Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Echocide    02/06/2017    5 recensioni
[Sequel di Miraculous Heroes e Miraculous Heroes 2]
La minaccia di Maus è stata sventata, ma non c'è pace per i nostri eroi: il mistero dell'uccisione degli uomini del loro nemico non è stato risolto e un nuovo nemico trama nell'ombra...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Quantum Universe'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Miraculous Heroes 3
Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, altri
Genere: azione, mistero, romantico
Rating: NC13
Avvertimenti: longfic, what if...?, original character
Wordcount: 2.749 (Fidipù)
Note: Buon salve salvino! Ed eccoci qua a un nuovo appuntamento di Miraculous Heroes 3 e...beh, in vero non ho tanto da dire, tranne che un altro nemico viene annientato, qualcuno scopre qualcosa e...
Niente, vi lascio direttamente al capitolo!
Al solito, vi ricordo la pagina Facebook per rimanere sempre aggiornati e vi rammento che domani verrà aggiornata Lemonish.
Detto questo, come sempre, voglio ringraziare chiunque legga, commenta o inserisca le mie storie in una delle sue liste!
Grazie di tutto cuore!



Uscì sulla terrazza, tremando a ciò che avrebbe trovato nell’altra parte della casa, quasi certa che i suoi amici non facessero molta attenzione a dove stessero combattendo; scivolò fra le ombre del terrazzo e si fermò davanti la porta-finestra da cui erano apparsi Volpina e Tortoise, osservando il disastro in cui versavano il salotto e la cucina: lo spirito, completamente sporco di farina, si muoveva velocemente fra tutti loro, quasi sicuramente alla ricerca di una via di fuga e i suoi amici…
Beh, si muovevano senza un preciso ordine, costretti dall’ambiente ristretto.
I dardi scagliati da Peacock avevano infilzato senza pietà il divano e alcuni pungiglioni di Bee erano ben piantati nel muro; proprio in quel momento Volpina roteò il suo flauto, colpendo l’essere femminile e facendo cadere alcuni quadri dietro di lei: «Oops» mormorò la volpe, alzando le spalle e balzando di lato per evitare la carica di Mogui, che travolse il nemico e anche il tavolinetto basso posto davanti al divano.
«Mogui!» tuonò Ladybug, osservando il guerriero nero voltarsi verso di lei e ringhiarle qualcosa contro, mentre Chat Noir balzò al fianco della sua compagna e le sorrise dolcemente.
«Jian dice che è una creatura di Quantum, quindi…»
«Tu non distruggi proprio niente» dichiarò la coccinella, puntandogli il dito contro il petto e fissandolo seria: «Non finché non ho invocato un Lucky Charm che mi permetta di risistemare tutto questo dopo!»
«My lady, questo è usare il proprio Miraculous per fini personali…» mormorò Chat, sorridendo dolcemente alla ragazza e chinandosi, sfiorandole le labbra con le proprie: «Ma sono d’accordo. Fai il tuo dovere, mia signora.»
Ladybug lo fissò scuotendo il capo e lanciando lo yo-yo per aria, osservando la magia creatrice prendere la forma di una tenda per la doccia: «Dovevamo cambiarla, mon minou?» domandò, voltandosi verso l’eroe in nero e vedendolo scuotere la testa; sorrise, aprendo la tenda e facendo un cenno a Tortoise dall’altra parte della stanza: l’eroe in verde annuì e si avvicinò alla creatura sporca di farina, prendendola per le spalle mentre Ladybug l’avvolse nella tenda, imprigionandola e costringendola a terra; l’eroina a pois si voltò poi verso Chat Noir e lo trovò già pronto con la mano impregnata di distruzione: lo vide mentre posava gli artigli su quella che doveva essere la testa e Ladybug sentì il corpo invisibile sparire sotto di lei e rovinò in avanti, cadendo fra le braccia dell’eroe verde che, saldo, la prese.
«Tutto ok?» le domandò Tortoise, mentre l’eroina ritornava in posizione eretta e sorrideva all’amico: «Devo dire che non c’era veramente bisogno di un Lucky Charm questa volta…»
«Si chiama prevenzione dei danni, questa» sentenziò decisa Ladybug, osservandosi intorno e notando la stanza semidistrutta: «Almeno così tutto tornerà come prima…»
«Vero» assentì Tortoise, incrociando le braccia e sorridendo: «E’ finita?»
«Lo spero» mormorò Chat Noir, avvicinandosi a Ladybug e osservandola mentre piegava la tenda per la doccia e la lanciava poi in aria: la magia rigeneratrice sistemò tutto nell’abitazione, facendo ritornare esattamente la stanza a com’era prima del combattimento: «Non voglio altri inquilini non richiesti in casa»


Sconfitta.
L’avevano sconfitta. Distrutta. Annientata.
Taowu colpì i pugni sui braccioli della poltrona, alzandosi in piedi e urlando di rabbia: la sua creatura, la sua fidata compagna, era stata distrutta da loro.
Loro che l’avevano allontanato dal suo amore.
Loro che gli avevano impedito di avvicinarla.
«Li ucciderò» ringhiò Taowu, avvicinandosi allo specchio e fissando il suo volto, coperto dalla maschera: «Uno a uno. Li annienterò tutti e poi sarà il turno di lui, che me l’ha portata via…»


Marinette sospirò, tamponandosi i capelli con l’asciugamano e osservando il riflesso nello specchio del bagno: era veramente finita? Per quanto avesse sentito la creatura di Quantum dissolversi sotto, le sembrava ancora di sentirne addosso lo sguardo. E se Nathaniel avesse avuto più di uno spirito invisibile al suo servizio?
Poggiò le mani ai due lati del lavabo, scuotendo il capo e inspirando profondamente: no, non poteva essere così.
Non poteva essercene un altro…
E se invece fosse il contrario?
Se Nathaniel la stesse spiando anche in quel momento?
«Marinette?» la voce dolce di Tikki la riscosse e la ragazza spostò lo sguardo, osservando la kwami che la fissava preoccupata: «Non…» iniziò il piccolo spirito, sorridendole dolcemente: «Vorrei dire di non iniziare a pensare, ma ti conosco troppo bene per sapere che la tua mente sta già lavorando.»
La ragazza sorrise, prendendo la kwami fra le dita e portandosela vicino al volto: «E se non ce ne fosse solo uno?» domandò, sentendo Tikki strusciarsi contro il suo volto: «E se anche adesso ci stesse spiando?»
«E se invece Dì Ren gli avesse dato un solo spirito o qualsiasi altra cosa fosse? Ragiona, finora avete combattuto nemici sempre diversi fra loro, perché in questo caso ce ne dovrebbero essere più uguali?»
«Vero anche questo» decretò Marinette, lasciando andare la kwami e sorridendole: «Cosa non farei senza di te, Tikki?»
«Staresti in bagno a farti paranoie su paranoie» dichiarò Tikki, annuendo decisa: «Fortunatamente ci sono io.»
«E’ vero» mormorò Marinette, infilandosi la maglia di qualche taglia più grande della sua e sospirando: «Vorrei solo essere tranquilla, almeno a casa mia.»
«E lo sarai» dichiarò la kwami, ridacchiando: «Sempre se i baldi cavalieri, che sono di là, non faranno saltare tutto in aria»
«Non mi dire che stanno cucinando…»
«Più che cucinare, direi che è in corso un dibattito sul camembert»
La ragazza sorrise, infilando le ciabatte e uscendo dal bagno, dirigendosi verso la cucina: Adrien era intento a lavorare sotto la supervisione di Plagg, che borbottava qualcosa senza venir ascoltato dall’umano; Marinette si avvicinò, circondando la vita del ragazzo con le braccia e poggiando il viso contro la spalla: «Come stai?» le domandò Adrien, sistemando la lattuga nei panini e voltandosi poi verso di lei: «Marinette?»
«Stanca. Sollevata. Sconvolta. Turbata» La ragazza si fermò, scuotendo la testa e poggiando le labbra contro la stoffa della maglietta di Adrien: «Questa cosa è da buttare…»
«E’ comoda per stare in casa, quindi non la butterai» dichiarò il biondo, chinando la testa e poggiandola contro quella di Marinette: «Xiang ha controllato casa, mentre stavi facendo la doccia: secondo lei non c’è niente, però mi fido di più di quello che senti tu.»
La ragazza gli sorrise dolcemente, annuendo e voltandosi verso la stanza: al di là dell’arco, che separava la cucina dal resto, poteva vedere il loro salotto e poi la porta che conduceva al corridoio dove si affacciavano le camere e il bagno: «Non so dirti…» mormorò, allontanandosi da lui e iniziando a recuperare gli oggetti per apparecchiare la tavola: «Forse sono ancora...» si fermò, mordendosi il labbro: «Fresca di tutto?»
«Può darsi» commentò Adrien, ritornando a occuparsi dei panini: «Dobbiamo andare a fare la spesa, abbiamo il frigo vuoto» decretò il biondo, sollevando il piatto e mostrandole i due panini ricolmi: «Beh, per stasera mi sono arrangiato, comunque.»
«Ci vado domani dopo le lezioni»
«Chiama il gorilla» sentenziò Adrien, posando il piatto e baciandole la spalla nuda, lasciata scoperta dal collo della maglietta: «Questa era mia» sentenziò il ragazzo, tirando appena la stoffa e sorridendole: «Sei una ladra, amore mio.»
«Non c’è scritto Adrien da nessuna parte» dichiarò Marinette, sedendosi e studiando i panini: «A cosa sono?»
«Insalata, salmone e roba bianca spalmabile.»
«Roba bianca spalmabile?»
«Era in frigo»
«E se un giorno ci mettessi una crema per le rughe? La useresti per condirci la cena?» domandò la ragazza, addentando il panino e sospirando, quando sentì il sapore del salmone: l’aveva sempre adorato e sua madre era solita prepararle piatti a base di quel particolare pesce, quando era giù o c’era da festeggiare qualcosa.
«Beh, ricordati di scrivercelo sopra» borbottò Adrien, posando il proprio panino nel piatto e alzandosi, andando a recuperare due piattini e posando camembert in uno e biscotti nell’altro, tornando poi a tavola con il lauto pasto per i loro kwami.
«Alla buon’ora! Ti sei ricordato anche di noi!» bofonchiò Plagg, sistemandosi davanti al proprio pasto e iniziando a divorare con gusto il formaggio, mentre Tikki sospirò e alzò gli occhi al cielo, prima di dedicarsi anche lei alla propria cena.
Adrien fece una smorfia al proprio kwami, riprendendo il proprio panino e addentandolo, osservando Marinette armeggiare con il cellulare: «Che guardi?» domandò curioso, allungando il collo e osservando la schermata dell’applicazione della guida televisiva.
«Cosa danno stasera…» mormorò Marinette, posando il telefono fra loro due e indicando con lo schermo: «C’è il primo film di quella saga che ti piace tanto.»
«Niente storie strappalacrime o roba coreana consigliata da Sarah?» domandò Adrien, osservando i programmi e studiando i titoli, premendo poi sulla locandina di uno che lo ispirava particolarmente: «E se ci vediamo questo?» domandò, leggendo velocemente la trama e facendolo vedere a Marinette: «Sembra carino.»
«E’ una commedia romantica, Adrien.»
«Io amo le commedie romantiche!»
«Ma se ti addormenti sempre!»
«Non è vero! Ok, la maggior parte delle volte mi addormento…»
«Ecco.»
«Però Plagg è quello che russa!»
«Ehi, sono qui che mangio il mio camembert tranquillo, perché devi sempre mettermi in mezzo?»
«Perché siamo partner. Semplice.»


Il campanello suonò imperioso dall’altra parte della porta, ma nonostante fosse attaccato al bottone da un buon minuto scarso, nessuno venne ad aprire alla porta: «Se al di là di questa porta troviamo un cadavere…» iniziò Rafael, tirando fuori le chiavi e mettendosi alla ricerca di quelle dell’appartamento del padre: «Io non voglio saperne niente. Chiaro?»
«Ma…»
«Ehi, i figli sono i primi sospettati» borbottò il parigino, trovando la chiave giusta e infilandola nella toppa, riuscendo così ad aprire: «E se lo trovo mentre sta facendo attività extraconiugale?»
«Rafael!»
«Sono cose che segnano!»
Sarah sbuffò, aprendo il portone dell’appartamento e osservando l’interno: il disordine regnava sovrano e, ovunque, si potevano trovare fogli e libri; la ragazza fece qualche passo nella stanza, tallonata dal compagno e si fermò al centro, osservando il pc del professor Fabre in standby e ascoltando il rumore della ventola che girava alacremente: «Papà?» la voce di Rafael risuonò nel silenzio della casa: «Per me è morto!»
«Rafael, seriamente…»
«Vado a vedere se è in camera. Morto nel letto.»
«Rafael!»
Il moro sospirò, dirigendosi sicuro verso una porta, mentre Sarah si mise a controllare i fogli sparsi: non sapeva se mettere in ordine o meno, di certo aveva capito che Rafael non aveva preso il disordine dal padre ma, anzi, a differenza di questo era veramente meticoloso: «Non c’è» decretò il ragazzo, ritornando nella stanza principale dell’abitazione e fissandola: «Ho controllato camera e bagno. Papà non è da nessuna parte.»
«Che sia andato in farmacia?»
«Può darsi» mormorò il ragazzo, avvicinandosi a lei e leggendo velocemente il titolo a caratteri cubitali sul foglio che Sarah aveva in mano: «Gli animali totem? Mio padre sta continuando gli studi sui Miraculous?»
«Alle volte ne parlava a lezione» sentenziò Sarah, posando il foglio sul tavolo e scuotendo la testa: «Ma non credevo che fosse una ricerca così importante» continuò la ragazza, facendosi spazio sul divano e allungandosi per prendere una manata di fogli e leggere velocemente il contenuto: «La regina Boudicca e il culto della Morrigan» lesse sottovoce, dando un’occhiata al contenuto dell’articolo: «Ma questa regina…»
«Era celta, più o meno. Si ribellò all’esercito romano e…» Rafael si fermò, poggiandosi sulla spalliera del divano dietro di lei, scuotendo la testa: «Non fece una bella fine.»
«Boudicca» mormorò Mikko, sgusciando fuori dalla borsa di Sarah e posandosi sulla spalla della ragazza: «Da quanto tempo non sentivo il suo nome…»
«E’ stata una tua Portatrice?»
«Non mia, ma di Tikki» spiegò la kwami dell’ape, sorridendo: «Una delle tante Ladybug, che si sono susseguite nel tempo. Ma al tempo di Boudicca anche il mio Miraculous venne donato…»
«Anche il mio! Anche il mio!» esclamò Flaffy, affacciandosi dalla tasca del giaccone: «Il caro vecchio Poenio. Mi donava sempre i frutti più dolci...»
«Poenio?»
«Era un generale romano o qualcosa del genere.»
«Con un nome simile mi sarei stupito se fosse stato una ballerina di can can» borbottò Rafael, sospirando: «Quindi un Peacock del passato è stato un generale romano? Figo.»
«Il tuo predecessore, Sarah, era invece una ragazza che serviva Boudicca» mormorò  Mikko, rispondendo allo sguardo indagatore dell’americana: «E all’epoca non era innamorata del Portatore del Pavone ma, anzi, lo odiava con tutta sé stessa.»
«Mi sarei stupito del contrario» mormorò Rafael, incrociando le braccia: «Quindi in nostri predecessori si odiavano?»
«A quanto sembra…» commentò Sarah, regalandogli un sorriso e riprendendo a leggere posando poi il tutto sul tavolo, voltandosi all’indietro: «Che facciamo?»
«Sotterriamo l’ascia di guerra?»
«Sai a cosa mi riferisco…»
«Penso che dovrò chiamare mia madre» sentenziò Rafael, prendendosi la testa fra le mani e spettinandosi i capelli mori: «Ormai è andato completamente fuori dal mio controllo.»


Hawkmoth avvicinò le proprie labbra alle sue, poteva sentire il suo respiro caldo che gli alitava sul volto…
Manon smise di leggere, lanciando il cellulare contro il letto con tutta la forza che aveva, osservandolo rimbalzare sul materasso; solo dopo aver compiuto il gesto, si ricordò dei due ospiti in camera sua: Thomas e Nooroo stavano fissando l’apparecchio con gli occhi sgranati, voltandosi poi verso di lei e fissandola come se le fosse spuntata una seconda testa.
«Scusate» bofonchiò la ragazzina, incrociando le braccia e voltandosi verso la finestra, oltre la quale il cielo era ormai scuro: «Ho letto una cosa che non dovevo leggere…»
«Ricordami di non farti mai arrabbiare» mormorò Thomas, fissando il cellulare allungando una mano per prenderlo e vedere cosa aveva fatto infuriare così tanto l’amica, ma Manon scattò in avanti e recuperò il telefono, fissandolo furiosa mentre lui alzò le mani in segno di resa, tornando poi a leggere il manga dal punto in cui lo aveva interrotto.
Manon chiuse la schermata del sito, spostando lo sguardo sull’amico e decidendosi a fare la domanda che, da tutto il giorno, le stava martellando nella testa: era un qualcosa che aveva pensato parecchie volte, fin da piccola e quel giorno quel pensiero era tornato prepotente alla mente.
«Thomas?»
«Mh?»
«Posso farti una domanda?»
«Certo.»
Manon rimase in silenzio, tanto a lungo che Thomas alzò la testa, fissandola in attesa: «Marinette e Adrien…» mormorò Manon, torcendosi le mani l’un con l’altra: «Sono tuoi compagni, vero?»
L’amico rimase in silenzio, scambiandosi un’occhiata con Nooroo e poi annuendo lentamente con la testa: «Sì» mormorò dopo un attimo esitazione: «Tu avevi detto…»
«Era un qualcosa che ho sempre pensato» bisbigliò la ragazzina, stringendosi nelle spalle: «E oggi, quando eravamo alla boulangerie…beh, diciamo che ho avuto la conferma.»
«Marinette è…»
«Grandiosa, non è vero?» dichiarò Manon, sorridendo dolcemente: «Le voglio bene, tantissimo. Ancor più di mia madre è il modello di donna che vorrei diventare…»
«E’ grande sì. E anche in gamba.»
«Già.»
La ragazzina sorrise dolcemente, alzando poi la testa verso il soffitto della camera e sorridendo: «Mi sono sempre chiesta come mai Ladybug sapesse il mio nome e tante cose di me» bisbigliò, ridacchiando poi fra sé: «Sai che ho avuto sotto il mio controllo Chat Noir?»
«Cosa?»
«Beh, ecco…»
«Aspetta. Sei stata akumatizzata anche tu?»
«Perché? Anche tu?»
«No, io no» Thomas scosse il capo: «Ma mia madre sì. Tu per quale motivo? Cosa ti aveva spinto a provare così tanta rabbia che…»
«Volevo delle bambole» mugugnò sottovoce Manon, tenendo lo sguardo basso; rimase in attesa e, dopo un po’, alzò la testa e trovò l’amico con in volto il classico sguardo di chi non aveva capito: «Thomas?»
«Tu sei stata akumatizzata perché volevi delle bambole?»
«Erano delle belle bambole!» sentenziò Manon, incrociando le braccia e alzando il mento: «Le aveva fatte Marinette e…»
La ragazzina si fermò, vedendo Thomas iniziare a ridere e cadere disteso per terra, tenendosi la pancia con entrambe le mani: «Per delle bambole…» riuscì a dire il giovane fra le risate, mentre Nooroo scuoteva sconsolato la testa e si voltò verso Manon, osservandola prendere il cuscino che teneva sulla sedia della scrivania  e alzarsi, pronta a colpire il giovane Portatore.
Ah.
Thomas…
Aveva parecchia strada da fare.


Marinette stava dormendo sopra di lui, il volto poggiato contro il suo petto e il respiro lento e regolare: non la vedeva riposarsi così tranquillamente da un po’ e gli dispiaceva sapere che, prima o poi, avrebbe dovuto svegliarla per andare a dormire in camera loro; inspirò profondamente, voltandosi verso la televisione e guardando distrattamente le auto che sfrecciavano veloci durante la gara che si sarebbe conclusa con la vittoria del protagonista.
Carezzò lentamente la testa della moglie, sentendola stirarsi appena come se fosse una gattina in cerca di coccole e sorrise, osservandola alzare la testa e fissarsi confusa attorno a sé: «Dormito bene?» le mormorò sottovoce, guardandola mentre si strusciava gli occhi e annuiva, ancora intontita dal sonno; si allungò, prendendo il telecomando e spegnendo la televisione, mentre Marinette si alzava e barcollava leggermente, prima di voltarsi verso di lui e intrecciargli le braccia dietro al collo: «Sei diventata viziata, principessa» mormorò Adrien, prendendola di peso mentre lei si aggrappava a lui, stringendogli le gambe attorno alla vita: «Anzi, ora mi sembri una scimmietta.»
«Chiamami come ti pare, non ho la forza di risponderti» mugugnò la ragazza, facendolo sorridere mentre lui la portava in camera, aiutato da Plagg e Tikki che si occuparono di accendere e spegnere le luci.
Adrien si chinò sul letto, liberandosi delicatamente dalla stretta della moglie: «Allora aggiungerò scimmietta ai tuoi soprannomi» decretò, osservandola sgusciare sotto le coperte e sistemarsi nel suo posto abituale
«Ok, micetto» mormorò Marinette, voltandosi di lato e addormentandosi nuovamente: Adrien la fissò un attimo, sistemandole meglio le coltri e baciandole la tempia, raggiungendola poi e prendendo la sua posizione abituale, passandole un braccio attorno alla vita e posando il viso contro la spalla, assaporando il profumo dolce che la ragazza emanava sempre.
«Dormi tranquilla, amore mio» mormorò, serrando un poco la presa attorno ai fianchi della ragazza: «Se quel pomodoro ci riprova, gli farò pentire di essere nato.»

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Echocide