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Autore: I_love_villains    03/06/2017    0 recensioni
Dory decide di restare con i vampiri. Mentre la sua amicizia con loro cresce, qualcosa dentro di lei si fa più forte ...
Dal testo:
"Quindi ... c’è un rimedio sicuro? Eccetto la morte, ovvio.”
Reiji non rispose subito: “Forse. Forse qualcosa c’è per annullare la sua presenza.”
Dory si mordicchiò il labbro, riflettendo a sua volta.
“Ma non sarei più Eve? Insomma, il mio sangue non sarebbe più così, giusto?”
“Forse, difficile dirlo. La pratica a volte si discosta dalla teoria. Presto i miei fratelli saranno qui. Devi raccontare tutto anche a loro.”
“Certo, scendo subito. Ora scusa ma mi sta implodendo la vescica.”
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dieci vampiri solo per me'
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Dory frequentava la stessa scuola dei vampiri, come voluto da Reiji e da lei stessa. Per fortuna in classe con lei non c’era nessuno di sua conoscenza. Sbadigliò. Non si era ancora abituata ad andare a lezione di notte. Il giorno doveva recuperare le ore di sonno e studiare, non aveva tempo per altro. Il fine settimana, invece, cercava di dedicarsi ai suoi hobby. Decise che sarebbe stata una buona idea passare una serata con un vampiro per volta. Era un modo per conoscerli meglio e fare amicizia. Entusiasta, quel sabato pomeriggio si cambiò, indossando una camicia senza maniche a motivi floreali, pantaloncini verdi, scarpe aperte dorate e una borsa bianca. Domandò chi volesse fare shopping con lei, ma solo Kanato si mostrò interessato.
“Quindi … si va al centro commerciale e poi?”
“Poi si guardano le vetrine e si compra ciò che ti piace.”
“Andiamo!”
“Ok, ma ce li hai i soldi?”
Il viola non rispose verbalmente: andò ad infastidire Reiji per farseli prestare. Una volta ottenutoli si incamminarono verso il centro commerciale. Non parlarono molto. Kanato taceva stringendo Teddy e a Dory non veniva in mente niente per cominciare una conversazione.
“Io devo comprare un computer, principalmente. Mentre andiamo guardiamo gli altri negozi e poi ci dirigiamo nel reparto alimentare, ok?”
“C’è tanta gente qui …”
“È normale. Vuoi portare tu il carrello?”
Dory gli mostrò come fare. Kanato mise Teddy dove di solito si fanno sedere i bambini, spinse e iniziò a trovare divertente quella pratica umana. Guardò la ragazza, che osservava la merce esposta nelle vetrine. Lei se ne accorse e gli sorrise, riprendendo poi a guardarsi intorno. Il viola la imitò.
“Salve, ragazzi. Vi interessa un materasso ...”
I due snobbarono uno dei tanti tizi che promuovevano prodotti personalmente.
“Cos’è un computer?”
“Diciamo che somiglia ad un televisore, ma puoi fare molte altre cose oltre che vedere film.”
“Quella scatola con le immagini ... Ayato non me la fa usare e Laito vede cose ...”
“Ricordami di mettere il blocco al digitale” sospirò Dory. “Oh, ecco il negozio di elettronica.”
Ci volle più tempo del previsto. Kanato voleva sapere a cosa servissero i vari apparecchi che vedeva e la minacciava se lei non rispondeva esaurientemente. Finalmente comprarono il computer.
“Aaah! Quel vestito verde è un amore!”
“Una gelateria!”
Il viola trascinò la ragazza lontano dalla vetrina a cui si era incollata.
“Prendimi un gelato!”
“D’accordo. Che gusto?”
“Cioccolato ... e lampone ... e stracciatella ...”
“E ci fermiamo qui, sono solo tre gusti per cono.”
Dory prese per sé un cono alla nocciola. Si sedettero a mangiare su una panchina. La ragazza mangiò con gusto, contenta di vedere Kanato abbastanza felice. Sicuramente il reparto frigo lo avrebbe attratto con i vari dolci a disposizione, poi avrebbero comprato qualche altra cosa zuccherosa e visto i peluche.
Dopo che quelle scarpe saranno mie!” pensò adocchiando due ballerine azzurre mentre buttava il suo tovagliolo.
“Ciao, pupa” la rimorchiò un ragazzo con i capelli impomatati.
“Mh” fece lei poco interessata.
“Che ci fa una ragazza bella come te sola soletta ...”
“Veramente sono qui con mio cugino.”
Il tizio rise passandosi una mano fra i capelli per appiattirli di più.
“Ti piace fare beneficenza, eh?”
“C- come?”
“Ti prendi cura del parente bisognoso. Se ...”
Dory lo allontanò con una spinta.
“Come osi parlare così?!” urlò indignata.
Non badò alle scuse dell’altro. Spinse il carrello, decisa ad allontanarsi subito da quel tipo.
“Che succede? Voglio spingere io!”
La giovane fece prendere il suo posto a Kanato. Presto però le posizioni si invertirono di nuovo: il viola metteva nel carrello ogni tipo di dolce che vedeva, dalla liquirizia al budino.
“Non saranno troppi?” domandò perplessa la ragazza.
“No. Reiji dice sempre di essere troppo occupato per preparare le torte. Ora ho una riserva.”
“Già. E molti prodotti hanno lunga scadenza.”
Il computer venne sepolto sotto i dolci. Kanato non comprò nessun peluche quando venne il momento, anche se osservò molti giocattoli. Da parte sua Dory aggiunse un paio di magliette, una gonna ed una camicia agli acquisti, rinunciando a scarpe e vestito poiché troppo costosi. All’uscita ...
“Dory, cosa significa autistico?” domandò lui, cogliendola di sorpresa.
“Ehm, perché ti interessa?”
“Quello ha detto che lo sono quando siamo passati.”
Kanato indicò il tizio di prima.
“Ma davvero? Aspettami un attimo qui.”
La giovane marciò minacciosa verso il ragazzo.
“Tu! Ti ho detto che mio cugino non lo devi insultare!”
“Hai l’udito fino, bella snob” commentò un compare dell’impomatato.
Dory si accorse che ce n’era un altro, proprio dietro di loro.
O- ops ... perché sono così impulsiva? È un miracolo se sono ancora viva.
“Ehm ... è che non mi piace quando si parla male di lui” disse in tono più mite.
“Capisco, dolcezza. Adesso dammi un bacino.”
“Ma sei matto?!”
“Non urlare, sei fra amici.”
In breve fu circondata.
“Avanti, bellezza. Non chiedo molto” ghignò il ragazzo avvicinandosi al suo viso.
“Dory, perché parli con loro?” chiese Kanato da dietro l’impomatato.
“Oh, la tua cuginetta sta stringendo nuove amicizie.”
“Ehi, John, visto che bell’orsetto ha?”
“Anche lui è tuo cugino?”
Il viola, senza pensarci due volte, afferrò due teste e le fece cozzare una contro l’altra. I due ragazzi si afflosciarono per terra. Il terzo li guardò instupidito prima di darsela a gambe. Dory prese Kanato a braccetto e si allontanò con lui ed il carrello.
“Perché corriamo?”
“Perché la polizia sa essere molto fastidiosa. Però tu sei stato forte, Kanato.”
“Forte?”
“Sì, li hai stesi con un colpo e spaventato l’altro a morte” spiegò lei sorridendo. “La prossima volta ci penseranno bene prima di infastidire qualcuno.”
“Hai detto che sono tuo cugino ...” proseguì lui.
“Sì ... scusa se ti sei arrabbiato, è stata la prima cosa che ...”
“Mi piace. Non ho mai avuto una cugina.”
La ragazza sospirò di sollievo. Kanato si fermò.
“Tu vuoi più bene a Laito, vero?”
“No, non di più” rispose lei dopo averci riflettuto. “Solo che è un bene diverso.”
“Allora okay.”
La discussione sembrò chiusa. Camminarono fino a casa in silenzio.
Quella sera Reiji chiamò Dory nella sua stanza.
“Qunto avete speso?”
“Io duemilatrecentocinquantacinque yen, con la mia carta di credito” proclamò lei fiera. Era la prima volta che spendeva così tanto. Era la punizione per suo padre per averla mandata in un covo di vampiri, seppure involontariamente.
“Vuoi dire che lui ha speso cinquecento yen solo in dolci?”
“A quanto pare.”
Il vampiro la fissò serio.
“Tu non vai più a fare shopping con lui.”
Proprio in quel momento passò il viola. Si soffermò sulla soglia.
“Dory, oggi io e Teddy ci siamo divertiti. Lo rifaremo!”
Se ne andò.
“Beh, non è me che devi convincere” disse la ragazza a Reiji cercando di non ridere.

   
 
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