato la vita. Ci teneva a presentarmelo.

-Lei sa che ti hanno presa?-

-Ormai si. Dubito che qualcuno in città non lo sappia. Specie con la scenata dentro la locanda.

Mira abbassò lo sguardo, pensando a cambiare discorso.

-Come stanno le ragazze?

-Strane. sarà perché non le ho viste per due anni- rispose Lisanna, sempre con un tono poco accomodante.

Mira si morse il labbro: quella conversazione stava diventando scomoda.

-Meglio che io torni disotto, arriva il tramonto e tra poco è l'ora di punta.

Mira si alzò con la sua grazia sovrumana, facendo ben attenzione a non pestare la propria gonna mentre camminava sulle tegole, e rientrò dalla finestra della loro stanza, proprio sopra a dove si erano appoggiate lei e la sorella.


Lisanna rimase ad ascoltare i clienti che arrivavano e partivano.

La camera dietro di lei era quella dove dormivano da piccoli, ma alla fine Elfman l'aveva lasciata a lei e Mira.

C'era, nell'angolo destro, una scrivania, con sopra le foto dei loro genitori e di loro da bambini, ma tra tutte spiccava quella del giorno in cui lei era uscita di prigione.

Scattata da una guardia, ritraeva lei, Mira, Elf e Gramps, tutti con le manette finte ai polsi.

C'era da ridere perché lei non ricordava nemmeno come ci era finita in prigione.

Da quel giorno aveva cercato di rimettersi in riga, ma il suo surf nuovo (che ovviamente avevo cominciato a costruire da piccola assieme al fratello e alla sorella, e che loro le avevano fatto trovare finito quando la sua condanna era finita) e il modo in cui erano cambiate le sue amiche le avevano fatto scordare la promessa.

Nel giro di pochi minuti lei rimase sola con il vento, le stelle e una muta domanda: "Perché Cana è sempre mezza nuda?".


-Ehi Mira, che hai fatto all'occhio?- le chiesero un paio di anziani avventori, con l’aria vissuta ma gli occhi che sprizzavano di malizia, rivolta ovviamente alla giovane.

-Niente ragazzi, è solo trucco- spiegò Mira, sorridendo in modo disarmante -Ora devo scappare, divertitevi pure.

Scivolò via rapidissima zigzagando tra i tavoli e si rifugiò in cucina.

-Momentaccio?- le chiese Makarov, intendo a bersi una tazza di tè.

-Gramps ti prego dimmi che ti serve aiuto in cucina- gli chiese la ragazza, quasi pregandolo.

-Dammi il cambio allora, ragazza mia: ho promesso a Macao e Wakaba che gli avrei offerto una birra- rispose al volo il vecchietto, saltando giù dal banco della cucina.

-Di nuovo?

fece la testa di Makarov.

Nel tempo che impiegò a girarsi per prendere il grembiule Gramps era sparito di nuovo.

-Cosa devo fare?- si disse Mirajane, sconsolata, mentre si legava i capelli così che non la disturbassero.

-Sorellona...

-Elf che cosa vuoi?- chiese sbrigativa, mentre si metteva a pulire i piatti.

-Sapere cosa devo fare con quel branco di animali che si chiamano come lo Zodiaco- le spiegò il fratello, indicando un tavolo con quattordici rumorosi avventori vestiti da animali o altre cose confuse.

-Sbattili fuori a calci nel modo più gentile possibile- si limitò a rispondere lei, non proprio dell’uomo di fare scelte temperate e meditate

-Da vero uomo?

-Da vero Gentiluomo- precisò, cosciente che la gentilezza del fratello fosse dosata per macigni.

Elfman ritirò la testa nella sala lasciando Mira di nuovo sola.

-Cavolo, mi manca già mia sorella.


-Cavolo mi mancavate già!- esclamò Lisanna, rischiando di scivolare giù dal tetto per la sorpresa.

Per puro caso Levy, Cana e quello che doveva essere Gaijel, erano sbucati sul tetto per farle compagnia.

Levy era vestita al solito modo, con pantaloncini e una maglietta verde, mentre Cana mostrava prepotentemente le sue forme con un paio di pantaloni attillatissimi oltre ogni capacità e un bustino striminzito.

Gaijel, invece, era del tutto inquietante, con abiti rigorosamente neri, pantaloni e maglietta smanicata, con una fascia di cotone attorno ai fianchi, e un lungo impermeabile.

La parte più pericolosa erano i bracciali metallici attorno ai polsi , i piercing e gli orecchini metallici, la criniera di capelli corvini lunghi fino al sedere, e il ghigno da cattivo ragazzo.

-Sapevo che quando sei schizzata sopra il parco inseguita dalle Pantere non saresti potuta venire, così ho pensato di venire invece io- le rispose Levy, chinandosi ad abbracciarla.

-Lui è Gaijel, come è evidente- disse invece Cana, indicando lo scuro figuro.

-Lietissima- Lisanna offrì la mano, che l’altro strinse con solida fermezza.

-È un piacere.

Gelido al tocco e alla voce...si sarebbe potuto chiamare tranquillamente Mr. Mistero.

"Non dubito che a Levy piaccia" pensò Lisanna.

-Beh, come hai fatto a liberarti dei carcerieri? È arrivato il principe azzurro?- la stuzzicò Cana, sedendosi alla sua sinistra.

-Magari. Gramps si è messo in mezzo e quelli sono morti di paura. Dovevi vedere la faccia dell'ufficiale: dio mio che spasso- raccontò la ragazza, sorridendo.

-Quanto ti invidio- le disse Levy, sedendosi alla sua destra.

Spifff

-Qualcuno ha sete?- disse Cana esibendo una lattina di birra.

-Errr, no.

-La prossima volta.

Rimasero a guardare il cielo in silenzio, con Gaijel e Levy che si coccolavano e non facevano alcun mistero dell’averlo fatto.

-Guarda una stella cadente- disse Cana d'improvviso, eccitata.

Il resto dei tre seguì la sua indicazione, notando per l’appunto una scia di fuoco che stava percorrendo il cielo.

-Ma è enorme!- esclamò Levy.

-E gira in circolo- aggiunse dopo un attimo.

Il che era effettivamente vero: non faceva come le altre che tracciavano una linea retta, questa ruotava in cerchi semi-concentrici, e a volte cambiava verso di rotazione, ingrandendosi sempre di più.

-Dici che cade?- chiese Lisanna.

-Ma no! Probabile- la faccia di Levy era diventata paonazza -Oh mamma.

-Ci viene addosso!

-Al riparo!

-Correte!

I quattro saltarono giù dal tetto mentre la palla di fuoco cresceva di dimensioni, sembrando decisa a cadere su di loro.

E invece, con una brusca virata, quella che ormai era evidentemente una nave virò e si schiantò a qualche decina di metri dalla locanda, con un sordo fragore.

I quattro, che si erano rifugiati dentro i cassonetti (ovviamente vuoti), si azzardarono a spingere il loro naso fuori una volta che il fragore si fu calmato.

La prima a dare un occhiata fuori fu Lisy.

-Scampato pericolo- comunicò, invitando gli amici ad uscire.

-Mi chiedo perché nella locanda nessuno abbia sentito niente- osservò Levy, notando che nessuno dall’interno sembrava intenzionato ad uscire per vedere cosa fosse successo.

-Ma che ti frega? Dai muoviti, vediamo cos'era quella cosa- esclamò Cana, dirigendosi a passo spedito verso il cratere fumante.


A\N: E quindi cominciano i guai. Parecchi per quelli che già se lo aspettano.

DII\N: Ma se lo aspettano, non significa che già sanno come va a finire?

A\N: Alla prossima. Ciao.

  
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