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Autore: LaVampy    01/06/2017    3 recensioni
storia di Yuri, la piccola tigre russa, dei suoi ideali, dei suoi obiettivi, della suo modo di vivere solitario. Ma si può vivere per sempre da soli??
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Un po' tutti, Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ehmmm,  
Si lo so vi aspettate Beka ma...  
… I'm sorry! 
 
C'era stato un periodo buio nella sua vita. Era quando aveva capito che era bravo, più di molti suoi compagni, ma Yakov lo limitava, pronto a tarpargli ali le ogni volta che cercava di fare qualcosa in più. Lui era un vincente, a dieci anni era già in grado di eseguire con classe e senza errori una buona parte dei salti del programma di Viktor. E fu quando decise di sfidare Yakov, e provare in gara il nuovo salto, imparato di nascosto, che ottenne finalmente qualcosa di concreto oltre alla medaglia. Una promessa. La promessa di Viktor, di preparagli una coreografia degno di un vincitore. Ed improvvisamente si era sentito forte, potente, in grado di scalare la montagna. Aveva vinto, eppure non era contento, non del tutto, quel pezzo di oro, non era nulla, lui voleva il tetto del mondo. Viktor se ne stava li sorridendo con l'ennesimo oro. Un sorriso che però non raggiungeva gli occhi, lui lo conosceva. Un sorriso di circostanza, e per un attimo ebbe paura, sarebbe divenuto anche lui così? Stava camminando sfuggendo come al solito ai paparazzi e fans impazzite, il cappuccio calato sulla testa, e le mani in tasca. Nascondendosi al mondo come solo lui aveva imparato a fare. Si fermò un attimo, si osservò intorno, un suono diverso dal solito lo aveva distratto. Aprì la porta del bagno, c'era il silenzio, ma durò solo alcuni secondi. Dal bagno giunse un lamento, poi la voce soffocata, non era inglese, nemmeno russo era giapponese. Ecco davanti a lui, separato solo da un inutile pannello di legno, Yuuri Katzuki. Colui che aveva attirato l'attenzione di Viktor, l'anno prima. Colui che ubriaco aveva dato spettacolo, mettendolo in ridicolo anche lui. L'unica fortuna era stata che non ci fossero dei giornalisti. Non era bravo, era addirittura troppo grasso, ma aveva qualcosa che aveva fatto illuminare Viktor. E lui aveva visto la sua occasione sfumare lentamente. Quel piccolo ed insignificante ammasso di lardo stava rischiando di mettere in pericolo la sua prima esibizione ufficiale.  e non si era sentito in colpa quando in inglese lo aveva guardato sprezzante, urlandogli il suo disgusto, e dicendogli che la pista non era abbastanza grande per due Yuri, che lui era e sarebbe sempre stato il migliore. E uno che si nasconde in un bagno a piangere come un bambino non era nessuno per affrontare il mondo del pattinaggio. Non si era sentito in colpa quando gli aveva voltato le spalle ed era uscito, per poi appoggiarsi al muro. Il giapponese era solo in un bagno a piangere, lui era solo in un corridoio a pensare, forse la differenza tra loro non era così tante, se non fosse che lui era Yuri, la tigre della Russia. L'altro al limite poteva essere il maialino del Giappone. Raggiunse il gruppo, proprio quando Viktor stava sorridendo alla stampa, e quando all'aereoporto girandosi Viktor si era illuminato, Yuri aveva ringhiato tra se. Non si era voltato, non ne aveva bisogno. Quella palla di lardo era certamente dietro di loro. Erano trascorsi alcuni giorni da quell'episodio. Ed arrivando alla pista non vedendo Viktor non si era preoccupato. La stella era così. Ogni volta che vinceva si prendeva una settimana per sballarsi, tra alcool e sesso. Era il suo modo di festeggiare, ma quando aveva visto Yakov urlare al telefono aveva capito che qualcosa non andava. 
 
-Hai visto quel piccolo Russo?-stava dicendo Mila ad una ragazza, guardando il telefonino. 

-Chi l'avrebbe mai detto che era così bravo?- aveva detto la ragazza, sorridendo. 

-E pensare che era tutto sussulti e rossore, eppure guarda che sequenza di passi, quasi meglio di Viktor- aveva continuato Mila. 

-Ora ho capito come mai Viktor è corso da lui- disse l'altra ridendo, per poi scattare in pista quando Yakov aveva urlato. 

Ma se c'era una parola che nel vocabolario del biodo non c'era era : arrendersi. Chiamò Yakov dicendogli che si sarebbe riposato un paio di giorni, con la scusa di uno strappo muscolare, del resto tutti lo avevano visto zoppicare. E senza dire nulla aveva comprato un biglietto per il Giappone ed era andato a riprendersi la sua speranza di vittoria. Quando era arrivato però non avrebbe mai pensato di trovarsi quel piccolo giapponese così determinato. Ma gli era bastato guardarlo per poco per capire: il giapponese pendeva dalle labbra di Viktor, così come una pera matura. Aveva storto il naso, schifato. E aveva odiato profondamente il giapponese. Nessuno gli avrebbe portato via il suo premio, aveva sputato sangue e sudore. Ed ora che era ad un passo dal suo sogno, avrebbe sterminato chiunque gli si parava davanti. Ma non aveva fatto i conti con l'amore e la determinazione del giapponese. Lo aveva visto in pista e per la prima volta in vita sua aveva provato quella sensazione di paura. Viktor lo aveva sfidato. Agape e Eros. Eros ad un maialino, e non alla tigre. E a nulla era valsi i suoi sforzi. Devi fare quello che la gente non si aspetta. E per un attimo aveva pensato che colpire Viktor sarebbe stata una grande soddisfazione, migliore dell'oro, ma allo stesso tempo, il profumo della sfida gli aveva risvegliato l'adrenalina che aveva perso, quando aveva visto la sua coreografia svanire. Doveva solo battere il maiale. Quanto ci avrebbe messo la tigre per mangiare quel piccolo giapponesino e lasciare di lui solo le ossa? 

Ma non aveva fatto i conti con l'amore. Quella maledetta forza che aveva trasformato il piccolo maialino tutto rossori e sussulti in un leone da palcoscenico. Aveva visto Viktor come lo guardava, aveva capito ancora prima la decisione del russo. Mentre il sapore della bile raggiungeva la sua gola costringendo ad appoggiarsi al muro per vomitare tutta la sua rabbia ,la sua frustrazione, mentre l'odio piano piano cresceva a dismisura. Per la prima volta nella sua vita era stato sconfitto, tradito da quel sentimento che aveva cercato di evitare come la peste. Ma non si sarebbe arreso.

Ora oltre all'oro aveva una nuova missione: umiliare Katzuki. E se per farlo avrebbe dovuto vendere l'anima al diavolo l'avrebbe fatto. 
 
   
 
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