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Autore: sangueoro    02/06/2017    3 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rebekah aveva appoggiato il suo anello e il ciondolo di Hope sulla scrivania, vicino al suo cellulare.

«Siete protetti qui dentro, potete starci anche senza di me!» disse rivolta a Bonnie «Devo andarla a cercare… non resisto… non me lo perdonerei mai se dovesse succederle qualcosa… » sussurrò per non farsi sentire dalle gemelle “non me lo perdonerebbe mai…“ aggiunse tra sé.

Il cellulare cominciò a squillare.

«Io ed Hope stiamo bene» chiarì subito Rebekah appena rispose.

«Ma la situazione è grave» continuò «abbiamo bisogno di aiuto…» poi fece un sospiro per trovare il coraggio… e lo disse «Non sappiamo dove sia… Lei».

La ragazza non parlò per lunghi attimi, poi cominciò ad annuire.

«Va bene… » e riattaccò.

«C’è un aereo tra un’ora e mezza, massimo tra sei ore sarà qui…» disse rimettendosi l’anello e riallacciando il ciondolo al collo di Hope.

 

Erano le quattro di notte, quando Rebekah e Bonnie erano andate a prendere le gemelle, avevano svegliato April e le avevano spiegato la situazione.
La ragazza era terrorizzata ma la strega e la vampira l’avevano tranquillizzata, non le avevano raccontato i particolari, come ad esempio che Caroline ed Alaric fossero spariti o che ci fosse stato il tentativo di rapire la piccola Martha, le dissero solo di avvertirle nel caso si presentasse Stefan.
Spiegarono che il dormitorio era sigillato da un incantesimo e che nessuno poteva entrare, o uscire, lei si sarebbe dovuta occupare degli studenti al loro risveglio, le lezioni erano sospese e avrebbe dovuto trovare un modo per tenerli occupati.
«Questo posto è sicuro!» le garantì Rebekah «Ora come ora, il posto più sicuro dove trovarsi visto che siamo coinvolti in questa situazione… hai deciso tu di lavorare in una scuola per bambini con poteri!» la provocò.
«Che non ti salti in mente di fare l’eroina! Hai già fatto abbastanza danni con i tuoi “infusi”» la redarguì irritata.
 

Ora le gemelle dormivano nel letto matrimoniale con Hope e Felicity, Oliver aveva preso un analgesico e si era sdraiato un po' sul divano.

Rebekah gli si avvicinò per controllare che stesse bene, si era solo appisolato e sembrava tranquillo, così la vampira raggiunse Bonnie che stava sorseggiando un caffè vicino alla penisola della cucina.

«Che intendevi quando hai detto ad April che ha fatto danni con i suoi infusi?»le chiese la strega.

“Tanto ormai lo sanno anche Caroline e Felicity“ pensò la ragazza, quindi raccontò all’amica cosa era successo il giorno prima… “due giorni“ rifletté Rebekah “sono le sei e mezza…“ constatò guardando l’orologio.

«Lei e Matt sono fatti l’una per l’altra» commentò una stizzita Bonnie alla fine del racconto «anche se dovremmo ringraziarla… Oliver avrebbe rapito Martha a quest’ora» continuò.

«Lo so… ma non lo ammetterò mai con lei!» rispose Rebekah.
«E’ imperdonabile quello che ha fatto… agiva alle nostre spalle! Non si fida di noi! E’ qui per controllarci!… Ridicola! Che pensava di poter fare con qualche foglia di verbena?» inveì sottovoce fuori di sé.

«Signori e signori ecco a voi Rebekah Mikaelson!» la canzonò l’amica «In questi mesi mia cara, ho imparato a conoscerti un po’… ho capito che quando reagisci così lo fai perché ti senti minacciata… e visto che parliamo di April Young, una ragazza tanto sciocca quanto inoffensiva, non parliamo di una minaccia fisica…» terminò guardando Oliver che dormiva sul divano.

Rebekah seguì il suo sguardo «Non essere ridicola… siamo solo amici».

«Io e te… contro ogni previsione» le sorrise Bonnie «siamo amiche. Ho visto come ti guarda, dopo quello che mi hai raccontato ne sono ancora più convinta… dopo quello che gli hai fatto nel bosco? Quell’uomo avrebbe dovuto essere terrorizzato in tua presenza! Te lo posso dire con cognizione di causa… io so cosa significa avere di fronte un Originale in modalità “Always and Forever chiunque tocca un Mikaelson è morto!“ e lui mi sembra tutto meno che spaventato, dopo quello che gli è appena successo, è li che dorme come un bambino… deve fidarsi molto di te…» ammiccò.

«Ha preso un antidolorifico e gli hanno iniettato dell’anestetico…» la vampira si bloccò sbarrando gli occhi.

«Che c’è?» le chiese Bonnie.

«L’anestetico… era un farmaco ospedaliero… non di quelli commerciali…» rifletté.

«Ne sei sicura?»

«Era proprio il Propofol il principio attivo!… Perché andarlo a rubare in un ospedale, quando puoi soggiogare un qualsiasi farmacista e prendere una fiala già dosata? Quel farmaco, in quella forma… bisogna saperlo usare…»

«Abbiamo una strega medico… quindi…» ragionò Bonnie «oppure Stefan ha preso una laurea in medicina in Italia». 

 

Rebekah aveva convinto Bonnie a riposarsi un po’, avevano chiamato le Salvatore’s Angels e non c’erano novità.

Lei si era seduta a terra, con le gambe piegate, appoggiata al divano dove stava dormendo Oliver, era ad occhi chiusi ed ascoltava il respiro regolare del ragazzo, la tranquillizzava.

«Sarai sfinita…» sentì ad un tratto la sua voce.

«Sono un vampiro… non ho bisogno di dormire…» rispose lei, restando ad occhi chiusi.

«Ma hai fame…» constatò lui.

«E’ possibile che pensi sempre a nutrirmi?» si girò a guardarlo aprendo gli occhi «Mi vedi deperita?»

«Ti vedo un po' grigia a dire il vero…» scoppiò a ridere lui alzandosi.

Lei sospirò scuotendo la testa.

Oliver stava tornando con una sacca di sangue in mano.

«E quella da dove è uscita?» chiese la ragazza.

«La tengo in frigo per Felicity…» rispose il ragazzo.

«Che fratello amorevole!» lo canzonò lei con un sorriso, prendendo la sacca.

Oliver gli passò una delle sue gambe sopra testa e si sedette sul divano nel punto esatto dove era appoggiata lei, l’abbracciò da dietro e avvicinandosi al suo orecchio… 

«E comunque si… non faccio altro che pensare a te che ti nutri… di me…» le sussurrò. Rebekah girò il volto ed incontrò i suoi meravigliosi occhi blu che la fissavano, la sua guancia era solleticata dalla sua barba «Si è alzata tua sorella…» gli sussurrò lei a fior di labbra.

«Vieni Felicity, se vuoi fare colazione… ce la dividiamo…» disse Rebekah, alzandosi.

Un attimo dopo, la testa corvina di una Felicity rossa come un peperone fece capolino dalla porta della camera da letto, seguita da una Hope infuriata… «Te lo avevo detto di non muoverti!» mugugnò rivolta all’amica.

Un Oliver imbarazzato non poté fare a meno di sorridere di fronte all’atteggiamento delle due ragazzine, mentre una Rebekah divertita porgeva a Felicity un bicchiere.

«Sangue di prima mattina! Bleah…» esclamò Hope passandole davanti con le mani sui fianchi e un passo cadenzato.

Nel giro di mezz’ora Oliver e Rebekah si stavano occupando della colazione di quattro ragazzine affamate, a guardarli in quel momento, poteva sembrare una normale mattina in una stramba famiglia allargata, i due adulti stavano facendo del loro meglio per non far capire a Lizzie e Josie quanto fosse drammatica la situazione, con entrambi i loro genitori scomparsi.

Rebekah guardò per l’ennesima volta l’orologio alla parete “nove e mezza… è a momenti“ il tempo non passava mai, aveva passato le ultime sei ore a guardare quel dannato orologio, vide Bonnie affacciarsi dalla camera da letto che le faceva cenno di avvicinarsi.

«Ric si è fatto vivo… è stato aggredito, ma grazie all’anello si è appena risvegliato, Jeremy e gli angeli gli stanno andando incontro» le disse sottovoce, il telefono di Bonnie squillò ancora.

«E’ arrivato» annunciò riattaccando «lo stanno accompagnando qui…» poi andò a prendere per mano Hope «Dobbiamo far entrare tuo padre, tesoro…»

Hope, dopo aver fatto l’incantesimo andò ad aprire la porta, suo padre era sulla soglia.

«Sweetheart…» sussurrò l’Ibrido prendendola in braccio e stringendola forte.

«Mi sei mancato» gli disse la figlia con la faccia nell’incavo del suo collo.

«Anche tu, honey… anche tu…» rispose l’uomo camminando fino al centro della stanza. 

Bonnie guardava quella scena incredula, quello era un Klaus inedito per lei.

Klaus alzò lo sguardo per cercare la sorella, spostò il peso della figlia su un solo braccio ed allargò l’altro per accogliere Rebekah… «Sister…» sussurrò stringendola.

Felicity si era avvicinata al fratello, timorosa… Josie e Lizzie erano ammutolite.

«Dobbiamo rifare l’incantesimo» intervenne Bonnie.

«Miss Bennet…» la salutò l’Ibrido con un cenno del capo, mettendo giù la figlia.

«Klaus… » rispose la strega «mai avrei creduto di poterlo dire… ma sono felice di vederti» sospirò perdendo Hope per mano. 

Tutti nella stanza, guardarono le due streghe ripetere l’incantesimo, poi Hope chiese al padre «Mamma?»

«Non potevamo lasciare New Orleans tutti insieme, ma è pronta a partire insieme a Zio Elijah se sarà necessario»

Hope fece un sorriso rammaricato, poi gli prese la mano e guardando Felicity «Papà… lei è Felicity, la mia amica e lui è Oliver suo fratello…»

«Ho sentito molto parlare di te» disse Klaus guardando la ragazzina con un sorriso «Vincent, mi ha detto che Hope è stata molto fortunata a conoscerti»

Felicity ricambiò il sorriso imbarazzata.

«E loro sono Josie e Lizzie…» disse poi Hope indicando le gemelle.

«Sua Maestà… » dissero in coro lo bambine con un inchino.

Tutti nella stanza le guardarono a bocca aperta.

«Non è così che si saluta un Re?» chiese Lizzie notando gli sguardi sorpresi «Mamma ci ha detto che lui è un Re» chiarì Josie «però ci ha anche detto che era un segreto…» le sussurrò la sorella coprendosi la bocca con una mano.

«Ma voi potete chiamarmi Klaus… » concesse con ironia l’Ibrido stando al gioco, ma a Rebekah non era sfuggito il piccolo sussulto che aveva preceduto la battuta.

«Dove sono gli altri studenti?» cambiò tono l’Ibrido.

«Nel dormitorio… con April Young, sono protetti da un incantesimo come questo» rispose la sorella.

«Allora portiamoci anche Hope, Felicity, Lizzie e Josie» cominciò a dare ordini l’uomo «è meglio che vada anche tu… » disse rivolgendosi per la prima volta ad Oliver.

«Magari dopo…» intervenne Rebekah «con lui è meglio se ci parli…».

Klaus fissò l’uomo di fronte a sé.

“Ecco… lui fa paura…“ pensò Oliver.

«Bene… » ritrovò il suo sorriso ironico l’Ibrido «ora io e Miss Bennet vi accompagniamo ai dormitori, così oltre a farmi vedere la tua stanza» disse rivolto a sua figlia «potrò anche fare i miei omaggi a Miss Mystic Falls»

«E chi sarebbe?» chiese Hope.

«Miss Young» le rispose il padre.

«Anche Caroline ha partecipato a quel concorso!» ribatté la figlia.

«Anche Caroline… ha vinto quel concorso» la corresse il padre.

 

L’uomo che tornò qualche minuto dopo alla dependance, sembrava un altro.

«Adesso mi spiegate cosa è successo!» sbraitò appena oltrepassato l’uscio «DOVE E’ CAROLINE!»

«Nik…» iniziò a parlare la sorella.

«Non qui!… Dalle vigilanti… voglio tenere sott’occhio il convitto…» la fermò Klaus.

Rebekah e Bonnie, guardarono Oliver. «E’ un umano!» sbottò l’Ibrido.

«Ho preso la verbena…» chiarì Oliver.

«La smaltirai…» gli rispose truce Klaus.

 

Oliver si guardava intorno meravigliato, dopo essere entrati nella scuola erano scesi nelle segrete. Lui non ci era più stato dalla trasformazione di Felicity, poi avevano imboccato un tunnel ed ora erano arrivati in una specie di scantinato, ad aspettarli c’erano due delle signore anziane che venivano sempre a lamentarsi.

«Ciao Oliver» lo salutò una «io sono Emma e lei è mia sorella Cristina» disse «siamo felici di averti ritrovato sano e salvo, ci hai fatto preoccupare» concluse con un sorriso cordiale.

«Salve… » rispose confuso Oliver.

Bonnie stava già salendo al piano superiore, seguita da Klaus, Rebekah prese per mano Oliver e con un sorriso gli fece strada.

Klaus si appoggiò ad una parete e sua sorella cominciò a raccontare.

«E… non avete sospettato niente fino ad ora?» chiese l’Ibrido alla fine «Neanche Caroline?»

«Era tranquillo… gentile… divertente…» rispose Rebekah.

«Appunto! … Non vi è sembrato strano?» inveì Klaus innervosito.

«Eravamo felici per lui! Sembrava più sereno, meno tormentato!» chiarì la sorella.

«Miss Bennet?» si rivolse alla strega.

«All’inizio c’erano dei punti nel suo racconto che non mi tornavano, ma ho taciuto… quando Stefan è morto… non ci eravamo lasciati nel migliore dei modi…» stava rispondendo Bonnie.

«Lo so cosa è successo… quindi?» la fermò Klaus.

«Quindi non volevo passare per una paranoica vendicativa» sospirò la strega.

«Sei già qui!» esclamò Jeremy entrando con al seguito Alaric, Lucy e Donna.

«Come avete fatto a non accorgervi di niente?» li aggredì l’Ibrido.

I due uomini non sapevano cosa rispondere.

«Dobbiamo trovare Caroline, ora è l’unica cosa che importa» disse Alaric.

Jeremy, cominciò a fare il punto della situazione.

«Perché credete che la strega sia della congrega dei gemini?» chiese.

«Perché siamo riuscite a fare l’incantesimo di localizzazione solo con l’intervento di Lizzie e Josie, inoltre c’è la faccenda dei due fermagli…» rispose Bonnie.

«I diari che abbiamo trovato nel casolare…» chiese Alaric.

Emma li prese e glieli porse.

«Questo è del periodo della sua fuga da Rayna Cruz» disse dopo qualche minuto Ric.

Anche Rebekah ne aveva preso uno ed aveva iniziato a sfogliarlo «Questo è del periodo dei Viaggiatori…» disse.

Ric iniziò a leggere il terzo e consegnò il quarto a Jeremy.

«Bel periodo questo…» fece con un sussurro Alaric «è di quando Klaus è arrivato per spezzare la maledizione del sole e della luna…» 

«E questo invece è Chicago negli anni ’20…» disse Jeremy.

«Passatemi quello della fuga dalla cacciatrice» chiese Klaus, poi iniziò a leggerlo velocemente.

Dopo qualche attimo cominciò ad annuire «Tre diari su quattro riguardano il suo rapporto con noi… qui c’è quando è venuto a New Orleans… qualunque cosa volessero fare, non si aspettavano Rebekah ed Hope… hanno dovuto documentarsi»

«Quindi il diario che stona è quello del periodo dei Viaggiatori, bisognerà leggerlo…» disse Bonnie.

«Cosa c’è Oliver?» chiese Becca al ragazzo che se ne stava muto in un angolo.

«Mi puoi passare uno dei diari?»

Oliver si girò nelle mani il libro chiuso «E’ una specie di ricordo… sembra un sogno, ma ci siamo io ed Hope che mi chiede il perché sono uscito dalla stanza di Alaric, ed in mano avevo uno di questi…» rispose confuso.

«Tutti i diari di Stefan sono nella mia stanza» chiarì Ric «da quando Caroline ha cambiato tutto il mobilio nella sua»

«C’è un modo per parlare con i dormitori?» chiese Klaus.

Cristina fece il numero e gli passò il telefono.

«Miss Young, sono Klaus… vorrei parlare con mia figlia»

«E’ successo davvero» disse Klaus terminata la conversazione con Hope «proprio la mattina dell’arrivo di Stefan… ed Hope mi ha detto che già un altra volta Oliver era confuso, tornava dal bosco e sembrava disorientato. Stefan lo deve aver soggiogato per prepararsi al grande rientro…» continuò guardando Oliver in modo ostile.
«Hope mi ha anche detto che Felicity aveva paura di Stefan… l’ha avuta dalla prima sera e le ha appena confidato di aver avuto, da subito, la sensazione di averlo già visto. Lo ha anche chiesto al fratello, se avesse la sua stessa sensazione… ma lui gli ha detto di no…» continuò l’Ibrido sempre più contrariato «quanta verbena ha preso questo qui?» chiese brusco alla sorella.

«Non lo so, gliel’ha messa April nel the… » rispose Rebekah «quasi due giorni fa…»

Klaus si avvicinò ad Oliver minaccioso ma Rebekah gli si parò davanti «Non ti azzardare Nik!» gli ringhiò.

«Dobbiamo fargliela smaltire in fretta!» sbraitò Klaus.

«Aspetteremo quanto è necessario…» precisò minacciosa la sorella.

«Devo trovare Caroline…» sibilò l’Ibrido.

«La troveremo… ma non ti permetterò di fare del male ad Oliver…»

Klaus indietreggiò, sua sorella non si era mossa, era piazzata davanti al ragazzo che con un sospiro di sollievo aveva poggiato la sua nuca contro la sua schiena.

«Andiamo a vedere se manca qualche altro diario» disse Klaus continuando a fissare Rebekah.

Alaric e Jeremy imboccarono le scale che portavano allo scantinato, quindi l’Ibrido si girò e li seguì.

Ora Oliver cingeva con entrambe le braccia la vita di Rebekah ed aveva messo il suo viso sopra la sua spalla «Lui è spaventoso…» le mormorò.

«E’ preoccupato per Caroline» gli rispose Becca «e questo lo rende imprevedibile» ammise in un sussurro.

«Non ti toccherà…» promise Bonnie passandogli accanto «andiamo…» li incitò imboccando anche lei le scale.

Ora erano tutti nella stanza di Alaric, che osservava la fila ordinata di diari, ne prese uno… poi lo rimise a posto e ne prese un altro… continuò così per qualche secondo « Mio Dio!» esclamò «li avevo sistemati in un ordine bel preciso! Ci ho messo giorni… ed ora sono in ordine cronologico!… Sono un professore di storia! Ho il mio metodo di archiviazione!» si giustificò irritato guardando lo sguardo di scherno degli altri.

«Meno male!… Così ora sappiamo che Stefan li ha praticamente letti tutti» chiarì Bonnie stringendo una mano del suo amico.

«Ce l’ha fatta sotto il naso…» considerò Jeremy a capo chino «dobbiamo avvertire mia sorella e Damon».

«Certo… abbiamo proprio bisogno di altri due umani da proteggere» rispose stizzito Klaus guardando Oliver.

«Potrebbero essere in pericolo…» insistette Jeremy.

«Possibile che non ci sia modo di fare un incantesimo di localizzazione?» chiese Klaus a Bonnie ignorandolo.

«Stanotte non volevamo spaventare Lizzie e Josie, avrebbero capito che stavamo cercando il loro padre, ma almeno quando lui era con Caroline, avevamo qualche possibilità…» spiegò demoralizzata la strega «ma ora… non posso farlo, Care non è la loro vera madre… non ho il sangue… non è in vita nessun suo parente prossimo…»

«Sarebbe stato inutile stanotte, siamo stati aggrediti subito, avreste trovato solo me…» la rassicurò Ric.

«Posso cercare nella sua stanza, qualche effetto personale di sua madre… posso tentare» fece Bonnie uscendo dalla camera di Ric.

Tutti la seguirono nella stanza di Caroline.

Appena entrato Klaus si bloccò.

Nella parete di fronte al letto faceva bella mostra di sé un quadro, riconobbe la cornice dorata che aveva scelto personalmente, si avvicinò per guardare il fiocco di neve che dominava il dipinto “Un senso di solitudine… questo ha detto quando lo ha visto“ stava pensando Klaus mentre guardava la sua opera in silenzio “Ha un mio quadro nella sua camera da letto“ si rese conto improvvisamente.

«Puoi usare il mio di sangue» disse senza distogliere lo sguardo dal dipinto «le streghe potranno anche aver spezzato il legame con la mia stirpe, resta il fatto che Caroline è una mia discendente» il suo tono distaccato poteva darla a bere a tutti in quella stanza, ma non a sua sorella.

Rebekah aveva notato il suo atteggiamento, sembrava incredulo, lì immobile… era entrata molte volte in quella stanza, come aveva fatto a non riconoscere lo stile? Come aveva fatto a non vedere che Caroline aveva proprio di fronte al suo letto un quadro di suo fratello?

«Vieni… ti offro da bere» gli disse avvicinandosi.

«Vado a prendere Hope e le gemelle… vi aspetto nella mia aula» gli disse Bonnie vedendo che si avvicinavano al salottino dove Rebekah e Caroline si nutrivano.

Rebekah si chiuse la porta alle spalle.

Klaus sprofondò sul divano.

«Qui io e lei veniamo a nutrirci… è in questa stanza, che in questi mesi abbiamo legato molto» disse versando del sangue in un bicchiere.

Klaus lo prese facendole un cenno del capo.

«La troveremo Nik…»

«Speriamo presto… non posso lasciare così New Orleans…» disse l’uomo, poi cominciò a bere il suo sangue.

«Nik… siamo soli qui, questo è il salottino dei momenti a cuore aperto! E’ qui che io e le ragazze ci siamo sbronzate una delle prime sere e ci siamo perdonate tutto quello che ci siamo fatte in passato… lo sai? Sarò una delle damigelle al matrimonio di Damon ed Elena… ci avresti mai creduto? … E’ qui che Care mi ha raccontato di voi due…»

Klaus guardò la sorella, poggiando il bicchiere mezzo vuoto sul tavolinetto di fronte a lui.

«Si… so del vostro assurdo accordo… andiamo Nik! Come hai potuto acconsentire ad una cosa del genere? Mio fratello… Niklaus Mikaelson… che non lotta per quello che vuole? Che si arrende?»

L’uomo si alzò di scatto uscendo dalla stanza.

«NIK! » gli urlò dietro sua sorella.

 

«Ecco dove siete, sweetheart… ho seguito la tua voce» disse Klaus entrando nell’aula, dando un tenero bacio sulla fronte a sua figlia «sono pronte per fare un bell’incantesimo, le mie suddite preferite?» chiese facendo l’occhiolino alle gemelle.

«Certo Sire!» disse Lizzie «abbiamo deciso di chiamarti così… ti piace?» chiese Josie.

«Moltissimo!» gli fece un ampio sorriso l’Ibrido.

«Ci serviva proprio qualcuno che assecondasse la tua megalomania» gli bisbigliò Bonnie mentre Klaus si mordeva il palmo della mano per far gocciolare il suo sangue sulla cartina.

«Facciamo un incantesimo con il suo sangue?» disse sbalordita Lizzie per nulla turbata dal fatto che Klaus si era morso davanti a loro «ma allora è un incantesimo importante» ribatté Josie «ma mamma e Zio Stefan ancora non sono tornati?» chiese. «Volevamo che ci vedessero farlo!» si lamentò.

«Vi prometto che appena torna gli racconto quanto siete state brave» le rassicurò Klaus.

«L’incantesimo serve a trovare la mamma…» disse Lizzie a sua sorella «Avevi ragione tu…» le rispose Josie, entrambe stavano guardando la spazzola per i capelli e una maglia della madre ai lati della mappa che Bonnie aveva sistemato a terra.

Alaric si avvicinò ed abbracciò le sue figlie «Perché usiamo il suo sangue?» le chiese Josie guardando Klaus.

«Perché mamma è diventata una vampira con il sangue di una persona che a sua volta si è trasformata con il sangue di Klaus… è come se…» tentò di spiegare Ric.

«Lui è il suo Re…» lo anticipò Lizzie «E’ così?» chiese liberandosi dall’abbraccio del padre avvicinandosi all’Ibrido «Tu sei il suo Re e sei venuto a cercarla?»

«Si… è così…» le rispose Klaus.

«Grazie…» lo abbracciò la bambina.

Tutti nella stanza avevano gli occhi lucidi, anche il grande ed onnipotente Niklaus Mikaelson non poté fare a meno di ricambiare l’abbraccio commosso, poi chiamò a sé anche Josie, le prese entrambe in braccio e si avvicinò a Bonnie.

«Ora voi mi fate vedere dove devo andare a cercarla… ed io ve la riporterò sana e salva…»

Anche Hope abbracciò le sue piccole amiche, poi prese per mano Josie e si sedette accanto a Bonnie, mentre Alaric accompagnava Lizzie alla sinistra di Miss Bennet.

Le quattro streghe cominciarono la loro litania, sotto lo sguardo attento degli altri presenti nella stanza.

Oliver era accanto a Rebekah “Se qualcuno un anno fa mi avesse detto che ora sarei stato qui a vedere un incantesimo fatto con il sangue… “ stava pensando sbalordito.

Come se la vampira potesse leggergli nella mente gli sussurrò «E’ così che abbiamo trovato te… abbiamo usato il sangue di Felicity»

Oliver le cinse la vita con un braccio e l’attirò più vicino a sé.

L’incantesimo non stava funzionando.

Klaus si avvicinò ad Alaric «Lizzie e Josie, hanno bisogno di una fonte di magia per potenziare i loro poteri… giusto?»

«Si… loro risucchiano la magia… hanno quasi ucciso Caroline, quando stavano nascendo…» spiegò Ric.

«Ferma Bonnie…» urlò l’Ibrido.

Klaus si sedette davanti alla mappa, tese le mani verso le due gemelle…

Ora si era formato un cerchio, quando la litania ripartì le fiamme delle candele erano altissime, le gemelle sussultarono, non avevano mai sentito tutta quella magia prima di allora, Klaus le rassicurò con un cenno del capo… le bambine chiusero gli occhi e il sangue di Klaus si mosse… uscendo dalla mappa…

«Non sono più in Virginia…» disse Jeremy «Oh mio Dio no….» disse andando a prendere l’Atlante.

Klaus si morse di nuovo il palmo della mano… ma tutti a quel punto avevano intuito dove il sangue si sarebbe fermato.

New York.

Jeremy aveva già cominciato a chiamare dal momento che aveva consegnato l’atlante a Bonnie ma sua sorella non rispondeva.

Alaric stava chiamando Damon che rispose dopo qualche squillo, stava dormendo.

Era mattina inoltrata, ma lui aveva chiuso il bar all’alba, «Elena è in ospedale…ha cominciato il turno alle sei di mattina» riferì.

Alaric non riusciva a trovare le parole per spiegare al suo amico cosa fosse accaduto, Bonnie si fece passare il telefono.

«Damon…» cominciò con un sospiro BonBon sapendo che da lì a qualche attimo avrebbe sconvolto la vita al suo migliore amico.

La spiegazione fu penosa per entrambi, ma la cosa più sconvolgente la scoprirono un quarto d’ora più tardi.

Dall’ospedale riferirono che Elena era stava vista salire su un ambulanza, che poi era ripartita a folle velocità, i colleghi non avevano dato peso alla cosa, pensando che si trattasse di un emergenza, ma l’ambulanza era stata ritrovata a qualche isolato di distanza con solo l’autista in stato confusionale… Elena e un paramedico erano scomparsi.

«Elijah… tu e Freya, salite sul primo aereo per New York… hanno rapito anche Elena Gilbert» disse Klaus al cellulare.

«Voi rimanete qui» disse rivolto a Bonnie ed ad Alaric «ma prima devi darmi un po' del tuo sangue» fece in direzione di Jeremy «avete degli studenti da proteggere… ci pensiamo noi… preparati Rebekah» ordinò alla sorella.

«Tu verrai con noi…» disse prendendo per un braccio Oliver «una bella gita con la famiglia Originale quasi al completo… sei contento?»

   
 
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